Feb 07

Oristano: il feudo cerebrale (di Paolo Maninchedda).

“Oggi L’Unione Sarda, con il lessico sgangherato che ormai la contraddistingue in certe sue performance (che poi sono quelle che immaginano, con l’involgarimento, di vendere di più e invece vendono di meno) mi accredita di avere un feudo politico in Planargia.

Incredibile. Ma prima di fare queste affermazioni, si va almeno, dico almeno, a vedere il numero dei voti presi dal mio partito in Planargia? Si va a vedere se siamo il primo partito? O il secondo? O il terzo? Perché non si può essere feudatari se si è un partito di minoranza, è evidente.

A questa affermazione da bar di una giornalista distratta, che dimostra quanto sia facile restare condizionati dalla maldicenza giudiziaria, si aggiunge il vaticinio a posteriori di Pasquale Onida (col quale non voglio polemizzare, per mancanza di voglia).

Onida mi accusa di aver concentrato troppo su di me il governo di un territorio, che sarebbe la Planargia (a Macomer stanno ridendo a crepapelle). Impossibile trovare riscontri. Noi abbiamo contato sempre molto poco sia in Planargia che nell’Oristanese. I risultati elettorali lo dimostrano inequivocabilmente. Quando abbiamo fatto riunioni nell’Oristanese, a stento riuscivamo a arrivare a mettere insieme cento persone (compresa la Digos). In moltissimi paesi non siamo presenti.

Quella di Onida è una frase buttata lì, alla De Mita (grande modello, per alcuni dai gusti estetici discutibili), per dare un buffetto velenoso alla democristiana.Inoltre è tragicamente datata, ispirata a un vecchio stile secondo il quale il leader politico decide di “mettere i suoi uomini” (mai pensato ai miei amici in questi termini) in diverse posizioni e non riesce, invece, a immaginare che gli uomini ci si mettano da soli grazie alle capacità, alla lotta politica e al consenso.

La verità è che a Oristano, questo sì, il feudalesimo non era finito e noi non ce ne eravamo accorti. Grave errore per una minoranza. E come si sa, i veri viceré, conti e marchesi, quelli inossidabili, hanno sempre utilizzato il Procuratore fiscale, nel passato, ovviamente, per colpire giudiziariamente chi li infastidiva politicamente.

Come mai Pasquale dimentica di notare che altri leader politici, nessuno del mio partito, hanno costituito società con accreditamenti Asl con alti dirigenti di alti partiti? Come mai a Oristano Destra e Sinistra si ritrovavano nei temporanei assetti societari, tutelati dalle proiezioni istituzionali bipartisan, e questo non è ritenuto significativo?

Come mai nessuno ha indagato l’evoluzione del contenzioso tra la Asl e alcuni soggetti accreditati, e lo ha messo in relazione col mutare del sistema politico?

Come mai non si è mai indagata in profondità la relazione tra diversi ambienti e la massoneria e tra questa e gli apparati dello Stato?

Come mai non è stata mai indagata la relazione tra le assunzioni alla Asl e i grandi partiti nazionali italiani che si sono alternati alla sua guida?

Come mai si è addirittura inventata la dirigenza del Partito dei Sardi (nel senso che alcuni sono stati fatti passare come dirigenti e non risulta che lo siano mai stati) per formulare accuse gravissime mentre non si è mai indagato il peso dei partiti più importanti in diverse articolazioni amministrative?

C’è un caso giudiziario, documentariamente rilevabile, comico se non fosse tragico, nel quale il paese di provenienza di un noto esponente Pd è attribuito a un alto dirigente Asl pur di far tornare i conti e non disturbare il compagno evocato.

C’è un altro caso, anche questo esilarante, nel quale un signore, dirigente politico di un altro partitone nazionale di un tempo, attivissimo e quindi plurincaricato al punto da avere, in qualche anno, percepito uno stipendio più alto del suo Dirigente, viene eletto a modello di efficienza.

Infine, per dare un’idea del pregiudizio verso di noi – veri topi di campagna – trasformato in calunnia, c’è il caso, sempre giudiziario e sempre documentariamente rilevabile, nel quale, siccome ci si occupava di rifiuti, io sono diventato automaticamente e con certezza (nella testa preventivamente orientata dall’odio dei salotti oristanesi) assessore dell’Ambiente della Regione Sardegna, cosa che non sono mai stato.

Insomma, noi a Oristano abbiamo combattuto non due o tre marchesi di lignaggio ultracadetto, ma strutture di potere radicatissime, da un lato molto radicate in sistemi di relazioni insondabili, pressoché incappucciate, e dall’altro, invece, legittimate dalla presunta superiorità morale di certa Sinistra che, in ragione del vasto sistema di protezioni informali che da sempre la protegge, si è potuta permettere la disinvoltura degli immuni. Abbiamo sottovalutato la forza occulta di avversari potenti. Tutto qui.

