Gen 23

La forbice della disuguaglianza è sempre più ampia.

Pubblicato il nuovo Rapporto Oxfam sulle disuguaglianze. Nel 2018 le fortune dei super-ricchi sono aumentate del 12%, al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8 miliardi di persone, la metà più povera del pianeta, hanno visto decrescere quel che avevano dell’11%.

“Bene pubblico o ricchezza privata” è il titolo del nuovo, prezioso, Rapporto di Oxfam sulle disuguaglianze economiche diffuso ieri, alla vigilia del tradizionale appuntamento annuale del World Economic Forum di Davos.

Dal Rapporto si evince con chiarezza quanto la forbice della disuguaglianza tra i (pochissimi) super-ricchi del pianeta e i più poveri continui ad allargarsi in modo spaventoso, senza alcun freno. A fronte di 3,8 miliardi di persone, le più povere del pianeta, che lo scorso anno hanno visto decrescere dell’11% le proprie ricchezze, le entrate dei Paperoni globali sono aumentate del 12%. Al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno.

A metà del 2018, i 3,8 miliardi di poveri rappresentavano così lo 0,4% della ricchezza aggregata netta, mentre il 47,2% era detenuto dall’1% della popolazione. Da soli, 26 ultramiliardari possedevano l’equivalente ricchezza della metà più povera del pianeta. Una concentrazione di enormi fortune nelle mani di pochi, che evidenzia l’iniquità sociale e l’insostenibilità dell’attuale sistema economico.

Altrettanto grave la situazione in Italia, dove il 20% più ricco della popolazione nel 2018 possedeva circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale. Il 5% più ricco degli italiani è titolare da solo della stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% più povero.

Il Rapporto di Oxfam mostra come l’attuale stato dell’economia globale, invece di ridurre le disuguaglianze, stia compromettendo la lotta alla povertà, danneggiando le nostre economie, alimentando risentimento e rabbia sociale.

L’inadeguatezza dei governi è evidente. Sanità e istruzione sono spesso sotto-finanziati e la lotta all’evasione fiscale appare del tutto inefficace, se non inesistente; il vantaggio è tutto delle grandi corporazioni che, a livello fiscale, contribuiscono molto meno di quanto potrebbero e dovrebbero fare.

Si tratta di numeri difficili da digerire, specialmente se si pensa che, se quell’1% di ricchissimi pagasse lo 0,5% in più di imposte patrimoniali, con il ricavato si potrebbero mandare a scuola 262 milioni di bambini. E 100 milioni di persone, che allo stato attuale non riescono a far fronte alle spese per le cure sanitarie, riuscirebbero a sopravvivere.

“Non dovrebbe essere il conto in banca a decidere per quanto tempo si potrà andare a scuola o quanto a lungo si vivrà – afferma Winnie Byanyima, Direttrice di Oxfam International – eppure è proprio questa la realtà di oggi in gran parte del mondo”.

La misura più urgente da adottare, quindi, sarebbe rendere più equo il sistema fiscale, invertendo la tendenza attuale che privilegia la tassazione su redditi da lavoro e consumi, per spostarla su redditi da capitale e patrimoni.

L’imposizione fiscale a carico dei più abbienti, grandi imprese comprese, è stata infatti ridimensionata in modo significativo negli ultimi anni: basti pensare che l’aliquota massima dell’imposta sui redditi di persone fisiche è passata dal 62% nel 1970 al 38% nel 2013. Nei Paesi in via di sviluppo, oggi, tale aliquota è in media al 28%. In Paesi come Brasile e Regno Unito, il 10% dei più poveri paga in proporzione al reddito più tasse del 10% dei più ricchi.

A risentirne, ovviamente, è il finanziamento dei servizi pubblici, in primo luogo sanitari. Conseguenza: 10.000 morti al giorno per assenza di cure. Oxfam stima anche che nei Paesi in via di sviluppo un bambino proveniente da una famiglia povera abbia il doppio delle possibilità di morire entro i 5 anni di quante ne abbia il figlio una famiglia agiata.

