Apr 18

Coronavirus: 1.198 casi in Sardegna. Invariati i decessi: 86.

Sono 1.198 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza, secondo quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento.

In totale nell’Isola sono stati eseguiti 14.087 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 135, di cui 23 in terapia intensiva, mentre 746 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 188 pazienti guariti, più altri 43 guariti clinicamente.  Resta invariato il numero dei decessi (86).

Sul territorio, dei 1.198 casi positivi complessivamente accertati, 212 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 86 nel Sud Sardegna, 41 (+1) a Oristano, 70 a Nuoro (+3), 789 (+15) a Sassari.

Intrappolata in una rete da pesca, rischiava di affogare. Una tartaruga Caretta Caretta è stata salvata dagli esperti del Centro di recupero del Sinis e dell’Area marina protetta. L’esemplare era finito accidentalmente nelle reti di un pescatore professionista di Cabras, Pier Paolo Manca, a largo di Torre dei Corsari. Il pescatore e i suoi collaboratori hanno issato la tartaruga intrappolata nella rete a bordo e avvisato gli operatori del Cres e dell’Amp. Hanno poi tenuto la tartaruga dentro una cesta, coperta con un panno umido, fino all’arrivo in porto. Il pescatore ha spiegato ai biologi che inizialmente la tartaruga appariva poco reattiva agli stimoli e solo dopo diverso tempo ha iniziato a reagire e muoversi autonomamente. La Caretta Caretta è stata trasportata alla clinica veterinaria “Due mari” di Oristano dove sono stati eseguiti tutti gli esami e la Tac. Gli accertamenti hanno evidenziato un’anomalia a livello polmonare: un principio di affogamento a causa della lunga permanenza sott’acqua mentre era intrappolata nella rete da pesca. Attualmente la tartaruga, lunga 47 centimetri e dal peso di 11 chili, si trova in una vasca al Centro di recupero, a San Giovanni di Sinis, e verrà tenuta sotto osservazione quotidianamente dai ricercatori. Inoltre, sarà monitorata l’eventuale espulsione di plastica per almeno un mese dall’inizio dell’ospedalizzazione. “Dopo soli due giorni di degenza (la tartaruga è arrivata al Cres il 15 aprile) – raccontano dal Cres – la tartaruga ha iniziato a cibarsi autonomamente e mantiene un assetto e un tempo di apnea nella norma; tutti aspetti interessanti che fanno sperare in un rapido recupero di tutte le funzioni. Quando si sarà ripresa completamente sarà rilasciata”. Il gesto del pescatore professionista, che ha battezzato la tartaruga “Pio”, dal nome della sua imbarcazione “San Pio”, di fatto ha salvato la vita all’animale. Nel caso in cui l’avesse rilasciata in mare, con i problemi polmonari poi riscontrati, sarebbe certamente morta. Rimane quindi fondamentale in caso di recupero di una tartaruga, contattare gli esperti o il Corpo forestale.

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