Ott 27

Difesa della salute: forte presa di posizione del consiglio comunale di Oristano.

ll consiglio comunale di Oristano chiede che i soggetti politici territoriali, i legislatori regionali eletti nel collegio di Oristano, i rappresentanti del territorio presenti in giunta regionale e gli organi di governo della sanità pubblica assumano una forte assunzione di responsabilità e impegni concreti a difesa e valorizzazione della sanità provinciale Oristanese.

È una presa di posizione forte quella dell’assemblea civica, che ieri ha approvato all’unanimità un ordine del giorno proposto dalla commissione speciale sanità.

Il consiglio chiede alla politica regionale un impegno concreto per dare risposte al bisogno di salute del territorio, ma anche la promozione e l’adozione di interventi, azioni e atti di natura sanitaria tesi al potenziamento e riqualificazione dell’Ospedale San Martino, alla valorizzazione dei nosocomi di Bosa e Ghilarza, ovvero alla ottimizzare di tutti i servizi distrettuali e le strutture sanitarie pubbliche presenti in provincia di Oristano.

Il consiglio comunale esprime anche adesione alla mobilitazione territoriale del 7 novembre promossa dalla stessa commissione per la sanità Oristanese, da Cgil-Cisl-Uil e dalle associazioni di tutela dei malati (Aniad, Thalassemici Or, Komunque Donne e Cittadinanzattiva) che hanno presentato un esposto alla Procura sullo sfilacciamento del sistema sanitario e sui disservizi dovuti anche alla cronica carenza di organico.

Con l’ordine del giorno approvato ieri, il consiglio comunale di Oristano rivendica il ripristino dei livelli essenziali di assistenza con prestazioni sanitarie appropriate ed efficaci, attraverso una sanità pubblica di qualità, integrata e non sostituita con quella offerta dai privati. Chiede la riorganizzazione del sistema sanitario provinciale, tenendo conto delle esigenze e delle peculiarità del territorio, partendo dal miglioramento della medicina di base e la valorizzazione della rete ospedaliera provinciale, senza prescindere dal principale Ospedale – il San Martino – che resta l’insostituibile presidio sul quale costruire un livello qualitativo di assistenza e cura.

Si chiedono anche risposte tempestive alle drammatiche carenze di organico del personale medico, infermieristico e di supporto, che interessa gli ospedali, la medicina distrettuale e le altre strutture sanitarie. Il ripristino degli organici va garantito con immediatezza oltre che con le attività concorsuali in atto e le graduatorie esistenti, con straordinari metodi di reclutamento dettati anche dagli effetti della pandemia in corso. Il consiglio comunale sollecita anche il Dea-Ospedale di 1° livello del San Martino, immediate soluzioni per rinforzare gli organici e ripristinare quelle discipline tempo-dipendenti e il reintegro dei reparti ospedalieri e i servizi distrettuali ridimensionati negli ultimi anni e in questi ultimi mesi.

Dall’assemblea civica di Oristano anche la richiesta della piena attuazione, per i tre Ospedali della provincia, di quanto contenuto nella ridefinizione della rete ospedaliera. Affidando a ciascun nosocomio una originale missione, migliorandone l’organizzazione e la qualificazione, evitando inutili indottrinamenti localistici ma privilegiando e attuando dei virtuosi percorsi di interazione funzionale e concretezza complementare.

Infine, si chiede un deciso miglioramento dei servizi socio-sanitari, adeguati investimenti sulla sanità pubblica Oristanese e maggiore attenzione alla introduzione di nuove tecnologie e alla dotazione di strumentazioni moderne e funzionali.

I lavori della commissione Sanità sono stati riepilogati dal presidente Efisio Sanna che ha ricordato le numerose sedute dedicate ad approfondire i temi della crisi della sanità oristanese, con una serie di audizioni delle associazioni del settore, degli ordini professionali, dei rappresenti Assl, dei consiglieri regionali. “Tutti eravamo a conoscenza dello stato di difficoltà della sanità nel territorio, ma il quadro che ne è emerso è stato ancora più preoccupante – ha detto Sanna -. Oggi ci confrontiamo con gli effetti catastrofici dei tagli lineari sul nostro sistema sanitario. La nostra sanità è al collasso e dirlo non è esagerato e non è solo effetto della pandemia da Covid. Concordiamo tutti sul fatto che la sanità non può essere un tema da trattare semplicemente facendo quadrare un bilancio – ha proseguito Sanna -. In questo senso occorre giocare un ruolo fondamentale nelle politiche regionali, Oristano può e deve svolgere un ruolo importante come capoluogo. La pandemia ha messo in evidenza l’importanza di una buona programmazione regionale, ma anche che la governance territoriale è altrettanto importante. Come istituzione comunale pretendiamo risposte – ha proseguito Sanna -. Bisogna partire dal diritto alla salute e dal declino che ha interessato l’Ospedale San Martino. Per garantire un livello accettabile di assistenza bisogna colmare le carenze di personale e procedere a un riequilibrio del San Martino”.