Il Rapporto di Oxfam chiarisce inoltre quanto la disuguaglianza economica cammini di pari passo con quella di genere, tant’è che gli uomini possiedono oggi il 50% in più della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l’86% delle aziende.

Il divario retributivo di genere ammonta poi al 23%, dato che peraltro non tiene conto del lavoro di cura svolto in prevalenza dalle donne. Su questo vi è un esempio lampante: se tutto il lavoro di cura che le donne svolgono quotidianamente venisse dato in appalto a una sola azienda, questa fatturerebbe circa 10.000 miliardi di dollari l’anno, 43 volte il fatturato della Apple.

“Le persone in tutto il mondo sono arrabbiate e frustrate – conclude Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia – ma i governi possono apportare cambiamenti reali per la vita delle persone assicurandosi che le grandi aziende e le persone più ricche paghino la loro giusta quota di tasse, e che il ricavato venga investito in sistemi sanitari e d’istruzione a cui tutti i cittadini possano accedere gratuitamente. I governi possono ancora costruire un futuro migliore per tutti, non solo per pochi privilegiati. È una loro responsabilità”. Eppure, sembra proprio che se ne siano dimenticati. (di Eleonora Cerniglia, da sbilanciamoci.info).

Il consiglio comunale di Oristano ha eletto il nuovo collegio dei revisori dei conti per il triennio 2019-2021: Tiziana Sanna (presidente), Carmine Mannea e Marco Atzei. L’elezione è stata effettuata secondo le nuove regole stabilite per legge, che prevedono il rispetto della rappresentanza di genere, una prima indicazione di cinque nominativi, e votazioni ed estrazioni fino a giungere alla composizione finale.
Il consiglio ha poi approvato, su proposta dell’assessore all’Urbanistica, Gianfranco Sedda, la dichiarazione di intenti sul piano regolatore del Porto turistico di Torregrande. “Uno strumento di pianificazione e programmazione delle attività del porto – ha precisato Sedda -, in grado di disegnare l’assetto funzionale, spaziale ed organizzativo dello scalo, oltreché individuare le forme di connessione più consone con il tessuto territoriale circostante, al fine di garantire la continuità, l’integrazione di funzioni, e la congruenza tecnica rispetto alla pianificazione urbana”. Sedda ha anche ricordato che con un finanziamento regionale di 55 mila euro il piano sarà predisposto dalle società Criteria e Prima ingegneria.
Sempre su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Sedda, il consiglio comunale ha approvato, all’unanimità, la retrocessione e la monetizzazione delle aree standard di lottizzazione nella via dei Muratori. La delibera accoglie la proposta della ditta Macat che prevede la retrocessione dello standard a parcheggio di un’area in via dei Muratori, nei pressi dell’Eurospin. Il dirigente dell’area tecnica comunale, Giuseppe Pinna, ha spiegato che da questo progetto si ravvisa un vantaggio pubblico in quanto rimarranno i parcheggi, anche se di proprietà privata, e il comune incasserà oltre 70 mila euro.
Nella prossima seduta di martedì 29 gennaio, la civica assemblea oristanese si occuperà delle interpellanze presentate da: Riccio-Cadau-Federico-Masia-Obinu-Pecoraro-Puddu-Sanna-Uras: “Azione della giunta Lutzu nei confronti delle frazioni e delle borgate”; Riccio-Cadau-Federico-Masia-Obinu-Pecoraro-Puddu-Sanna-Uras: “Deposito di palme abbattute risultante presso l’area retrostante il cantiere comunale”; Francesco Federico: “Delibera della giunta comunale avente come oggetto: ”Problematiche della Oristano Servizi; indirizzi della giunta”. A seguire, approvazione dell’accordo di valorizzazione del compendio “Piazza Mariano IV – Parco Brigata Sassari”, tra il Comune di Oristano e la ditta Marco Bifulco, e relativa permuta di aree. Ancora un’interpellanza urgente di Giuseppe Puddu: “Anche a Capodanno con l’acqua non potabile”. E un’nterrogazione urgente sempre di Giuseppe Puddu: “Inspiegabili ritardi nelle assunzioni di giovani disoccupati per le consultazioni elettorali regionali fissate per il 24 febbraio 2019″. Infine, la mozione urgente presentata dalla minoranza Puddu-Federico-Pecoraro-Obinu-Riccio-Uras-Sanna-Cadau-Masia: “Razionalizzazione delle spese e rilancio delle attività mercatali di via Cimarosa e di via Costa”.

