Feb 12

Mai così in basso!

Due sono le battaglie che il leader del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, sta portando avanti: una nei confronti della Procura della Repubblcia di Oristano e l’altra contro l’attuale giunta regionale sardo-leghista di Christian Solinas. Si può essere anni luce lontani dalle posizioni politiche di Maninchedda ma, anche se non in toto, sia in un caso che nell’altro è difficile dargli torto.

“Oggi poche parole, perché ci sono giorni di dolore nelle quali usarle è blasfemo.
Noi abbiamo tanti motivi per soffrire (e stiamo pensando seriamente su uno, sulla giustizia ingiusta, di mettere seriamente in gioco la vita stessa), ma se n’è aggiunto un altro: la miseria morale diffusa.

Mettiamo in fila le cose recenti.

Abbiamo una Giunta (e un fiancheggiante organo di informazione prossimo al crack – ma in attesa di agognati finanziamenti pubblici – per intossicazione, cioè in virtù della distribuzione cui quotidianamente si dedica di veleno sociale e personale) che nell’ordine:

1) ha distrutto la continuità territoriale aerea;
2) non sa cosa fare con quella marittima;
3) ha annunciato per mesi l’avvio dei lavori della dorsale del gas e poi ha scoperto di non avere né tariffa né soldi per l’investimento;
4) vuole governare l’agricoltura sarda dal camioncino della Coldiretti e non sa fare quasi nulla di ciò che si deve fare negli uffici della regione;
5) non riesce più a garantire uno standard medio di qualità negli ospedali sardi (che sono allo sbando);
6) continua a riempire di discariche la Sardegna;
7) moltiplica il numero degli stipendiati clientelari;
8) devasta l’amministrazione regionale abbassando i requisiti del reclutamento dei dirigenti, andando di proroga in proroga con incarichi commissariali che dovrebbero limitarsi all’ordinaria amministrazione e invece fanno quello che vogliono;
9) oscura con pratiche dilatorie la trasparenza degli atti amministrativi;
10) non riesce ad avere una strategia unitaria per tentare, almeno tentare, di aumentare la ricchezza prodotta, unire turismo e cultura, alzare i livelli educativi e formativi che stanno precipitando a soglie così basse da intaccare lo stesso vivere civile.

L’organo di stampa di cui sopra fa da megafono alla Giunta, detta la linea, colpisce gli avversari e, quando avverte che la vergona è insostenibile, si smarca da ciò di cui è complice principale con ridicoli appelli scritti in italiano da taverna e con sintassi franta: “Sardi unitevi!, e tutti uniti dateci i soldi pubblici per tirare a campare”.

Dinanzi a tutto questo, la cosa peggiore è chiamare all’unità il popolo sardo dopo averlo devastato con i propri imbrogli politici, dopo averlo irriso correndo sotto le sottane dei leader nazionali italiani a chieder loro l’alleanza salvifica fondata sugli interessi italiani, dopo averlo gabbato sui suoi mercati, dopo averlo reso parassitario e indolente, dopo averlo reso ignorante e volgare con scuole impedite a una seria educazione (la quale, si voglia o no, è fondata sull’amore, sul sapere, sulla disciplina e su nient’altro) e a un’altrettanta seria selezione fondata sul merito.

Non siamo tutti uguali e io non mi unirò mai con questa Giunta e con questa maggioranza, che da un lato moltiplica posti di sottogoverno, devasta interno e coste con un ridicolo Piano Casa, rende eterni i casotti sulle spiagge, distrugge la continuità territoriale, distrugge l’amministrazione regionale, moltiplica favori e stipendi, distrugge la ricchezza prodotta e impedisce di produrne di nuova e sostenibile, e che nel frattempo vorrebbe tutti giubilanti per l’insularità.

Per favore, ci si riconosca ancora intelligenza e dignità.

No.

C’è un confine.

Voi da una parte, noi dall’altra, anche se pure da questa parte ci sono ipocriti giustizialisti, mandroni calzati e vestiti che attendono che la ruota giri e dia loro un posto di lavoro, prepotenti professionisti, intriganti e specialisti dell’ingiuria e della devastazione anonima, uomini di pancia degni colleghi di quelli, omologhi, che stanno dall’altra parte.

