Nov 15

Editori in conflitto di interessi e giornalisti liberi.

“Come volevasi dimostrare è partita la difesa corporativista, puerile, patetica, ipocrita, conformista e oltretutto controproducente di una parte del sistema mediatico.

Quando per orgoglio e malafede non sanno chiedere scusa per le menzogne scritte sulla Raggi, per la difesa a spada tratta di un sistema morente, per aver avallato il neoliberismo e tutte le sue nefandezze, partono con la solita litania: “giù le mani dall’informazione”, oppure “nessuno tocchi la libertà di stampa”. Ben vengano le manifestazioni per la libertà di stampa, solo che andrebbero fatte in Svizzera sotto casa di de Benedetti, ad Arcore sotto casa di Berlusconi o davanti alle incompiute Vele di Calatrava per le quali il gruppo Caltagirone si è beccato un bel po’ di soldi. Ma in certi luoghi questi “sepolcri imbiancati” evitano di andare. Al contrario bastonano chi ci va e chi ne parla.

I giornali di Berlusconi non mi hanno mai perdonato di essere andato sotto Villa San Martino insieme a migliaia di cittadini liberi per leggere la sentenza di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa per Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi. E da lì è iniziato il martellamento: “è in vacanza in Sud America con i soldi di Berlusconi”, “ha un contratto con Mondadori da 400.000 euro” e via con altre menzogne ripetute così tante volte da trasformarsi, agli occhi dei meno attenti, in verità. I giornali di De Benedetti non mi hanno mai perdonato il fatto di aver ripetutamente parlato del passato inglorioso dell’Ingegnere. Un tempo era come Voldemort, non si poteva nominare, poi sono arrivati i “grillini irriverenti” e tutto è cambiato. Ma ovviamente l’oltraggio doveva essere punito. E via con diffamazione costante, con insulti di ogni tipo alla mia persona, con vivisezioni continue di ogni mio discorso ed ogni mio scritto per trovare la consecutio temporum sbagliata o un qualsiasi errore. Non parliamo poi del gruppo Caltagirone il quale non mi hai mai perdonato di aver contribuito a mandare nell’oblio le Olimpiadi di Roma tanto care ai palazzinari della capitale.

E io adesso che dovrei fare? Lasciarmi intimidire dalla loro reazione scomposta? Figuriamoci. Quando decisi di non fare il ministro lo feci per una sola ragione: per essere totalmente libero di scrivere e dire ciò che penso. Questo è un privilegio incredibile, altro che auto blu e assegni di fine mandato. E quando inizi ad assuefarti alla libertà ne vuoi sempre di più, anche se sai che dire ciò che pensi ti farà tanti nemici e a volte ti farà venire il sangue amaro. Ma, allo stesso tempo, ti fa guardare allo specchio.

Lo dico ancora una volta, il mestiere del giornalista, quello con la schiena dritta, è importante come quello del chirurgo. E grazie a Dio in Italia ci sono eccome Giornalisti liberi, è libero Travaglio uno che il Movimento l’ha bastonato ripetutamente, è libero Massimo Fini, un uomo che per non essersi piegato al pensiero dominante non ha fatto la carriera che meritava. E’ libero Buttafuoco, uno degli ultimi intellettuali rimasti, sono liberi Fulvio Grimaldi e Alberto Negri, due non certo teneri con la politica estera dell’attuale governo. E’ libero Franco Bechis, uno dei giornalisti più innamorati dello studio degli atti che abbia mai conosciuto. E’ libera Luisella Costamagna, è libera Milena Gabanelli, sono liberi decine di Giornalisti e Giornaliste che hanno capito che chi davvero sta colpendo la libertà di stampa sono svariati sicari dell’informazione, ormai distaccati dalla realtà e capaci di scendere in piazza per difendere esclusivamente la loro posizione di potere, che ha molto più a che fare con quella servitù volontaria descritta da Étienne de La Boétie che con il desiderio di indipendenza che tanto sbandierano in queste ore.

Io sono fiero per ciò che ho fatto in Parlamento (nonostante un mucchio di errori dei quali mi scuso) e soprattutto della scelta che ho fatto dopo esserne uscito. Perché la libertà vale più di ogni cosa, anche di un ministero e, soprattutto, perché solo scegliendo di “uscire fuori dal palazzo” ho potuto iniziare ad insegnare a mio figlio ad essere libero. E i figli credono a ciò che vedono, non a ciò che sentono, come d’altronde ormai la gran parte dei cittadini”. (Alessandro Di Battista (M5S , www.ilblogdellestelle.it).