Nell’ambito del “Giorno della memoria 2019”,  lunedì 28 gennaio, alle 17.30, presso il Centro servizi culturali Unla di Oristano, proiezione del film “La signora dello zoo di Varsavia”, regia di Niki Caro, con Jessica Chastain, Johan Heldenbergh, Daniel Brühl, Tomothy Radford, Efrat Dor. Film storico-drammatico del 2017 (durata 127 minuti), una cooproduzione Stati Uniti, Repubblica Ceca e Gran Bretagna.
Jan Zabisnki diventa direttore dello zoo di Varsavia nel 1929. Insieme a sua moglie Antonina popola il giardino zoologico, nato da una mostra itinerante ottocentesca di animali, delle specie più belle e più esotiche. Nel ’39, però, l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista, e il bombardamento che la precede, distruggono lo zoo e uccidono molti animali. Un accordo con il capo zoologo del Reich, Lutz Heck, permette loro di restare e riprendere il lavoro, ma i coniugi Żabiński faranno molto di più: riempiranno la loro cantina e le gabbie rimaste vuote con tutte le persone che riusciranno a far fuoriuscire in segreto dal ghetto di Varsavia. Rischiando la propria vita e quella di loro figlio, Antonina e Jan metteranno in salvo più di duecento ebrei, amici e sconosciuti, distinguendosi per straordinario coraggio e umanità.

L’istituto superiore “Don Deodato Meloni” di Oristano prosegue la sua attività triennale scuola-lavoro, in particolare per quanto riguarda la “odontotecnica sociale”. In collaborazione con l’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Oristano, la Caritas diocesana, la Fondazione di Sardegna, lo studio dentistico di Sebastiano Mele e l’azienda partner Ruthinium Grup, gli studenti del terzo, quarto e quinto anno, nelle ore pomeridiane, realizzano delle protesi per pazienti indigenti, segnalati dai Servizi sociali e dalla Caritas, sotto la guida dei docenti del laboratorio odontotecnico, Nicola Serra e Marco Porcu. Lobiettivo è quello di “…realizzare sempre più protesi per realizzare sempre più sorrisi”. Oggi, presso l’Istituto “Don Deodato Meloni”, era presente il primo beneficiario delle protesi, Paolo Arca, 65 anni, di Oristano, uno dei tanti esodati che, grazie alla Fornero, si è trovato in ristrettezze economiche che non gli hanno permesso di acquistare una protesi e rendergli il sorriso, cosa questa non più possibile, come ha raccontato Arca ai giornalisti, da quando i denti gli cadevano per la piorrea. A Paolo Arca è stata consegnata la prima protesi realizzata dai ragazzi (una mobile totale superiore e una parziale mobile inferiore), a dimostrazione della bontà del progetto che, oltre a valorizzare le competenze degli alunni, ha un’importante ricaduta sociale.

Ennesimo incidente nella tarda serata di oggi, in via Cagliari, a Oristano. In una delle strade più importanti e più buie della città, una ragazza mentre attraversava sulle strisce pedonali, nei pressi della rotonda tra la via Cagliari e via Tirso, è stata investita e l’automobilista anzichè fermarsi a soccorrerla è scappato. La ragazza, che ha battuto la testa per terra e avrebbe riportato un trauma cranico, è stata soccorsa da un’ambulanza della Croce Rossa che l’ha trasportata all’ospedale di Oristano. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Questura che, oltre ai rilievi di legge, starebbero visionando quanto registrato dalle telecamere della zona per cercare di risalire al pirata della strada.

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