Apr 24

Nessuna iniziativa per la “Giornata vittime amianto”, fibra di cui si muore ancora.

Il 28 aprile 2020 si celebra la “Giornata mondiale vittime amianto”, che in Sardegna coincide con la celebrazione de “Sa die de sa Sardigna”.

Per gli ex esposti amianto della Sardegna di Oristano e Marrubiu, città simbolo nella lotta all’amianto (in questi territori erano presenti le uniche due fabbriche della morte, che nell’Isola producevano manufatti in amianto: la Sardit gruppo Eternit a Oristano, e la Cema Sarda a Marrubiu. ndr), “…la Giornata mondiale delle vittime a causa dell’amianto 2020, in piena emergenza sanitaria – si legge in una nota del presidente dell’Associazione regionale ex esposti amianto, Giampaolo Lilliu -, assume un significato ancora più importante.

Importante perchè rappresenta l’occasione per esprimere la vicinanza alle vittime del coronavirus e alle loro famiglie, e per esternare gratitudine per tutti coloro che nei vari settori lottano contro il Covid-19.

Putroppo, per la prima volta dopo 11 anni, proprio a causa della pandemia coronavirus non è stato possibile promuovere delle iniziative per ricordare le vittime dell’amianto e per esprimere vicinanza a tutti i loro familiari.

Gli ex esposti amianto – aggiunge Lilliu – consapevoli del dramma sanitario, sociale ed economico del Paese, vivono l’emergenza sanitaria con forte preoccupazione, in quanto consapevoli di essere (come il mondo medico-scientifico ha confermato) soggetti ad alto rischio di contagio. Infatti, oltre all’età anagrafica (tutti oltre 70 anni), il coronavirus pare colpisca la stessa parte del polmone interessata dalla fibra killer. Fibra che, fa l’altro, può rimanere latente anche per 40 anni”.

Per la “Giornata vittime amianto 2020” l’Associazione stava predisponendo un programma, in cui era prevista la messa in ricordo delle vittime dell’amianto, un incontro tra studenti ed ex esposti amianto per trasferire alle nuove generazioni la memoria storica di chi è stato protagonista dal 1970 al 1990 della più importante battaglia di civiltà in materia di tutela ambientale e diritto alla salute dei cittadini, argomento oggi più che mai attuale.

“Ci preme comunque sottolineare – dice ancora Lilliu – che, durente la pandemia, si continua a morire anche a causa dell’esposizione all’amianto. In Italia si contano circa 4 mila morti all’anno, mentre in Sardegna sono circa 100 le persone che annualmente muoiono o si ammalano di patologie correlate all’amianto. Dato questo certamente sottostimato, in quanto manca un coordinamento regionale per la raccolta dei dati tra le varie strutture sanitarie e istituzionali.

In provincia di Oristano – prosegue Lilliu – pensiamo che le persone decedute a causa dell’amianto siano all’incirca un centinaio. Cifra, a nostro avviso, anche in questo caso sottostimata. Nella nostra provincia dobbiamo, comunque, segnalare l’aumento di decessi per esposizione ambientale alla fibra killer, con un ultimo caso che riguarda una donna di 82 anni, deceduta per mesotelioma pleurico (patologia certificata dalle strutture sanitarie), che in tutta la sua vita non ha mai lavorato in settori a rischio amianto. Infine, in questi giorni drammatici per l’emergenza coronavirus, il nostro pensiero va a un caro amico dell’Associazione che, dopo una lunga e dura battaglia, condotta sempre con grande dignità anche grazie al supporto dalla famiglia, è venuto a mancare”.

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