Mag 27

Non c’è pace per Solinas, sul test per i turisti scontro col sindaco di Milano Sala.

Scontro istituzionale, sul passaporto sanitario, tra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il presidente della Regione , Christian Solinas.

Parlando dei controlli sui passeggeri in arrivo Sardegna per la stagione estiva ipotizzati dal governatore Solinas, il sindaco Sala, anche se non ha citato direttamente la Sardegna, ha dichiarato che alcuni presidenti di Regione, come quello ligure, son pronti ad accogliere a braccia aperte i milanesi, “…altri, invece, che non cito, chiedono una patente di immunità. Parlando da cittadino prima ancora che da sindaco, io quando dovrò decidere la destinazione per le mie vacanze me ne ricorderò”.

La dichiarazione di Sala ha mandato letteralmente in bestia il presidente Solinas, che ha così replicato: “Sala in materia di coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia. Nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività.

La Sardegna – ha spiegato Solinas – lo ha fatto proprio per poter accogliere al meglio e in sicurezza tutti i cittadini, anche e soprattutto quelli che sarebbero fortemente penalizzati se il governo nazionale andasse avanti nell’ipotesi di bloccare la mobilità dei residenti in regioni considerate a rischio superiore verso quelle a basso rischio.

Con la mia proposta – ha sottolineato il governatore sardo – anche un cittadino di Milano potrebbe godersi da subito le vacanze in Sardegna, facendo un semplice test che certifichi la negatività al virus al momento della partenza”.

Intanto, per quanto riguarda il passaporto sanitario o certificato sanitario di negatività che dir si voglia, prima ci dovrebbe essere un passaggio in conferenza delle Regioni poi, se verrà dato il via libera, ci sarà l’approdo venerdì 29 maggio alla Conferenza Stato-Regioni. E’ questa la via istituzionale scelta dalla Sardegna sul certificato di negatività al Covid-19 che si intende chiedere ai turisti in arrivo nell’Isola a partire dal 3 giugno. Un passaggio cruciale per comprendere le intenzioni del Governo.

Oggi l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, ha cercato di capire il tempo necessario per la validazione dei test salivari sperimentati dall’Università lombarda (chissà come mai. ndr) “Insubria”. E cioè quel tipo di esami ipotizzati da Solinas perché darebbero esiti attendibili dopo pochissimo tempo. Ma, putroppo per lui e  Solinas, per il passaporto sanitario non si potrà fare affidamento sui test salivari sperimentati dall’Università “Insubria”. Perlomeno non da subito. “La squadra del professor Lorenzo Azzi che sta lavorando al progetto – ha spiegato mestamente  l’assessore Nieddu – deve ancora iniziare la sperimentazione finale, quella che consentirà di chiedere la validazione da parte dell’Agenzia del Farmaco (Aifa) un percorso che si dovrebbe chiudere entro l’estate”. Impossibile, quindi, liberalizzare la somministrazione dal 3 di giugno, data di riapertura degli scali sardi, nonostante  Christian Solinas & C. l’avessero strombazzato a mezzo mondo. Insomma, all coppia di sfigati Solinas/Nieddu non ne va bene una!

La Squadra Mobile della Questura di Oristano ha arrestato un 53enne di un paese in provincia di Oristano, con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una minorenne. Da tempo nel paese si vociferava della questione e, dopo aver sentito in Questura alcune persone, dopo varie intercettazioni e controlli per verificare quanto segnalato, gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato il 53enne. L’uomo dopo l’arresto è stato condotto presso il carcere di Massama, dove è stato sottoposto ad interrogatorio di garanzia, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. All’arresto è poi seguita la perquisizione dell’abitazione del 53enne, dove la Polizia ha sequestrato numerose apparecchiature informatiche che potrebbero portare ad ulteriori sviluppi dell’indagine, visto che da una prima analisi del materiale sequestrato sarebbero emersi elementi che non farebbero escludere che, anche in passato, altre minori abbiano avuto le attenzioni dell’arrestato.

Beni per circa nove milioni di euro sono stati confiscati all’ingegnere di Desulo, Paolo Salvatore Pinna, coinvolto nella maxi inchiesta su “sindacopoli”, per un giro di appalti truccati in Sardegna, scoperto quattro anni fa. I beni sequestrati, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza di Oristano, sarebbero stati accumulati dall’ingegnere proprio attraverso le gare pilotate. Il sequestro è diventato esecutivo dopo la decisione della Corte di Cassazione. “Nel tempo ha accumulato ricchezze e tenuto un tenore di vita sproporzionato rispetto ai suoi profili reddituali”. Così la Guardia di Finanza aveva descritto Pinna, al quale sono stati confiscati, come detto, beni per quasi nove milioni di euro. Sotto chiave sono finiti conti correnti, quote sociali di società, terreni e immobili di valore nei comuni di Cagliari, Aglientu, Palau e San Teodoro, oltre a quattro auto e una moto. Dall’accusa, l’ingegnere è ritenuto la figura centrale di “sindacopoli”, inchiesta culminata il 28 aprile 2015 con gli arresti in carcere e ai domiciliari di venti tra amministratori pubblici e professionisti, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e concussione, tutti reati finalizzati alla spartizione di incarichi professionali e appalti pubblici. A capo del giro, secondo la Procura di Oristano ci sarebbe Pinna, che insieme ad altri indagati avrebbe preteso dalle società che si aggiudicavano le gare il 3% dell’importo a base d’asta.

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