Set 11

Magistrato, parlamentare, scrittore, intellettuale: le 4 vite di Salvatore Mannuzzu.

 “Già da diversi anni Salvatore Mannuzzu viveva in una sorta di altrove, una dimensione speciale di passaggio. Lo testimoniano le dediche che apponeva con scrittura minuta ed elegante sui libri che donava agli amici o alle persone con le quali aveva mantenuto in qualche modo un rapporto.

Nel 2010 definiva “Polvere d’oro”, una raccolta di suoi radiodrammi, “un libricino praticamente postumo”; e nel 2012 completava così “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”: “L’ultimo (per ordine di stesura e speriamo in tutti i sensi, le jeux sont faits) libro di Toti Mannuzzu”. “Testamenti” è infine il titolo del volume che nel 2017 ha raccolto le sue riflessioni pubblicate da Avvenire, il quotidiano cattolico di cui era collaboratore.

Si stava preparando, e così tutti coloro che lo sapevano oramai da qualche tempo in precarie condizioni di salute e piegato dal dolore della scomparsa della moglie prima e della figlia poi. Salvatore Mannuzzu è scomparso ieri nella sua Sassari all’età di 89 anni. Possiamo dire che ha vissuto tante vite: è stato magistrato, parlamentare, scrittore e intellettuale.

Da magistrato è stato protagonista insieme a pochi altri (ricordo, ad esempio, il suo caro amico Antonio Porcella) del processo di democratizzazione della giustizia in Sardegna, ancora oppressa da una schiera di professionisti del diritto nati e cresciuti nel periodo fascista e che quella visione autoritaria imposero nelle aule di giustizia della neonata Repubblica. Mannuzzu era diverso. Per capirci, portava dentro di sé ancora il peso di una condanna che sapeva ingiusta: ne parlava con dolore ancora a distanza di decenni.

È stato parlamentare del Pci dal 1976 al 1987, anni terribili per la democrazia italiana e di grande travaglio per la sinistra. A Roma portò la sua visione di “uomo della Rinascita” (e di questo fra poco) e di esperto di diritto, in una stagione in cui la lotta al terrorismo giustificò la compressione dei diritti fondamentali di libertà.

Mannuzzu è stato poi un intellettuale, cioè una persona che lavorato nella società perché le idee della politica trovassero un riscontro nel confronto pubblico. Sotto questo aspetto, è stato il fautore di una stagione particolare per la Sardegna, quella della Rinascita, ovvero della modernizzazione dell’isola avvenuta negli anni sessanta. La voce di quegli anni fu la rivista Ichnusa, di cui Mannuzzu fu animatore (nella sua seconda edizione, a partire dal 1956, e nella terza, conclusasi nel 1993) insieme ad Antonio Pigliaru (il padre dell’ex presidente della Regione, fondatore della rivista) e, tra gli altri,  a Manlio Brigaglia e Giuseppe Melis Bassu.

Gli anni della Rinascita li raccontò anche film di Fiorenzo Serra del 1965 “L’ultimo pugno di terra, di cui fu tra i consulenti insieme ad altri intellettuali del calibro di Brigaglia, Pigliaru, Beppe Pisanu (sì, proprio lui), Giuseppe Fiori, Luca Pinna e Michelangelo Pira. Ma non cercate il suo nome nei credits, non lo troverete: perché allora Mannuzzu si celava dietro la fittizia identità di Giuseppe Zuri. Faceva il giudice, non riteneva opportuno mischiare i ruoli. Pensate quanta distanza dal narcisismo imperante di oggi!

Infatti con lo stesso nome esordì nella letteratura con Rizzoli nel 1962 con il romanzo “Un Dodge a fari spenti”. Le note di agenzie lo ricordano soprattutto per “Procedura”, romanzo con il quale nel 1989 si presentò nella scena nazionale, ma a mio avviso Mannuzzu raggiunse la sua vetta con il bellissimo “Le fate dell’inverno”, uscito per Einaudi nel 2004 (e che nella mia testa continuo a ricordare col titolo che l’autore avrebbe voluto dargli, “La macchia bianca”).

