Gen 31

Licandro lascia i Riformatori. Voi direte: e a noi? A Oristano politica allo sfascio.

“Con una lettera indirizzata, questa mattina, al presidente del consiglio comunale Antonio Franceschi e al sindaco Andrea Lutzu, il consigliere comunale Mauro Licandro ha comunicato le sue dimissioni da capogruppo dei Riformatori.

Licando ha comunicato anche la sospensione dal partito e il collocamento in aula come consigliere indipendente, ma ha confermato la fiducia al sindaco Lutzu e l’adesione alla maggioranza”.

Così la nota dell’Ufficio stampa del Comune di Oristano che riportiamo per mero dovere di cronaca, visto che alla stragrande maggioranza dei cittadini della cosa non può fregar di meno.

Figuratevi cosa possa importare, infatti, delle dimissioni del consigliere Licandro, quando (sindaco a parte) per gli oristanesi  quasi tutti gli assessori attuali sono degli emeriti sconosciuti. D’altro canto, cosa volete che interessi ai cittadini se l’assessore sia ora Tizio o Caio, e se Caio verrà presto sostituito con Gregorio o  con Crisponzio, considerato che complessivamente in città poco è cambiato rispetto al passato? Nelle condizioni date, fare dei distinguo è, quindi, praticamente impossibile.

Ciò che interessa veramente ai residenti è che la città sia in condizioni dignitose, se sia una città sicura e se si stia facendo il possibile per far fare il tanto strombazzato salto di qualità al capoluogo. A questo proposito, sarà forse  un caso se molti cittadini ritengono, invece, che rispetto alla passata, disastrosa consiliatura Tendas poco sia finora mutato?

Sparita la vera politica nel dialogo tra poveri in piazza Eleonara e dintorni, e non sapendo di che parlare dopo aver teorizzato sull’aria fritta, ecco che ci si butta a capofitto sul rimpasto in giunta, da attuare attraverso un teatrino poco edificante. Per cercare un posticino al sole, si tenta di giustificare quella che si è ridotta a mera spartizione e che ha creato dissapori e litigi fra ciò che è rimasto di partiti, partitini e gruppuscoli vari a livello locale, con paroloni tipo verifica politica (ma de che?), quadra, bilancino, manuale Cencelli, ultimatum, e chi più ne ha più ne metta. Risultato?  Il classico “molto fumo e niente arrosto”.

Ma, d’altro canto, questo è quello che, desolatamente, passa tuttora il convento. Speriamo di sbagliarci ma, vista la pochezza politica che ci circonda, siamo sempre più convinti che cambiando l’ordine dei fattori, con tutta probabilità, il prodotto non cambierà per niente. Perchè per cambiare veramente bisognerebbe resettare tutto e ripartire da zero. Il che con i mediocri “soloni” ai vertici nel parterre politico cittadino, provinciale e regionale  è pura fantascienza.

Intanto, nonostante il gradimento della comunità nei confronti della giunta Lutzu lasci abbastanza a desiderare, ci chiediamo come si possa continuare a misurare l’apprezzamento o meno dei concittadini sul proprio operato basandosi sui “like” su Facebook. Come se il resto della comunità che non frequenta Facebook non esistesse e contasse meno di zero.

Questo è, perlomeno, quanto si percepisce dalle dichiarazioni super ottimistiche del sindaco sull’azione della giunta, quando invece ci sembra di aver percepito che, fuori dai social, la considerazione sia tutt’altra.

Consci che non si possa piacere a tutti e mettendo nel conto la permalosa reazione  di chi reputa di avere ragione e non capisce perchè altri la pensino in maniera diametralmente opposta, riteniamo sommessamente che, giunti a questo punto, un serio esame di coscienza vada fatto, per non ricadere nell’errore di valutazione di chi prima di Lutzu ha (s)governato Oristano.

Va anche aggiunto che la questione non è, di certo, di facile soluzione. Secondo noi ci  vorranno anni per ripristinare il primato della politica anche in una piccola realtà come quella oristanese, dove si è lasciato campo libero alla prevalenza del marchettificio sul merito e sulle idee per una gestione sana della vita pubblica, e ritrovare la dignità perduta.

Solo l’avvento di una nuova presa di coscienza, di un atto di ribellione da parte dei giovani nei confronti di una politica corrotta e poco propensa a lasciare spazio a nuove istanze, potrebbe azzerare il marciume e resettare una società dove il “tutto subito e senza fatica” è diventato da tempo il motivo conduttore.

