Ott 23

Tra quindici giorni la nomina dei nuovi amministratori delle Province.

Fine delle trasmissioni per gli amministratori straordinari delle Province di Oristano, Nuoro e Sud Sardegna.

Il consiglio regionale ha, infatti, approvato una “leggina”, secondo la quale l’esecutivo deve nominare entro 15 giorni i nuovi commissari delle Province, enti ritenuti inutili dalla stragrande maggioranza dei cittadini che in massa si erano espressi per la loro totale abolizione.

Compito dei nuovi amministratoti straordinari sarà quello di traghettare le Province sino alle elezioni (sic!), da tenersi entro il 1° luglio 2020.

Ovvero il tempo necessario per approvare la riforma degli enti locali che, tra l’altro, ipotizza anche un ulteriore “genialiata” di questo lungimirante governo regionale di centrodestra a trazione legosardista: la resurrezione della Provincia della Gallura.

Come se questo, poi, non dovesse suscitare la giusta reazione delle altre ex Province tagliate fuori, con tutto il caos che questo comporta, anche se si sta cercando di tacitare la prevedibile levata di scudi di quei territori con “oboli” tipo il riconoscimento di zone omogenee e altre amenità similari, e con prebende per sub commissari, vicecommissari, sottocommissari ecc.

Insomma, il tipico modo di agire di chi, da tempo, è abituato ad attuare una politica alla giornata e a dir poco superficiale: intanto variamo il provvedimento, poi, se è il caso, ci mettiamo una pezza.

10 comments

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    • Livio on 23 ottobre 2019 at 16:08
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    Le Province sono sempre state usate come cimiteri degli elefanti della politica per sistemare frilli e trombati.

    • un cittadino oristanese on 23 ottobre 2019 at 16:39
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    In uno stato democratico il pensiero di massa dovrebbe essere convertito in legge dai rappresentanti del popolo eletti nelle assemblee legislative. E’ vero che la legge Del Rio andava in questa direzione, ma quando “la massa” è stata chiamata a pronunciarsi con il referendum costituzionale (con tutti i distinguo del caso) ha votato (anche) contro l’abolizione delle province. E’ vero anche che non sempre il pensiero comune va nella direzione dell’interesse comune. In questo caso se lo Stato, oltrechè democratico, è anche liberale, dovrebbe garantire i diritti di tutti i cittadini, tra cui il diritto alla mobilità, all’istruzione e al vivere in un ambiente sano. Le province esercitano queste competenze e garantiscono l’esercizio delle stesse al livello più vicino al cittadino tenendo conto dei principi di efficienza e risparmio. Perchè conferirle alle unioni di comuni rappresenterebbe un aggravio di costi e contemporaneamente una perdita di efficacia. Riportarle al livello regionale le renderebbe più efficienti ma verrebbe meno il principio di sussidiarietà. Con buona pace dei detrattori le province rappresentano ancora oggi, un livello intermedio necessario a gestire con equilibrio le funzioni sovracomunali. Prima di demolirle sarebbe necessaria una riforma organica che riguardi tutto lo schema istituzionale.

    • Tore on 23 ottobre 2019 at 17:27
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    Chi difende le province o è un politico o ci lavora… Come ente intermedio hanno fallito alla grande e sono una spesa inutile per la comunità. Ergo, le province sono un Ente inutile da abolire e basta!

    • No al centrismo regionale on 23 ottobre 2019 at 21:30
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    Lasciare le province e abolire le regioni sarebbe cosa buona e giusta.

    • Che ce vado on 23 ottobre 2019 at 22:10
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    Le competenze e i dipendenti devono passare alle unioni di comuni

    • Giampaolo on 24 ottobre 2019 at 8:11
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    Potenziare i Comuni, obbligare i Comuni più piccoli ad unirsi tra loro, eliminare le Province e le Regioni, vero covo di corruzione e clientele.

    • anti province on 24 ottobre 2019 at 9:14
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    se proprio vogliono tenere le province – anche se il popolo ha deciso diversamente – per prima cosa occorre buttare fuori de pressi i politici e limitarne al massimo le competenze, affidandone la gestione a un presidente che non deve essere scelto assolutamente tra i sindaci – che già si sentono dei podestà – nè tra funzionari burocrati.

    • Giuseppe on 24 ottobre 2019 at 9:29
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    Le Province sono un ente intermedio inutile e dannoso per le casse dello Stato, quindi bisogna abolirle senza mezzi termini. Bisognerebbe invece togliere alcune competenze alle Regioni, altro ente sovradimensionato, e passarle ai Comuni aumentando risorse e personale.

    • Felice on 24 ottobre 2019 at 12:15
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    Una riforma complessiva ormai non è più rimandabile, considerato che comuni, regioni e province da anni fanno acqua da tutte le parti. La mancanza di finanziamenti consistenti e spesso gestioni indecenti hanno costretto questi enti a fare dei salti mortali non preventivati che hanno portato soprattutto le province ad un passo dal fallimento. Lo svuotamento di competenze le ha rese ora del tutto insignificanti e oltre a un ricovero per sindaci a fine carriera non hanno più alcuna ragione di esistere.

    • No alla Regione, si ai territori coordinati on 24 ottobre 2019 at 22:19
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    Se si scegliesse di creare solo entità, per es. sul genere delle città metropolitane andrebbe bene comunque. L’importante è chiudere la dispendiosissima Regione. D’altronde Cagliari Città Metropolitana esiste già; il resto dei territori basterebbe affidarli ad altre città metropolitane e il risultato sarebbe ottimo per il riequilibrio dei finanziamenti e poteri locali (così come è ora il tutto è fortemente sbilanciato a favore di Cagliari). Meglio avere anche: Sassari e il suo territorio, Olbia e il suo territorio, Nuoro e il suo territorio, Tortolì-Lanusei-Muravera e il loro territorio, Cagliari e il suo territorio, Carbonia-Iglesias e il loro territorio, Oristano-Macomer-Bosa e il loro territorio. Sette entità di pari dignità e potenzialità di miglioramento, crescita e sviluppo.

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