Ott 25

Varata la nuova rete ospedaliera.

Il consiglio regionale ha approvato la riforma della rete ospedaliera. Ecco cosa cambierà non appena la riforma otterrà il via libera del ministero della Salute.

A parte la rimodulazione dei posti letto (i pubblici scendono da 4.905 a 4.643), principio ispiratore della riorganizzazione è quello dell’Hub and Spoke, per cui l’assistenza ad alta complessità è concentrata in centri d’eccellenza (Hub), supportati da una rete di servizi (centri Spoke) che si occupano dei pazienti a livello territoriale.

Due gli Hub nell’Isola: il Santissima Annunziata di Sassari e l’Azienda Brotzu di Cagliari, definiti Dea (dipartimento emergenza e accoglienza) di secondo livello perché sono in grado di offrire servizi importanti di emergenza e accettazione, e di cardiochirurgia.

In realtà, il testo emendato dal consiglio regionale ne prevede un terzo, il San Francesco di Nuoro, che da Dea di primo livello rinforzato acquisisce la qualifica “con servizi di secondo livello” perché sede di Breast Unit (Centro di senologia; gli altri due sono a Cagliari e Sassari) e di Stroke Unit (Unità ospedaliera specializzata nella cura dell’ictus).

Nei raggi che si irradiano dal centro, dopo gli Hub si incontrano i Dea di primo livello: il presidio di Oristano; a Cagliari, il Policlinico universitario e il Santissima Trinità di Is Mirrionis; nel Sulcis il Sirai di Carbonia e il Santa Barbara di Iglesias; nel Medio Campidano l’ospedale di San Gavino, quindi il presidio di Olbia e quello di Alghero-Ozieri. Infine c’è il caso del Nostra Signora della Mercede di Lanusei, che con il riordino diventa “presidio ospedaliero con servizi di primo livello”.

Restano gli ospedali di zona disagiata: Bosa, Sorgono, Muraverae e Isili, tutti con un reparto di medicina generale abilitati per la chirurgia generale. E gli ospedali di comunità: Tempio, Ittiri e Thiesi, con predisposizione per la degenza post operatoria.

Infine La Maddalena: il presidio del Paolo Merlo, che conserva la qualifica di ospedale di zona disagiata, è stato al centro del dibattito per tutto l’iter di approvazione della riforma. Il decreto ministeriale 70 prevedeva la disattivazione del punto nascita, che invece resiste, anche per consentire i parti normali. Non solo: il presidio avrà anche la camera iperbarica.

I casi di violenza sulle donne registrati in provincia di Oristano nel corso del primo semestre dell’anno sono 138. Il dato è stato fornito alla Prefettura dalla Polizia, dal Centro antiviolenza Donna Eleonora, dai consultori e dalle strutture ospedaliere della Assl, in attuazione di un protocollo d’intesa interistituzionale sottoscritto nel 2013. A ricevere il maggior numero di denunce e segnalazioni (86) sono stati il Centro antiviolenze di Oristano e le strutture sanitarie della Assl. Sono 52, invece, i casi rilevati dalle Forze dell’ordine, 33 dei quali a seguito di denuncia, e 7 di propria iniziativa. Il report, pubblicato sul sito della Prefettura, non permette di fare un confronto col passato sui dati complessivi. Per quanto riguarda i dati rilevati dalle Forze dell’ordine il confronto è comunque positivo, perché nel 2016 si sono registrati 22 casi in meno rispetto al 2014, e 15 in meno rispetto al 2015; e anche il dato del primo semestre sembra confermare il trend positivo. Il rilevamento mette insieme varie tipologie di violenze, da quelle fisiche e psicologiche (che costituiscono da sole la fetta più grossa), a quelle sessuali, che sono solo il 3,57% di quelle rilevate dalle Forze dell’ordine e il 6,36% di quelle rilevate dal Centro antiviolenza e dalle strutture sanitarie. Le vittime delle violenze sono per la stragrande maggioranza italiane, ma ci sono anche cittadine straniere ed extracomunitarie. Gli autori delle violenze, almeno per i casi registrati dalle Forze dell’ordine, sono invece tutti italiani. A commettere le violenze sono, nella maggior parte dei casi, i mariti e gli ex mariti, i conviventi e gli ex conviventi delle vittime. Il luogo della violenza è sopratutto la casa di abitazione.

