Mar 31

Sequestro preventivo di beni per 200mila euro a un ghilarzese disoccupato che viveva nel lusso.

La Polizia di Stato di Oristano, su disposizione del Tribunale di Cagliari, ha eseguito un sequestro preventivo urgente nei confronti di Gianluca Sanna, 35 anni, di Ghilarza.

I beni sequestrati al ghilarzese sono, fra gli altri, un appartamento a Bosa del valore di circa 150 mila euro, un’auto, conti correnti, libretti postali, buoni fruttiferi, polizze e altri valori, per un totale di circa 200 mila euro.

Gli uomini della Divisione anticrimine della Questura, coordinati dal Servizio centrale anticrimine, e coadiuvati dalla Guardia di finanza, infatti, hanno evidenziato come l’uomo, nonostante fosse disoccupato avesse un alto tenore di vita, frutto di attività illecite.

Questo ha portato l’autorità giudiziaria ad adottare nei suoi confronti la misura cautelare reale “…che mira a impedire che una cosa pertinente al reato possa essere utilizzata per aggravare o protrarre le conseguenze dello stesso”. In questo caso “…non essendo stato possibile agire direttamente sui beni costituenti il profitto o il prezzo del reato, sono stati sequestrati utilità patrimoniali nella materiale disponibilità del reo; in tal modo sarà possibile procedere, in caso di sentenza definitiva di condanna, alla confisca per equivalente (“confisca di valore”); un provvedimento disposto su somme di denaro, beni o altre utilità di cui il reo abbia la materiale disponibilità, per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, previsto per talune fattispecie criminose quando sia intervenuta condanna e sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto”.

Nei confronti del 35enne, lo scorso giugno, il questore di Oristano aveva proposto l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno, perchè soggetto pericoloso per la sicurezza pubblica.

Gianluca Sanna era stato arrestato, nel marzo 2019, nel corso dell’operazione antidroga “Texas Hold’em”, così denominata in quanto alcuni malviventi erano soliti “investire” parte dei ricavati dell’attività di spaccio nel gioco del poker, vincendo anche 5-10.000 euro per volta.

L’attività di indagine aveva evidenziato, già allora, un tenore di vita di alcuni arrestati non commisurato alla loro posizione di disoccupati, come il possesso di auto costose, abiti firmati, continui pranzi e cene in ristorante, abitazioni e altro, e portato la Polizia di Stato a sgominare una banda criminale costituita da 12 persone (di cui 7 arrestate in flagranza di reato) dedita allo spaccio di droga.

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