Tutto vero.

Ma vale il confine, e personalmente il confine è un fiume di ignoranza e prepotenza al quale mi oppongo con chiunque mi trovi a fianco. (Paolo Maninchedda, www.sardegnaeliberta.it).

La commissione consiliare permanente all’Ambiente del Comune di Oristano ha sottoscritto, su proposta del presidente Lorenzo Pusceddu, una mozione che impegna il sindaco e la giunta comunale a farsi promotori verso l’organo regionale affinché, all’interno dell’ordinanza balneare 2020, venga inserita la possibilità per i cani allerta diabete di transitare e trattenersi negli arenili durante la stagione estiva, al pari di quanto previsto per le unità cinofile di salvataggio e cani guida per i non vedenti. “Voglio ringraziare i consiglieri Andrea Muru, Patrizia Cadau, Anna Maria Uras e Danilo Atzeni che hanno contribuito a questa innovativa richiesta – ha detto Pusceddu -, perché un cane con la sua capacità olfattiva può salvare una vita, in quanto è in grado di anticipare una crisi glicemica di una malattia come il diabete che costituisce la malattia cronica più diffusa in Sardegna, interessando circa 100 mila sardi, con il più alto numero annuale di nuovi casi di diabete di tipo 1, con incidenza del diabete infanto-giovanile di oltre 50 casi per 100.000 abitanti, mentre nel resto d’Italia i nuovi casi annuali registrati si aggirano intorno a 6-7 per 100.000 abitanti, rappresentando una vera e propria emergenza socio-sanitaria per la nostra regione”.

I consiglieri del Comune di Oristano Monica Masia (Sport, Salute, Volontariato, Natura) e Andrea Riccio (Progres) hanno presentato ua interrogazione urgente sull’illuminazione pubblica cittadina. Secondo i due consiglieri,nella convenzione di 9 anni, la Gemmo spa , che ha la gestione globale degli impianti di pubblica illuminazione, avrebbe dovuto offrire “…un livello di efficientamento energetico senza confronti”, capace di assicurare una significativa riduzione della spesa pubblica complessiva per la pubblica illuminazione, sia in relazione al consumo che alla manutenzione e sostituzione dei corpi illuminanti”. Sempre secondo Masia e Riccio “…illuminare correttamente gli spazi pubblici favorisce la loro fruizione da parte dei cittadini e rende i luoghi più sicuri. Nelle zone pedonali, ad esempio, sarebbe opportuno garantire la giusta quantità di luce sul piano di spostamento per consentire agli utenti di transitare in sicurezza sui marciapiedi, già in condizioni pessime a causa della cattiva manutenzione. Lo Stesso discorso vale per l’illuminazione stradale che dovrebbe essere tale da favorire il riconoscimento di figure e ostacoli, al fine di evitare incidenti e ridurre il fenomeno dell’abbagliamento. Attenzione particolare dovrebbe essere poi data agli attraversamenti pedonali, in prossimità dei quali l’illuminazione dovrebbe essere maggiore in modo da evidenziare la presenza dei pedoni e favorirne il riconoscimento”. Masia e Riccio evidenziano, inoltre, che “…l’illuminazione costituisce un deterrente per i malintenzionati, arginando fenomeni di delinquenza e vandalismo, sempre più frequenti anche nella nostra tranquilla cittadina”. Ebbene “la Gemmo – hanno scritto i due consiglieri della minoranza – ha dato avvio all’intervento di sostituzione del parco lampade esistente nel Comune di Oristano con apparecchi Led di nuova generazione, che avrebbero dovuto garantire una resa cromatica migliore e un consumo di energia più razionale; la società avrebbe anche dovuto attivare un call center, dotato di numero verde per le emergenze, raggiungibile in qualunque momento per favorire una maggiore rapidità delle comunicazioni di guasto e degli interventi. Considerato che nelle vie cittadine alberate, la vegetazione e il fogliame che vengono di rado potati, coprono quasi completamente il fascio luminoso che promana dai corpi illuminanti, riducendo drasticamente l’illuminazione e, di conseguenza, la visibilità; e che nel corso dell’ultimo anno, innumerevoli volte, interi quartieri cittadini e le stesse vie del centro storico sono rimasti completamente al buio per giorni e giorni, con tutti i disagi e i pericoli che questa situazione ha, comprensibilmente, comportato. Per questi motivi, Masia e Riccio interrogano sindaco e assessore competente per sapere: come mai l’illuminazione pubblica a Led che dovrebbe garantire una maggiore efficienza energetica, di fatto, illumina scarsamente le vie cittadine; se la Gemmo abbia rispettato e stia rispettando il contratto di gestione degli impianti di pubblica illuminazione, e se si, come mai a seguito delle segnalazioni di guasti gli interventi avvengano in tempi tutt’altro che ragionevoli, diversamente da quanto garantito; se vi è l’intenzione di questa amministrazione comunale di provvedere ad arginare la problematica della scarsa illuminazione cittadina e con quali tempistiche pensa di intervenire, quanto meno per far fronte ai problemi di più semplice risoluzione come, ad esempio, la potatura degli alberi e lo sgombero delle lampade dal fogliame. (Andrea Riccio, ProgRes, e Monica Masia, Sport, Salute, Natura e Volontariato).