Ciò che ci ha attaccato non è la politica (anzi, politicamente i fatti ci stanno dando ragione nel voler essere una minoranza pacificamente e legalmente rivoluzionaria), ma la magistratura, intossicata dalla maldicenza e dal suo scrupolo di non rendere evidenti gli errori di valutazione iniziali.

Ed è altrettanto evidente che le detenzioni, ovviamente lunghe, stanno generando uno svuotamento di presenze istituzionali che ha tutto il sapore di essere l’evento previsto dalle mani anonime che hanno creato il venticello leggero della calunnia cui le autorità dello Stato hanno abboccato, pensando poi di fare il colpaccio, magari arrestando Maninchedda, meglio se in carica (e qui gli encomi solenni sarebbero fioccati a giumelle).

Gli arresti e le indagini (lunghissime, oltre ogni decenza) stanno ricreando lo spazio per la nobiltà oristanese di antico regime, che si sta riposizionando e si sta riprendendo, con visibilissime tattiche di avvicinamento, le antiche signorie parassitarie. Capita anche questo nella storia, capita spesso agli uomini che la vogliono cambiare di finire in manette, ma è poco elegante far finta di non vederlo e inventare feudi per chi odia visceralmente qualsiasi aristocrazia dei lombi, mentre ama, profondamente, l’aristocrazia degli spiriti liberi.

È politica giudiziaria, Pasquale, un bruttissimo processo politico. Non il primo e non l’ultimo in Sardegna. Ma ti assicuro che vedere intorno a sé la paura non mi piega. Provo pietà e compassione per chi ha paura di frequentarmi. Provo un distacco spirituale profondissimo verso chi mi perseguita e mi spia da ormai almeno quattro anni. Provo disprezzo per i calunniatori e i maldicenti. Ma preferisco, credimi, tacere sugli indifferenti, per non sporcarmi l’anima”. (Paolo Maninchedda, www.sardegnaelibertà.it).

Per “Oristano Città Europea dello Sport” è giunto il momento della festa finale. L’appuntamento è per domani, sabato 8 febbraio. L’anteprima alle 17 in piazza Eleonora da dove un corteo delle società sportive oristanesi partirà alla volta del nuovo Palasport di Sa Rodia, dove, alle 18, alla presenza dei grandi campioni italiani dello sport mondiale, si terrà la cerimonia di chiusura di Oristano Città Europea dello Sport. I protagonisti saranno la schermitrice Margherita Granbassi (fiorettista, due volte medaglia di bronzo alle Olimpiadi e oggi conduttrice televisiva), la pallavolista Maurizia Cacciatori (228 volte maglia azzurra, medaglia d’argento e di bronzo agli europei in Italia e Bulgaria), il nuotatore Massimiliano Rosolino (campione olimpico a Sydney nel 2000 e mondiale a Fukuoka nel 2001 nei 200 metri misti, nonchè quattordici volte campione europeo e 60 volte a medaglia in manifestazioni internazionali), e, con un videomessaggio, il campione di motocross Tony Cairoli (nove volte campione del mondo). Insieme a loro, sul parquet di Sa Rodia ,Stefano Oppo, al quale il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, assegnerà il titolo di ambasciatore dello sport oristanese; i campioni del mondo di windsurf Nicolò e Maddalena Spanu; e quelli di basket dell’Atletico Aipd Oristano. Durante la serata, presentata dalla conduttrice di Sky Sport, Federica Masolin, lo spettacolo sarà assicurato dall’esibizione di calcio acrobatico del Fast-Foot freestyle calcio.

Lunedì 10 febbraio, il Comune di Oristano e la Consulta giovani commemoreranno il “Giorno del Ricordo”. Alle 18,30 nella via Garibaldi, davanti all’ulivo che commemora la tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe e rinnova la memoria dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati, nel secondo dopoguerra, e della più complessa vicenda del confine orientale, sarà deposta una corona di fiori. Angelo Lai alla tromba suonerà il Silenzio per onorare la memoria di tutte le vittime delle Foibe. Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale celebrata il 10 Febbraio, istituita per Legge per commemorare le Vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Il 10 febbraio è una data simbolica che si riferisce al 1947 quando entrò in vigore il Trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia.mSarà un momento di riflessione sui fatti accaduti sul confine orientale italiano alla fine della Seconda Guerra Mondiale che vide la cacciata e l’uccisione delle famiglie italiane dalle terre occupate dai partigiani titini. “La Consulta Giovani del Comune di Oristano, in ricordo delle vittime italiane che all’alba della fine della seconda guerra mondiale, con la ritirata italiana in Jugoslavia dalle terre dell’Istria, Fiume e della Dalmazia sono state costrette dai partigiani comunisti del generale Tito ad evacuare – osserva il presidente della Consulta, Emanuele Orrù -. Certe famiglie italiane però non furono fortunate e non riuscirono a scappare, ma furono rastrellate e uccise oppure gettare nelle Foibe: spaccature carsiche nelle montagne, profonde diversi metri, dove trovarono la morte migliaia di italiani. Le famiglie esuli trovarono conforto anche in Sardegna, dove ancora oggi rimane vivo il ricordo di quei giorni di tragedie. La Consulta Giovani vuole ricordare questo pezzo di storia nazionale affinché sia vivo il ricordo e sia auspicio di fratellanza e di amicizia tra i popoli”.

