Feb 12

Coronavirus: nell’Isola 87 nuovi casi (4 in provincia e 2 a Oristano) e 8 decessi.

Sono 87 i nuovi casi rilevati nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale, e sono 40.037 i casi complessivamente accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Si registrano anche 8 decessi (1.054 in tutto).

In totale sono stati eseguiti 655.411 tamponi, per un incremento complessivo di 8.461 test rispetto al dato precedente. Il rapporto casi positivi-tamponi eseguiti segna per l’Isola un tasso di positività del 1%.

Sono 350 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (-8 rispetto al dato di ieri), mentre sono 33 (invariati) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 13.683. I guariti sono complessivamente 24.691 (+204), mentre le persone dichiarate guarite clinicamente nell’Isola sono attualmente 226.

Sul territorio, dei 40.037 casi positivi complessivamente accertati, 9.313 (+42) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 6.425 (+8) nel Sud Sardegna, 7.983 (+14) a Nuoro, 12.910 (+19) a Sassari, 3.406 (+4) in provincia di Oristano.

A Oristano oggi sono stati accertati 2 nuovi contagi e 5 guarigioni.

Per effetto dell’aggiornamento odierno i casi di positività al Covid-19 accertati dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono 732, i pazienti guariti sono 611, mentre i soggetti ancora in cura sono 106. Quindici i pazienti deceduti.

Un bel gesto di solidarietà dall’Orto di Eleonora e dall’Agricola Campidanese, che ha donato un pc portatile di ultima generazione, cartucce per la stampante, un forno microonde, un aspirapolvere e un asciugacapelli al Centro Antiviolenza di Oristano e all’Associazione Prospettiva Donna, che dal 2015 ne gestisce tutte le sue attività. Le donazioni saranno utilizzate all’interno della Casa rifugio del Centro Antiviolenza Donna Eleonora per lo svolgimento delle attività contro la violenza, e a favore di donne e minori vittime di violenza di genere. “L’Orto di Eleonora continua a sostenerci – spiega in una nota la presidente dell’associazione Prospettiva Donna, Patrizia Desole -. Oltre a essere una grande realtà nel territorio sardo, dimostra d’essere animata e sorretta da un notevole lato umano, riversando parte del proprio impegno al servizio di tanti progetti a sfondo sociale e con l’obiettivo di coltivare, oltre che i loro prodotti agricoli, anche la cultura della pace e della solidarietà. L’operato del Centro si concretizza anche grazie al supporto e alla generosità delle aziende locali e delle persone private che in modi differenti sostengono i percorsi delle donne presso la casa, presso il Centro e nei loro successivi percorsi di autonomia”.

Il Museo Diocesano Arborense di Oristano, dopo tre mesi di chiusura, riapre le sue sale e per l’occasione inaugura la mostra “Oristano al centro dell’Europa. L’attacco francese del 1637”. Il museo ospita i quattro stendardi monumentali provenienti dalla controfacciata della Cattedrale di Santa Maria Assunta, interessata dai restauri. Al visitatore viene , quindi, offerta la possibilità di ammirarli ad una distanza ravvicinata, data la loro originaria collocazione a circa dieci metri di altezza, e di conoscere una pagina della nostra città ricca di fascino e storia. Una testimonianza materiale dell’attacco francese alla città, nel febbraio 1637, che racconta Oristano nell’ambito della Guerra dei Trent’anni. Il 21 febbraio del 1637, una squadra della flotta francese comandata da Enrico di Lorena, conte di Harcourt, entrò nel golfo di Oristano e bombardò la torre del porto, costringendo alla fuga la piccola guarnigione. Migliaia di Francesi con alcuni cannoni risalirono il Tirso e raggiunsero Oristano, da cui tutti gli abitanti, allarmati dalle cannonate, erano sfollati col loro arcivescovo a Santa Giusta. Per gli invasori fu facile darsi al saccheggio. La reazione sardo-spagnola avvenne dopo alcuni giorni. Il Viceré de Urrea mobilitò almeno 2.000 fanti e 4.000 cavalieri, comandati da Diego de Aragall, che respinse gli occupanti, che si ritirarono. Le perdite francesi si contarono in 700 caduti, 36 prigionieri, 7 pezzi d’artiglieria, 700 moschetti, 11 barche, parte del bottino, e soprattutto svariati stendardi del Conte d’Harcourt. Era il 26 febbraio. La mostra sarà visitabile venerdì 12 febbraio dalle 17.00 alle 20.00, ed eccezionalmente lunedì 15 febbraio dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Fino a nuove diposizioni ministeriali sulle aperture museali, il museo sarà visitabile il martedì dalle 10 alle 13, il mercoledì e il giovedì dalle 17 alle 20 e il venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. L’ingresso sarà gratuito per tutto il mese di febbraio.

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