“La salute è un bene primario e il risultato che stiamo raggiungendo oggi può essere il punto di inizio di un processo virtuoso a patto che riusciamo a lavorare tutti insieme e senza divisioni – ha avvertito il sindaco Andrea Lutzu -. Il territorio, se non procede unito, non ottiene risultati. In questi 3 anni ho puntato molto sulla sanità. Abbiamo fatto tante riunioni e in questo consiglio non ho mai visto grandi divisioni, ma abbiamo sempre puntato al risultato finale. La manifestazione del 7 novembre nasce con uno spirito unitario della politica locale e delle associazioni così come dei cittadini e tutta la società civile”.

“Stiamo affrontando una gravissima emergenza sanitaria che non è dovuta solo al Covid, ma a una mancanza di organizzazione del sistema sanitario – ha detto Veronica Cabras (Riformatori) -. Questa emergenza ha reso più palesi queste carenze. Il diritto alla salute è sancito dalla costituzione e i cittadini oristanesi devono pretenderne il rispetto. Osservo però il risveglio delle coscienze dei cittadini che si stanno mobilitando con raccolte di firme e manifestazioni per difendere il diritto alla salute”.

Patrizia Cadau (Cinquestelle): “C’è grande soddisfazione nel vedere la risposta dei cittadini che fa esplodere quella bolla di inerzia nella quale eravamo precipitati. Come abbiamo potuto permettere finora che ci venisse sottratto il diritto alla salute, all’assistenza e alla cura? La sanità a Oristano è amministrata in modo clientelare, con importanti ramificazioni nella politica, con amministratori che non sanno amministrare. Le responsabilità vanno indagate e chi ha responsabilità deve sentirle sulla sua pelle. Dobbiamo rivendicare la centralità del territorio. 150 mila cittadini sono un’area vasta che merita attenzione e non solo un bacino elettorale”.

Per Carlo Cerrone (autosospeso di Forza Italia) “La commissione Sanità ha svolto un lavoro importantissimo e ha fatto emergere le gravi carenze degli organici, carenze che potranno essere sanate solamente attraverso l’espletamento dei concorsi. Bisogna rendere appetibile la scelta di Oristano per chi esercita le professioni mediche”.

Secondo Luca Faedda (autosospeso di Forza Italia) “I numeri parlano più delle parole. Le file delle persone ai banchetti che raccoglievano le firme a difesa della sanità testimoniano quanto questa disgrazia sanitaria sia sentita. La difficoltà interessa tutto il territorio regionale. Se i problemi sono i concorsi per colmare le carenze di organico, che notizie abbiamo dei concorsi. La commissione ha fatto un lavoro egregio, ma occorre una mobilitazione da parte di tutti i cittadini molto più intensa. Dobbiamo essere più forti nei confronti della Regione”.

“Il principio della tutela della salute è un diritto fondamentale di ognuno di noi e conseguentemente della collettività. Un diritto che è alla base di una eguaglianza che oggi è disattesa – ha detto Francesco Federico (indipendente) -. In questi mesi abbiamo effettuato un gran lavoro di ascolto per avere un panorama chiaro della sanità pubblica oristanese. Abbiamo assistito a un Pronto soccorso in difficoltà, allo smantellamento dell’emodinamica, alla difficoltà degli ospedali di Ghilarza e Bosa così come alle tante situazione critiche nella gestione dei pazienti e dei medici di famiglia. Tutto causato prevalentemente dalle carenze di organico, ma anche dalla scarsa volontà e capacità politica di garantire un efficace sanità pubblica. È giunto il momento di fare massa critica per alzare la voce e avere una sanità pubblica giusta”.

Per Antonio Iatalese (autosospeso di Forza Italia) “Il problema del Covid ha acuito i problemi della sanità oristanese. Noi combattiamo per il San Martino, ma anche per Ghilarza e Bosa. È un problema vecchio di almeno tre lustri. Questa crisi ha reso palesi i dubbi sulla gestione della sanità da parte delle regioni. Emerge con chiarezza che mancano le figure professionali, mancano le risorse e occorre che vengano stanziate”.

“È imbarazzante che si sia dovuti arrivare a tanto per ottenere il riconoscimento dei diritti della persona – ha osservato Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura) -. Sono allarmata per i dati emersi nel corso dei lavori della commissione. La situazione è catastrofica e siamo pronti a una forte mobilitazione”.

