Mar 19

Ancora un caso di maltrattamenti in famiglia a Oristano.

Da anni picchiava la moglie anche davanti ai tre figli minori e nonostante fosse stato ammonito dalla Questura e si fosse allontanato dell’abitazione familiare continuava a perseguitarla.

Per questo motivo, la Squadra Mobile della Questura di Oristano ha eseguito una misura cautelare nei confronti di un 53enne, residente a Oristano, resosi responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e danneggiamento aggravato ai danni della moglie.

L’uomo è stato fermato dai poliziotti che gli hanno contestato i provvedimenti emessi dal Gip del Tribunale di Oristano: allontanamento dal luogo di residenza (così non potrà più avvicinarsi alla moglie, né ai luoghi che lei frequenta) e divieto di dimora nel comune di Oristano.

Da anni, come detto, la donna era vittima di maltrattamenti da parte del marito che oltre a insultarla e minacciarla di morte, la prendeva a calci e schiaffi, le tirava i capelli, le lanciava tutto ciò che in cucina gli passava per mano, anche in presenza dei tre figli piccoli che assistevano atterriti a queste aggressioni.

A causa di questi continui maltrattamenti, il 53enne, invece di essere arrestato immediatamente e lasciato in galera per anni a meditare (ma questo, purtroppo, la legge non lo prevede. ndr), era stato ammonito dal Questore di Oristano e aveva lasciato l’abitazione familiare.

Come spesso succede, però, il provvedimento non era servito a niente, e l’uomo continuava a perseguitare la moglie, pedinandola, appostandosi sotto la sua abitazione e con continui messaggi intimidatori, e per questo gli è stato contestato anche il reato di atti persecutori.

L’ultimo episodio si è verificato qualche giorno fa, con gli agenti della Volante intervenuti a seguito di una telefonata al 113 di una delle figlie. Ma quando i poliziotti sono arrivati l’uomo era già andato via.

Adesso l’energumeno non potrà più stare a Oristano, avvicinarsi alla moglie, contattarla o avvicinarsi ai luoghi che la donna frequenta, pena l’arresto e relativo processo.

Senza dubbio è già qualcosa, anche se da anni sosteniamo che le misure cautelari applicate in questi casi siano troppo blande e l’argomento vada rivisto al più presto, prevedendo l’arresto immediato dell’invasato di turno già dal primo episodio denunciato (anche se purtroppo le denunce delle maltrattate arrivano anche dopo anni di continue vessazioni), e, in caso di recidiva, un forte inasprimento delle pene (anche se Italia la certezza della pena è solo un optional. ndr),  altrimenti non si riuscirà mai a tutelare la salute e l’integrità psico-fisica di donne e minori.

Oggi, la pena base per il reato di maltrattamenti in famiglia è quella della reclusione da due a sei anni.  Aggravata se dal fatto deriva una lesione personale grave, e in questo caso la reclusione prevista va da quattro a nove anni; se deriva una lesione personale gravissima, la reclusione è da sette a quindici anni; se dal fatto deriva la morte sono invece previsti da dodici a ventiquattro anni di carcere. Questo è quanto, sulla carta, prevede la legge, visto che nella realtà solo in pochi casi sono state applicate le pene massime.

L’argomento è certamente delicato e non di facile soluzione, ma dopo aver constatato che i maltrattamenti in famiglia sono ormai all’ordine del giorno, non vediamo altra soluzione per arginare quella che è ormai diventata una vera e propria piaga sociale.

Neppure l’emergenza sanitaria dovuta all’incremento dei contagi da coronavirus e le conseguenti limitazioni imposte agli spostamenti sono riuscite a fermare le ruberie di sabbia dalle spiagge della Sardegna. Il sequestro risale alla scorsa settimana, quando si poteva ancora volare, più o meno liberamente, tra gli aeroporti di Cagliari e quelli di Roma e Milano. Durante i controlli di sicurezza un passeggero è stato fermato con diversi chili di granelli di quarzo, sottratti al bianchissimo litorale di Is Arutas, sulla costa di Oristano. Una busta rossa anonima che non è passata inosservata agli agenti preposti al controllo bagagli, che hanno subito sequestrato il materiale poco prima che lasciasse l’Isola. A darne notizia è l’associazione “Sardegna rubata e depredata”, da sempre in prima linea contro le scorribande di chi vuole prelevare la sabbia dalle coste dell’Isola commettendo un reato. “In altri tempi un ritrovamento simile sarebbe stato normale e scontato. Oggi no! – è l’amaro commento dell’associazione – Non è concepibile. Stiamo vivendo un periodo storico drammatico ed epocale, eppure, esiste sempre qualcuno che trova il tempo e il modo per distinguersi in maniera inqualificabile”.

