Giu 14

Diabete. A Oristano un modello innovativo: gli ambulatori infermieristici per intensità di cure.

Un’assistenza su misura per la persona con diabete e un percorso terapeutico tarato sulle effettive esigenze di ciascuno, modulato su livelli crescenti di intensità di cure.

Con questo obiettivo nasce il progetto dell’ambulatorio infermieristico per intensità di cure, promosso dal responsabile dell’unità operativa di Malattie metaboliche e diabetologia della Ats-Assl di Oristano, Gianfranco Madau, che sarà varato inizialmente all’ospedale San Martino e, a regime, nei primi mesi del 2018, sul territorio provinciale (nei poliambulatori di Ales, Mogoro, Laconi, Terralba, Samugheo, Busachi, Ghilarza, negli ambulatori infermieristici di Sorradile, Sennariolo, Ardauli, Montresta e in quelli di futura attivazione).

“Si tratta di un modello innovativo – ha dichiarato il direttore dell’Ats-Assl Oristano, Mariano Meloni, nel presentare il progetto –, basato su due pilastri: la valorizzazione della figura dell’infermiere e la maggiore sicurezza, appropriatezza e continuità dell’assistenza ai pazienti”.  “Il progetto – ha spiegato il dottor Madau – parte dal presupposto che le persone con diabete non presentino tutte le stesse condizioni cliniche e che, a seconda dello stato di salute dei pazienti, sia necessario offrire una risposta più o meno intensa in termini di tempi e risorse professionali da dedicare a ciascuno, così che i pazienti più critici possano essere seguiti con maggiore costanza e che a quelli meno critici siano risparmiate visite inappropriate”.

Tre i livelli di intensità di cure individuati: in quello più basso rientrano i pazienti con diabete di tipo 2, la cui terapia è la sola dieta o i farmaci orali e che hanno un buon compenso metabolico; nel livello intermedio sono annoverate le persone con diabete di tipo 2, che assumono farmaci e hanno uno scompenso glico-metabolico; nel livello più alto rientrano, invece, i pazienti con diabete di tipo 1 o 2, trattati con insulina ed eventualmente anche con farmaci.  Per i pazienti che rientrano nel primo livello è prevista una visita infermieristica all’anno e una visita diabetologica ogni due anni; per quelli che fanno parte del secondo livello la visita infermieristica sarà fissata ogni 6 mesi e quella diabetologia 1 volta all’anno; per quelli che rientrano nel livello più alto saranno mantenuti o intensificati gli attuali livello assistenziali.

Lo spacchettamento dei livelli di cura su tre livelli differenti permetterà di liberare risorse, in termini di tempo e professionalità, a favore dei pazienti con maggiori criticità, per risparmiare, al contrario, visite eccessive alle persone già stabilizzate, che non hanno bisogno di frequenti controlli. Visite inappropriate, che si calcola siano circa 3.000 all’anno nel territorio della Ats-Assl di Oristano, ovvero circa il 29% del totale di quelle dedicate alla cura delle persone con diabete di tipo 2.

Un ruolo chiave, nel processo di riorganizzazione, lo giocheranno gli ambulatori infermieristici diabetologici per intensità di cure (Aidic) distribuiti sul territorio provinciale, in cui opereranno infermieri dedicati alla cura e all’assistenza della persona con diabete, in grado di erogare prestazioni assistenziali, come il monitoraggio dello stato clinico del paziente e della glicemia, consulenze, valutazioni, educazione del paziente all’autocura e follow up, con una particolare attenzione al richiamo dei pazienti che si sottraggono ai controlli aumentando la probabilità di peggioramento della malattia, che spesso si traduce in ricoveri inappropriati.

L’attività dell’Aidic avrà una propria autonomia, ma sarà strettamente connessa con l’attività del diabetologo, in un continuum di assistenza in cui ciascuno accompagnerà il paziente in un pezzo del percorso terapeutico. “Si tratta di un progetto che non ha precedenti – ha affermato il responsabile del Servizio delle professioni sanitarie, Gianni Piras –, che punta sulla prossimità geografica al paziente e sulla medicina d’iniziativa, evitando così che l’unica risposta diventi l’ospedale”. “Quello che stiamo varando è un modello vincente per la gestione dei pazienti con malattie croniche – ha aggiunto Barbara Collu, responsabile del Servizio delle professioni sanitarie per l’area territoriale –, che può essere esteso dal diabete ad altre patologie, come quelle cardiologiche”. Un modello in cui l’infermiere diventerà il punto di riferimento della persona con diabete, come ha chiarito la coordinatrice infermieristica dell’unità operativa di Diabetologia, Anna Paola Salis.

