Mag 24

Codacons denuncia: “Tassa Covid sullo scontrino”. Pubblici esercizi: “Un polverone”.

“E’ spuntata un po’ in tutta Italia la “tassa Covid”, un balzello dai 2 ai 4 euro applicato dagli esercenti ai propri clienti, e inserito direttamente come sovrapprezzo nello scontrino, per finanziare i maggiori costi sostenuti dagli esercizi commerciali a causa del coronavirus”.

Lo ha denunciato il Codacons (il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), che sta ricevendo tantissime segnalazioni da parte dei consumatori circa rincari e voci di spesa originali applicati dagli esercenti. Il Codacons parla di “…un vero e proprio far west illegale che potrebbe configurare il reato di truffa”, e contro cui ha presentato una denuncia alla Guardia di Finanza e all’Antitrust.

“Numerosi consumatori hanno denunciato al Codacons – ha affermato il presidente Carlo Rienzi – un sovrapprezzo, mediamente dai 2 ai 4 euro, applicato in particolare da parrucchieri, centri estetici e bar ai propri clienti . Un balzello inserito in scontrino con la voce “Covid”, che sarebbe imposto come contributo obbligatorio per sostenere le spese degli esercenti per sanificazione e messa in sicurezza dei locali. Abbiamo anche registrato – ha aggiunto Rienzi – casi di centri estetici che obbligano i clienti ad acquistare in loco un kit monouso costituito da kimono e ciabattine, alla modica cifra di 10 euro. Chi non versa tale “tassa” e non acquista il kit, non può sottoporsi ai trattamenti, sempre per le esigenze legate al Covid”.

“Sui rincari è stato sollevato un polverone – ha commentato Aldo Cursano, vicepresidente Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) -. Lottiamo per sopravvivere, prima untori, ora anche speculatori. Non possiamo accettare di essere trattati così. In questo momento i pubblici esercizi hanno un’unica priorità: riportare le persone nei locali garantendo loro il massimo della sicurezza e della convenienza.

Attaccare in modo indiscriminato l’intero comparto, alzando un polverone ingiustificato sull’aumento dei prezzi, non è soltanto discutibile sul piano della responsabilità ma anche in termini legali, ecco perché come Federazione metteremo in campo ogni iniziativa per tutelare l’immagine della categoria. Molti imprenditori hanno riaperto per dare un segnale di fiducia, pur consapevoli che in tanti casi i costi saranno ben superiori agli introiti a causa dei pochi clienti, altro che rincaro dei prezzi”.

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