Apr 12

Il consiglio comunale di Oristano contro slot machines e ludopatie.

Il consiglio comunale di Oristano, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato all’unanimità due mozioni su slot machines e ludopatie. Ventitre i voti a favore delle mozioni presentate dai consiglieri Monica Masia e Andrea Riccio e dai consiglieri Francesco Federico ed Efisio Sanna.

La mozione dei consiglieri Riccio e Masia impegna l’amministrazione comunale, gli uffici e il sindaco a promuovere l’informazione dei cittadini, in particolare i giovani (ad esempio nelle scuole) e gli anziani, in merito alla pericolosità dell’abuso dei giochi che consentono vincite in denaro, collaborando con le associazioni di categoria e la Asl, al fine di incentivare a promuovere campagne riguardanti terapie per chi soffre di dipendenza da gioco con vincite in denaro.

La mozione impegna anche a intraprendere e rafforzare l’azione della Polizia locale, al fine di far rispettare il regolamento e la normativa, e il divieto di utilizzo da parte dei minorenni; a verificare che vengano rispettate le distanze dai luoghi sensibili, come istituti scolatici, centri giovanili, centri anziani, luoghi di culto o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, o strutture residenziali o semi-residenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale. Il consiglio comunale ha dato mandato all’esecutivo anche di promuovere controlli per il rispetto della normativa in ottemperanza alle convenzioni con i Monopoli di Stato e Siae.

I consiglieri Riccio e Masia prevedono anche la possibilità di valutare l’eventuale istituzione di agevolazioni di carattere contributivo nei confronti dei titolari di esercizi pubblici che rimuovano le slot machines o videolottery, o che hanno scelto di non installarle, e prevede un divieto per le attività pubblicitarie relative all’apertura o all’esercizio di sale da gioco che prevedono vincite in denaro.

La mozione Sanna-Federico impegna l’amministrazione comunale ad attivarsi urgentemente per una pronta azione di contrasto e prevenzione del fenomeno, che comprenda un regolamento comunale, che preveda distanze minime tra i locali dove si possono praticare i giochi con vincite in denaro e i luoghi sensibili (come scuole, oratori, centri sportivi, strutture socio-sanitarie, etc.), e stabilisca gli orari in cui possono essere messi in funzione gli apparecchi da gioco; a verificare l’eventuale istituzione di agevolazioni di carattere tributario per gli esercizi che rinunciano ad offrire occasioni di gioco d’azzardo; un progetto di sensibilizzazione sul fenomeno della ludopatia, da avviare in tutte le terze classi delle scuole secondarie di primo grado (scuole medie) della città, indirizzato a informare e far comprendere le conseguenze della dipendenza da gioco d’azzardo.

Nell’illustrare la mozione, Andrea Riccio (Capitale Oristano) ha evidenziato che “…solo a Oristano ci sono 448 apparecchi, 14 ogni mille abitanti. La media pro capite è di 900 euro giocati a testa. Le conseguenze – ha detto Riccio – le conosciamo: famiglie distrutte, persone che si abbandonano, e addirittura, anche qui ad Oristano, è successo di recente che chi aveva dilapidato il proprio stipendio è arrivato a denunciare delle rapine inesistenti per giustificare, nei confronti della propria famiglia o delle persone a cui doveva rendere conto, il mancato introito, dilapidato al gioco”.

“L’intendimento di queste mozioni sul gioco d’azzardo e sul fenomeno della ludopatia è di restituire libertà e dignità a chi cade nel vortice del gioco patologico – ha detto il consigliere Indipendente, Francesco Federico -. Ma anche quella di tutelare coloro che domani potrebbero essere le nuove vittime di questa piaga sociale. Si calcola che nel 2016 nella nostra città ogni cittadino abbia speso mediamente 893 euro in giochi d’azzardo autorizzati dallo Stato, per un totale di 28 milioni 300 mila euro. Non possiamo più, quindi, rinviare un’azione per la tutela dei nostri cittadini”.

Per Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura) “…è sconcertante che uno Stato, che si proclama civile, per fare cassa ricorra a un meccanismo così subdolo e pericoloso come il gioco d’azzardo. Trovo sconcertante e paradossale che lo Stato si arricchisca lucrando sulle debolezze dei propri cittadini per poi investire – questo sarebbe il paradosso – fior di quattrini della spesa pubblica sanitaria per prevenire, curare, riabilitare le persone affette da ludopatia, che, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, ormai è annoverata tra i disturbi correlati all’assunzione di droghe”.