“La riorganizzazione dell’assistenza alle persone con diabete – ha commentato il direttore della Ats-Assl di Oristano, Mariano Meloni – è il risultato di un lavoro di squadra che centra tre obiettivi: migliorare la capacità di risposta ai pazienti, fornendo un’assistenza calibrata sulle esigenze di ciascuno; valorizzare e utilizzare al meglio le professionalità già presenti in Ats; eliminare gli sprechi di risorse, in termini di visite eccessive per i pazienti stabilizzati e di ricoveri inappropriati per chi necessita di cure più intense.  Il progetto non prevede oneri di spesa – ha detto il direttore Ats-Assl Oristano – , se non quelli relativi all’acquisto dei nove pc per le postazioni infermieristiche e la formazione degli infermieri che operano al di fuori della Diabetologia”.

I  dati:
In un anno circa 7000 persone si rivolgono all’Unità Operativa di Malattie metaboliche e diabetologia, di cui più di 6.400 hanno una diagnosi di diabete di tipo 2.  Distribuendo il totale dei pazienti sui tre livelli assistenziali, quelli trattati con sola dieta o farmaci e già compensati (livello basso) sono 3.176, sottoposti complessivamente a 9.024 visite all’anno; quelli che assumono farmaci, ma non compensati sono 1.125 persone, mentre sono 1.607 quelli trattati con insulina, che necessitano di cure più intense. Per questi ultimi vengono dispensate 4.558 visite all’anno. Complessivamente, per 6.472 pazienti vengono erogate 13.582 visite all’anno.  Attualmente i pazienti che necessitano di una intensità di cure bassa ricevono un numero di visite uguali a quelle che necessitano di cure intermedie, risultando inappropriate cure in eccesso per i primi e per difetto nei secondi.

