Beni dismessi dallo Stato (tra cui l’antica Reggia Giudicale di Oristano) in commissione.

La terza commissione regionale, presieduta da Alessandro Solinas (M5S), ha svolto l’audizione dell’assessore degli Enti Locali, Urbanistica, Demanio e Patrimonio, Francesco Spanedda, sullo stato di attuazione dell’articolo 14 dello Statuto speciale.
E dunque sulle procedure di trasferimento dei beni dismessi dallo Stato alla Regione. Il tema, ritornato all’attenzione anche alla luce della recente interrogazione dei consiglieri del gruppo Progressisti, nella quale si evidenziava l’inserimento di cinque immobili pubblici, all’interno di un bando dell’agenzia del demanio nazionale per l’affidamento ai privati, ha posto al centro del confronto le prerogative statutaria e la valenza di rango costituzionale dell’articolo 14 dello Statuto che stabilisce, in sintesi che i beni statali dismessi passino al patrimonio regionale.
Nel corso del suo intervento l’assessore ha ripercorso le varie fasi, talvolta controverse, delle dinamiche che hanno caratterizzato la cessione dei beni di competenza statale ed ha affermato l’opportunità di un intervento legislativo per una revisione delle norma, con l’introduzione di automatismi più efficaci per garantire i diritti della Sardegna e rendere più semplice l’eventuale ulteriore passaggio dal patrimonio regionale a quello degli Enti Locali.
“Nell’immediato – ha affermato Spanedda – serve riattivare la commissione paritetica e far valere le ragioni dell’amministrazione regionale, aggiornare l’elenco dei beni immobili con una migliore e approfondita analisi delle relative e specifiche informazioni”.
Negli interventi dei consiglieri Agus (Progressisti), Cau (Oc), Chessa (FI), Piscedda e Solinas (Pd), e Usai (FdI) non sono mancati riferimenti a situazioni specifiche, come ad esempio i depositi della Sella del Diavolo a Cagliari, l’antica Reggia Giudicale di Oristano, immobili e strutture dell’ex aeroporto militare di Elmas, insieme con l’auspicio di una più efficace e produttiva gestione del patrimonio regionale, con particolare riferimento a quelli acquisiti, a seguito delle dimissioni statali.
Il presidente della commissione, a conclusione dei lavori, ha preannunciato ulteriori approfondimenti ed ha ipotizzato la presentazione all’esame del Consiglio di una apposita risoluzione.

Conto alla rovescia per conoscere il destino della legislatura targata “campo largo” in Sardegna, guidata da Alessandra Todde, visto che per domani, alle 10, è attesa la decisione sul caso decadenza Il Collegio della prima sezione civile presso il tribunale di Cagliari, presieduto da Gaetano Savona, come annunciato al termine della prima udienza il 20 febbraio scorso, si esprimerà sul ricorso presentato dalla presidente della Regione, in opposizione all’ordinanza-ingiunzione di decadenza, emessa il 3 gennaio scorso dal Collegio di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari per irregolarità nella rendicontazione delle spese nella campagna elettorale per il voto di febbraio 2024. I giudici si esprimeranno anche sui ricorsi presentati in opposizione (lo stesso Collegio di garanzia e due privati cittadini) e a sostegno (diversi consiglieri regionali di maggioranza). La decisione arriva dopo alcuni colpi di scena giudiziari: il 24 aprile scorso, la Procura, che aveva aperto un fascicolo appena ricevuta l’ordinanza di decadenza, pur confermando alcune irregolarità, ha ritenuto sproporzionata la sanzione della decadenza, e ha chiesto al Tribunale l’annullamento dell’ordinanza e l’applicazione di una sanzione pecuniaria ridotta rispetto ai 40mila euro inizialmente ipotizzati. Non solo, ai primi di maggio il Collegio di garanzia ha revocato il mandato all’avvocato Riccardo Fercia, già incaricato di difendere la validità dell’ordinanza di decadenza sia in sede civile che nell’altro filone aperto dal secondo ricorso della governatrice alla Corte Costituzionale. Una decisione adottata a maggioranza dalla nuova presidenza del Collegio, guidata da Massimo Poddighe, che ha scatenato polemiche: il magistrato è stato accusato, con tanto di lettera al Csm, di conflitto di interessi perché coniugato con una dirigente della Regione nominata dalla presidente Todde. “La presidente è serena e al lavoro – si fa sapere dallo staff della governatrice – e attenderà domani la sentenza a testa alta; nel frattempo lavora sui principali dossier aperti in Sardegna”. Qualsiasi sia la decisione del Tribunale, l’ultima parola spetterà, comunque, come previsto dalle norme, al consiglio regionale, che dovrà prendere atto dell’esito giudiziario.
Commenti recenti