Masia e Riccio hanno presentato una interrogazione anche  sullo stato in cui versa la borgata marina di Torre Grande. Ecco il testo: “Premesso che: Torregrande è considerata, a ragione, una perla della città di Oristano; che è una borgata marina cui la pur scarsa attenzione che le si dedica è ristretta al solo periodo estivo mentre, per le sue peculiarità (un esteso lungomare, accoglienti chioschetti sulla spiaggia, un lungo arenile ed un mare riparato dal Golfo) dovrebbe avere risalto tutto l’anno; allo stato attuale versa in condizioni tali che, definirla “perla” appare davvero sarcastico. Considerato che: uno dei “cavalli di battaglia” della campagna elettorale di questa Amministrazione Comunale, era il “Master plan” per Torregrande, ovvero un “programma integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale, con servizi per la salute e il benessere e strutture ricettive connesse”. Progetto sì, ambizioso, ma sicuramente realizzabile; giunti ormai a metà mandato, poco o niente è cambiato nella suddetta borgata, che al contrario, è sempre più abbandonata a sé stessa e sporca. Di seguito un elenco dei problemi che sono emersi durante un recente sopralluogo: le strade sono piene di buche, dossi e avvallamenti che costituiscono un pericolo costante per il traffico sia veicolare che pedonale, indistintamente, sia nel lungomare che nelle strade di accesso (in particolare nella zona della pineta sud) e nelle vie interne. Più precisamente: le buche onnipresenti, pericolose ed antiestetiche, crescono di giorno in giorno per numero e dimensione; i dossi, spesso dovuti alla sporgenza delle radici delle piante, sono presenti tanto nel lungomare quanto nelle altre zone della borgata. Andrebbero, certamente, eliminati con soluzioni radicali di cui però non si intravvede la benché minima presa in considerazione; gli avvallamenti vanno a creare pozzanghere talmente grandi e profonde che persistono anche per mesi dopo le piogge. Una volta asciugate, una desolante distesa di fango attende con pazienza di essere ripulita; numerosi tombini sono ostruiti; la segnaletica orizzontale è, per lo più, sbiadita; nei marciapiedi, pieni di inciampi, non si contano le piastrelle scalzate che, oltre ad essere un obbrobrio estetico costituiscono un’ulteriore fonte di pericolo: in diversi punti presentano delle fratture con gradini di diversi centimetri! la pineta è, a dir poco, sporca e abbandonata: un altro gioiello della città pieno di rifiuti e rispetto alla quale, peraltro, senza un’adeguata pulizia e manutenzione, il rischio di incendi è altissimo; a zona tra la borgata ed il porticciolo, bellissima per passeggiate a piedi o in mountain bike, è sporca, invasa da immondizia di ogni genere, abbandonata da anni; i bagni pubblici, già sottodimensionati, non sono attualmente in funzione; le aree verdi necessitano di una profonda manutenzione; manca un punto raccolta rifiuti che mette in crisi le attività commerciali presenti nella borgata, ed in modo particolare i chioschi che, come lamentano alcuni gestori degli stessi, non possono stoccare la spazzatura fronte spiaggia né fronte strada né, tanto meno, possono, per ovvie ragioni, tenerla all’interno dei locali; i trasporti sono un altro punto dolente, da sempre. I collegamenti con la città sono inadeguati sia d’inverno che d’estate; la Gran Torre (la torre più grande della Sardegna), risalente al seicento, si presenta imponente ed ammuffita. Il suo interno, maestoso e regolare, sarebbe perfetto per ospitare mostre ed eventi in una cornice particolarmente suggestiva. Invece, essa è ancora inspiegabilmente e tristemente chiusa, ignorando la potenziale fonte di incassi per il Comune: la vista spettacolare, grazie alla sua altezza e collocazione particolarmente fortunata sul golfo, si estende ben oltre i confini della provincia rendendola una forte attrattiva. Presenta, inoltre, un edificio sulla sua sommità che potrebbe essere sfruttato dal punto di vista turistico con estrema semplicità; il bancomat, sbandierato come conquista di un grande e indispensabile servizio quale effettivamente è, risulta essere chiuso; nonostante lo scorso anno sia stata approvata all’unanimità una mozione che proibiva l’uso della plastica nel litorale, la stessa non ha avuto grande seguito; la regolamentazione del carico e scarico merci per gli ambulanti risulta inadeguata in quanto rende particolarmente difficoltose le relative operazioni; l’approvvigionamento di energia elettrica per le bancarelle nelle varie manifestazioni ed in particolare nei mesi estivi è affidato all’iniziativa dei singoli, costretti a utilizzare gruppi elettrogeni fastidiosamente rumorosi ed altamente inquinanti; Osservato che: la concessione del campeggio Comunale all’ingresso di Torre Grande scade tra pochi mesi, per l’esattezza il 30 settembre 2020 e che l’assegnatario dovrà, presumibilmente, progettare e realizzare numerosi interventi; anche le concessioni dei chioschi sulla spiaggia (area demaniale) scadono, il 31 dicembre 2020; si chiede che punto siamo con l’assegnazione della concessione per il periodo successivo; per i chioschi sul territorio comunale discorso ancor più critico: questi addirittura sono stati dovuti rimuovere. I tempi per la progettazione del piano chioschi e la successiva messa a bando delle aree saranno compatibili con le necessità degli esercenti ed ancor più dei cittadini, considerato che non esistono nella borgata attività che eroghino servizi similari a quelle rimosse? Alla luce i tutte queste osservazioni e dell’importanza che Torre Grande riveste nella vita degli Oristanesi, degli abitanti del circondario e dei turisti, si interroga questa Giunta per sapere: quali interventi, ed in quali tempi, intenda realizzare per ridare slancio alla borgata? Ritiene di dover fare pressioni sull’Arst per migliorare il servizio di trasporto ed i collegamenti da e per la borgata marina? Si sta già lavorando all’assegnazione della concessione per il campeggio e per i chioschi? Quali tempi si prevedono per la progettazione del piano chioschi e la successiva messa a bando delle aree? (Andrea Riccio, ProgRes, e Monica Masia, Sport, Salute, Natura e Volontariato).

