Dic 28

Da Oristano e Palmas un “no” deciso all’impianto termodinamico a San Quirico.

Oristano e Palmas Arborea sollevano la voce ed esprimono, ancora una volta, un parere nettamente contrario al progetto per la realizzazione di un impianto termodinamico a San Quirico.

Ieri sera lo hanno fatto con l’autorevolezza dei due consigli comunali, riuniti in seduta congiunta a palazzo degli Scolopi, che hanno votato all’unanimità una delibera che ribadisce la contrarietà al progetto della San Quirico Solar power, e chiede al presidente della Regione e all’assessore regionale all’Ambiente di attivare tutte le procedure, anche presso la presidenza del Consiglio dei ministri, per bloccare l’iniziativa industriale.

“È la quarta volta che discutiamo questo argomento in consiglio comunale – ha detto il vicesindaco di Palmas Arborea, Costantino Sanna -. Siamo contrari perchè buona parte dei danni ricadrebbero sul territorio del comune di Palmas. La qualità dell’aria, e quindi della vita, ne risentirebbe pesantemente a causa delle polveri sottili prodotte dall’impianto. Chiediamo un intervento della Regione e un interpello al Consiglio dei ministri, così come è stato fatto per l’impianto di Gonnosfanadiga”.

“È paradossale che siamo riuniti oggi, dopo che nei giorni scorsi la Regione ha espresso soddisfazione per la bocciatura dell’impianto di Gonnosfanadiga – ha aggiunto il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu -. Da quest’aula deve venire fuori un parere politico dei due consigli comunali. Non è accettabile che un ente locale non possa decidere della propria sorte, non possa decidere che un impianto termodinamico di impatto medio-basso possa essere ubicato nel proprio territorio. Da parte mia farò tutte le azioni possibili e immaginabili affinchè questo impianto non si realizzi. Sono successe cose poco chiare in questo procedimento, che è andato avanti nonostante tre delibere del consiglio provinciale e dei consigli comunali di Oristano e Palmas Arborea – ha proseguito Lutzu -. Adesso inizia iter dell’autorizzazione unica, ed è giusto essere realisti: in quella sede, nelle conferenze di servizi ci si esprimerà tecnicamente, ma questo non ci impedirà di far sentire la nostra contrarietà. Chiediamo che la Regione si pronunci e attivi una procedura come per l’impianto di Guspini e Gonnosfanadiga”.

Durante il dibattito, unanime è stata l’opposizione al progetto e forti le critiche sulla scelta dell’ubicazione, sulle caratteristiche dell’impianto, sulla posizione della Regione e sulle norme che impedirebbero alle comunità locali di far pesare la loro posizione attraverso le istituzioni del territorio.

Per Patrizia Cadau (Movimento 5 Stelle) l’impianto è un ecomostro che non garantisce posti di lavoro, non porta ricchezza e non assicura sviluppo: “Questa operazione non è voluta da noi, dai nostri cittadini, dalle nostre imprese, dal nostro territorio, non lo vogliamo. Vengono a stuprare 77 ettari del nostro territorio per una semplice speculazione”.

Angelo Angioi (Forza Italia) ha ricordato le caratteristiche principali dell’impianto che sorgerà su un’area di 77 ettari (43 ettari di campo solare e la parte restante riservata a servizi), la centrale a biomasse che serve per i periodi di fermo del campo solare e un investimento di 93,5 milioni di euro: “Il progetto riguarda una zona agricola, ma la nostra pianificazione urbanistica non consente impianti di quel tipo in quelle aree. Oggi dobbiamo esprimere una valutazione su questi temi ed è impensabile che si voglia escludere un’amministrazione comunale dalla realizzazione di impianti di questo tipo e di questa portata sul proprio territorio. La Regione utilizza metri diversi per valutare progetti simili nell’Isola”.

“Un impianto industriale dovrebbe trovare collocazione da altre parti e non in una zona agricola – ha detto Andrea Muru (Fortza Paris) -. Sottrarrebbe grandi quantità d’acqua alle attività agricole. Il parere su impianti di questa importanza non può essere sovraordinato al parere delle popolazioni locali”.

