Dic 12

Altra perla della giunta Pigliaru: prorogato il “Piano casa”. E il centrodestra gode.

Con la proroga al 30 giugno 2019 del “Piano casa”, meglio conosciuto come “Piano cemento”, la giunta Pigliaru ha sottoscritto il suo fallimento anche sull’Urbanistica.

Certo non serviva questa ennesima perla per certificare il flop di uno dei peggiori esecutivi che la Sardegna ricordi, in un settore così delicato come l’Urbanistica, soprattutto dopo la obbrobriosa proposta di legge dell’inadeguato assessore Erriu (Pd), contestata anche all’interno del suo stesso partito.

In consiglio regionale il centrosinistra oggi si è superato, dimostrando a chiare lettere di non sapere più, urbanisticamente parlando, che pesci prendere, e ha evidenziato tutta la sua incapacità chiedendo in aula la proroga (al 30 giugno 2019) di una legge fortemente sostenuta, fin dalle origini, dal centrodestra. “Un atto necessario – l’ha definito, in maniera sconcertante, Cristiano Erriu, ovvero colui che dovrebbe essere (anche se molti non l’hanno ancora capito. ndr) l’assessore all’Urbanistica -, in quanto il termine della scadenza al 31 dicembre 2017 era ormai prossimo, e in attesa della discussione del ddl sull’urbanistica (sic!) dovevamo consentire alle imprese del settore edile di proseguire la loro attività con un minimo di pianificazione”.

Non è invece passato un emendamento presentato dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che prevedeva incrementi volumetrici nei centri storici. In proposito Erriu ha spiegato che “…effettivamente nei centri storici sardi si è visto di tutto, dalle serrande al muralismo come anche i media ormai ci fanno notare. Ma non è possibile applicare il Piano casa, come chiedete, in assenza di un piano particolareggiato o di piani di riqualificazione da parte dei comuni”.

In generale, l’opposizione ha criticato la posizione della maggioranza per le politiche di governo del territorio. Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha parlato di “…certificazione di un fallimento. Noi, a differenza vostra – ha sottolineato Fasolino – mettiamo davanti il risultato per i cittadini e lo anteponiamo alle appartenenze politiche. E se avete fissato la scadenza al 2019 è chiaro che non ci credete nemmeno voi alla possibilità di approvare la riforma in questa legislatura”.

“Con l’ennesima proroga della legge edilizia, Pigliaru e il centrosinistra, con grande onestà intellettuale, riconoscono di avere fallito nelle politiche urbanistiche – ha sostenuto Marco Tedde (Forza Italia) -. Secondo l’Ance, il Piano casa di Pigliaru è stato un flop. Mentre, invece, il Piano del centrodestra, approvato nel 2009, ha prodotto circa 46 mila pratiche edilizie fino al 2015. Quindi quasi due miliardi di investimenti che hanno rigenerato il mercato allargato dell’edilizia e incrementato il Pil regionale. Oggi registriamo la perdita di 10 mila addetti diretti solo nel biennio 2016-2017. E sono centinaia le imprese che hanno dovuto chiudere i battenti. Attendiamo da circa 4 anni – ha ricordato Tedde – che la giunta Pigliaru e la maggioranza di centrosinistra accantonino le risse che li contraddistinguono e varino la proposta di legge Urbanistica che deve disciplinare in modo organico il governo del territorio. Legge più volte promessa. Ma vanamente”.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato, il 10 dicembre 2017, un atto di intervento nel procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (Via) relativo al progetto dell’Ivi Petrolifera, per la realizzazione di un deposito costiero di gnl da 9.000 metri cubi, presso il porto industriale di Oristano–Santa Giusta. Tuttavia, il progetto non sarebbe isolato, anzi. Infatti, va a sommarsi agli analoghi progetti di deposito proposti dalle Società Edison e Higas nel medesimo sito, rispettivamente per una volumetria di 10.000 metri cubi e di 9.000 metri cubi. Con il progetto Ivi Petrolifera – ulteriori 9.000 metri cubi – si raggiungerebbe la volumetria complessiva di gnl stoccabile pari a 28.000 metri cubi: già tale dato imporrebbe una valutazione complessiva degli impatti ambientali nell’ambito di un procedimento di impatto ambientale. Tali progetti appaiono in collegamento con i due progetti di gasdotto (dorsale di trasporto del gas naturale e delle relative derivazioni) presentati da Società Gasdotti Italia e Snam Rete Gas in Sardegna e attualmente sottoposti a procedimento di Via. L’area dei progetti interessa la fascia costiera dei 300 metri dalla battigia marina, tutelata con vincolo paesaggistico e con vincolo di conservazione integrale, lo Stagno di Santa Giusta, sito di importanza comunitaria ai sensi della direttiva Habitat, nonchè zone umide minori (stagni temporanei) e piccoli corsi d’acqua. Inoltre, lo Stagno di Santa Giusta e la località di Sassu sono fondamentale risorsa di pesca per la popolazione locale, come ampiamente noto. Si deve ricordare che gli impianti in progetto prevedono, oltre ai serbatoi di stoccaggio, la costruzione di torce di emergenza (quella prevista da Higas sarà alta 35 metri, quella prevista dall’Ivi Petrolifera sarà alta 10 metri) con funzionamento in continuo della fiamma pilota e possibili piogge acide in caso di emergenza contemporanea dei tre impianti, con le intuibili ricadute sui centri abitati e sullo Stagno di Santa Giusta. La presenza di ben tre impianti di stoccaggio gnl implicherebbe, necessariamente, un notevole incremento del traffico di mezzi pesanti, con tutte le ovvie conseguenze su una viabilità secondaria già oggi utilizzata per l’accesso al porto industriale, alle spiagge e al contesto agricolo di Arborea. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha quindi chiesto al Servizio valutazioni ambientali (Sva) della Regione che venga dichiarato l’obbligo di sottoposizione al procedimento di Via. (Gruppo d’Intervento Giuridico onlus).

