Giu 28

Usb: “Il presidente Solinas dovrebbe dichiarare lo stato di emergenza sanitario regionale”.

Per garantire il diritto alla salute e alle cure servono più assunzioni, stabilizzazioni, internalizzazioni dei servizi, scorrimento delle graduatorie e potenziamento degli ospedali pubblici.

Ne è sicura l’Unione sindacale di base (Usb), che questa mattina è scesa in piazza davanti all’assessorato regionale della Sanità, a Cagliari, per una manifestazione di protesta, durante la quale ha chiesto, fra l’altro, al governatore Solinas “…di dichiarare lo stato di emergenza sanitario regionale, per mettere in campo le Forze armate e la Croce rossa e fare fronte alle visite ordinarie e straordinarie.

La sanità sarda è in corto circuito – ha osservato Gianfranco Angioni in una improvvisata conferenza stampa – e per questo motivo chiediamo un passo indietro all’assessore Nieddu, perché il suo è stato un completo fallimento.

La carenza di personale si ripercuote sulla mancata assistenza,il problema delle mancate cure, liste attesa, sulle continue aggressioni verso il personale negli ospedali e nei pronto soccorso. Basti pensare che in alcuni reparti il rapporto è un infermiere per 30 pazienti e un medico per 40 ricoverati. E in certe terapie intensive si arriva anche a 4 pazienti per ogni infermiere, e si verso lo smantellamento della sanità pubblica”.

Da qui la richiesta dell’Usb alla Regione perché vengano emanate le linee guida per stabilizzare il personale reclutato con l’emergenza Covid, e che ha maturato i 18 mesi. “Poi ci sono quelli che hanno maturato 36 mesi e hanno i requisiti previsti dalla legge Madia – aggiunge Angioni -, ma la Regione ha posto il vincolo del 50% idonei. Senza dimenticare che servono anche risorse economiche per almeno 5 milioni di euro” .

Infine un appello perché venga verificata “…la legittimità di avere assegnato i posti letto Covid alle diverse strutture non Covid: non ci sono stanze separate, e il personale non ha indennità specifiche. Bisogna intervenire subito”.

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