Apr 04

Televisita: senza risposta la richiesta dei diabetologi alla Regione. Un caso a Marrubiu.

E’ rimasta senza risposta la richiesta fatta dai medici diabetologi all’assessorato regionale alla Sanità, per poter attivare il servizio di “televisita” ai malati sardi di Diabete mellito.

Con una lettere, inoltrata due settimane fa, le società scientifiche di riferimento della Diabetologia (Amd, (Associazione medici diabetologi; Sid, Società italiana diabetologia; Sie, Società italiana endocrinologia), avevano chiesto all’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, al direttore generale dell’assessorato Marcello Tidore, e al commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri, di autorizzare urgentemente, per tutti i servizi di diabetologia presenti in Sardegna, la teleassistenza a favore delle persone con diabete”. La stessa comunicazione, all’inizio di questa settimana, è stata inviata al presidente della Regione, Christian Solinas.

“Dopo circa 15 giorni – hanno detto Gianfranco Madau e Maria Antonietta Fois, presidenti regionali dell’Associazione medici diabetologi e della Società italiana di diabetologia – non abbiamo ricevuto riscontri o risposte. In pratica il nostro appello è rimasto inascoltato”.

Secondo gli specialisti della diabetologia, le persone affette da diabete sono ancora tra le categorie più a rischio per gli esiti fatali dell’infezione da Coronavirus. Mantenere un buon compenso, sicuramente con più difficoltà date le limitazioni imposte dal contenimento della pandemia a tutti i cittadini italiani, è ancora la ricetta più efficace per diminuire il rischio.

“Malgrado ciò – hanno sostenuto Madau e Fois – gli amministratori regionali, chiamati direttamente in causa dalle Associazioni scientifiche diabetologiche, non danno alcun segno di volersi interesse della nostra richiesta in questa delicata situazione. Purtroppo, per alcuni amministratori delle Aziende sanitarie, la chiusura degli ambulatori alle visite programmate, con esclusione delle urgenze/emergenze, si traduce in una riduzione del personale che viene messo in ferie o in recupero, oppure resta a disposizione per altri incarichi. Ma chi seguirà i diabetici se si svuotano le diabetologie?”.

Negli ambulatori di Diabetologia, infatti, quotidianamente si applica la telemedicina: chiusi alle visite non urgenti, i diabetologi e gli infermieri contattano i pazienti telefonicamente per organizzare la “televisita”. Durante questa si condivide, attraverso il web, il monitoraggio delle glicemia con sensori o con il controllo classico, i referti di esami e visite, e le eventuali modifiche terapeutiche.

“Il riscontro che le persone hanno di questa iniziativa, siano esse i diabetici o i loro familiari e caregiver – hanno aggiunto Madau e Fois – è di assoluta sorpresa, piacere e gratitudine per questa assistenza “vicina” ai loro bisogni, anche se necessariamente “distante”. Anche le persone che sfortunatamente hanno avuto una nuova diagnosi di diabete sono sostenute in questa fase carica di preoccupazioni e di timori, caratteristica di chi scopre di avere una malattia che lo accompagnerà durante tutta la vita”.

Per i medici della Diabetologia, tutto questo sistema comporta una presenza degli operatori a pieno orario nel servizio, garantendo il distanziamento a tutela di tutti. L’attività, infatti, risparmia accessi diretti dai medici di medicina generale o nel Pronto soccorso, e permette di organizzare e presidiare l’onda d’urto delle richieste, che certamente ci sarà alla riapertura dell’attività ordinaria degli ambulatori.

Alla pressante richiesta degli operatori diabetologici si è aggiunto anche il richiamo agli amministratori delle Associazioni dei pazienti (Coordinamento dei diabetici sardi e Rete sarda diabete).

“Il riconoscimento di questa modalità di lavoro – hanno ribadito all’unisono le Associazioni dei medici diabetologi e quelle dei pazienti – deve essere una priorità dei nostri amministratori regionali e locali, perché risponde alle esigenze di tutela della salute delle persone con Diabete mellito. Come ripetuto più volte, le malattie, sia croniche che acute, non si eclissano di fronte alla pandemia e gli strumenti tecnologici, in questo momento di emergenza, possono essere una risposta sicura. Nessuno deve restare indietro, e non sarà una battaglia vinta se ci difendiamo dal virus ma abbiamo le complicanze di un diabete non bencontrollato”.

