Feb 24

Omicidio Chiara Carta: la madre Monica Vinci non apre bocca davanti al Gip.

Sul letto del reparto di Psichiatria dell’ospedale San Martino di Oristano, Monica Vinci non è stata in grado di dire una parola nell’interrogatorio di garanzia col Gip Federica Fulgheri.

Il colloquio, su richiesta del suo difensore, Gianluca Aste, è stato sospeso e rinviato a una data da stabilire, quando la donna di 52 anni sarà in grado di rispondere.

Accusata di omicidio volontario aggravato per aver ucciso con 30 coltellate la figlia 13enne, Chiara Carta, davanti al magistrato non ha mostrato alcun segnale di consapevolezza.

Monica Vinci resta piantonata all’ospedale in attesa che le sue condizioni di salute consentano il trasferimento nel centro clinico della casa circondariale di Uta (Cagliari), visto che su di le pende un ordine di custodia in carcere.

Nel frattempo, l’avvocato Aste ha annunciato che intende nominare un proprio consulente psichiatrico, affinché accerti la capacità di intendere e di volere della sua assistita. La perizia dovrà anche stabilire se lo stato di incoscienza in cui versa la donna derivi dai traumi fisici subìti nella caduta dalla finestra di casa (dopo il delitto, sabato scorso, nell’abitazione di famiglia a Silì, aveva tentato il suicidio) o da un trauma psicologico in seguito alla tragedia.

Monica Vinci soffriva da tempo di una forma di disagio psicologico, motivo per il quale qualche anno fa, dopo la separazione dal marito Piero Carta, aveva subìto un ricovero.

A quattro giorni dalla nomina da parte del presidente della Regione, Christian Solinas, l’avvocato Giuseppe Luigi Cucca, ex senatore Pd poi passato a Italia Viva, ha rinunciato all’incarico di segretario generale della Regione. Lo ha annunciato lo stesso Solinas, in una nota congiunta: “Di fronte alle risibili e insipienti polemiche successive alla nomina, nonché alle temerarie allusioni manifestate da taluni, di comune intesa tra noi ed animati come da principio dal solo ed esclusivo interesse a contribuire alle migliori sorti della Sardegna e dei sardi, abbiamo ritenuto di sgomberare il campo da ogni assurda strumentalizzazione, facendo un passo di lato rispetto a questo prestigioso ruolo”. “Sento di dover ringraziare il presidente e l’intera giunta per la fiducia che mi avevano accordato, ciò anche in considerazione del fatto che questa nomina costituiva un cambiamento importante nel consueto agire dei partiti”, ha scritto Cucca, che ha sottolineato di avere “…tutti i titoli per ricoprire quell’incarico, peraltro già certificati dall’Anac, a dispetto di coloro che, ignoranti delle norme, avevano sostenuto il contrario”. Nei giorni scorsi, oltre alle polemiche politiche per la nomina da parte del centrodestra di Cucca, ex segretario del Pd sardo e, più di recente, parlamentare di Italia Viva, si è sollevata la questione dei requisiti tecnici per ricoprire la carica. “Vale la pena di ricordare – ha detto Cucca – che la figura del segretario generale è strettamente amministrativa, chiamata a svolgere alta amministrazione, concetto probabilmente sconosciuto a tanti, e scevra da implicazioni squisitamente politiche”. “La scelta su Giuseppe Luigi Cucca era maturata già da diversi mesi – ha aggiunto Solinas – ma abbiamo ritenuto che in alcun modo le ultime vicende di cronaca dovessero prestarsi a bieche e infondate connessioni con la nomina”.

Dopo il passo indietro di Cucca, a tarda sera, la giunta ha nominato Gabriella Massidda nuova segretaria generale della Regione. Insieme all’incarico a Massidda, già direttrice generale dell’assessorato dei Trasporti, è anche arrivata la revoca dell’incarico per cinque direttori generali. Il presidente Christian Solinas ha deciso, infatti, di non confermare Roberto Raimondi, dell’ufficio speciale dell’Autorità di gestione del programma Eni Cbc Bacino del Mediterraneo, indagato insieme al governatore pochi giorni fa dalla Procura di Cagliari nell’inchiesta per corruzione; Silvia Curto, nella presidenza della Regione, e sulla cui nomina Solinas è stato rinviato a giudizio; Riccardo Porcu agli Affari generali; Cinzia Lilliu nella Centrale regionale di committenza; Ersilia Lai, alla Pianificazione urbanistica e vigilanza edilizia. La motivazione di Solinas durante la seduta, accesa anche nei toni in alcuni momenti, è chiara: “L’incarico dei direttori generali deve essere confermato o revocato entro i 90 giorni successivi all’insediamento di una nuova Giunta regionale”. Per nuova Giunta si intende la cosiddetta Solinas-bis, frutto del rimpasto dello scorso 29 novembre: il governatore aveva dunque ancora pochi giorni di tempo per decidere cosa fare.

Sono 38, sui 377 comuni sardi (10,1%), i centri chiamati al voto per le amministrative 2023, che si terranno il 14 e 15 maggio. Due i comuni sopra i 15mila abitanti, dove è previsto l’eventuale turno di ballottaggio: Iglesias e Assemini. Nella Città Metropolitana di Cagliari si voterà anche a Decimomannu. In provincia di Oristano andranno al voto 11 comuni: Ales, Boroneddu, Cabras, Milis, Modolo, Narbolia, Nughedu Santa Vittoria, Pompu, Simala, Soddì e Villa Verde; in provincia di Nuoro sono 8 i comuni al voto: Galtellì, Irgoli, Jerzu, Macomer, Meana Sardo, Oliena, Sindia e Tortolì. In provincia di Sassari 6: Aglientu, Budoni, Cheremule, Chiaramonti, Palau e Sedini. Nel Sud Sardegna, oltre a Iglesias si vota anche a Collinas, Donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gesturi, Senorbì, Seui, Teulada, Villasimius e Villaspeciosa.

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