A Oristano, il palazzetto dello sport di Sa Rodia è nuovamente disponibile per la pratica sportiva e per l’attività dell’Azzurra basket. Questa mattina si sono conclusi gli interventi urgenti per ripulire le grondaie e il tetto, e impedire così che nuove precipitazioni comportino infiltrazioni e rendano inutilizzabile la struttura. “Domani si concluderanno anche i lavori per sistemare il quadro elettrico, e il palazzetto potrà essere riutilizzato – ha detto l’assessore allo Sport del Comune di Oristano, Francesco Pinna -. L’intervento è stato immediato per liberare le grondaie che erano intasate e provocavano le infiltrazioni. Rimangono, però, ancora dei problemi alla copertura che vanno affrontati in maniera più radicale. Il finanziamento destinato al Comune, durante la precedente consiliatura, per l’eliminazione dell’amianto e la sistemazione della copertura è stato revocato dalla Regione che lo ha utilizzato per altri scopi”. “Chi oggi si lamenta – ha detto, giustamente, il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu – doveva, probabilmente, sollevare la voce quando la Regione ha revocato il finanziamento”. “Ci siamo attivati immediatamente per far fronte ai problemi dell’impianto – ha aggiunto ancora l’assessore Pinna -. Proprio per sopperire a questi problemi, aperti dalla revoca dello stanziamento, abbiamo presentato una nuova domanda alla Regione per un finanziamento di 200 mila euro da impiegare per l’eliminazione dell’amianto, la ristrutturazione dell’impianto e la piena fruibilità del palazzetto da parte delle società sportive”.

Sono iniziati nella zona di “Is Pasturas” i lavori di manutenzione delle strade a fondo naturale programmati dall’assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Oristano. “Il Comune sta intervenendo per ripristinare e mantenere in efficienza e buono stato la rete stradale comunale a fondo naturale – ha osservato l’assessore ai Lavori pubblici, Francesco Pinna -. Iniziamo dalla zona di Is Pasturas e proseguiamo con Is Pastureddas e Tiria, particolarmente colpita dalle piogge delle scorse settimane. In queste zone le strade di campagna, al momento, presentano le difficoltà maggiori. Conclusi questi interventi saranno realizzati nuovi lavori nelle strade extraurbane delle frazioni, con la risagomatura del fondo stradale e il riporto del materiale dove si renderà necessario”.

Il consiglio comunale di Oristano è stato convocato per martedì 20 e martedì 27 novembre, alle ore 18.30, per la discussione del seguente ordine del giorno: 1) Riconoscimento debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive. 2) Adozione definitiva Piano urbano della mobilità. 3) Mozione Cadau: “Difesa delle prerogative dei consigli comunali nell’ambito dell’autorizzazione unica regionale in materia di impianti per la produzione di energie rinnovabili”. 4) Interpellanza consiglieri di minoranza: “Ritardi nei lavori di completamento della ex casa dello studente”. 5) Interpellanza urgente Puddu e Federico: “Porticciolo turistico: privatizzazione per fare cassa o rilancio della struttura? 6) Interrogazione gruppo Forza Italia: “Situazione società polisportiva Tharros”. 7) Interpellanza Puddu e Federico: “Parco della Resistenza; degrado e incuria”. 8) Interpellanza Masia, Cadau, Riccio,Obinu, Sanna, Uras: “Trasporto disabili”. 9) Interpellanza Sanna e Obinu: Situazione di criticità e degrado area verde “Piazza Martiri delle Foibe”. 10) Interpellanza Obinu e Sanna: “Situazione di degrado della borgata marina di Torregrande, assenza di interventi manutentivi e lacune nella pulizia dell’arenile”. 11) Interpellanza Puddu: “Palazzetto dello Sport di viale Repubblica; mancata esecuzione dei lavori appalti e utilizzo delle risorse finanziarie”. 12) Adozione piano di lottizzazione convenzionata in zona D2, prolungamento via Marroccu (ex 3O).

Da venerdì 16 a domenica 18 novembre, palazzo Arcais, in via Dritta, a Oristano, ospita la “Mostra sulle tradizioni del matrimonio in Sardegna”. Attraverso cartoline, fotografie, filmati e manufatti (ceramiche di uso quotidiano, cesti e setacci per il pane), ma anche oggetti del corredo nuziale, gioielli, pane, l’artigianato racconta le fasi e uno spaccato sull’evoluzione del matrimonio in Sardegna nel corso dell’ultimo secolo. Ci sarà spazio per curiosità e aneddoti legati alla tradizione dei preparativi e della cerimonia nuziale, tra questi anche una testimonianza filmata su una particolare usanza ancora in voga nella frazione di Nuraxinieddu, che vede protagonista lo sposo nella fasi che accompagnano il rito. Una ventina gli artigiani locali coinvolti, che affiancheranno la mostra con le loro produzioni tipiche (pane, gioielli, vestiti, ceramiche). Il programma prevede per venerdì, alle 18, l’inaugurazione; sabato, alle 17, una dimostrazione di preparazione del pane della sposa; domenica, alle 16, un assaggio delle torte nuziali e, alle 18, una sfilata di abiti da sposa. L’iniziativa è organizzata con il patrocinio della Provincia e degli assessorati alle Attività produttive, Artigianato e al Turismo del Comune di Oristano. La mostra è aperta venerdì dalle 17 alle 21, sabato e domenica dalle 10 alle 21.

