Mag 10

Spanedda: “Subito il trasferimento dei beni non più utili allo Stato, alla Regione”. E la Reggia?

“È tempo che lo Stato rispetti quanto previsto dallo Statuto speciale della Sardegna: i beni che non sono più utili alle funzioni governative devono essere trasferiti alla Regione, come stabilito dall’articolo 14 dello Statuto.

Questo principio deve essere applicato sempre e non in maniera discontinua e parziale, come è spesso avvenuto fino ad ora”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale degli Enti Locali e Urbanistica, Francesco Spanedda.

Negli anni, il trasferimento dei beni statali è avvenuto in modo irregolare, talvolta limitandosi a immobili in condizioni critiche o con situazioni giuridiche e amministrative complesse. “Alla Regione – ha spiegato l’assessore – è stato affidato il difficile compito di valutare e gestire questi beni, spesso senza informazioni chiare e senza un vero confronto con lo Stato”.

La precedente amministrazione regionale ha lasciato in sospeso molti passaggi fondamentali, senza attivarsi per una reale valorizzazione del patrimonio. “Abbiamo ereditato elenchi di beni fermi sulle scrivanie. La nostra giunta, insediata da un anno, ha deciso di cambiare passo: stiamo ricostruendo le competenze e preparando strumenti concreti per una gestione seria ed efficace”.

L’assessore ha proseguito rivolgendosi direttamente al Governo nazionale: “È urgente avviare un confronto politico-istituzionale per definire modalità chiare e rapide di trasferimento dei beni. Chiediamo che quelli inclusi nel programma Crea Valore, evidentemente ormai non più funzionali allo Stato, siano assegnati al patrimonio regionale”.

“Siamo fermamente intenzionati – ha concluso Spanedda – ad avviare già nelle prossime settimane col consiglio regionale della Sardegna, e in particolare con le commissioni competenti in materia, un percorso per approvare quanto prima una legge regionale che renda pienamente attuativo l’articolo 14, affinché la Sardegna possa finalmente esercitare a pieno titolo la sua autonomia e valorizzare il proprio patrimonio nell’interesse dei cittadini. Oltre a ciò, stiamo studiando una serie di revisioni normative per favorire il passaggio dei beni che la Regione ha acquisito dallo Stato e dagli Enti agli Enti locali e ai cittadini”.

Lo stesso  ragionamento dovrebbe, quindi, valere anche per l’antica Reggia Giudicale di Oristano (poi trasformata in carcere), che il Demanio, una volta spostato il carcere in quel di Massama, invece di trasferire la Reggia alla Regione, ha impropriamente deciso di trasformarla in improponibili uffici della Prefettura.

Dopo quanto detto dall’assessore Spanedda, sarebbe ora che tutti i consiglieri regionali espressi dalla provincia di Oristano,  lasciando da parte il colore della casacca che indossano, insieme al comune di Oristano, escano dal torpore  e si battano per rivendicare con forza la titolarità della Reggia, un patrimonio culturale, identitario e storico che, senza se e senza ma, va restituito alla città di Eleonora.

