Associazione culturale Lucio Abis: “Un Senato della riforma sanitaria della Sardegna”.
L’Associazione culturale Lucio Abis ha organizzato, recentemente, un convegno sulla sanità. Quanto emerso nell’incontro è stato sintetizzato in un documento che l’Associazione ha inviato alla presidente della Regione, alla giunta e al consiglio regionale, e ai i componenti la commissione consiliare della Sanità.
Questo il documento integrale:
“La presente per portare a conoscenza delle autorità, dei contenuti e delle proposte scaturite nel Convegno, che ha posto al centro della riflessione, non più la logica della lamentazione e della denuncia delle carenze del sistema sanitario regionale, ma si è incaricata di avanzare proposte, anche apparentemente velleitarie, per aggredire i problemi e sconfiggere la crisi che attanaglia la sanità sarda e l’accesso di tutti i sardi alle prestazioni sanitarie.
Mentre il quadro delle criticità va in onda giornalmente sulle testate giornalistiche, evidenziando un po’ ovunque in Sardegna le carenze degli organici e le progressive riduzioni delle prestazioni ai cittadini, è necessario prende coscienza che nell’inseguire le continue emergenze si perde di vista la necessità di una valutazione sulla qualità e l’efficienza del modello organizzativo della sanità attuale e, probabilmente, la necessità di un vero e proprio superamento del modello attuale non più idoneo alle mutate condizioni ed esigenze del sistema sanitario regionale.
Come lo scorrere delle acque, e un suo migliore utilizzo, a partire dalla sorgente anziché dalla foce, anche il sistema sanitario deve essere affrontato alla fonte delle sue finalità, dal rapporto con il malato, nel suo contesto di vita e nei tempi che il bisogno di salute richiede. Affrontare le liste di attesa, remunerando una maggiore prestazione senza incidere sulle cause che determinano quel bisogno di sanità, somiglia all’utopia di voler fermare una valanga con le mani.
In molte altre realtà europee e non solo, da tempo, si è ritenuto di lavorare sulla prevenzione, adeguando le strategie sanitarie alla diffusione di nuovi e più razionali stili di vita, di alimentazione umana e animale, di adeguatezza e accessibilità delle abitazioni, registrando progressivi e interessanti risultati sul piano della prevenzione degli incidenti domestici e delle patologie correlate ai cattivi stili di vita. In altre parole, si è cercato negli ultimi anni di modificare il modello pubblico della tutela della salute, un modello mutuato in Sardegna da quello nazionale, che si è mostrato fin da subito irrazionale al solo impatto con l’insularità e, all’interno della sua dinamica organizzativa, sbilanciato fra le realtà dei grandi ospedali e Policlinici universitari e le zone interne in progressivo e ineluttabile regressione.
Eppure in Sardegna, dal 2007, il finanziamento del Servizio sanitario regionale avviene senza alcun apporto a carico del Bilancio dello Stato, in virtù di un adeguamento della consistenza delle entrate regionali, come definite dall’articolo 8 dello Statuto Speciale dell’autonomia. Peraltro, con riguardo alle materie previste all’articolo 117, comma 3 della Costituzione, la Sardegna gode di legislazione esclusiva in materia di Tutela della Salute. Dunque sembrerebbe ragionevole abbandonare un insensato accanimento all’interno del modello attuale, e pensare, invece, come costruire un modello di autonomia del sistema sanitario isolano improntato alla configurazione demografica dell’isola, alla più adeguata risposta territoriale del bisogno sanitario, anche in ragione di principi di riequilibrio di opportunità e di servizi.
Bisognerà ripartire da un vero equilibrio fra sanità pubblica e privata, che resta l’unica giustificazione al mantenimento di un modello aziendalistico in sanità, riservando in via esclusiva alla sanità pubblica le funzioni dell’educazione e prevenzione, dell’introduzione di nuovi stili di vita e di modelli comportamentali in grado di rispondere meglio all’impatto con il servizio sanitario regionale.
