Lug 25

Rogo nell’Oristanese, un disastro senza precedenti.

Oltre 20mila ettari di territorio, boschi, oliveti e campi coltivati distrutti. Quasi 1500 persone sfollate, aziende agricole devastate e case danneggiate. La situazione in Sardegna rimane molto critica.

Ancora non è stato possibile fare una stima precisa dei danni del gigantesco rogo scoppiato nel Montiferru, in provincia di Oristano, il 24 luglio scorso: il fuoco, dopo aver percorso circa 50 chilometri dall’Oristanese all’Ogliastra non è stato ancora domato e continua a minacciare abitanti e territorio. Tanto che, nel tardo pomeriggio, la Protezione Civile ha chiesto il supporto degli altri Paesi Ue.

“I primi due canadair”, ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, “sono in arrivo dalla Francia, che ringrazio ufficialmente”. Intanto il fuoco continua ad avanzare verso le montagne tra Santu Lussurgiu e Macomer minacciando San Leonardo – dove si trovano le fonti di Siete Fuentes e un piccolo borgo turistico – e il Monte Sant’Antonio.

Secondo l’assessore regionale dell’Ambiente Gianni Lampis, “…la stima dei danni ambientali, sociali ed economici è incalcolabile”. La ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha sentito il presidente della Sardegna Christian Solinas: “Solidarietà alla popolazione sarda. Solinas mi ha descritto i gravi danni che il suo territorio sta subendo in queste ore e chiede un aiuto immediato per le imprese e per le famiglie”. Messaggio di sostegno anche dal presidente della Camera Roberto Fico: “Siamo di fronte a una una tragedia ambientale“, ha scritto su Twitter.

Molti paesi (tra cui Santu Lussurgiu, Scano Montiferro, Bonarcado, San Leonardo, Seneghe, Cuglieri, Porto Alabe, Santa Caterina, Tresnuraghes, Sennariolo, Modolo, Magadas, Flussio, Montresta, Usellus, Villa Verde, Villaurbana, Siamanna, Sagama, Sindia, Suni, Macomer, Borore) sono stati minacciati, altri  circondati dalle fiamme, mentre centinaia di persone sono state evacuate.

A Cuglieri, dove le fiamme si sono spinte all’interno del paese, è stato distrutto l’olivastro millenario “Sa Tanca Manna”. Nel pomeriggio, quattrocento persone che abitano alle periferia di Scano Montiferro sono state allontanate dalle proprie abitazioni e sono stati accolti nella palestra comunale. Tra loro ci sono anche gli anziani di una casa di riposo. I Vigili del fuoco stanno ancora combattendo contro le fiamme che sono arrivate a lambire le abitazioni: l’incendio boschivo è partito da Bonarcado la sera del 24 luglio, e complice le alte temperature e il forte vento, si è propagato fino all’abitato dei paesi vicini.

Nel bilancio dei danni di queste ore c’è poi la distruzione del bosco simbolo di rinascita dopo i roghi del 1993 e del 1999, orgoglio del Montiferru e dell’Oristanese, e, come detto, l’albero millenario in località “Sa Tanca Manna”, che rappresentava il simbolo di Cuglieri e patrimonio dell’intera Sardegna, è stato cancellato dalle fiamme. Ma non solo. La situazione in paese non va meglio e i cittadini di Cuglieri, come racconta l’agenzia Ansa, ritornando dopo l’evacuazione hanno trovato uno “scenario spettrale e apocalittico”. Allevatori e agricoltori hanno perso, invece, il lavoro di una vita di sacrifici proprio mentre si risollevavano dopo il lockdown e la zona rossa in primavera. Una volta passato il fuoco hanno trovato solo devastazione. Un’intera montagna è stata ridotta in cenere.

“Cinquanta anni di rimboschimento andati in fumo, un intero monte cancellato dalle fiamme”, ha dichiarato Carlo Pische, titolare delle Distillerie Lussurgesi, di Santu Lussurgiu. E non sono bastate le fasce tagliafuoco e i “lanci” da aerei ed elicotteri a fermare la furia delle fiamme che, sospinte prima dallo scirocco e poi dal libeccio, sono giunte sino alla costa occidentale.

A Tresnuraghes il presidente della Fondazione “Mont’e Prama”, Anthony Muroni, racconta di vigne e oliveti in fumo e di evacuazioni tra le 3 e le 4 del mattino con il paese in piazza. Una catastrofe vissuta in diretta anche da numerosi turisti presenti a Porto Alabe, dove il fuoco arrivato dalle colline ha sfiorato le case utilizzate per le vacanze. Con l’aria resa irrespirabile dal fumo denso e acre le persone si sono riversate in spiaggia e in piazza a guardare i mezzi aerei combattere contro le fiamme in uno scenario da film.

Per tutta la giornata si sono susseguite le riunioni operative tra i vertici delle forze al lavoro per l’emergenza: lo stesso presidente della Regione, Christian Solinas, è nella sala operativa della Protezione civile per coordinare e seguire le operazioni. Il governatore ha annunciato che scriverà al presidente Draghi per chiedere al Governo “…un sostegno economico immediato per ristorare i danni e che una quota del Pnrr sia subito destinata alla Regione per un grande progetto di riforestazione. Anche la giunta regionale si è riunita, con tutti i sindaci delle zone colpite, ed è pronta a chiedere lo stato di calamità. “Non è ancora possibile effettuare una stima dei danni causati dagli incendi – ha evidenziato ancora il presidente della Regione -, ma si tratta di un disastro senza precedenti“. Sono trascorsi quasi 27 anni dall’ultimo rogo scoppiato nel Montiferru: era l’agosto del 1994 quando un incendio, poi risultato doloso, cancellò i boschi della stessa zona. Ma in quel caso andarono in fumo 12mila ettari di territorio e l’olivastro millenario “Sa Tanca Manna” si salvò.

Intanto, il lavoro degli investigatori del Corpo Forestale regionale è solo all’inizio. Prima occorre bonificare le aree percorse dal fuoco e poi si potrà andare a cercare quegli indizi che serviranno a capire cosa ha originato il vasto rogo che ancora sta devastando l’oristanese. Due giorni fa un’auto si era incendiata a Bonarcado e aveva fatto partire un incendio nelle campagne, poi spento. Ma il fuoco è ripartito ieri nello stesso territorio e gli agenti forestali vogliono comprendere la causa che ha scatenato l’emergenza. Tutti gli accertamenti saranno poi oggetto di un’informativa che verrà inviata alla procura della repubblica di Oristano, competente per territorio. (da ilfattoquotidiano.it).

1 comment

    • Angelo on 26 luglio 2021 at 12:37
    • Rispondi

    Ma si può non riuscire a fermare un incendio partito da un focolaio ben identificato e prontamente segnalato ??? Allora è tutto da rivedere il sistema antincendio. L’organizzazione attuale ha fallito completamente !!!

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