Per il Partito democratico sarà un fine settimana caldo, fatto di contati e ragionamenti fra le varie correnti, in vista dell’importante appuntamento di lunedì 12 maggio, alle 17, nella sede di via Canepa, a Oristano. Il segretario regionale del Pd Piero Comandini e il presidente Giuseppe Meloni hanno, infatti, convocato la direzione del partito, dopo lo strappo con la presidente della regione, Alessandra Todde, consumato sulle nomine dei commissari straordinari delle aziende sanitarie. Tema che sarà affrontato anche a Oristano, visto che il primo punto all’ordine del giorno è proprio sulla sanità e sulla legge di riorganizzazione appena approvata, a cui ora vanno date gambe e operatività. A catalogare la vicenda come “…un caso ormai chiuso, non c’è nessuna guerra, non c’è nessuna lotta”, è il capogruppo in consiglio regionale Roberto Deriu, noto per lue posizioni non certo battagliere. “Noi non siamo stati d’accordo sulla nomina dei commissari per com’è avvenuta e, quindi, i nostri assessori non hanno partecipato al voto – ha sintetizzato Deriu, cercando vanamente di sminuire il “dissidio” con la presidente Todde, che all’interno del Pd ha fatto imbestialire più d’uno -. Contemporaneamente, siccome siamo responsabili, non abbiamo voluto impedirla (sic!), ma abbiamo consigliato alla presidente cose diverse da quelle consigliatele dalla sua struttura tecnica. Lei, con le sue ragioni, che noi abbiamo capito (ma per favore…ndr), ha preferito seguire quel consiglio e ha proceduto in un modo che noi non ci siamo sentiti di avallare. Dopo di che, siamo andati tranquillamente in aula, abbiamo varato leggi e la giunta continua a funzionare” (per carità. ndr). A tenere banco nelle interlocuzioni del weekend sarà però il terzo punto all’ordine del giorno della direzione, dopo sanità e i referendum dell’8 e 9 giugno, ovvero le dichiarazioni del segretario Piero Comandini. Che potrebbero essere focalizzate sulla questione delle dimissioni e del cambio al vertice del partito in Sardegna. Dopo oltre un anno dalla sua elezione alla carica di capo dell’assemblea sarda e all’annuncio di prossime dimissioni, Comandini è rimasto al suo posto, anche alla luce dello scossone arrivato alla maggioranza con l’ordinanza di decadenza per la governatrice. Ma ora potrebbero essere maturi i tempi per la successione, e tra i nomi in pole position resta sempre quello del deputato Silvio Lai. Insomma, un ritorno all’antico, che spiega come “rinnovamento” sia una parola del tutto sconosciuta nel Pd, visto che ha condurre le danze sono ancora gli stessi, inossidabili cacicchi e capibastone.

“I due filoni. Del Campo Largo. La maggioranza politica che guida la Sardegna. Ormai divisa radicalmente in due. Da una parte la Governatrice Alessandra Todde (pentastellata) con le componenti minori (per entità numerica). Dall’altra il PD, con a rimorchio il piccolo carro dei Progressisti di Francesco Agus. Che appare sempre meno incollato, nella visione strategica, al leader Massimo Zedda, sindaco di Cagliari. Due blocchi che procedono di pari passo ma, sovente, secondo logiche diverse, se non addirittura contrapposte. Come ha mostrato platealmente l’astensione degli assessori PD ai lavori della Giunta regionale quando doveva indicare i nuovi Commissari della Sanità. Ormai è una spaccatura strutturale, determinata da una insofferenza degli uni verso gli altri. Comandini (segretario regionale PD e Presidente del Consiglio Regionale) e Roberto Deriu, capogruppo dei dem, politicamente non si parlano con la Todde. Vanno avanti insieme, nello stesso percorso, ma non a braccetto. Per essere più espressivi, è come se fossero separati in casa. Ma c’è di più. Il PD è diviso a sua volta nei due tronconi di potere da molti anni preminenti. L’area Cabras (la più potente), fortemente collegata alle banche, ai posti cruciali delle istituzioni, ai gangli dell’imprenditoria che conta (De Pascale), e l’area Fadda. Meno prorompente ma pur sempre molto attiva nelle logiche di occupazione di sottogoverno. E poi c’è Comandini. Che fa gruppo a sé strizzando l’occhio un po’ di qua e un po’ di la’, a seconda delle convenienze. Come quando ha celebrato la sistemazione di Danilo Fadda (figlio del capocorrente Paolo) nella ambitissima poltrona di segretario del Consiglio Regionale. In sostanza, il Campo Largo è composto da due tronconi politici che non si amano ma che vanno avanti insieme per il bene comune di governo. Non è un bel viaggiare. Soprattutto con i sentieri squassati dal clima avvelenato per il tema della ipotizzata decadenza per i rendiconti elettorali della Governatrice Alessandra Todde. Per la quale le problematiche che segnano la rotta della sua Giunta soffrono di tutte queste incombenze. Uno scenario molto complicato”. (dalla pagina Facebook “Il mio osservatorio”, di Mario Guerrini).

