Ott 14

I vertici di Codacons e Coldiretti indagati dalla Procura di Oristano.

Ettore Prandini e Battista Cualbu, i vertici nazionali e della Sardegna di Coldiretti, e il presidente Codacons, Carlo Rienzi, sono indagati dalla Procura delle Repubblica di Oristano per diffamazione, calunnia, istigazione a delinquere e violenza privata.

 Lo ha fatto sapere il Codacons, e la conferma è poi arrivata anche da Coldiretti. Alla base dell’inchiesta, ha spiegato il Codacons, c’è una denuncia presentata dal presidente del Consorzio del pecorino romano, Salvatore Palitta, dopo le dichiarazioni sul prezzo del latte rilasciate in interviste e comunicati stampa dai responsabili delle due associazioni.

“La vicenda – ha detto ancora Rienzi – è nato da un esposto presentato dal Codacons all’Antitrust e alle Procure di Roma e Nuoro, nel quale si riportava la denuncia di Coldiretti Sardegna sui prezzi del latte pagati agli allevatori sardi. Non ci faremo intimidire dalle denunce del Consorzio e continueremo a combattere in ogni sede nell’interesse degli allevatori e dei consumatori, che hanno diritto ad una filiera equa e a prezzi che rispondano al mercato”.

“L’inchiesta della Procura di Oristano non c’entra assolutamente niente con la vertenza sul prezzo del latte – hanno fatto sapere i legali del Consorzio per la tutela del pecorino romano -. La denuncia è infatti scattata perché Codacons e Coldiretti avevano pubblicamente e ripetutamente messo in dubbio l’autenticità del prodotto pecorino romano, fornendo informazioni false, insinuando che l’approvvigionamento del latte avvenisse dall’estero ai danni dei pastori sardi e dell’intera economia regionale.

A fronte di queste dichiarazioni, mai smentite, l’iniziale diffida è diventata una querela firmata dal presidente del Consorzio, Salvatore Palitta, ed è su questo che si concentra l’indagine”. Sempre secondo i legali del Consorzio “…è molto grave che ancora oggi, a indagine avviata, si tenti di portare l’attenzione mediatica in un campo che non è minimamente toccato dall’indagine penale, che riguarda invece gli attacchi consapevolmente falsi e gratuiti di chi ha usato un argomento, come l’utilizzo di materia prima non sarda, in un momento di tensione sociale altissima. L’obiettivo di questi attacchi è molto chiaro – hanno aggiunto gli avvocati -: diffamare, fare del male, incitare alla violenza e al disordine, distorcere la percezione della funzione del Consorzio”.

“Il prezzo del latte non c’entra niente con questa indagine – ha ribadito il presidente Palitta -. Ho presentato querela per difendere il Consorzio dalle gravissime e infondate accuse di utilizzare latte dall’estero a danno dei pastori e dell’autenticità del prodotto. Accuse inaccettabili: il ruolo del Consorzio è quello di proteggere il prodotto a vantaggio di tutta la filiera, cosa che facciamo quotidianamente con grande impegno e serietà”.

“Le accuse mosse a Coldiretti e Codacons dal Consorzio per la tutela del Pecorino romano riguardano in modo diretto la vertenza sul prezzo del latte pagato dall’industria agli allevatori, e sono talmente gravi che varranno ora al presidente Salvatore Palitta una denuncia per calunnia”. Lo ha annunciato l’associazione dei consumatori. “Siamo stati denunciati solo per aver fatto il nostro dovere, ossia difendere i pastori sardi. le cui sacrosante rivendicazioni interessano in modo diretto i consumatori, fruitori dei prodotti lattiero-caesari come il pecorino romano – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi – Solo in tale direzione il Codacons è intervenuto con le dovute denunce alla magistratura affinché si facesse chiarezza su un mercato, quello del latte, che deve garantire trasparenza ed equità tra gli operatori. Confondere questo con accuse che non abbiamo mai mosso è una speculazione inaccettabile e le affermazioni di Palitta sono talmente gravi che gli varranno, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Oristano, una denuncia per calunnia, poiché ha accusato ingiustamente Codacons e Coldiretti di reati che non hanno mai commesso, e che esistono solo nella testa dello stesso Palitta”.

“Non mi faccio certo intimidire, e continuo a combattere per garantire un giusto prezzo del latte ai pastori, di fronte alle palesi responsabilità di chi non ha saputo gestire una drammatica crisi”. E’ quanto ha affermato, in una nota, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, nel commentare l’indagine scaturita dalla denuncia presentata dal presidente del Consorzio del pecorino romano, Salvatore Palitta. ”Non vedo l’ora di confrontarmi nelle aule dei tribunali, ma come Coldiretti non ci facciamo certo distrarre e siamo impegnati per dare futuro e dignità al lavoro dei pastori che ancora oggi vengono sottopagati, nonostante il calo della produzione nazionale e l’esplosione delle esportazioni di pecorino nel mondo balzate al 34% nel primo semestre. Anche per questo, invece di denunciare, il presidente del Consorzio, Salvatore Palitta, dovrebbe dimettersi”.

“L’obiettivo rimane sempre quello per cui ci stiamo battendo: una filiera trasparente con un’equa remunerazione del prezzo del latte ai pastori. Tutte le altre cose, querele comprese, non ci distolgono dal suo perseguimento”. E’ stato questo il commento di Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, alla notizia della querela ricevuta dal presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano e indirizzata anche al presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini e al presidente del Codacons Carlo Rienzi.