Il suo percorso letterario è stato ben raccontato dal critico Alessandro Cadoni nel libro “Il fantasma e il seduttore”, pubblicato da Donzelli nel 2017.

Mannuzzu intellettuale: c’è un saggio fondamentale nella sua produzione ed è “Finis Sardiniae”. Chiude il volume “La Sardegna” pubblicato nel 1999 da Einaudi nella collana dedicata alle regioni ed è un testo che ancora oggi, a vent’anni di distanza fa discutere e divide. Perché, come dice bene il titolo, per Mannuzzu la Sardegna, travolta dalla modernità, non c’è più, e ogni tentativo di salvarne la cultura e la lingua è inutile e posticcio.

Negli anni mi sono gradualmente e inesorabilmente ritrovato dall’altra parte della barricata rispetto a questa posizione, che ho ritrovato costantemente negli orfani del Pci (e soprattutto quelli di cultura sassarese), incapaci di riconoscere fino in fondo l’essenza “nazionale” della nostra isola.

Ma c’è un altro testo che merita a mio avviso di essere ricordato ed è la straordinaria e dolorosa riflessione che Mannuzzu fece (se non ricordo male, sul manifesto) sui terribili fatti avvenuti a Sassari nel carcere di San Sebastiano, quando nel marzo del 2000 la protesta dei detenuti scatenò una vergognosa repressione di stile sudamericano. Le sue parole furono un faro nel buio di quei giorni.

Completata la biografia, affiorano i ricordi. Una gentilezza unita ed una cultura rare in Sardegna. Mannuzzu era un intellettuale di statura europea e si muoveva a suo agio tra riferimenti letterari e storici che attraversavano i secoli. La sua scrittura è di un altro livello. E come per Sergio Atzeni, nessuno in Sardegna ha purtroppo raccolto il suo testimone.

La curiosità di comprendere i fenomeni nuovi. Tra il 2003 e il 2004 lunghe telefonate per parlare di Renato Soru. Voleva capire cosa stava accadendo. Un uomo tormentato e profondo che ci ha lasciato una eredità eccezionale su temi come la giustizia, la Sardegna, la fede, il dolore. In una sola parola, la vita.

L’ultimo incontro a Macomer nel corso della Mostra del Libro del 2012. Il suo fu un magistrale intervento sulla necessità dell’azione culturale in Sardegna. Gli chiesi più volte di pubblicarlo, alla fine ha prevalso la sua ritrosia. Chissà se nei suoi archivi si troverà il testo. Dopo il dibattito, ci sedemmo a fianco al ristorante Marghine. Era una giornata freddissima, fuori nevicava. C’era nel suo conversare la dolcezza di un incontro finale. Che rivivo ancora oggi, con riconoscenza”. (Vito Biolchini, giornalista, sardegnasoprattutto.com).