La bottarga di muggine pescato nello stagno di Cabras, nell’oristanese, è un nuovo Presidio Slow Food. Un traguardo inseguito da tempo. “La volontà è distinguere i prodotti che arrivano da Cabras da quelli che qui vengono soltanto lavorati – ha spiegato Elisabetta Casu, referente del neonato Presidio -. Sono tanti anni che lavoriamo per ottenere questo riconoscimento e finalmente ce l’abbiamo fatta”. Giuliano Cossu, presidente del Nuovo Consorzio Cooperative Pontis, che riunisce 130 produttori riuniti in 10 coop che aderiscono al Presidio precisa: “Il 95% di quella che viene commercializzata come bottarga di Cabras viene sì lavorata qui, ma i muggini arrivano dall’estero”. Quelli invece dello stagno cabrarese vengono pescati con pratiche tradizionali sostenibili. La differenza poi, sta nel colore più ambrato rispetto a quella che arriva dall’estero che è più scura, e nel sapore: quella di Cabras proviene da pesci pescati in acque salmastre che conferiscono un gusto più dolce. Al porto antico di Genova, in occasione di Slow Fish, il lancio del nuovo presidio sardo, nato grazie al sostegno del Gal Sinis, Flag Pescando e al lavoro della Condotta Slow Food Terre Oristanesi e di Slow Food Sardegna. Non solo bottarga. Lo stagno di Cabras rappresenta un ecosistema palustre storicamente rinomato per la pesca e viene gestito sotto forma di allevamento estensivo naturale fin dal 1.300 d.C: orate, spigole, anguille non mancano, ma il vero protagonista è il muggine. Il nuovo Presidio Slow Food tutela tre trasformati, tutti ottenuti da questo pesce: la bottarga; la merca, ovvero il muggine, intero o porzionato, lessato e avvolto nelle foglie di sa zibba, erba palustre protetta e oggi appositamente coltivata; su pisci affumau, i filetti affumicati dopo una lunga preparazione che prevede un passaggio in salamoia e poi l’asciugatura all’aria su appositi giunchi per una o due settimane. “Del muggine non si spreca niente – ha assicurato Elisabetta Casu -. Con sa zibba, ad esempio, era possibile conservare il muggine per quasi un mese e recenti scoperte archeologiche hanno confermato che la tecnica usata per produrre la merca era conosciuta e praticata già dai Fenici”.

Intorno alle 11 di questa mattina, i Vigili del Fuoco di Oristano hanno ricevuto una richiesta di soccorso per un incidente stradale accaduto a un motociclista. Per cause ancora da accertare, l’uomo mentre percorreva la statale 388, insieme ad un gruppo di altri motociclisti, ha perso il controllo della moto ed è caduto in una piccola scarpata, all’interno di un vigneto, in località “Minda ‘e Caddu” in territorio di Neoneli. Sul posto sono giunti i Vigili del fuoco di Abbasanta e di Sorgono, l’elicottero Drago del reparto volo di Alghero e l’ambulanza del 118. Il ferito è stato trasportato all’ospedale di Sassari con l’elicottero Areus, in codice giallo, per accertamenti.

I Vigili del fuoco di Abbasanta sono dovuti intervenire anche per un incidente stradale accaduto lungo la strada provinciale 15, poco prima del centro abitato di Nughedu Santa Vittoria. Per cause in via d’accertamento, due auto, una Volkswagen Golf e un Fiat Fiorino, si sono toccate in prossimità di una curva, col il Fiorino che è uscito fuoristrada finendo all’interno della vegetazione. Il conducente è riuscito a uscire dalla macchina, senza l’aiuto dei Vigili del Fuoco, che hanno provveduto alla messa in sicurezza del mezzo e della zona. I conducenti delle due auto, fortunatamente, non hanno riportato ferite. Sul posto, oltre ai Vigili del fuoco, anche due autoambulanze e le Forze dell’ordine per quanto di loro competenza.

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