Le manifestazioni legate alla “Giornata della Memoria” si chiudono martedì 11 febbraio, alle 10.30, all’Hospitalis Sancti Antoni, a Oristano, con l’incontro di Nando Tagliacozzo con gli studenti oristanesi. Nando Tagliacozzo è uno dei pochi scampati al rastrellamento del ghetto di Roma nell’ottobre del 1943. I suoi familiari perirono nei lager nazisti. La vicenda di Tagliacozzo è stata raccontata da Alberto Angela in una puntata di “Ulisse, il piacere della scoperta” dedicata al rastrellamento del 16 ottobre 1943. La trasmissione può essere vista sul web https://bit.ly/2NQ7q8K . Quest’anno il Giorno della Memoria è stato celebrato a Oristano nell’arco di tre settimane con iniziative a cura dell’Anpi, dell’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, della Prefettura, della Cgil, del Centro Sevizi Culturali e dell’Istasac di Nuoro. Il programma di martedì: Saluti delle autorità; 16 ottobre 1943, il rastrellamento degli ebrei di Roma; Nando Tagliacozzo “Sfuggire alla deportazione”; Introduce Marina Moncelsi Istasac Nuoro; Coordina Carla Cossu · Anpi Oristano.

Lunedì 10 febbraio, alle 11, presso l’Avis, in via Carpaccio 32, a Oristano, si terrà una conferenza stampa su “OncoEmatologia di Oristano: un diritto o un problema? Il caso della paziente R.B.: non si può morire di burocrazia”. Qual è la situazione attuale, i rischi e le emergenze. Le proposte delle Associazioni di tutela. Interverranno Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna; Rossana Traversari, responsabile provinciale Ail Oristano; Maria Cadeddu, presidente “Le belle donne”; Maria Delogu, presidente “Komunque donne Odv”. Sono stati invitati a presenziare alla conferenza, Paolo Casula, referente Oncoematologia Assl Oristano; Andrea Lutzu, sindaco di Oristano e presidente del Distretto sanitario; nonché i consiglieri regionali della provincia di Oristano.

L’Adiconsum ha recentemente lanciato l’allarme per le pratiche scorrette online. In particolare l’associazione dei consumatori ha suggerito di fare particolare attenzione al “cvmaker.it: il Curriculum Vitae a pagamento!”, che secondo l’Adiconsum rappresenta una nuova insidia a danno degli utenti di internet e un vero e proprio raggiro a danno di chi cerca lavoro. “Preparare un corretto curriculum vitae – ha scritto Adiconsum in una nota – è fondamentale nella ricerca di un lavoro. Lo sanno anche i titolari della “CVmaker BV” con sede a Amsterdam, in Olanda, che approfittando della necessità delle tantissime persone che cercano lavoro, hanno ideato un sito internet che mette a disposizione un programma per la redazione dei Cv in maniera apparentemente gratuit. “Crea il tuo Cv professionale on line con Cvmarker”, questo è il messaggio che campeggia nel homepage del sito, e in nessuna maniera si accenna a un servizio a pagamento, così come non è prevista la sottoscrizione di alcun contratto, nè si indicano i costi e le condizioni. I malcapitati che accedono al sito cvmaker.it, convinti della gratuità, provvedono a redigere il proprio Cv e, successivamente, si vedono recapitare una mail minacciosa e aggressiva con richiesta di 100 euro per il pagamento del servizio, in caso contrario, minacciano l’avvio di un procedimento giudiziario con relativo sequestro. Peccato che cliccando sul comando “Crea il tuo CV” non ci sia alcun riferimento al servizio a pagamento! E già questo configurerebbe un messaggio fortemente ingannevole per i consumatori. Altrettanto ingannevoli sono altri messaggi che appaiono nel sito: “Hai il 65% di possibilità in più di ottenere un lavoro… Tutti, grazie a CVmaker, hanno trovato il lavoro dei propri sogni”, lasciando intendere che con la predisposizione del proprio Cv tramite il sito cvmaker.it si otterrà sicuramente il lavoro desiderato. Adiconsum sta provvedendo a segnalare il caso all’Antitrust, come pratica commerciale scorretta. Nel frattempo, invita tutti i consumatori che hanno redatto un Cv attraverso il sito cvmaker.it a segnalare episodi analoghi e a sospendere il pagamento di quanto preteso dalla società Cvmaher.

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