“Abbiamo appreso dalla stampa della denuncia e attendiamo sereni l’eventuale notifica, consapevoli del fatto che il presidente e la Coldiretti hanno sempre agito in difesa dei pastori e di tutta la filiera lattiero casearia. Lo abbiamo fatto sempre in trasparenza, valore per noi fondamentale, e con decisione, perché ai pastori sia riconosciuto un prezzo equo del latte e, allo stesso tempo, sia valorizzata tutta la filiera in modo inclusivo e trasparente. Questa notizia, invece, se davvero fosse confermata, dimostra ancora una volta che la filiera è malata verticalmente e orizzontalmente, e in questo modo non ha nessuna intenzione di riformarsi e diventare veramente filiera. Come abbiamo detto anche nei giorni scorsi – ha concluso Cualbu – le esportazioni di pecorino stanno crescendo (+ 34% nel mondo nei primi sei mesi del 2019) e le produzioni quest’anno sono sotto i 270 mila quintali; non abbiamo neppure più la scusa dei dazi, quindi dobbiamo lavorare tutti uniti rassicurando il mercato, senza perderci in sterili polemiche”.

Per venerdì 18 ottobre, alle 18, in piazza Eleonora, a Oristano, il Comitato provinciale Api di Oristano ha organizzato un presidio di solidarietà, per esprimere vicinanza al popolo curdo, che da solo ha fermato l’avanzata dell’Isis, ed è in questi giorni vittima di violenti bombardamenti da parte della Turchia. I bombardamenti mirano anche a provocare un esodo di massa delle popolazioni curde e a una successiva operazione di sostituzione etnica, i cui esiti sono imprevedibili. Nel volgere di alcuni anni la Turchia, che fa parte della Nato, si è trasformata in un regime semi-dittatoriale, dominato dalla figura di Recip Erdogan. Nel Rojava Kurdi, anche e soprattutto grazie all’apporto delle donne combattenti hanno creato uno “stato” democratico, unico esempio del Medio oriente. Ora quelle donne e quegli uomini sono considerati da Erdogan alla stregua di terroristi, così come i nazisti consideravano “banditi” i partigiani, mentre i veri terroristi dell’Isis, reclusi nelle prigioni curde, hanno iniziato a fuggire. Ieri i turchi hanno comunicato di aver ucciso 490 “terroristi”, e sono iniziate le esecuzioni di massa dei civili, tra i quali l’attivista per i diritti delle donne Hevrin khalaf, fucilata con altre nove persone. La comunità internazionale sta reagendo con lentezza, e in modo contraddittorio, per questo motivo l’Anpi ha organizzato un presidio di solidarietà per far sentire la voce di uomini e donne liberi di Oristano. Le parole d’ordine del presidio saranno: Noi stiamo con le partigiane e i partigiani Curdi. No al tiranno Erdogan, sì alla democrazia curda. No a Erdogan e all’Isis, pace per i curdi.

Quarant’anni fa aveva prelevato dalle spiagge dell’Oristanese sabbia e conchiglie. Ora, dopo la campagna avviata dall’associazione “Sardegna rubata e depredata”, le ha restituite alla Sardegna. La storia, riportata nella pagina Facebook dell’associazione, ha per protagonista una donna di Milano sposata con un sardo. “Mi sento infinitamente in colpa perché ho in casa dei vasi di vetro con sabbia e conchiglie raccolte in Sardegna. Parlo degli anni 80; allora non si aveva l’impressione di fare una cosa scorretta. In quegli anni frequentavo San Giovanni di Sinis e la costa Ovest della vostra Isola. Ora vorrei tanto riportarli al loro posto ma non saprei come fare”, ha scritto la donna all’associazione, che ha poi ricevuto un pacco dalla Lombardia del peso di circa 10 chili. “Grazie alla consulenza di un geologo abbiamo avuto indicazioni molto precise sulla provenienza dei materiali – ha fatto sapere “Sardegna rubata e depredata” -. Con l’aiuto di alcuni attivisti che collaborano con noi, oggi, dopo 40 anni di esilio forzato, la maggior parte del materiale è finalmente tornato a casa. È una goccia insignificante in mezzo al mare, ma è un segnale incoraggiante”.

È stata inaugurata, a Silì, la nuova ludoteca comunale. A tagliare il nastro e consegnare la struttura alla comunità, è stato il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, accompagnato dall’assessore ai Servizi sociali, Carmen Murru, e dall’assessore alle politiche giovanili, Stefania Zedda. Erano presenti anche i consiglieri comunali Antonio Iatalese e Luigi Mureddu. La cerimonia si è tenuta alla presenza di operatori ed educatrici del Consorzio Network, degli utenti, dei loro familiari, e del parroco don Gianni Maccioni, che ha benedetto i nuovi locali. “Già nel 1998 si parlava della ludoteca di Silì – ha dichiarato il sindaco Andrea Lutzu -, ma fino a oggi non era mai stata consegnata alla comunità. Oggi, senza meriti e senza accuse, la ludoteca ha aperto, e questa è una bellissima cosa per le famiglie, per gli operatori della ludoteca e per i bambini”. “La ludoteca costituisce un punto di riferimento per i bambini di Silì e non solo per la sua posizione strategica, accanto a una bellissima piazza e alla ludoteca, dove i bambini possono giocare e imparare” ha aggiunto l’assessore ai Servizi sociali, Carmen Murru. La ludoteca di Silì, frequentata da 65 utenti seguiti da 3 operatori, apre nei mesi invernali, dal lunedì al giovedì per i bambini dai 3 ai 10 anni, e il venerdì per i ragazzi dai 10 anni in su.

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