“Parlare lucidamente di risultati elettorali quando si è direttamente coinvolti, non è mai facile. E ancor più difficile lo diventa se il risultato personale è stato alquanto deludente! Infatti amarezza, rabbia, irrazionalità emotiva, soprattutto nelle ore immediatamente successive al fatal verdetto, la fanno da padrone, affollando la mente di brutti pensieri. L’esperienza mi ha insegnato che occorre far sbollire tutta questa pressione esplosiva, evitando pure la ricerca, sezione per sezione, dei soliti “infamoni” e sons of a bitch, ai quali bisogna comunque sempre augurare ogni … bene. Del resto non serve a nulla, se non a farsi ancor di più il sangue amaro. E costoro non si meritano simili … attenzioni.
Dunque che cosa dire di queste Comunali, che già avevo qualificato con l’aggettivo “strane”? Beh, intanto credo che si debba mettere mano – finalmente! – all’attuale legge elettorale. Prima cosa da fare: l’abolizione del voto disgiunto!!! Ogni volta è un casino!!! Elettori, già di per sé, confusi e, per di più disinformati o presuntuosamente disattenti, si inventano le soluzioni più … cervellotiche, mettendo nelle peggiori condizioni chi poi i loro voti deve interpretare e, possibilmente, non annullare. E non ti soccorre neppure la, peraltro scabra, casistica istituzionale disponibile, perché il cittadino – quello in carne ed ossa e non quello che ha in mente il legislatore! – ha una fantasia davvero sfrenata!!! Tutto questo costa ogni volta ore di discussioni, di tensione, di contrapposizioni, di letture persino diametralmente opposte, nel tentativo disperato di rispondere al quesito: “ma chi/che cazzo voleva votare questo qui???”. Aggiungiamoci grafie non sempre leggibili (lo stampatello maiuscolo per qualcuno è tabù), manie di grandezza o, al contrario, passione per la miniatura, occhiali dimenticati, mano poco ferma, fretta, precipitazione ecc. ecc. e la frittata è servita: rientro a casa dal seggio alle 9 e mezza del mattino, dopo oltre dieci ore di spoglio (722 schede)!!! Non servono ulteriori parole!
Altro aspetto importante, che, però, passa regolarmente in secondo piano rispetto ai risultati, è il calo della partecipazione al voto: 2000 votanti in meno rispetto al 2012. E’ un’emorragia costante, alla quale però la politica non vuole porre rimedio alcuno, anche perché, come nel caso del crollo della militanza partitica, meno si è, meglio si controlla! A mio avviso, solo la presenza di novità percepite come tali – soprattutto Martinez e Annamaria Uras e, ma con impatto minore, M5S e Partito dei Sardi – ha impedito che tale calo si trasformasse in crollo!
Il risultato? Beh, dire che la vittoria del Centrodestra fosse nell’aria, equivale alla scoperta dell’acqua calda. Oristano è città tradizionalmente “bianca”, non ama le tinte forti, i rischi, gli esperimenti da laboratorio. E’ sempre meglio una semplice ma sicura – ancorché riscaldata – minestrina! Aggiungiamoci la candidatura di una persona seria, esperta, rassicurante, noto e stimato professionista, come Andrea Lutzu (quasi 5000 voti e 29,55%); aggiungiamoci i risultati dell’amministrazione uscente, la simpatia del suo sindaco, e, persino, il suo puerilmente scoppiettante sprint finale, dopo quattro anni e mezzo di polemiche a vuoto e di vuoto polemico; aggiungiamoci i confusi anche se generosi tentativi di alcune parti della politica locale di trovare soluzioni alternative, purtroppo o falliti o annacquatisi in scolorite coalizioni; ed ecco servito il risultato! Un ritorno al passato, che, però, non vuol necessariamente dire un ritorno ai non esaltati risultati della destra del passato. A volte l’esperienza è ottima docente. Del resto per l’ing. Lutzu c’è ancora da superare lo scoglio del ballottaggio, anche se …
Quanto al Piddinistra (3656 voti al Sindaco e 3703 alla coalizione) ha raccolto ciò ha seminato: staticità, claustrazione, estromissione degli elementi meno favorevoli alla “religione di partito (a quella di GT)”, divisioni, mancanza di prospettive politiche. Ormai a quelle che di una militanza politica sono le ragioni più vere, è stata sostituita la “religione del potere”! Anche ad Oristano. A via Canepa lo sanno bene, ma gli sta altrettanto bene così!
Ottimo risultato invece quello dell’ex PD Annamaria Uras e del gruppo che, nonostante tutto, ha deciso di sostenerla: 1565 voti al Sindaco (9,35 %) e 1248 voti (7,86 %) alla lista! Un tentativo coraggioso, di vera, sincera e gioiosa militanza, dal sapore antico, portato avanti da diversi candidati, sindaco in testa, con una passione politica e civica davvero encomiabili! Domanda: a che è servito? Un segnale al Partito Democratico locale, acusticamente isolato? L’inizio di una nuova fase della sinistra oristanese? Altro? Boh, staremo a vedere.
Anche Filippo Martinez (2506 voti, circa il 15 % al sindaco; 2074 voti e circa il 13 % alle liste) ha raggiunto un risultato onorevole. Io non sono tra quelli che subito – quasi come una liberazione – hanno parlato di delusione. Quello del poliedrico artista oristanese è stato un ben studiato esperimento politico, un vero e proprio “format” rivolto in prima battuta ad un certo tipo di cittadinanza, la stessa che, prima tranquilla e “garantita”, oggi spaventata da una situazione locale e sarda, in eterna crisi e priva di prospettive, ha deciso di reagire in prima persona, rinunciando all’intermediazione politica dei partiti di tradizionale riferimento. Un format che però, a meno di eventi particolari, non sembra aver futuro.
Anche M5S, il cui effetto “novità” ormai sta un po’ dappertutto svanendo, ha fatto ciò che ha potuto, partendo, come si dice “da zero”, senza personaggi noti, ma puntando su persone “nuove”, anche se selezionate con metodi “rivedibili”, che fra l’altro non hanno certo facilitato la coesione interna. Comunque 1200 voti sono un importante punto di partenza per costruire qualcosa. Ne sentiremo parlare.
E vengo così alla coalizione civico-identitaria: 2854 voti (17,05 %) al candidato sindaco, dott. Pecoraro, e 3085 voti (19,43 %) alle liste, sono un risultato comunque lo si valuti, considerevole. Un risultato addirittura buono se si considerano le condizioni di partenza: una coalizione “instabile” fino all’ultimo momento; un candidato a sindaco subentrato “in corsa”; un partito, il PdS, ancora in fase di (lenta) costruzione e, soprattutto, senza classe dirigente cittadina; un altro, l’Udc, in lento ma forse inesorabile declino; una campagna elettorale incolore, senza una sua precisa caratterizzazione, e, per certi versi, scoordinata.
D’altro canto, il distacco dai principali competitori è ancora troppo importante, se davvero il PdS ha – come credo che abbia – l’intenzione e l’ambizione di essere soggetto politico di “prima fascia”, tale cioè da ambire alla guida della Sardegna. Infatti la destra, quando si presenta compatta, è sempre forte, nonostante la sua anchilosi ideologica e programmatica. In più ha ampi margini di “straripamento” anche nel mondo cosiddetto “moderato”. E il centrosinistra, seppur sempre diviso e borghesizzato, dispone comunque di un bacino ancora ampio e profondo, di un “popolo” che, quando occorre, sa fare blocco!!! Ecco allora che è necessario mettere su un lavoro innanzitutto e nel vero senso della parola, “politico”, di radicamento e di divulgazione e circolazione di un’idea forte, da presentare però con il giusto mix tra concretezza del realmente possibile e magia del sogno. Un lavoro non facile, anzi di questi tempi – e con questa società anonima e frammentata! – davvero complesso e impegnativo, e che deve trovare non solo nella leadership, indiscutibilmente una delle migliori nel panorama politico sardo, ma anche negli interpreti locali e territoriali, i giusti, efficaci tramiti per trasformarsi in vasto consenso. Ma servono tempo, mezzi, organizzazione, risorse e generose disponibilità umane. Ci saranno? Le politiche sono vicine e anche alle regionali ormai non manca molto!
Allora come si dice “in bocca al lupo”! E “in bocca al lupo” anche ad Oristano, nonostante … stop!”. (Adriano Sitiza, candidato Pardito dei Sardi, appuntioristanesi.wordpress.com)

