Set 01

Sanità: dietrofront, in Sardegna si ritorna alle vecchie 8 Asl.

La sanità sarda cambia volto e ritorna all’antico. Il consiglio regionale ha varato la riforma che abbandona la Asl unica e ripristina le otto vecchie aziende sanitarie locali con personalità giuridica: Oristano, Sassari, Gallura, Nuoro, Ogliastra, Medio Campidano, Sulcis e Cagliari.

Ovvero nulla di nuovo sotto il sole, ma qualcosa di vecchio, di stantio, che si vuole far passare come chissà quale novità.

Ora non resta che attendere la  consueta corsa alla poltrona e l’immancabile marchettificio, come di consueto avviene dopo ciascuna riforma (sic!) sanitaria.  E il tutto alla faccia dei pazienti che, dopo mesi di attesa, sperano di avere almeno una minima  possibilità di essere curati.

Rientrando nel seminato, la legge è passata con 36 voti favorevoli, 18 contrari e un’astensione. Il posto della Asl Unica (l’Azienda per la tutela della salute) verrà preso dall’Ares (Azienda regionale della salute) che conserverà varie funzioni: sarà la centrale unica degli acquisti e gestirà la selezione del personale.

Gli altri enti del sistema sanitario regionale sono l’Arnas (Azienda di rilievo nazionale e alta specializzazione Brotzu), le Aziende ospedaliere universitarie di Cagliari e Sassari (Aou), l’Azienda regionale dell’emergenza e urgenza della Sardegna (Areus).

La riforma prevede anche diverse modifiche nell’organizzazione degli ospedali, con il Microcitemico che uscirà dall’orbita del Brotzu, il più importante ospedale della Sardegna, per confluire nella Asl 8 cagliaritana, e l’Oncologico del capoluogo che in futuro dovrebbe essere separato dal Brotzu e trasferito presso l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Il Marino di Alghero sarà annesso all’Aou di Sassari.

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