Luigi Mureddu (Psd’Az): “Da almeno tre anni il consiglio comunale è impegnato sulla vertenza sanità. Con il Covid le problematiche si sono accentuate e ci vuole impegno per portare il livello della qualità oristanese a livelli più alti”.

“La commissione speciale sanità in appena tre mesi ha compiuto un lavoro importantissimo, facendo sintesi rispetto alle esigenze generali – ha puntualizzato Maria Obinu (Pd) -. Le criticità del sistema ospedaliero del nostro territorio sono state la centro dell’attenzione della commissione. Mi auguro che il nuovo assessore alla sanità manifesti la stessa sensibilità verso le nostre istanze che ha avuto chi l’ha preceduto”.

“La situazione è molto più critica di quanto sembri e nei prossimi giorni mi aspetto decisioni molto difficili – ha avvertito Vincenzo Pecoraro (Udc) -. Oggi bisogna abbandonare ideologie e campanilismi ed essere pragmatici. Oggi mancano le specializzazioni e molti professionisti non vogliono venire a lavorare a Oristano, vogliono andare a Cagliari e Sassari, figuriamoci a Bosa e Ghilarza. Questo è il vero problema. Se dobbiamo tenere aperti questi ospedali bisogna rimodularli, creando servizi che non sono presenti nella sede centrale come la lunga degenza o la riabilitazione, servizi preziosi e rari. Altro problema sono gli infermieri. Le università ne sfornano pochi. La politica dovrebbe prendersela contro i burocrati della sanità che rallentano il sistema, sono come le cariatidi nei ministeri”. Pecoraro ha concluso con una provocazione: “Se si chiedesse ai dipendenti dell’ospedale come affrontare questa emergenza, la risposta al 90/95% sarebbe la stessa: chiudere temporaneamente un ospedale periferico e unire le forze su una sola pianta organica per poter gestire il problema”.

Per Lorenzo Pusceddu (Fratelli d’Italia) “In Sardegna c’è un importante divario tra le province. Ma la sanità è un diritto primario e va garantito a tutti”.

“Siamo in una situazione da delirio. Il quadro è umiliante e non possiamo più tollerarlo” ha rimarcato Andrea Riccio (Progres ).

Davide Tatti (Fortza Paris): “Siamo stati inerti nei confronti della sanità, ma anche di altri diritti che non siamo stati capaci di difendere. Abbiamo perso capacità di rappresentanza. Stiamo denunciando un degrado infinito, abbiamo visto immagini gravissime nel pronto soccorso del San Martino”.

Annamaria Uras (Coraggio e libertà): “Il lavoro della commissione ha permesso di prendere consapevolezza della tragicità della condizione del nostro sistema sanitario. Adesso è importante una presa di coscienza collettiva nei confronti di questo problema e la richiesta del rispetto dei diritti di un territorio. Dobbiamo riuscire a incidere sulle linee programmatiche regionali che riguardano la sanità. Non illudiamoci però. Non abbiamo fatto altro che prendere atto della situazione. Dobbiamo batterci per il San Martino di Oristano”.

Danilo Atzeni (Psd’Az): “Questo percorso deve coinvolgere tutto il territorio in maniera sinergica”

Fulvio Deriu (Fratelli d’Italia) “Stiamo compiendo un atto propulsivo verso chi ha il potere di agire con leggi e regolamenti. L’emergenza Covid ha trovato tutti impreparati e ha fatto emergere le lacune del nostro sistema. C’è un problema di natura attrattiva, ma anche di razionalizzazione del servizio”.

Il dibattito è stato concluso dal vicepresidente della commissione Sanità Giuseppe Puddu che, dopo aver rivendicato al suo gruppo politico (Fratelli d’Italia) il merito di aver proposto l’istituzione di una commissione speciale sulla sanità, è entrato nel merito dei problemi: “Oggi è chiaro a tutti il terremoto che sta investendo la sanità sarda e quella del San Martino e della sanità del territorio in particolare. Il tema della malasanità del territorio è all’attenzione del consiglio, è riassunto in un esposto alla Procura che fa emergere tutte le carenze del sistema sanitario cittadino ed è presente nelle azioni del comitato per la salute. Assistiamo al fallimento di una politica dell’assistenza e della difesa del territorio. I reparti al collasso e la cronica carenza dell’organico dell’ospedale ci hanno condotti a un punto di non ritorno. Non possiamo più soprassedere. Si è raggiunta però la giusta consapevolezza della gravità della situazione. La commissione oggi ottiene il giusto risultato dell’unitarietà di un’azione a difesa del diritto a una sanità efficiente. Il territorio non intende più delegare e derogare sulle scelte della programmazione della sanità della provincia – ha concluso Puddu -. Quella del 7 novembre sarà una mobilitazione generale e pacifica del territorio”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.