Ci sono anche 9 comuni della Provincia di Oristano (Allai, Busachi, Gonnosnò, Magomadas, Nughedu Santa Vittoria, Riola Sardo, Sagama, Santu Lussurgiu, Sedilo) tra i 59 che hanno segnalato ad Argea, l’Agenzia per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura della Regione, danni nelle aziende agricole a causa della grave siccità che sta colpendo l’Isola. Queste segnalazioni, diverse da territorio a territorio, supporteranno la delibera elaborata dagli uffici dell’assessorato dell’Agricoltura per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, che sarà trasmessa al Governo una volta approvata dalla giunta regionale. Argea fa sapere che il numero dei comuni interessati è in continua crescita e che solo le aziende non servite dalla rete consortile irrigua possono redigere questi report da consegnare poi alle amministrazioni locali.

Uno spaccato sulla Oristano del XVII secolo per conoscere in che modo la città viveva i momenti di festa. Lo offre la Fondazione Sa Sartiglia Onlus che per sabato 17 giugno, alle 18, all’Auditorium dell’Hospitalis Sancti Antoni di Oristano, ha organizzato il convegno “Spazio Scenico, Spettacoli Equestri e Rappresentazioni nelle feste della Sardegna Barocca”. Relatori saranno lo storico Sergio Bullegas e l’archivista Ilaria Urgu. Dopo i saluti del presidente della Fondazione Sa Sartiglia Angelo Bresciani,  i lavori saranno introdotti da Maurizio Casu (responsabile del Centro di documentazione sulla Sartiglia). A seguire l’intervento dell’archivista Ilaria Urgu su una festa del luglio del 1750, organizzata in occasione del matrimonio di Vittorio Amedeo di Savoia con Maria Antonietta di Borbone, infanta di Spagna, avvenuto a Oulx in val di Susa il 31 maggio: “…han llamado a todos los gremios – Gli artigiani e le feste nella Oristano del XVIII sec.”. Lo storico Sergio Bullegas approfondirà, invece, la tematica dello spazio scenico e degli spettacoli equestri con una relazionre dal titolo “Macchine sceniche e apparati teatrali: sono di scena santi e cavalieri. dalle giostre e dai tornei alla Sartiglia di Oristano”. Il convegno è stato organizzato in collaborazione con l’Archivio Storico del comune di Oristano, con il contributo dell’assessorato regionale della pubblica istruzione e della Fondazione di Sardegna.