Sono iniziati a Torre Grande i lavori di ripristino del lungomare. Realizzati dall’assessorato ai Lavori pubblici, nell’ambito del programma regionale Lavoras, si protrarranno fino ad aprile e si concentreranno sulla manutenzione e il ripristino dei marciapiedi e degli scivoli per i disabili. L’assessore ai Lavori pubblici, Francesco Pinna, ha effettuato un sopralluogo per una verifica dell’andamento del cantiere dove sono impegnati quotidianamente da 4 a 6 operai, coordinati dal personale del cantiere comunale.“In attesa che partano gli importanti interventi di riamodernamento di Torre Grande finanziati con la programmazione territoriale, questo progetto ci consentirà di intervenire sulle principali emergenze del lungomare – spiegano il Sindaco Andrea Lutzu e l’Assessore Francesco Pinna -. Ci sono tratti dove la percorribilità pedonale è seriamente compromessa e grazie ai cantieri di Lavoras si potranno eseguire numerose lavorazioni che miglioreranno la fruibilità del lungomare a beneficio dei pedoni e di tutti coloro che hanno difficoltà a deambulare”. Il Comune di Oristano, tramite il programma Lavoras, finanziato dalla Regione con 750 mila euro, è impegnato con 7 cantieri che impiegano complessivamente una cinquantina di addetti. Tra i principali interventi la bonifica delle discariche abusive; la manutenzione e il ripristino dei marciapiedi della città e delle frazioni; la riqualificazione delle aree verdi di via Bellini, via Brianza e via Bologna a Nuraxinieddu; la manutenzione e valorizzazione aree esterne delle scuole di via Satta, via Campania e via d’Annunzio; la manutenzione dei campi sportivi di San Quirico e San Nicola e del l’area della piscina comunale; la manutenzione dei locali destinati al Centro del riuso; la riqualificazione del parco San Martino e dell’ex Lavatoio e degli spazi pubblici attraverso la messa in sicurezza di beni e la riqualificazione e il miglioramento di immobili con manufatti mosaici.

