Lug 18

Urbanistica: il disegno di legge della giunta Pigliaru che “predica bene e razzola male”.

“Il disegno di legge della giunta Pigliaru del marzo 2017, in tema di “Governo del territorio”, ha suscitato un grande dibattito nell’ultimo anno, con pochi difensori e molti contestatori.

Non si capisce, o forse si capisce troppo bene, da quali “valori” sono orientati i “difensori”, le cui repliche alle argomentazioni di personalità di alto profilo sono state dettate da un’ incomprensibile voglia di offesa e di irrisione. Il che non depone a favore delle repliche.

I contestatori pensano, invece, al futuro ecosostenibile ed ambientale della Sardegna, che potrebbe essere devastato da una giunta regionale alla sua fine temporale e politica, e da una legge destinata ad essere impugnata in Corte costituzionale dal Governo in carica, per contrasto con gli arrt. 3, 9, 21, 97, 114, 117 e 118, salvo altri, della Costituzione.

Sono tutte, queste, le norme costituzionali riportate nelle dieci domande al Consiglio regionale rivolte dal Gruppo di lavoro “Materiali per un’urbanistica sostenibile” che combatte per una Sardegna che fonda il suo futuro sulla sostenibilità, e al quale mi onoro di partecipare; norme che gridano come segni di ferite alla democrazia, al territorio, alle autonomie ed al grande patrimonio ambientale del popolo sardo.

Che bel lascito sarebbe una simile legge, voluta da chi, per quanto si è visto nelle ultime elezioni politiche e amministrative, ha i mesi contati!

Ho già segnalato, su www.sardegnasoprattutto.com alcuni pericoli emergenti da puntuali regole del disegno di legge Pigliaru/Erriu, almeno le regole più eclatanti. Ho notato, al riguardo, talune evidenti violazioni costituzionali, indicando le ragioni poste al fondo di quelle violazioni. Si trattava di cogliere le cause e le conseguenze della volontà politica, ispiratrice, in ciascun caso, delle norme della proposta legislativa esaminate.

Ora non intendo riprendere le censure che avevo esposto e che, per altro, hanno rappresentato, prima e dopo di me, tanti autori sulla medesima Rivista. Desidero invece puntare su un dato politico/giuridico di fondo che consiste nella condivisione con i componenti del Gruppo di lavoro di uno zoccolo duro etico-giuridico e valoriale fondato sui contenuti costituzionali da cui paiono dissentire gli atti politici della giunta Pigliaru. Così come si deduce proprio dal DdL sull’urbanistica.

Nella circostanza si è contraddittoriamente prodotto un dettato normativo che “predica bene e razzola male”, si direbbe. Non si può, in uno stesso disegno di legge, fra l’altro troppo lungo e pieno di ossimori, disporre delle regole, apparentemente rigide, a governo del territorio, e al contempo introdurre una così numerosa serqua – è un brutto termine, ma lo uso volontariamente – di deroghe e di privilegi, tale da distruggere il volere solo apparente e di facciata di guidare quel territorio.

E’ questa la finalità sottostante, ma non meno chiara, che ispira la giunta guidata da Francesco Pigliaru. E questo è il motivo per cui, se detta finalità non viene abbandonata, l’approvazione del progetto deve essere combattuta nel suo totale.

Per il mestiere che un tempo ho svolto posso ricordare l’esperienza dei Ptp (Piani terrotoriali paesistici) sardi. Quasi tutti furono annullati dal giudice amministrativo per una sola ragione: perché, invece di pianificare, contenevano deroghe alle norme paesistiche, nel caso a livello nazionale. In quella occasione almeno il contrasto era fra due normative di diverse fonti e competenze legislative. Qui la contraddizione è interna al medesimo dettato e, fra l’altro, è del tutto voluta e predicata”. (Paolo Numerico, ex presidente Tar Sardegna ed ex presidente di sezione del Consiglio di Stato, da www.sardegnasoprattutto.com).