Il consiglio comunale di Oristano ha approvato il regolamento per la disciplina della videosorveglianza. Il regolamento, presentato in aula dall’assessore Tarantini, è funzionale alle attività avviate dal Comune per la sicurezza dei cittadini, del territorio e dei beni, prevenire atti di vandalismo e abbandono rifiuti. Il nuovo testo disciplina la raccolta, trattamento e conservazione dei dati personali, effettuato mediante sistemi di videosorveglianza nel territorio comunale, tramite il Corpo di Polizia locale, per lo svolgimento di funzioni istituzionali a fini di tutela della sicurezza urbana e nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, della dignità delle persone fisiche, e con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale. Il sistema consiste di una Centrale Operativa, con funzioni di controllo e supervisione, collocata presso il Comando Polizia Locale, di una sala server attrezzata per la registrazione delle immagini collocata in ambiente protetto da dispositivi di sicurezza situata presso una sede comunale e da un insieme di punti di ripresa costituiti da telecamere fisse e brandeggiabili. Le immagini video riprese dalle telecamere sono trasmesse in diretta alla Centrale Operativa e di Videosorveglianza tramite diverse tipologie di infrastrutture di rete dedicate (fibra ottica, wireless e cloud) esclusivamente al servizio, con trasmissione di tipo digitale e criptatura dei dati. Per facilitare l’interconnessione dei sistemi di videosorveglianza viene utilizzata, oltre che la rete in fibra proprietaria e dedicata anche la Man (Metropolitan area network) del Comune di Oristano. Il nuovo regolamento introduce alcune novità rispetto alle modalità sinora attuate per il controllo del territorio comunale. La più importante riguarda la videosorveglianza partecipata che consente l’integrazione del sistema comunale con quelli dei privati, ma anche la registrazione su cloud delle riprese. Il regolamento disciplina un’attività di controllo che il Comune ha attivato in città già da alcuni anni attraverso 39 telecamere alle quali a breve se ne aggiungeranno altre 26 (nei punti della città e delle frazioni meno dotati e più esposti a fenomeni di microcriminalità e vandalismo), più quelle messe a disposizione dai privati. Nel corso del dibattito sono intervenuti Angelo Angioi (La Civica Oristano) che ha sottolineato l’importanza della sicurezza delle informazioni e il rispetto della privacy che deve essere assicurata; Davide Tatti (Fortza Paris) che, manifestando dubbi sulla necessità di un numero tanto alto di telecamere in una città come Oristano, ha condiviso i dubbi sul rispetto della privacy; idem coma sopra anche Francesco Federico (Indipedente) e Antonio Iatalese (autosospeso da Forza Italia), che oltre ad apprezzare il regolamento ne ha sottolineato alcuni aspetti particolarmente positivi, come la possibilità di utilizzare telecamere personali in dotazione al personale in servizio della Polizia locale. Giuseppe Puddu (La Civica Oristano) ha raccomandato la manutenzione delle apparecchiature indispensabile per consentirne la piena efficienza, mentre per Efisio Sanna (Pd) l’argomento è arrivato al voto dell’aula senza la necessaria illustrazione da parte dell’assessore. In precedenza il consiglio comunale, su proposta dell’assessore al Bilancio, Massimiliano Sanna, aveva ratificato una delibera di giunta di variazione al bilancio di previsione per un finanziamento regionale per l’esecuzione di interventi di urgenza per la messa in sicurezza dell’edificio della scuola primaria di via Cairoli. Approvazione anche per le modifiche e integrazioni del regolamento per la tutela, detenzione e conduzione degli animali, che era già stato presentato e discusso in una precedente seduta dell’assemblea. Accogliendo un’osservazione di Francesco Federico (Indipendente) l’adeguamento compensi al Collegio dei Revisori dei conti per il triennio 2019-2021, secondo quanto previsto da un decreto ministeriale del 21 dicembre 2018, è stato rinviato per consentire agli uffici di approfondire l’argomento

I lavori del consiglio comunale di Oristano sono stati aggiornati a martedì 17 settembre, alle 19, per la trattazione del seguente ordine del giorno: 1) Ordine del giorno di Federico, Sanna, Obinu: “Pronta apertura dell’Hospice di Oristano”. 2) Mozione Patrizia Cadau: “Divieto di attendamento dei circhi con animali e di utilizzo di animali all’interno di fiere, sagre, mostre, esposizioni e manifestazioni nel Comune di Oristano”. 3). Interpellanza urgente La Civica-Oristano: “Zone equus, abusi edilizi e istanze di demolizione”

Una interpellanza urgente è stata presentata dai consiglieri comunali del gruppo “La Civica Oristano” sulla mancata esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria e di utilizzazione delle risorse della programmazione territoriale per il palazzetto dello sport di viale Repubblica. Con il palazzetto allagato dopo le prime piogge, Puddu, Angioi, Pecoraro e Pusceddu hanno chiesto al sindaco di Oristano e all’assessore ai Lavori pubblici se siano a conoscenza delle condizioni in cui versa la struttura; il perchè del protrarsi dell’inizio dei lavori; quali risorse l’amministrazione comunale sia riuscita a reperire per i lavori del rifacimento del tetto e per la manutenzione; quale attività il Comune intenda porre in essere per la messa in sicurezza del palazzetto; e, infine, se è vero che l’amministrazione Lutzu non intende reperire risorse per i lavori a suo tempo appaltati per la sistemazione del palazzetto dello sport di viale Repubblica.