Il carnevale oristanese anche quest’anno alza il sipario con i suoni, i balli, le pietanze e le maschere di “Aspettando la Sartiglia”. La gustosa anteprima della Sartiglia ritorna nel centro storico di Oristano per il quinto anno consecutivo. Sabato 15 e domenica 16 febbraio il programma curato dall’assessorato alla Cultura, Turismo e Spettacolo del Comune di Oristano, dalla Pro loco e dalla Fondazione Oristano propone musica, balli, maschere e le specialità enogastronomiche del territorio. Si comincia sabato 15 Febbraio, alle 10.30, all’Auditorium dell’Hospitalis Sancti Antoni, con un incontro riservato alle scuole secondarie di primo grado di Oristano sul tema “Il Carnevale in Sardegna: dalle maschere della Barbagia alla Sartiglia di Oristano”. Ricco il programma del pomeriggio che inizia in piazza Eleonora alle 17,15 con l’esibizione del Gruppo Folk Città di Oristano, del Gruppo Tamburini e Trombettieri Città di Oristano e del Gruppo Tamburini e Trombettieri Sa Sartiglia di Oristano e prosegue alle 18 con la partenza delle maschere tradizionali della Sardegna: Gruppo Cambas de Linna Guspini, Gruppo Maschera a Lenzolu di Aidomaggiore, Gruppo S’Urtzu di Ula Tirso. L’arrivo del corteo in maschera è previsto per le 19 in Piazzetta Corrias dove si terrà lo spettacolo di balli sardi e la degustazione dei prodotti del territorio. Domenica 16 febbraio si replica alle 18 in piazza Corrias con i balli in piazza accompagnati dal suonatore Giacomo Crobu e l’esibizione del Gruppo Tamburini e Trombettieri Pro Loco Oristano e del Gruppo figuranti in abito tradizionale sardo. Balli sardi, grigliata di carne, frittura di pesce e zippole faranno da contorno alla serata di divertimento.

3 comments

    • Che ce vado on 12 febbraio 2020 at 12:15
    • Rispondi

    Ha tristemente ragione! Purtroppo sapevamo chi era, ci mancava il cv ma sapevamo e si che sapevamo!

    • Zacca strada on 12 febbraio 2020 at 16:37
    • Rispondi

    Mi trovo più che d’accordo con Maninchedda.

    • drastico on 12 febbraio 2020 at 19:04
    • Rispondi

    non sono mai stato un grosso estimatore di paolo maninchedda, che ho sempre ritenuto politicamente ondeggiante e con la prua sempre rivolta al proprio tornaconto, ma questa volta sottoscrivo quasi tutto quello che ha scritto.

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