In Sardegna, per Natale, 140 mila famiglie consumeranno le delizie enogastronomiche delle oltre 3.600 imprese produttrici sarde. Da Confartigianato Sardegna arriva lo stop al “sardinian fake food” e il suo segretario Stefano Mameli fa un appello ai consumatori: “Comprate prodotti sardi: sono tradizionali, genuini e sostengono l’economia delle piccole imprese artigiane e dei loro territori”. Sono 3.623 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare che nelle prossime festività, con acquisti diretti e on line, proporranno pane, pasta, dolci, vini, birre, carni, formaggi, pesce e conserve per soddisfare ogni tipo di richiesta e palato, garantendo qualità, gusto, tradizione e genuinità. “Sulle tavole e sotto l’albero, anche quest’anno, fate trovare i prodotti agroalimentari artigianali della Sardegna: sono tipici della nostra isola, buoni e soprattutto genuini. Ma attenzione che siano realmente realizzati nella nostra terra, con ingredienti semplici e naturali”. Con questa frase, Stefano Mameli, segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, invita i consumatori a scegliere prodotti enogastronomici tradizionali e genuini, evitando l’acquisto di quelli di imitazione o di scarsa qualità. “In un periodo come il Natale – ha detto Mameli –, anche se in un momento economicamente difficile, è importante affidarsi alla tradizione e alla qualità che possono garantire i nostri straordinari artigiani dell’alimentazione e della ristorazione. Anche un solo acquisto di questo genere è un “piccolo valore” che può contribuire a dare ulteriore forza a un comparto che è tra i pochi a resistere alla crisi garantendo occupazione e lavoro a decine di migliaia di lavoratori sardi. Non è una novità – ha detto ancora Mameli – che sul mercato vengano immessi i cosiddetti “cibi-fotocopia”, ma i consumatori sono sicuramente più attenti, rispetto al passato, nello scegliere gli alimenti tradizionali sardi come formaggi, salumi, pane, pasta, dolci, vini e liquori, anche se nei negozi cresce, purtroppo, il panorama dei prodotti “simil-Sardegna”. Secondo una recente indagine dell’Ufficio studi di Confartigianato, le famiglie sarde pare abbiano intenzione di consumare prodotti tradizionali, stando alla larga dall’elenco di prodotti “sardinian fake food”, veri e propri “inganni culinari”, in cui prodotti di importazione vengono spacciati come “originali sardi”, come i malloreddus multinazionali, i maialetti olandesi, l’olio ottenuto da olive greche e tunisine, le salsicce “tipo sardo” confezionate in altre regioni d’Italia, le sebadas slovacche o il liquore di mirto ottenuto da bacche della Slovenia. “Siamo certi che le Panadas di Oschiri, il formaggio Greviera di Ozieri, l’Aranzada di Nuoro, i Culurgionis ogliastrini, la Birra di Tertenia, il vino di Sorso, le Tiliccas della Gallura, i Mostaccioli di Oristano, il Torrone di Tonara o l’olio di Gonnosfanadiga, solo per citarne alcuni, – ha sostenuto Mameli – non temano confronti dal punto di vista qualitativo perché crediamo che il loro sapore, profumo e gusto non siano riproducibili artificiosamente”.

Sabato 16 dicembre, alle 18, al Centro di documentazione sulla Sartiglia, all’Hospitalis Sancti Antoni, a Oristano, nuovo appuntamento di “Raccontando la Sartiglia”, progetto che, attraverso una serie di incontri-dibattito, mira ad approfondire tradizioni, usi e costumi dell’antica giostra, coinvolgendo attivamente protagonisti, appassionati e l’intera comunità. Questa volta si parlerà dei costumi dei cavalieri nella tradizione fino ai giorni nostri, con un’attenzione particolare a quello indossato da su Componidori. Per l’occasione, Katyuscia Fiori dimostrerà praticamente come si confezionano le rosette, uno dei tanti elementi tipici della Sartiglia.

Giovedì 14 dicembre, alle 18, nella sala consiliare del comune di Oristano, si insedierà la Consulta giovani. All’ordine del giorno l’elezione del direttivo e la programmazione delle attività.

A Oristano, il ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti e il conferimento all’Ecocentro comunale, a cura della Formula Ambiente (la società che gestisce il servizio di igiene urbana per conto del Comune), è temporaneamente sospeso. Il Consorzio Industriale dell’Oristanese ha infatti comunicato che l’impianto di Masangionis provvisoriamente non potrà provvedere allo smaltimento di questo tipo di rifiuti. La sospensione dovrebbe limitarsi a poche settimane.

 

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