Giuseppe Puddu, consigliere dell’Udc al comune di Oristano, ha presentato una mozione per ricordare al consiglio e alla giunta Lutzu l’obbligatorietà di procedere all’aggiornamento della graduatoria definitiva per l’assegnazione in locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. “Premesso che il 19 marzo 2013 era stata nominata la commissione per l’aggiornamento della graduatoria per l’assegnazione in locazione degli alloggi di edilizia residenziale – si legge nella mozione -; che in data 23 aprile 2014 era stata formulata la graduatoria definitiva permanente…; accertato che la legge regionale n.13 dell’89 all’articolo 12 dispone che con cadenza almeno biennale si debba procedere all’aggiornamento delle graduatorie definitive; che a tutt’oggi non risulta costituita la prescritta commissione per l’aggiornamento della graduatoria…; preso atto che la graduatoria risulta scaduta dal 24 aprile 2016; che le risultanze elettorali dell’11 e 25 giugno hanno portato alla proclamazione dell’elezione di un nuovo sindaco e all’elezione di nuovi 24 consiglieri…; che anche recentemente l’amministrazione omunale, richiamando la graduatoria definitiva, formulata il 23 aprile 2017, ha assegnato 2 alloggi di edilizia residenziale pubblica nel comune di Oristano, gestiti da Area; che sarebbe opportuno – si legge ancora nella mozione di Puddu -, per una corretta trasparenza amministrativa, apprendere quanti alloggi, ad oggi, sono stati assegnati dall’amministrazione, ad oggi, e successivamente alla data di scadenza della graduatoria …; che non è dato sapere il perché, sino ad oggi, l’amministrazione non ha provveduto all’adozione degli atti propedeutici all’aggiornamento della prescritta graduatoria…”. Tutto ciò premesso, Giuseppe Puddu, oltre a chiedere chiarimenti in merito all’accaduto, impegna il sindaco e la giunta “…ad attivare ogni iniziativa di propria competenza, affinché sia verificata la regolare condotta della azione amministrativa svolta dalla data di scadenza della graduatoria (24 aprile 2016), avendo cura di renderne edotto il consiglio Comunale ; e a far predisporre, con l’urgenza consentita, i dovuti e necessari atti propedeutici alla costituzione della prescritta commissione competente, che dovrà provvedere all’aggiornamento della graduatoria definitiva permanente per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica”. (Giuseppe Puddu, consigliere comunale Udc).

I ragazzi dello “Spazio giovani”, giovedì pomeriggio ripuliranno, a Oristano, la rotonda di Brabau, tra il ponte sul Tirso e la fine di viale Repubblica. L’iniziativa fa parte di un percorso sull’educazione ambientale che lo Spazio Giovani di Sa Rodia, in collaborazione con gli assessorati all’Ambiente e alle Politiche giovanili del comune di Oristano, sta portando avanti da tempo. Pochi giorni fa, i giovani del Centro sono stati impegnati nella Sagra del surf, a Putzu Idu. In uno stand hanno attrezzato laboratori scientifico-artistici e coinvolto tre classi delle scuole superiori (artistico, I.T. turistico e I.T. sportivo) e, inoltre, hanno partecipato alla pulizia della spiaggia di Sa Mesa Longa (25 kg di plastica raccolti in 1 ora). In precedenza i ragazzi dello Spazio Giovani, impegnati nella riqualificazione di spazi pubblici, si erano distinti nella pulizia della sede dell’Unitre, al Foro boario, e nella realizzazione dei graffiti all’ingresso del campo Tharros. “Le attività dei ragazzi del Centro giovani non intendono essere risolutive del fenomeno, ma trasmettono alla città un alto valore simbolico, funzionale allo sviluppo del senso di appartenenza a una comunità pulita, ordinata e rispettosa dell’ambiente e del territorio”, ha osservato l’assessore alle Politiche giovanili, Gianna De Lorenzo,che ha subito accolto la proposta e garantito il supporto necessario. Una pattuglia della Polizia locale sarà presente per tutelare la sicurezza dei ragazzi durante le operazioni di pulizia. L’assessore all’Ambiente, Gianfranco Licheri, invece, ha messo a disposizione il personale e i mezzi dell’Ufficio ambiente per collaborare alla raccolta e al ritiro dei rifiuti che ovviamente saranno differenziati. “Apprezzo tantissimo – ha detto Licheri – che i ragazzi si mettano a disposizione per attività come queste, che ancora una volta hanno l’intento di sensibilizzare tutta l’opinione pubblica al senso del rispetto e del decoro urbano”.