L’assemblea regionale del Pd che in un primo momento sembrava dovesse tenersi lunedì 23 luglio, così com’era stato richiesto da una cinquantina di delegati della maggioranza costituita da renziani e popolari-riformisti, è stata invece fissata dalla presidente dell’Assemblea, la soriana Lalla Pulga, per isabato 28 lugli, alle 10, all’hotel Su Baione di Abbasanta. E questo nonostante la decisione della commissione di garanzia nazionale che aveva deliberato “…la legittimità della richiesta di convocazione per il 23 luglio avanzata da 53 membri, ai sensi dello statuto regionale e del regolamento dell’assemblea”. Niente commissariamento, dunque, come avrebbe voluto il gruppo guidato da Renato Soru, che puntava al congresso, ma via libera  call’assemblea per scegliere il nuovo segretario regionale, in sostituzione del dimissionario Giuseppe Luigi Cucca. Per il successore si fa da tempo il nome di Emanuele Cani. Anche se è facile intuire che per rimettere in carreggiata lo squinternato Pd di questi tempi in Sardegna ci vuole certamente ben altro. A iniziare da un ripulisti generale, in modo tale che il calzino non si rammendi ma venga totalmente rivoltato. Non c’è, infatti, altra soluzione per un partito in crisi d’identità, in stallo da tempo, spaccato come non mai, e che con il teatrino posto in essere nell’ultima riunione regionale ad Abbasanta, dove si è sfiorata la rissa, ha dato una pessima immagine di se.  Anche se non bisogna dimenticare che quando c’è il Pd di mezzo al peggio non c’è mai fine.

C’è anche il sindaco di Arborea, Manuela Pintus, tra gli undici sindaci sardi che stanno effettuando tre giorni di formazione a Bruxelles. L’obiettivo è quello di acquisire la massima consapevolezza di tutte le opportunità che la programmazione europea offre, con particolare riferimento alle politiche di coesione e ai fondi europei. Alla visita, organizzata dal Consiglio delle autonomie locali (Cal) partecipano, oltre a Manuela Pintus, Paola Massidda (Carbonia), Gianfranco Satta (Tergu), Salvatore Mattana (Sarroch), Sabrina Sassu (Cossoine), e Roberto Uda (Loceri) . “È molto importante che i sindaci della Sardegna accedano a queste occasioni di studio, confronto e proposte – ha spiegato il presidente del Cal, Andrea Soddu -. Il Cal è capofila del progetto europeo Clisel, che ha coinvolto alcune prestigiose università e istituti di ricerca europei e che studia il fenomeno delle migrazioni climatiche e il ruolo delle amministrazioni locali nella gestione dei flussi. Un progetto sui cui abbiamo investito molto, i risultati di ricerche e sondaggi sono stati già portati all’attenzione del parlamento e della commissione europea”

Mercoledì 8 agosto si terrà uno degli appuntamenti più attesi del Festival Dromos. Quattro anni dopo la sua apparizione a Tharros, ritorna un’autentica regina del jazz, Dee Dee Bridgewater. In piazza Cattedrale, accompagnata da Skyler Jordan e Monet Owens ai cori, Bryant Lockhart al sax, Curtis Pulliam alla tromba, Farindell “Dell” Smith al pianoforte e all’organo, Charlton Johnson alla chitarra, Barry Campbell al basso e Carlos Sargent alla batteria, la poliedrica artista afroamericana, da oltre quattro decenni acclamata sui palchi di tutto il mondo, presenta il suo ultimo album “Memphis… Yes, I’m Ready”. Album che segna non solo un ritorno ideale alle sue radici (la Bridgewater è nata infatti a Memphis, città famosa per il suo ruolo fondamentale nella cultura, nella musica e nella lotta per i diritti civili), ma anche un’innovativa rivisitazione di classici blues e R&B come “Why? (Am I Treated So Bad)”, “I’m Going Down Slow” e “Don’t Be Cruel”.

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