Serve un modello che possa prevedere l’introduzione di una contribuzione al servizio sanitario da parte dei cittadini con un reddito più alto, a favore dell’accesso delle fasce più fragili e bisognose alle prestazioni sanitarie. Serve che la Regione Sardegna utilizzi i suoi poteri costituzionali in materia per rivendicare una precisa, autonoma e specifica contrattazione regionale del personale sanitario e ausiliario, in maniera da favorire una corretta remunerazione del personale, proporzionale alle richieste di eccellenza e adeguatezza delle prestazioni, e tali da consentire la nascita di centri di eccellenza sanitaria in grado di contenere e, ove possibile, invertire la preoccupante crescita del costo della mobilità passiva regionale. La Sardegna può contare su un’indiscussa qualità del proprio personale medico e sanitario, che da tempo opera in condizioni estreme e senza i giusti riconoscimenti professionali e contrattuali.
Abbiamo immaginato un atto di autonomia. Un atto che ridisegni la sanità della Sardegna cominciando dai territori, dai medici di base ai quali devono essere disposti supporti e servizi per restituirli maggiormente e a tempo pieno alla cura sanitaria dei propri pazienti ovunque essi dimorino.
Serve fornire loro, in maniera centralizzata, i servizi che gli esonerino da una mole impressionante di incombenze burocratiche, che impediscono l’esercizio vero della professione medica e, contemporaneamente, si decentrino nei territori le strutture idonee (case della salute o che dir si voglia) per la cura, la diagnostica specialistica e strumentale insieme alla prevenzione, in grado di ridurre le mobilità della popolazione sempre più anziana e decongestionare i pronto soccorso e le strutture ospedaliere, la cui rete territoriale e regionale dovrà essere ripensata in funzione di queste nuove scelte.
Serve un atto di orgoglio autonomistico che, facendo salvi i principi costituzionali posti alla base del diritto universale alla salute, salvaguardi il binomio del diritto dell’individuo insieme con l’interesse della collettività; disegni una riforma di autonomia in sanità; restituisca i diritti a chi li ha persi, e la competitività ad un settore vitale per la società sarda.
In questa prospettiva vogliamo avanzare la proposta della costituzione di un “Senato della riforma sanitaria della Sardegna”, un luogo libero da condizionamenti e conflitti di interesse, gratuito e rappresentativo di tutta la complessità della società sarda, nel quale andranno rappresentati medici, personale delle professioni sanitarie, università, istituzioni locali e territoriali, uomini di cultura e di scienza, e sindacati, con il compito di studiare e scrivere la traccia di una riforma, in chiave autonomistica, del modello organizzativo della sanità della Sardegna per i prossimi anni che, partendo dal basso, dagli operatori e dalle persone più illuminati di questa nostra terra, garantisca il diritto inalienabile di ciascun individuo alla salute, sotto il cielo di “ichnos”.
(f.to i relatori del convegno Pietro Arca – Franco Meloni – Ugo Cappellacci – Francesco Agus – Pier Luigi Ledda – Andrea Montis – Franca Mugittu – Gian Valerio Sanna).
Il “campo largo” attende di incontrarsi per fare nuovamente il punto, dopo i mesi trascorsi con il focus della legge regionale sulle aree idonee, con un vertice nei prossimi giorni. La partita è stata riaperta dal Partito democratico durante la direzione della scorsa settimana, a Oristano. La linea ufficiale è: priorità alla sanità, con l’immediata riattivazione dei lavori nella commissione del consiglio regionale competente, presieduta dalla Carla Fundoni (Pd). Fundoni ha mandato di fare una sintesi attraverso una norma che riorganizzi il sistema, ma senza fare “una controriforma”. E se la “fuga in avanti” del Pd ha creato qualche malumore tra gli alleati, e non solo al M5s-, il partito si è affrettato a chiarire la posizione, nel fine settimana, con un comunicato del gruppo consiliare. “Le criticità del sistema sanitario regionale sono una priorità nell’agenda di lavoro della maggioranza di governo fin dall’inizio del mandato – si legge nella nota -. In questi mesi la commissione Sanità ha intrapreso uno straordinario lavoro di ascolto e confronto, coinvolgendo tutti. Questo percorso