Per Efisio Sanna (Pd) “…il consiglio comunale ha il dovere politico, morale, etico di intervenire, di fare il possibile rispetto a questa piaga. Non abbiamo grandi strumenti a disposizione, però siamo un’istituzione, abbiamo un potere regolamentare e abbiamo anche altri piccoli poteri, e li dobbiamo esercitare nella maniera giusta per cercare di arginare il fenomeno e per cercare di alleviare gli effetti che produce”.

La convocazione urgente e straordinaria del consiglio comunale di Oristano è stata richiesta dai consiglieri comunali di minoranza, per discutere il seguente punto all’ordine del giorno: “Lavori di ristrutturazione e ampliamento del mercato civico di via Mazzini con annesso parcheggio; stato dei lavori, eventuali criticità e responsabilità , risorse finanziarie, rispetto dei tempi di esecuzione e conclusione dei lavori”.

È stata aggiornata al 17 maggio l’udienza preliminare con la quale il Gup di Cagliari, Roberto Cau, dovrà decidere sul rinvio a giudizio chiesto dal Pm Marco Cocco per i trenta consiglieri regionali del centrosinistra in carica nella legislatura 2004-2009 e accusati di peculato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi della massima assemblea sarda. L’udienza di oggi si è aperta alle 9,10 con le eccezioni preliminari sollevate dagli avvocati Guido Manca Bitti e Roberto Nati che hanno contestato la documentazione allegata agli atti, visto che mancano – hanno detto – i fascicoli relativi ai quattro consiglieri Pd inseriti nella stessa indagine e la cui posizione è stata archiviata un anno e mezzo fa (si tratta di Giuseppe Luigi Cucca, Marco Espa, Francesco Sanna ed Eliseo Secci). I due legali hanno quindi sollecitato al giudice l’acquisizione dei fascicoli. Il Gup ha però rigettato le eccezioni e fissato la nuova udienza tra un mese per sentire le conclusioni delle difese. Sul punto è anche intervenuto il pubilico ministero che ha dato disposizione perché gli atti richiesti siano consegnati agli avvocati interessati. Sui trenta rinviati a giudizio chiesti dal pubblico ministero, ventisette riguardano esponenti del Pd, anche se dal 2004 al 2007 erano divisi tra Ds, Margherita e Progetto Sardegna, visto che il Partito democratico è stato fondato a ottobre di undici anni fa. Poi ci sono un ex Udeur, un ex Idv e un ex Psd’Az che per un periodo transitarono nel gruppo dem. In quota Pd attendono la decisione del Gup il neodeputato Gavino Manca, il consigliere regionale Franco Sabatini e il sindaco di Alghero, Mario Bruno. Ancora: Chicco Porcu, amministratore unico dell’Arst, e Giacomo Spissu, allora presidente del Consiglio e attualmente a capo del Cda di Sardaleasing, la finanziaria del Banco di Sardegna. Il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio pure per Salvatore Mattana, primo cittadino di Sarroch e presidente del Cacip, il Consorzio industriale della provincia di Cagliari; Tarcisio Agus, commissario straordinario del Parco geominerario; Antonio Biancu, segretario particolare – senza compenso – dell’attuale assessore regionale all’Agricoltura; Giuseppe Cuccu, amministratore unico di Tecnocasic, la spa che nell’area industriale di Macchiareddu gestisce la piattaforma per lo smaltimento dei rifiuti; Nazareno Pacifico, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliero-universitaria (Aou) di Cagliari; Giuseppe Pirisi, presidente dell’Isre (Istituto superiore regionale etnografico) con sede a Nuoro. Da decidere pure le posizioni dei parlamentari uscenti Siro Marrocu e Silvio Lai che attualmente non hanno incarichi politici al pari degli altri quattordici dem sotto indagine: l’ex capogruppo Ignazio Calledda, Alberto Sanna, Vincenzo Floris, Giovanni Battista Orrù, Angelina Corrias, Renato Cugini, Alessandro Frau, Mariuccia Cocco, Stefano Pinna, Gianluigi Gessa, Simonetta Sanna, Elio Corda, Giovanni Giagu e Giovanni Tocco. Il Gup dovrà decidere infine sulle posizioni di Giommaria Uggias, ex Idv; Carmelo Cachìa, ex Udeur, già condannato in primo grado: Beniamino Scarpa, ex Psd’Az, ugualmente già ritenuto responsabile di peculato con sentenza in appello. Questi gli importi contestati dal Pm ai trenta consiglieri del centrosinistra: Antonio Biancu 96.816 euro; Mario Bruno 46.024; Giuseppe Cuccu 170.084; Silvio Lai 81.585; Gavino Manca 52mila; Siro Marrocu 174.567; Salvatore Mattana 79.366; Nazareno Pacifico 94.164; Giuseppe Pirisi 78.298; Chicco Porcu 172.173; Franco Sabatini 56mila; Giacomo Spissu 79.262; Ignazio Calledda 275.517; Alberto Sanna 83.607; Vincenzo Floris 82.087; Giovanni Battista Orrù 80.181; Angelina Corrias 79.911; Renato Cugini 70.395; Alessandro Frau 54.737; Mariuccia Cocco 48mila; Stefano Pinna 42.915; Gianluigi Gessa 42.726; Simonetta Sanna 42mila; Elio Corda 39.386; Giovanni Giagu 23.600; Giovanni Tocco 17mila; Carmelo Cachìa 35mila; Giommaria Uggias 28mila (ne ha già restituiti 32mila), Beniamino Scarpa 25.020. (Alessandra Carta, www.sardiniapost.it).

