Mag 13

I malati di diabete chiedono di tornare alle visite in ambulatorio.

Anche per i malati di diabete mellito della Sardegna è iniziata la “Fase 2”, ma per loro gli ambulatori rimangono ancora chiusi. Da più di 2 mesi, infatti, l’emergenza Coronavirus ha cancellato centinaia di visite programmate da tempo.

Lo ha denunciato l’Associazione medici diabetologi della Sardegna, attraverso le parole del presidente regionale, Gianfranco Madau.

“Da più di una settimana – ha detto Madau – è iniziata la “Fase 2”, e la domanda che ci sentiamo rivolgere nelle nostre televisite è: “Come mai non ci fate venire negli ambulatori?”. La risposta, purtroppo, è che nulla è stato modificato nelle disposizioni regionali e aziendali: ambulatori chiusi e solo urgenze emergenze. In queste settimane – ha proseguito Madau –, la risposta con la telemedicina ha portato all’applicazione puntuale del distanziamento per arginare la pandemia ma ora, anche nelle cure ambulatoriali, è necessario ricominciare con le normali visite in presenza del paziente, pur proseguendo con le visite in telemedicina per una parte di essi”.

Per questo motivo, il direttivo dell’Amd, nelle ultime tre settimane, ha lavorato per progettare l’organizzazione della Fase 2, con una procedura volta ad armonizzare le esigenze assistenziali con le necessarie precauzioni. In tale documento, inviato all’assessore regionale Nieddu, sono indicati i principi clinici e organizzativi in base ai quali individuare per ciascun paziente diabetico la migliore tipologia di accesso alle cure.

“Nell’ assistenza alla persona con diabete nessuno deve restare indietro – ha ribadito Ilaria Pelligra, consigliera Amd -, pena l’aumento delle complicanze acute e croniche della malattia, in particolar modo in questo momento in cui i pazienti diabetici risultano ad aumentato rischio di sviluppare complicanze in seguito a infezione da Sars-CoV-2”.

“Noi siamo pronti a questo impegno – ha sottolineato Madau –, e l’assessore Nieddu e le Aziende sanitarie ci devono dare le indicazioni relative all’avvio e alla tempistica della nuova fase: dalle regole di priorità degli accessi, alle risorse umane e tecniche per attuarli”.

In ogni caso, queste settimane di lockdown, non hanno fermato il lavoro degli specialisti diabetologi, che hanno proseguito a monitorare lo stato di salute dei pazienti, svolgendo telefonicamente e telematicamente i controlli. Attraverso la teleassistenza, infatti, il team di cura diabetologico ha continuato ad avere un rapporto stretto con i pazienti, soprattutto nella fasi precedenti alla “televisita”, nell’ agevolare la preparazione della documentazione clinica necessaria, con l’invio dei dati, e dando vita a intere sessioni di “informatizzazione pratica” alle persone o ai loro care giver.

Successivamente, nel corso della chiamata telefonica, hanno continuato a verificare la situazione clinica, modificando le terapie, compilando e inviando il referto con l’indicazione del successivo appuntamento.

Proprio sulle televisite, il direttivo dell’Amd, ha ricordato come la richiesta di un riconoscimento di tale prestazione, ampiamente circostanziato e dettagliato, sia rimasto senza risposta. E “…nonostante le tante lettere inviate all’assessorato, non abbiamo ricevuto alcun segnale dall’assessore regionale alla Salute, neanche sul fatto che lo avesse letto”.

Gli operatori diabetologici sono in ascolto delle persone, gli amministratori raccoglieranno finalmente il loro messaggio?

Sono 1.345 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 36.710 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 88, di cui 10 in terapia intensiva, mentre 403 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 648 pazienti guariti (+22 rispetto al dato precedente), più altri 86 guariti clinicamente. Non si registrano nuovi decessi (complessivamente 120). Sul territorio, dei 1.345 casi positivi complessivamente accertati, 246 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 58 a Oristano, 78 a Nuoro

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