I consiglieri de “La Civica” si sono, evidentemente, specializzati in interpellanze sui palazzetti dello sport, visto che ne hanno presentato una anche sul nuovo palazzetto, contestando il ritardo nell’affidamento della gestione. I quattro consiglieri ripropongono, poi, quanto ormai risaputo, chiedendo retoricamente se la struttura sia idonea per le competizioni internazionali di pallavolo e (siccome sanno tutti non lo è) di chi sia la colpa. I quattro chiedono, inoltre, di sapere quali siano state le spese sostenute dall’amministrazione per la manifestazione (ottima. ndr) di inaugurazione del nuovo palazzetto dello sport.

Parte dalle piccole comunità, in particolare dal Comune di Modolo, centro di 160 abitanti in provincia di Oristano, una presa di coscienza chiara e contro il cambiamento climatico. Ispirandosi alla giornata mondiale contro il cambiamento climatico, promossa dal movimento Fridays for Future, che fa riferimento alla giovane attivista svedese Greta Thunberg, l’amministrazione comunale ha votato compatta per una delibera che impegna l’ente a contrastare le costanti emergenze climatiche. E’ convinzione del Comune, infatti, che per ottenere un netto cambio di rotta nella gestione del territorio in cui viviamo occorra la partecipazione di tutti, di ogni singolo cittadino, per porre in essere azioni di contrasto al cambiamento climatico, come nel fare una corretta raccolta differenziata, non sprecare alimenti, acqua ed energia. L’impegno del Comune, tuttavia, non si ferma alle dichiarazioni di principio della delibera, nello stesso documento vengono suggerite delle azioni concrete ai cittadini, denominate “buone pratiche”, “…perché è arrivato il momento di passare dalla parole ai fatti”. Su questo punto si misureranno gli impegni dell’amministrazione comunale, visto che nella delibera si è impegnata ad attenersi alle direttive contenute nell’Accordo di Parigi (Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici). “L’auspicio è che la scelta virtuosa del nostro piccolo Comune – ha sostenuto l sindaco Omar Aly Kamel Hassan – possa essere d’esempio a livello regionale e nazionale. Scelte simili hanno bisogno di un’ampia convergenza, perché solo attraverso l’azione concreta della popolazione, tramite la diffusione di buone pratiche, di nuovi stili di vita, sarà possibile regalare un futuro migliore ai nostri figli e nipoti. Nei prossimi giorni il Comune invierà a tutti i suoi cittadini una comunicazione con i suggerimenti per una corretta applicazione di quei principi”.

Nando Faedda (presidente di Confcommercio Oristano) è il nuovo presidente regionale di Confcommercio Sardegna. Vicepresidente vicario è Antonio Sole, presidente di Confcommercio Nord Sardegna; vicepresidente con delega all’amministrazione è stato eletto Agostino Cicalò, presidente di Confcommercio Nuoro-Ogliastra; mentre l’uscente Alberto Bertolotti resta consigliere e presidente di Confcommercio Sud Sardegna. Durante l’assemblea sono stati rinnovati anche il collegio dei revisori dei conti e quello dei probiviri. La coordinatrice regionale che affiancherà il presidente Faedda è Sara Pintus, direttore di Confcommercio Oristano. “Assolverò a questo incarico con impegno e piena disponibilità; ringrazio i soci per la fiducia accordata e i componenti la giunta – ha detto Faedda -. Sono molti i problemi che rendono stagnate la nostra economia, e siamo disponibili a illustrare al governo regionale le nostre riflessioni per costruire soluzioni utili alla crescita delle imprese”.

