Mar 03

Dodici persone arrestate dai Carabinieri di Oristano per spaccio ed estorsione.

Sono dodici (almeno per il momento) le persone arrestate, stamattina, dai Carabinieri di Oristano, nell’ambito dell’operazione antidroga “Drug e Fire”, con l’accusa di far parte di una organizzazione dedita allo spaccio di droga e alle estorsioni nei confronti di “clienti” morosi.

L’operazione, che si è conclusa alle prime luci dell’alba, nei quartieri di Sant’Efisio e del Sacro Cuore a Oristano, a Santa Giusta e Fordongianus, ha impegnato un centinaio di militari della Compagnia di Oristano, con l’ausilio dei Cacciatori di Sardegna e di un elicottero dell’Arma. Eseguite anche numerose perquisizioni.

Gli arrestati sono Lara Pinna, 21 anni, di Oristano; Matteo Zucca, 33 anni, di Oristano; Francesco Spanu, 34 anni, di Oristano; Angelo Erdas, 68 anni, di Oristano; Davide Melis, 28 anni, di Oristano; Alice Camedda, 34 anni, di Santa Giusta; Alessandro Casu, 42 anni, di Santa Giusta; Giovanni Antonio Migheli, 47 anni, di Fordongianus; Patrizio Demartis, 22 anni, di Fordongianus; Cristian Vacca, 19 anni, di Santa Giusta.

Altri due provvedimenti di arresto sono stati, invece, notificati in carcere a Fabio Orrù, 32 anni, e a Sandro Mele, 30 anni, entrambi di Oristano, che erano già stati arrestati in flagranza di reato sempre per episodi relativi allo spaccio di sostanze stupefacenti, emersi nell’ambito dell’inchiesta.

L’indagine è partita dalla denuncia di un extracomunitario, il 9 febbraio 2019, che aveva dichiarato di essere stato vittima di un pestaggio da parte  di Matteo Zucca e della sua ragazza (che è indagata a piede libero) per non avergli pagato una fornitura di droga. Nell’episodio è poi risultato coinvolto anche Fabio Orrù che insieme alla ragazza, Lara Pinna, pochi giorni prima si erano resi protagonisti di un altro episodio sempre relativo alla droga.

Le successive indagini hanno permesso ai Carabinieri di ricostruire un giro di spaccio di sostanze stupefacenti organizzato dalla coppia Orrù-Pinna, che si avvalevano di alcuni “spacciatori al dettaglio”, come Matteo Zucca, Angelo Erdas, Sandro Mele, Davide Melis, Alessandro Casu, Alice Camedda ed altri.

I Carabinieri hanno poi ricostruito alcuni episodi di estorsione (quattro macchine incendiate) nei confronti di chi aveva comprato la droga ma non l’aveva pagata, che sembrerebbe siano stati organizzati da Fabio Orrù e commessi da giovani ingaggiati per lo scopo, tra cui Cristian Vacca.

Nell’ambito della stessa indagine gli inquirenti sono anche risaliti a Giovanni Antonio Migheli di Fordongianus, che forniva a Orrù e Pinna grossi quantitativi di marijuana. Marijuana che il nipote di Migheli, Patrizio Demartis, trasportava da Fordongianus a Oristano.

Durante le perquisizioni, effettuate mentre si eseguivano le misure cautelari, sono stati trovati e sequestrati 30 grammi circa di marijuana; 0,10 gr. di cocaina; 5 piante di cannabis indica, di altezza media di 40 cm; 16 semi di cannabis indica; 12 fiale di anabolizzanti; 268 compresse di anabolizzanti; 3 bilancini; materiale vario per il confezionamento delle dosi di droga; un impianto completo per la coltivazione indoor; 7065 euro, con tutta probabilità provento di attività illecite; documentazione utile, secondo i Carabinieri, come prova per le attività illecite.

Lieve flessione in valori assoluti dei detenuti nelle carceri della Sardegna nel mese di febbraio (sono passati in un mese da 2.319 a 2310, 44 le donne) ma sono ancora oltre il limite regolamentare a Oristano-Massama (287 per 265 posti), Cagliari-Uta (598 per 561) e Sassari-Bancali (469 per 454). In aumento anche le presenze a Nuoro Badu’ e Carros: 293 per 381 posti, ma una sezione di una novantina di posti è sottoposta a lavori di ristrutturazione. “I dati diffusi dalla sezione statistica del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – ha osservato Elisa Montanari, presidente di Socialismo Diritti Riforme, l’associazione che esamina puntualmente la situazione nei dieci istituti dell’isola – continuano a presentare una realtà detentiva in sofferenza, soprattutto nelle sedi più grandi. Emblematiche le situazioni nelle case circondariali di Sassari e Cagliari, dove si registra peraltro un’alta percentuale di stranieri (rispettivamente 36 e 26%). Non molto dissimile la condizione dei ristretti nelle case di reclusione di Oristano e Tempio Pausania, anche se in queste realtà il numero degli stranieri è poco significativo. Le presenze numericamente più importanti di stranieri – ha sottolineato Montanari – sono come sempre nelle case di reclusione all’aperto. In particolare a Is Arenas (72 su 86), Mamone (137 su 170) e Isili (37 per 77). Registriamo il positivo arrivo a Sassari del nuovo direttore Graziano Pujia, a cui facciamo gli auguri di buon lavoro, ma non possiamo dimenticare che i responsabili degli istituti in Sardegna sono solo cinque. Permane, quindi, un forte disagio per gli operatori penitenziari, oltre che per le persone private della libertà, non potendo contare sulla presenza esclusiva e costante del responsabile della struttura. Il problema però non sembra interessare il Ministero – ha denunciato la presidente dell’associazione – che continua a non tenere nella giusta considerazione la realtà dell’Isola”.

Mercoledì scorso l’incontro con Papa Francesco durante l’udienza generale in piazza San Pietro, e oggi il faccia a faccia al Quirinale con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E’ stata una settimana piena di emozioni per il 22enne sardo Paolo Palumbo, il più giovane malato di Sla d’Italia, conosciuto dal grande pubblico per la sua apparizione sul palco del Festival di Sanremo, ospite d’onore di Amadeus. “Stento a credere di aver incontrato il Santo Padre, che con la sua grandezza e semplicità mi ha rivolto uno sguardo e sussurrato parole che non potrò mai dimenticare. Così come è difficile rendermi conto del luogo in cui mi trovo in questo preciso momento. Presidente Mattarella, le sono grato per avermi voluto qui”, ha scritto Paolo Palumbo, che parla grazie ad un sintetizzatore vocale e attraverso l’aiuto del fratello, che lo accudisce. “La parola che descrive la mia favola, è fratellanza – ha detto Palumbo -. Come lei ben sa, il legame tra due fratelli è un mistero che solo chi prova in prima persona può comprendere. Io vivo grazie a questo legame, che si manifesta nella straordinaria persona che ho accanto a me, mio fratello Rosario. Insieme, negli ultimi anni, abbiamo capito il valore dell’altruismo – ha raccontato Paolo -, imparando molto l’uno dall’altro e diventando uomini. Ma ho imparato anche che non serve un legame di sangue per legittimare due persone ad aiutarsi. Tutti potrebbero comportarsi con gli altri come se questi fossero fratelli, dando loro un amore disinteressato e autentico; e così facendo, ci vorrebbe poco per trasformare questo mondo in un posto davvero migliore”. Durante il colloquio Palumbo ha fatto anche sentire a Mattarella la canzone presentata a Sanremo e ha donato al Capo dello Stato il cd e il libro “Sapori a Colori”, scritto con lo chef Luigi Pomata.

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