“Purtroppo ancora una volta la città e il territorio vedono negati il proprio diritto all’autonomia e al governo del territorio – ha denunciato Veronica Cabras dei Riformatori Sardi -. Siamo sovrastati dai poteri forti e da una Regione che non si fa portavoce degli interessi dei cittadini, ma costituisce lobby di interessi di pochi e non è rappresentativa degli interessi della cittadinanza. Questo è un tema importante, soprattutto a livello politico, perché se l’ente locale fosse scavalcato in nome delle speculazioni si creerebbe un pericoloso precedente”.

Andrea Riccio (Capitale Oristano) ha ricordato che la “Sardegna è una grande esportatrice di energia elettrica, e allora a chi serve questo impianto? Io rivendico la vocazione agro-pastorale del nostro territorio, e le nostre produzioni agricole si vedrebbero sottrarre 117 mila metri cubi d’acqua”.

Anna Maria Uras (Coraggio e libertà) ha denunciato “…l’inerzia dei politici nostrani che nulla hanno fatto per bloccare il progetto e far valere la posizione delle amministrazioni locali. Tutti hanno detto che questo intervento non serve al territorio, e allora perché lo si vuole fare? Nulla dei profitti di questa iniziativa resterà al nostro territorio. Dobbiamo far valere a nostra posizione e delle persone che rappresentiamo”.

Maria Obinu ha chiesto che la giunta Lutzu revochi la delibera della giunta Tendas per la convenzione con la Solar power, mentre l’indipendente Francesco Federico ha proposto un ricorso al Tar per opporsi a un impianto industriale che sorge in area agricola. Le proposte dei due consiglieri, trasformate in emendamenti alla delibera, sono state votate e respinte dall’aula.

Dito puntato contro la Regione “…a cui – secondo Gigi Mureddu (Forza Italia) – della comunità oristanese e di quella di Palmas non frega niente, e questo è chiaro nella delibera della giunta regionale”.

Per Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura) si discute di “…un progetto scellerato per tanti motivi: per le 18 buste paga a fronte di guadagni annui di 17 milioni di euro e per un inaccettabile impatto ambientale per consumo idrico e sfruttamento del suolo”.

Secondo Davide Tatti (Fortza Paris) “…è impensabile che il nostro territorio, a vocazione agricola, possa essere deturpato in questa maniera”, mentre per Danilo Atzeni (Un’altra Oristano) “…il territorio rischia di essere violentato a causa dell’inerzia della politica”.

Pollice verso anche da parte dei consiglieri comunali di Palmas Arborea: Giovanni Murredda (che ha espresso parere favorevole alla delibera in discussione) e Giuliano Corrias, secondo cui “…molti dimenticano che si parla di una zona dove sorge il parco del Monte Arci e di un’area sic dove nidificano tante varietà di uccelli”.

Potrebbe essere di natura dolosa, l’incendio che durante la notte ha distrutto il ristorante “Le Quattro More” di Bosa Marina. Il rogo è divampato poco prima delle 4 e ha interessato tutta la parte del locale realizzata in legno, compresi gli arredi. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco dei comandi provinciali di Oristano e di Nuoro che hanno lavorato per oltre tre ore prima di mettere in sicurezza la struttura. Lo stesso locale era stato distrutto da un incendio già nel giugno del 2015. Il locale era chiuso, visto che apre solo nella stagione estiva. Sull’episodio indagano i carabinieri della stazione di Bosa e della Compagnia di Macomer.

Luigi Stefano Sanna, 47 anni, di Riola Sardo, è stato arrestato dai Carabinieri del paese per il reato di rapina. Sanna, con il volto coperto e con un coltello in mano, ha intimato alla cassiera della rivendita della Cooperativa Allevatrici Sarde di Nurachi di consegnargli i soldi contenuti nella cassa, circa seicento euro, e poi è scappato. I Carabinieri lo hanno rintracciato, in meno di mezz’ora, a bordo di un’auto con ancora i soldi frutto della rapina e il coltello.

Il concerto Rock Container si terrà venerdì 29 dicembre, a Oristano, al teatro San Martino, alle ore 18. Lo spettacolo, compreso nel tabellone degli avvenimenti “Aspettando il Natale e… il Nuovo Anno”, era previsto alla stessa ora in piazza Roma, ma le incerte condizioni meteorologiche hanno reso necessario lo spostamento prudenziale all’interno del Teatro San Martino.

La Sezione arbitri di calcio di Oristano, in collaborazione con l’Associazione allenatori calcio, ha organizzato per sabato 30 dicembre, dalle 8 alle 14, in piazza Roma, a Oristano, una donazione di sangue con l’autoemoteca dell’Assl.

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