Gen 09

Medici per l’Ambiente: “Come deposito di scorie nucleari non si sceglie mai un’isola”.

“In nessun Paese al mondo esistono o sono in fase di realizzazione depositi definitivi di materiale radioattivo ubicati su isole.

Il trasporto in un’isola richiede, rispetto a quello in un sito della penisola, un trasporto aggiuntivo in nave con necessità di scarico e di carico nel porto di partenza e in quello di arrivo di manufatti di svariate tonnellate con aumento del rischio di incidenti durante tali fasi”.

Lo hanno affermato, in una nota, i Medici per l’Ambiente (Isde) della Sardegna in merito alla pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee (Cnapi) sul deposito dei rifiuti radioattivi in Italia.

“Il trasporto in nave aumenta il rischio di incidenti o di atti terroristici che potrebbero portare alla disseminazione di materiale radioattivo, non sempre facilmente recuperabile, lungo le coste o in ambiente marino con possibile nocumento per l’uomo e gli ecosistemi – ha sostenuto l’Isde -. Inoltre, siamo convinti che i rifiuti debbano essere smaltiti da parte di chi li produce. Orbene la Sardegna non ha, di fatto, produzione di materiale radioattivo e il suo consumo, come per esempio la medicina nucleare, è minimale nel panorama nazionale”.

I Medici per l’Ambiente hanno anche ricordato, nella nota, che il materiale radioattivo non è scevro di rischi potenziali per la salute umana e per l’ambiente, anche in uno scenario di perfetta programmazione, realizzazione e gestione del trasporto e del sito di deposito.

“Seri dubbi a tal riguardo – ha aggiunto l’Isde – pone la passata e attuale esperienza della gestione nazionale dei rifiuti radioattivi, quale quella del sito di Saluggia. Sarebbe l’ennesimo fattore negativo a carico dell’ambiente e della salute dei Sardi che già ospitano la maggior superficie, fra le regioni italiane, di siti inquinati di interesse nazionale (Sin) e la maggior superficie di aree militarizzate quale, ad esempio, quella di Quirra”.

Alla scoperta dell’antica città di Tharros e del Giudicato d’Arborea, con un Cicerone a quattro zampe. Caggiulino Sardum, il simpatico cagnolino col berretto rosso intonato al collarino, approda nella incantevole penisola del Sinis, sulla costa occidentale della Sardegna.E’ ancora una volta lui il protagonista del secondo cartone animato, frutto del progetto di valorizzazione territoriale Sardum, della Pmi innovativa Informatica. Caggiulino racconta che l’area è stata riconosciuta nel 1997 come area protetta, e proprio in questa penisola sorgeva un tempo la città di Tharros, fondata dai Fenici nell’ottavo secolo a.C. nei pressi di un villaggio nuragico preesistente, che divenne una città Romana dopo la fine della prima guerra punica, e venne governata da varie popolazioni prima di diventare la prima capitale del Giudicato d’Arborea. Caggiulino incontra un personaggio di grande rilievo della storia della Sardegna, Eleonora d’Arborea. La Giudicessa parla sardo e racconta la storia dei Giudicati. Spiega che ne esistevano quattro: Arborea, Cagliari, Logudoro e Gallura. “Erano piccoli stati indipendenti con un governo semidemocratico, guidati da un re, che veniva chiamato Giudice, ma formalmente i poteri appartenevano a un’istituzione simile a un parlamento, chiamato Corona de Logu. Era una forma di governo molto moderna per quell’epoca”. Il cartoon, nato per riscoprire territorio, storia e tradizioni, è stato realizzato da Giulio Setzu, Alessandro D’Alcantara, Emilio Massa, Davide Scintu, Angelo Cucina, Emanuele Malloci e Demetrio Cavara, mentre è di Laura Vaccargiu la voce di Eleonora d’Arborea.

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