Prosegue la campagna per la prevenzione del melanoma “Se hai cara la pelle”, edizione 2017, promossa dalla Lega Italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) di Oristano, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sugli effetti di un’esposizione prolungata e non protetta ai raggi del sole e sulla prevenzione e diagnosi precoce dei tumori cutanei. Venerdì 16 giugno, a Simaxis, la Lilt, in collaborazione con il comune, organizzerà una giornata dedicata agli screening della pelle e dei nei, con l’obiettivo di rilevare in fase precoce eventuali anomalie della cute. Sarà presente una dermatologa Lilt, che effettuerà le visite con l’ausilio del dermatoscopio portatile, a partire dalle ore 10, presso il Centro sociale (Largo Carlo Felice). Gli screening saranno totalmente gratuiti per la cittadinanza e non occorrerà alcuna prenotazione. La giornata dedicata alla prevenzione continuerà alle ore 18, sempre nei locali del Centro sociale, dove si terrà un’assemblea pubblica sui melanomi cutanei. L’incontro, moderato dal vice presidente della Lilt, Antonello Gallus, sarà aperto dai saluti del sindaco di Simaxis, Giacomo Obinu, e della presidentessa Lilt, Eralda Licheri. Prenderanno poi la parola la dermatologa Francesca Perra e il direttore del Day Hospital oncologico dell’ospedale “San Martino” di Oristano, nonché direttore scientifico della Lilt, Tito Sedda, che illustreranno nel dettaglio come prevenire i tumori della pelle.

La Conferenza Episcopale Sarda ha provveduto, recentemente, alle seguenti nomine: Don Lucio Casula, della Diocesi di Oristano, è stato confermato Assistente Ecclesiastico Regionale del Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale (Meic);  don Francesco Mameli, della Diocesi di Ozieri, è stato nominato  per 5 anni Padre spirituale del Seminario Regionale Sardo; don Carlo Rotondo e don Carlo Devoto, della Diocesi di Cagliari, sono stati nominati per 5 anni Animatori del Seminario Regionale Sardo; don Luigi Delogu, della Diocesi di Ozieri e don Emanuele Mameli della Diocesi di Cagliari, sono stati nominati, rispettivamente,  Incaricato Regionale e Vice Incaricato Regionale per la Dottrina della Fede, Annuncio e Catechesi. Gli Arcivescovi e Vescovi di Cagliari, Sassari, Oristano, Alghero-Bosa, Ales Terralba, Iglesias, Ozieri e Tempio-Ampurias hanno provveduto alle seguenti nomine per il nuovo Tribunale Interdiocesano della Sardegna, che fa capo alle rispettive Diocesi, con sede a Cagliari: don Mauro Bucciero e Don Emanuele Meconcelli sono stati nominati, rispettivamente, Vicario giudiziale e Vicario giudiziale aggiunto fino al 6 giugno 2020; don Antonello Satta, don Riccardo Pinna, Don Giancarlo Caria, Don Claudio Marras, Claudio Gallotti, Alessio Sarais, Maria Cristina Bresciani, saranno Giudici fino al 6 giugno 2020.; Antonio Vavenitti, Giudice fino al  30 dicembre 2017. Sono stati nominati, inoltre, Michele Cheri e Sergio Alessandro Madeddu, Difensori del Vincolo e Promotori di Giustizia fino al 6 giugno 2020; Chiara Verdoliva, Difensore del Vincolo e Promotore di Giustizia ad annum; Rita Basta, Difensore del Vincolo ad annum;  Alessandro Camedda, Patrono stabile fino al 6 giugno 2020. Monsignor Arrigo Miglio, in qualità di Moderatore dello stesso Tribunale, ha poi comunicato che sono stati nominati ad triennium il Cancelliere, 4 Notai  e 7 Avvocati.

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