Feb 20

“Valerio” Pinna attenta alla sacralità della Sartiglia.

Leggendo un articolo su L’Unione Sorda, a firma Valerio Pinna, ho appreso, con una certa sorpresa, che quest’anno a guidare la Sartiglia dei Falegnami sarà l’amazzone Cristina Matzutzi.

Chiaramente si tratta di un refuso, ma data la sacralità dell’argomento lo ritengo un gesto “…superficiale, offensivo  e volgare nei confronti della   Sartiglia intera e auspico l’intervento della commissione Disciplina giornalistico-equestre   nei confronti di tale Valerio Pinna”.

Beh, visto che ancora non era successo niente, per mettere un po’  di pepe a una manifestazione dove tutto filava liscio, bisognava inventarsi qualcosa e  trasformare una ripicca nata su Whatsapp  in un caso che, oltre ai cavalieri e al presidente del Gremio dei Falegnami (parti in causa), amici e familiari, potesse interessare anche a quei lettori  che “partecipano”  alla Sartiglia  non da ultras  ma in maniera se non del tutto distaccata quantomeno  moderata.

Cosi tra altisonanti  denunce alla commissione di disciplina (sic!), emoticon sgradite e sculacciate sulle proprie chiappe (che di solito si possono risolvere in un batter di ciglia), si accendono i riflettori non sulla bontà di  una manifestazione assurta a livello mondiale e su tutto il suo indotto,  ma su provincialissime e insignificanti  beghe da condominio equestre,  che  non fanno bene nè alla manifestazione, nè a  Oristano.

Se questo è il “meglio” di ciò che ruota attorno alla Sartiglia, tanto da dedicargli così ampio spazio, siamo proprio messi bene.

PS: detto questo la denuncia nei confronti di Valerio Pinna rimane.

Buona Sartiglia a tutti.

Sei anni di reclusione e una multa di cinquemila euro per favoreggiamento della prostituzione, e assoluzione dall’accusa di violenza sessuale. Sono queste le richieste del Pm Marco De Crescenzo nel processo, che si sta celebrando presso il Tribunale di Oristano, nei confronti di don Giovanni Usai. Il sacerdote, fondatore della comunità di recupero per detenuti “Il Samaritano”, era stato arrestato poco più di nove anni fa. Per il coimputato di origine nigeriana, Alphonsus Eze, anche lui accusato di favoreggiamento, il pubblico ministero ha chiesto, invece, la condanna a tre anni. I fatti contestati sarebbero avvenuti all’interno della comunità che opera nelle campagne di Arborea. Secondo il Pm, il prete (difeso dagli avvocati Anna Maria Uras e Franco Luigi Satta) come responsabile del centro avrebbe dovuto vigilare e invece ha consentito che le ragazze, che si sarebbero dovute rieducare, avessero delle condotte scorrette, culminate con la prostituzione. Una di queste (tutte di nazionalità nigeriana) aveva denunciato anche una violenza sessuale. La prossima udienza si terrà il 19 marzo con le arringhe dei difensori.

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