Questa mattina, il sindaco di Oristano. Andrea Lutzu, ha ricevuto la visita del comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Gioacchino Angeloni, accompagnato dal comandante provinciale, Andrea Taurasi. “Una visita particolarmente gradita, – ha detto il sindaco –, a testimonianza della vicinanza dell’amministrazione comunale alle Forze dell’ordine, quotidianamente impegnate sul territorio per il mantenimento dell’ordine pubblico, il rispetto della legge e la prevenzione dei crimini di ogni tipo, compreso quelli di natura economica e fiscale”. Il sindaco ha, inoltre, precisato che se ogni anno Oristano e la sua provincia possono vantare un tasso di criminalità fra i più bassi d’Italia è anche grazie alla presenza costante e capillare delle Forze dell’ordine sul territorio. “L’amministrazione comunale lavora a fianco delle Forze di polizia e militari per quanto è nelle sue prerogative – ha concluso il sindaco Lutzu –, per mantenere sempre alto il livello di sicurezza della popolazione. Per questo ho confermato al comandante Angeloni la disponibilità di questa amministrazione a fornire tutta la collaborazione possibile per quanto di nostra competenza”. Il primo cittadino ha poi fatto dono al comandante della Guardia di Finanza di un libro sulla Sartiglia.

Due milioni di euro evasi al fisco da aziende di autoricambi con un sistema di evasione fiscale che è stato scoperto dalla Guardia di Finanza della Brigata di Bosa Marina. L’operazione ha portato alla luce la maxi evasione relativa a quattro anni di operazioni commerciali ed economiche delle aziende controllate. Nel corso delle indagini, i militari delle Fiamme gialle hanno individuato una contabilità parallela a quella ufficiale, gestita mediante codificazioni e criptodati inerenti ai soggetti coinvolti nel sistema di evasione fiscale. In particolare, le aziende di autoricambi utilizzavano un software gestionale, legale e normalmente in commercio, con il quale venivano gestite le cosiddette “schede cliente”, con nominativo e partita Iva dell’autoriparatore, per le compravendite regolarmente fatturate. Parallelamente a questo era stato creato un sotto-archivio, accessibile esclusivamente mediante codici, nel quale erano contenute le “schede cliente” inerenti alle compravendite in nero non fatturate della clientela e codificate con un nominativo criptato. L’operazione, che ha permesso di individuare oltre 30 clienti che effettuavano acquisti di merce “in nero”, si è conclusa con la contestazione di oltre 2 milioni di euro di imponibile recuperato a tassazione, violazioni complessive all’Iva per oltre 500mila euro, e la richiesta all’amministrazione finanziaria dell’applicazione delle misure cautelari sulle disponibilità patrimoniali degli imprenditori coinvolti per garantire le casse dell’erario.

Manuel Careddu, il 18enne di Macomer ucciso l’11 settembre da un branco di giovani e la cui salma è stata ritrovata dopo un mese in un terreno alla periferia di Ghilarza, si sarebbe dovuto presentare in Tribunale, a Oristano, per un processo che lo vedeva imputato per spaccio di droga. Processo che si è aperto e subito chiuso, visto che il giudice ha pronunciato l’estinzione del reato per la morte dell’imputato. La vicenda risale allo scorso agosto, quando Manuel Careddu era stato fermato dalle Forze dell’ordine perché trovato in possesso di alcune dosi di marijuana. Il giovane era comparso in Tribunale per la direttissima, ma l’udienza era stata aggiornata al 24 settembre. Nel frattempo Manuel Careddu era tornato in libertà, con obbligo di firma. A settembre, però, c’era stato un nuovo rinvio perché l’imputato era irreperibile. In quel momento, infatti, Manuel risultava ufficialmente scomparso dalla sera dell’11 settembre e solo dopo un mese si è scoperto il perchè, con la la tragica fine della vicenda. Per la sua morte sono indagati sei giovani (cinque con l’accusa di omicidio e uno per soppressione di cadavere), tra cui due minorenni.

Scontro frontale, questa mattina, nella strada provinciale per Fenosu, nei pressi di Oristano, tra una Fiat 500 e una Peugeot. Il bilancio è di tre feriti, con una ragazza, che era a bordo della Peugeot 205, che è rimasta ferita seriamente. Sul posto dell’incidente sono giunte alcune ambulanze del 118, la Polizia locale e i Vigili del fuoco, che hanno liberato i feriti e un cane dalle lamiere.

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