Gli agenti delle Volanti della Questura di Oristano, su indicazione della squadra Nautica, hanno denunciato due persone per furto aggravato, commesso all’interno del Consorzio delle cooperative Pontis, nello stagno di Cabras. Quando gli agenti sono entrati all’interno del Consorzio, i due pescatori di frodo erano ancora intenti a pescare sulla barca. Poco tempo dopo, i due sono ritornati per riprendere le macchine che avevano lasciate parcheggiate nei pressi del Consorzio e si sono allontanati lungo le strade adiacenti lo stagno, ma sono stati fermati dagli agenti. Effettuate le perquisizioni sulle auto, sono stati trovati circa 50 chili di pesce fresco e tutta l’attrezzatura necessaria per la pesca di frodo. Per questo motivo le due persone sono state denunciate per furto aggravato. A uno dei due è stato contestato anche il reato di porto abusivo di armi, perchè nella sua auto sono stati trovati 4 coltelli dai 18 ai 33 cm di lunghezza.

I contenuti del volume “Chiesa di carta”, scritto dal giornalista oristanese Marco Piras, saranno approfonditi, a Roma, nel corso della giornata per direttori e collaboratori degli Uffici diocesani delle comunicazioni sociali promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, in programma giovedì 10 maggio, presso la Pontificia Università Lateranense. Lo segnala la newsletter della Cei, spiegando che, nel corso dell’incontro annuale dei responsabili delle comunicazioni delle diocesi italiane, il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici, don Adriano Bianchi, presenterà il libro “Chiesa di carta. Settimanali diocesani e conversione digitale”, scritto dall’ex direttore responsabile del settimanale “L’Arborense” e attuale incaricato regionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Sarda. Pubblicato nel 2018, il libro “Chiesa di carta” (Ed. Passione Educativa, pp. 124, euro 12) approfondisce come e quanto i principali mezzi di informazione delle diocesi italiane riescono a integrare le edizioni cartacee utilizzando anche il web, i social network e le app. C’è ancora un futuro per i settimanali diocesani? “È nel contribuire a disporre tasselli di risposta a questa domanda che le pagine di Marco Piras si rivelano preziose e tutt’altro che scontate. Innanzitutto, nell’offrire una cornice di senso alla riflessione, evitando che essa si risolva a un livello puramente strumentale o difensivo. L’orizzonte dell’impegno ecclesiale da cui l’autore muove vede il coinvolgimento diretto del Consiglio Episcopale Permanente e dell’Assemblea Generale della Cei, che seguono con preoccupazione l’indebolirsi di giornali di lunga storia: attraverso di essi è passata in filigrana la vita, la cronaca e la storia delle comunità e del territorio, della Chiesa e del Paese. Il testo che ci consegna ci offre indicazioni significative per darle continuità nel segno della convergenza e dell’integrazione, secondo criteri di sostenibilità e dei necessari investimenti” scrive nella prefazione al volume, don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana.

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