Un cittadino di Marrubiu è risultato positivo al coronavirus. Lo ha comunicato il sindaco, Andrea Santucciu. “Carissimi Cittadini Marrubiesi, vi comunico che è risultato positivo al Covid-19 un nostro compaesano. Trattasi di persona che non ha avuto contatti nel nostro paese e che attualmente si trova in quarantena presso la sua abitazione. Sono tuttavia in corso gli accertamenti del caso. Mi preme precisare che la situazione è sotto controllo. Vi raccomando quindi il rispetto continuo delle prescrizioni: Restate a casa, spostandovi solamente per le strette necessità. Se uscite per motivate ragioni rispettate la distanza di sicurezza. Lavatevi bene le mani e non portate queste a contatto con il viso e la bocca. Esprimo vicinanza al nostro compaesano, che ho sentito telefonicamente, e per fortuna sta bene. E’ in atto un forte coordinamento tra istituzioni sanitarie, comune, protezione civile e forze dell’ordine. Vi prego di mantenere la compostezza e la maturità avuta in queste settimane, come noi marrubiesi sappiamo fare. State tranquilli, #uniticelafaremo”.

In Sardegna i casi di poositività al Covid-19 accertati dall’inizio dell’emergenza sono 874, e 41 i deceduti. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. Sul territorio, su 874 casi positivi ben 585 sono stati registrati a Sassari, 144 nella Città Metropolitana di Cagliari, 63 nel Sud Sardegna, 62 a Nuoro, e 20 a Oristano.

Dal 14 marzo sono 17.917 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019. Nella giornata di ieri sono stati effettuati 770 controlli: 200 nell’area di Cagliari, 18 Iglesias, 59 Oristano, 184 Sassari, 132 Tempio, 107 Nuoro, 70 Lanusei. Sono state sanzionate 10 persone (6 a Cagliari, 2 a Tempio, 2 a Sassari), per un totale (dal 14 marzo) di 255.

Intanto, questa mattina sono arrivati al porto di Cagliari diecimila kit per i test del Covid-19, per essere destinati ai laboratori del sistema sanitario regionale impegnati nella lotta contro l’epidemia. Il carico, frutto di una donazione alla Regione, è stato consegnato dalla Croce Rossa Italiana alla Protezione civile per il trasporto all’Azienda Ospedaliera Brotzu, dove i kit saranno conservati e poi distribuiti. “I test – ha dichiarato il presidente Solinas – sono uno strumento indispensabile per l’individuazione dei contagi e per il contenimento dell’epidemia. La Sardegna è impegnata con tutti i mezzi a far fronte alle necessità legate all’emergenza. Oggi riceviamo un contributo prezioso e il mio ringraziamento, a nome di tutti i Sardi, va alla Croce Rossa Italiana per gli alti valori che da sempre esprime e la solidarietà verso il nostro popolo”.

Con una nota inviata ad Abbanoa, il presidente del Comitato Istituzionale d’Ambito dell’Egas, Fabio Albieri, ha comunicato al gestore del servizio idrico le ulteriori misure messe in campo dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) per contrastare le criticità legate al Covid-19. Tra le altre cose la nuova deliberazione Arera dispone la proroga, fino al 13 aprile, del blocco delle procedure di sospensione della fornitura del servizio idrico per morosità, mentre dovranno essere rialimentate le forniture di acqua eventualmente sospese o disattivate dal 10 marzo. Inoltre l’Autorità ha introdotto la facoltà, per i gestori del SII, di inviare fino al 13 aprile, le bollette in formato elettronico agli utenti che abbiano messo a disposizione un proprio recapito di posta elettronica o di telefono mobile. Infine i gestori del SII sono tenuti ad inserire, nella prima comunicazione di sollecito o in quella di costituzione in mora, la possibilità per l’utente di poter rateizzare senza il pagamento di ulteriori importi a titolo di interessi, secondo le modalità di rateizzazione previste in caso di morosità. Tale disposizione vale in caso di omesso pagamento da parte degli utenti delle bollette che scadono o che siano emesse nel periodo compreso dall’11 marzo al 13 aprile prossimo o, limitatamente ai documenti di fatturazione emessi con cadenza almeno trimestrale che contabilizzano i consumi da parte degli utenti finali nel medesimo periodo di blocco.

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