l comune di Oristano e la Biblioteca comunale, hanno aderito alla quarta edizione di “Libriamoci”, che si tiene in tutta Italia fino al 28 ottobre. L’iniziativa, che prevede giornate di lettura nelle scuole, è promossa dal Ministero dell’Istruzione, attraverso la Direzione Generale per lo Studente, e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attraverso il Centro per il libro e la lettura, e si rivolge alle scuole italiane, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado. “Libriamoci” viene realizzato attraverso l’inserimento, nelle attività scolastiche delle sei giornate, di momenti di lettura ad alta voce (gli appuntamenti organizzati l’anno scorso sono stati oltre 4 mila). Tre i filoni tematici proposti per questa edizione, ai quali insegnanti e studenti possono aderire o ispirarsi: lettura e ambiente, lettura e solidarietà, lettura e benessere. E’ stata, inoltre, rinnovata l’alleanza tra Libriamoci e #ioleggoperché, organizzata dall’Associazione italiana editori, a sostegno delle biblioteche scolastiche di tutta Italia. Le due campagne nazionali operano in contemporanea per comunicare insieme l’amore per la lettura e il suo insostituibile valore culturale e formativo. La quarta edizione di “Libriamoci” può contare su una nutrita schiera di partner, tra cui l’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani – che invita i sindaci a recarsi come lettori d’eccezione nelle scuole dei propri territori. Oristano, che ha il titolo di “Città che legge 2017”, ha aderito alla proposta stabilendo un programma, coordinato dalla Biblioteca comunale, con la cura organizzativa dell’Ufficio di gabinetto del sindaco. Il sindaco Andrea Lutzu e l’assessore alla Cultura Massimiliano Sanna, nelle mattinate del 27 e 28 ottobre, si recheranno nelle sedi dei 4 istituti comprensivi, per trasformarsi in lettori ad alta voce, certamente occasionali ma non per questo privi di entusiasmo e di espressività.

S’Apposentu di Casa Puddu, a Siddi, ha conquistato le Tre Forchette., e si conferma il miglior ristorante della Sardegna. Il locale di Roberto Petza (stella Michelin) per la guida “Ristoranti d’Italia 2018 del Gambero Rosso” è tra i 38 migliori in Italia, e vale quindi la pena di programmare un viaggio in Sardegna, tra le colline della Marmilla, per gustare le sue specialità. S’Apposentu si posiziona a sei punti dal ristorante top: l’abruzzese Niko Romito del ristorante Reale, a Castel di Sangro, ai vertici della classifica. Per Roberto Petza si tratta di una conferma: per cinque anni consecutivi, a partire dal 2013, primo e unico in Sardegna, per lui arrivano i 90 punti essenziali per entrare nella rosa dei premiati e ottenere il prestigioso riconoscimento delle Tre Forchette. Un premio non solo all’eccellenza della cucina, ma al progetto che lo chef porta avanti nel suo territorio. “Quest’anno abbiamo fatto tre più tre – ha detto Roberto Petza -. Di recente la guida “I Ristoranti d’Italia” de L’Espresso ci ha infatti premiato con i Tre Cappelli. Un’altra grande soddisfazione per lo chef, che ha fatto dell’eccellenza e dei piatti a km 0 la cifra della sua arte culinaria; una cucina frutto di un mix tra ricette e materie prime della sua terra, e sofisticati e creativi sapori. “Ringrazio il mio staff e ringrazio mio figlio, a cui sottraggo ore per dedicarmi al mio lavoro. Ci vuole dedizione e impegno, solo così si ottengono i risultati e soddisfazioni come queste. Sono felice anche per il risultato ottenuto da Roberto Serra e Clelia Bandini”. La Sardegna, infatti, si è fatta apprezzare dalla Guida del Gambero Rosso anche per i ristoranti Su Carduleu di Abbasanta, chef Roberto Serra, e Lucitta a Tortolì, chef Clelia Bandini (allieva di Petza), premiati per la prima volta per la categoria rapporto qualità-prezzo. Le loro insegne erano già presenti nella guida con buoni punteggi, ma l’aumento di qualità che il “Gambero” ha recepito ha portato a questo successo. Impostazioni diverse ma entrambi puntano sul grande rispetto e valorizzazione del territorio e delle materie prime in un riuscito mix fra tradizione e modernità. (Ansa).

 

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