Sono 206 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 1.334 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 52, di cui 9 in terapia intensiva, mentre 152 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato dei casi positivi comprende i due decessi finora registrati in Sardegna. Sul territorio sono stati rilevati complessivamente 41 casi accertati nella Città Metropolitana di Cagliari (+9 rispetto all’ultimo aggiornamento), 7 (+2) nel Sud Sardegna, 3 a Oristano, 21 (+1) a Nuoro e 134 (+60) a Sassari. Prosegue, intanto, l’opera di controllo nelle zone costiere da parte della Regione, tramite gli agenti del Corpo Forestale, per vigilare sul rispetto delle regole di isolamento e di autodenuncia da parte delle persone che occupano le case al mare. L’inosservanza delle Ordinanze del Presidente della Regione comporta le conseguenze previste dall’art. 650 del cp, con arresto fino a 3 mesi e sanzione. Oggi sono stati effettuati 783 controlli, oltre 200 piu’ di ieri, 151 in area Cagliari, 27 Iglesias, 59 Oristano, 184 Sassari, 172 Tempio, 141 Nuoro, 49 Lanusei. Sono state sanzionate 9 persone, segnalate alla Magistratura.

A causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, come indicato nel Decreto Legge “Cura Italia” del 17 marzo 2020 art. 104 (proroga della validità dei documenti di riconoscimento ”patenti”), le patenti di guida scadute o in scadenza dopo il 17 marzo vengono automaticamente prorogate al 31 agosto 2020. Il permesso provvisorio di guida è prorogato sino al 30 giugno 2020, senza oneri, nel caso in cui la commissione medica locale, nel giorno fissato per l’accertamento, non abbia potuto riunirsi. Il foglio rosa con scadenza compresa tra il 1° febbraio e il 30 aprile viene prorogato sino al 30 giugno 2020.

E’ nata  in Sardegna la prima fabbrica che riconverte la sua produzione per la realizzazione di mascherine protettive contro il coronavirus. Si tratta della “Pietri Srl-Il Ghiro materassi”, un’azienda tessile di Bonorva che ha già iniziato con circa 2mila mascherine al giorno e conta di arrivare a 10mila entro la prossima settimana. I titolari sono subissati: dagli operatori del 118 alle associazioni di volontariato, dagli imprenditori ai Comuni sino ai privati cittadini che ne hanno bisogno. “Dopo l’esplosione della pandemia avevamo ridotto al minimo la nostra attività e messo una parte dei lavoratori, circa trenta, in cassa integrazione – ha detto uno dei proprietari, Edoardo Pietri -. Ma poi guardandoci intorno abbiamo deciso di richiamare i lavoratori e riconvertire parte della nostra azienda per realizzare mascherine, di cui c’è un enorme bisogno in Sardegna come nella Penisola. Al momento stiamo procedendo con l’autocertificazione e realizziamo un dispositivo basico di uso comune, non quelle professionali per i medici e gli infermieri. Attendiamo l’autorizzazione del ministero della Salute che certifichi il prodotto e contiamo di proseguire fino a quando ce ne sarà bisogno”. D’aiuto ai fratelli Pietri sono stati il sindaco di Bonorva, Massimo D’Agostino, e il capogruppo di maggioranza del comune di Macomer, Gianfranco Congiu. “Sono felicissimo di questo nuovo inizio – ha spiegato D’Agostino – la riconversione di questa fabbrica porta un messaggio chiaro: se si cade ci si rialza subito e si riparte con la solidarietà e il lavoro di tutti. L’amministrazione è vicina ai Pietri e li ha incoraggiati moltissimo in questo percorso. Noi per primi, ma anche come sindaci dell’Unione dei Comuni, abbiamo ordinato importanti commesse”. Tutto grazie al decreto Cura Italia. “Un provvedimento – ha sottolineato Congiu – che favorisce la riconversione dei cicli industriali verso la produzione di Dpi seguendo una pratica burocratica molto celere. A Bonorva abbiamo un’azienda tessile con macchinari e materiali adatti, quindi abbiamo pensato di contattarli. Da grandi imprenditori quali sono hanno risposto subito e si sono messi al lavoro”.

I termini di rinnovo delle pratiche per il bonus elettrico ed idrico sono stati differiti a livello nazionale e quindi non esiste più l’urgenza di presentare la domanda al Comune di Ofistano entro i termini precedentemente comunicati. Per il rinnovo si suggerisce di trasmettere l’istanza al Comune via mail all’indirizzo protocollo@comune.oristano.it. Chi fosse sprovvisto di posta elettronica può consegnarla a mano presso l’ufficio protocollo del Comune di Oristano (palazzo Campus-Colonna), passando dall’ingresso secondario, in via Eleonora. I dati indispensabili da indicare nella domanda sono: Dati anagrafici dell’intestatario delle fatture; numero telefonico; barrare SI o NO se qualche componente del nucleo familiare è beneficiario di reddito di cittadinanza (RdC o PdC); firma dell’istanza. All’istanza devono essere obbligatoriamente allegati in fotocopia: Isee, documento di identità e fatture luce ed acqua (prima pagina fronte retro).

Lascia un commento

Your email address will not be published.