Nell’ambito delle iniziative promosse nel 30° Anniversario dell’approvazione della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sabato 14 settembre, alle 10.30, nei locali della parrocchia di San Giovanni Evangelista, in via Carissimi, a Oristano, l’Unicef Sardegna terrà un seminario regionale di formazione, rivolto ad oltre cento volontari provenienti da tutto il territorio regionale, dal titolo “Territori in campo per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Saranno presenti, fra gli altri, il presidente nazionale del Comitato Italiano per l’Unicef, Francesco Samengo; la responsabile nazionale Area Volontari e Programmi Unicef Italia, Chiara Ricci; e la garante regionale dell’Infanzia e Adolescenza Sardegna, Grazia Maria De Matteis. Il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, porterà i saluti della città, rinnovando la pluriennale collaborazione tra il Comune e l’Unicef. Nel corso dell’incontro saranno oggetto di attenzione e discussione i progetti e i programmi del Comitato Italiano per l’Unicef, con i volontari che si confronteranno ed elaboreranno piattaforme di lavoro calibrate sulla realtà territoriale sarda, con particolare attenzione alle condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Sardegna e in Italia.

L’italiano Pierluigi Piscopo è il vincitore della “1^ Coppa Città di Oristano” di scacchi. Nel ricco weekend di “Oristano Città Europea dello Sport”, il giocatore leccese ha vinto il torneo Open A. Secondo si è classificato il filippino Virgilio Vuelban. Dietro di loro il serbo Zivojin Ljubisavljevic, che condivideva i favori del pronostico con Piscopo, ma soprattutto il marrubiese Leopoldo Pannella, che ha preceduto Giuseppe Crapulli e il francese Radu Stoenescu, altro favorito della vigilia che però a Oristano non è riuscito a esprimersi ai suoi livelli abituali. Il risultato di Pannella, del Circolo Red Tal di Marrubiu, quarto alle spalle dei tre maestri, è tra i più importanti e sorprendenti del torneo. Piscopo è un giocatore master di livello internazionale, maestro internazionale dal 2006, più volte finalista nazionale e componente della nazionale italiana schierata alle Olimpiadi invernali di Torino 2006. A Oristano si è imposto nell’Open A, la categoria riservata ai giocatori esperti. Nell’Open B, aperta a tutti coloro che volevano cimentarsi con una scacchiera, la vittoria è andata al giovanissimo Luca Mascia (giocatore 19enne del Circolo Asd Cagliari), che nella classifica finale ha preceduto il padrone di casa Guglielmo Olivieri, bravo portacolori dell’Associazione Oristano Scacchi. Il torneo internazionale, organizzato dall’Associazione dilettantistica Oristano scacchi, con la collaborazione dell’assessorato allo Sport del Comune di Oristano, e il patrocinio della Federazione scacchistica italiana e del Coni, si è giocato in città, nel salone delle esposizioni dell’architetto Loddo, da giovedì a domenica 8 settembre con un montepremi di 2000 euro, e trofei in ceramica artistica. Una quarantina i giocatori che si sono presentati ai nastri di partenza. “Il torneo ci ha riservato grandi soddisfazioni, sia per l’organizzazione tecnica coordinata dal nostro circolo, in particolare dai nostri Enrico Giordano (istruttore Fide) e Francesco Carta (arbitro Fide), sia per l’ottima partecipazione e i bellissimi incontri tra i giocatori che hanno saputo garantire un elevato tasso tecnico – ha detto il presidente della Oristano Scacchi, Andrea Sini -. I pronostici sono stati rispettati, con il maestro Piscopo che ha confermato le sue grandi doti. Tra i nostri un applauso a Leopoldo Pannella (Marrubiu) che è finito tra i primi nella categoria Open A, guadagnando parecchi punti che gli consentono di migliorare la sua classifica nazionale. Complimenti anche a Guglielmo Olivieri, del nostro circolo, secondo nell’Open B. Anche per lui un buon bottino di punti, utili per la classifica nazionale”.

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