è finalizzato alla formulazione di una proposta condivisa e precisiamo che non esiste alcuna proposta di legge elaborata o presentata dal Pd in materia di sanità”. “La proposta – spiegano i rappresentanti del Pd – sarà redatta dalla commissione competente e condivisa con tutta la maggioranza, con l’intento di creare la soluzione migliore per affrontare un tema di cui tutti sentiamo la piena responsabilità”. Tamponati eventuali malumori esterni, restano quelli , a quanto si vocifera, interni allo stesso Pd. Ora la partita si sposta in commissione; i tempi sono stretti perché se pure nella direzione si è rinunciato – “a malincuore”, ha detto l’assessore del Bilancio Meloni – a procedere con la manovra finanziaria, ciò non significa che non si debba fare in fretta. I tempi dell’aula, al momento chiusa per lavori che termineranno a metà gennaio, potrebbero allungarsi sulla sanità e l’esercizio provvisorio di bilancio rischierebbe di dover essere prolungato. Dall’altra parte, intanto, il centrodestra si riorganizza dopo la battaglia in aula sulle aree idonee che ha portato qualche risultato da rivendicare. Lo fanno soprattutto i Riformatori, che sabato hanno celebrato il congresso regionale, confermato per acclamazione, come coordinatore regionale, Aldo Salaris. Gabriella Mameli, vicesindaca di Selargius, ha assunto il ruolo di presidente del partito al posto di Mara Lai. Con il resto della maggioranza anche i Riformatori hanno chiesto, la scorsa settimana, con una mozione urgente, la sfiducia dell’assessore della Sanità Bartolazzi, che resta in attesa di essere calendarizzata.
I Carabinieri, in occasione delle festività natalizie, hanno intensificato i controlli. Le Compagnie di Oristano, Mogoro e Ghilarza, negli ultimi due fine settimana, hanno svolto servizi a largo raggio, a Oristano e nei Comuni della provincia. In totale sono stati identificate e controllate 1.813 persone (di cui 365 gravate da pregiudizi di polizia), 1.260 automezzi (elevando 73 contravvenzioni), e 21 esercizi pubblici. Inoltre, a Marrubiu, una persona è stata denunciata alla Procura per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso di una perquisizione sono stati trovati e sequestrati 7,8 grammi di cocaina e 5 di marijuana. Ad Abbasanta un uomo è stato denunciato per guida in stato di ebrezza perché, dopo essere andato a finire con la sua auto contro una macchina parcheggiata, ha rifiutato di sottoporsi all’accertamento per determinare il tasso alcolemico nel sangue. I Carabinieri gli hanno ritirato la patente e sequestrato l’auto. A Oristano, tre giovani sono stati segnalati alla Prefettura per uso personale di sostanze stupefacenti perchè, dopo perquisizioni effettuate nella loro abitazione, all’esterno dell’Istituto Tecnico “Mossa” e in piazza Italia, sono stati trovati in possesso, rispettivamente, di 4.50, 4.12 e 0,68 grammi di marijuana.
Lunedì 16 dicembre, alle 16, lo Spazio Giovani di Oristano ospita un incontro preventivo sul bullismo e cyberbullismo rivolto ai giovani. Il relatore è Simone Gargiulo, cyber psicologo & media educator, impegnato da anni nella diffusione di contenuti nelle scuole sarde e nazionali che, considerando l’alta incidenza del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, analizzerà le caratteristiche, le cause, le conseguenze e i possibili rimedi.
L’assessorato comunale alla Cultura e la Fondazione Oristano, con il Centro di documentazione sulla Sartiglia, organizzano il laboratorio per bambini dai 5 agli 11 anni: “Crea il tuo biglietto d’Auguri”. L’appuntamento è per giovedì 12 dicembre, dalle 17 alle 19, presso il Centro di Documentazione e Studio sulla Sartiglia, in via Eleonora 15. Durante il laboratorio, i bambini avranno l’opportunità di scrivere e decorare il proprio biglietto d’auguri di Natale, esprimendo la loro creatività e originalità in un’atmosfera festosa. Sarà un momento speciale per prepararsi alle festività e realizzare un pensiero unico per amici e familiari. La partecipazione al laboratorio ha un costo di 5 euro e la prenotazione è obbligatoria. Per ulteriori informazioni e per effettuare la prenotazione, vi invitiamo a contattare il numero 0783 030333, o a inviare una email a organizzazione@sartiglia.info.
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