Il governo continua a frenare sul progetto della dorsale del metano In Sardegna. Lo ha fatto, oggi, in occasione del tavolo convocato al Mise per discutere l’uscita dal carbone nel 2025 delle centrali termoelettriche dell’Isola. “Il ministero dell’Ambiente, presente al tavolo – è scritto in una nota della sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde, che ha presieduto il vertice – ha espresso in maniera chiara che ad oggi non è stata data nessuna autorizzazione sulla dorsale, e che gli unici pareri favorevoli sono quelli delle commissioni Via che non appartengono al Ministero”. L’arrivo del gas in Sardegna è strettamente legato al phase out. Ma l’esponente del governo ha puntualizzato che “…è emerso in maniera chiara come gli unici progetti approvati in fase di realizzazione siano i depositi costieri ad Oristano; di conseguenza non esiste ad oggi alcun progetto di rigassificatore approvato per la Sardegna. Inoltre – ha aggiunto Todde – il Pniec ribadisce che il metano è fonte energetica di transizione per le aree produttive sarde. Il governo sta sostenendo concretamente la ripresa industriale della Sardegna, che deve basarsi su una transizione sostenibile in termini ambientali, sociali e occupazionali, e su un costo dell’energia equo sia per gli imprenditori che per tutti i cittadini sardi. La Sardegna – ha chiarito Alessandra Todde – merita il migliore dei progetti energetici possibili, e siamo al lavoro per raggiungere questo obiettivo”. All’incontro hanno partecipato la presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Ambiente, Invitalia, Regione e Comuni interessati, le aziende del settore, Confindustria, i sindacati e le associazioni ambientaliste. La nuova frenata del governo sulla dorsale sarda del metano è gradita agli ambientalisti, ma scontenta la Regione, sindacati e Confindustria, che insistono sulla necessità dell’infrastruttura. Al tavolo del Mise sull’uscita delle centrali sarde dal carbone nel 2025 c’era anche l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili. “La soluzione per ridurre l’impatto ambientale con il contenimento del costo dell’energia – ha detto Pili – è la realizzazione di una infrastruttura energetica che permetta di veicolare una fonte meno inquinante del carbone”. Da Cagliari il presidente della giunta rebionale, Christian Solinas, ha chiarito che “…la decisione di un phase out dal carbone va accompagnata da interventi qualificati e adeguati, per assicurare una transizione del sistema energetico in piena sicurezza che rispetti le specifiche peculiarità della Sardegna e non comprometta le prospettive di sviluppo dei nostri territori”. Secondo il presidente di Confindustria Maurizio De Pascale “…bisogna accelerare le pratiche per chiudere la partita del metano”, mentre Il segretario generale di Uiltec Sardegna, Pierluigi Loi, ha manifestato forte preoccupazione perché “…su una materia così delicata pare si voglia prendere tempo. Negativo anche il commento della Cgil. Per il segretario Michele Carrus “…il confronto non ha fatto registrare passi avanti concreti, e senza il gas si rischia di restare inchiodati al carbone anche dopo il 2025”. Soddisfatti, invece, gli ambientalisti, soprattutto perché, ha spiegato Vincenzo Tiana di Legambiente “…il governo ha ribadito la necessità di far arrivare il metano attraverso i depositi costieri che, essendo modulari e flessibili, si possono dismettere, a differenza della dorsale, un sistema molto rigido che ipotecherebbe il sistema sardo per decine di anni”.

“Brividi, sudori freddi, sguardi bassi e silenzio. Brutta avventura oggi a Roma per la delegazione sarda convocata al tavolo governativo e interministeriale in cui si discute della decarbonizzazione dell’isola.Pensando di trovarsi ad una delle solite conferenze stampa convocate a Predda Niedda davanti ai cronisti dell’Eco del Metano e della Voce della Dorsale, i rappresentanti della Regione (assessora all’Industria Anita Pili), di Confindustria (il presidente regionale Maurizio De Pascale) e della Cgil (segretario regionale Michele Carrus) si sono sentiti porre senza tanti giri di parole la seguente domanda: “Scusate, ma perché state dicendo in giro che i lavori per la dorsale inizieranno nella primavera del 2020?”. Silenzio. Già, perché la Triade da mesi annuncia urbi et orbi che l’unica possibile alternativa alla chiusura entro il 2025 delle centrali a carbone di Fiumesanto e di Portovesme non è semplicemente l’arrivo del metano ma addirittura la realizzazione di un tubo lungo circa 400 km chilometri dal costo approssimativo di un miliardo e mezzo di euro.Le imprese private interessate a realizzarlo (anche con i soldi nostri, sia chiaro) hanno nei mesi scorsi presentato la documentazione alle Commissioni Via (Valutazione di Impatto Ambientale), le quali hanno dato parere positivo. Ma le commissioni Via non sono il Ministero dell’Ambiente, così come invece fatto credere ai sardi dalla Triade attraverso le cronache compiacenti dell’Eco del Metano e della Voce della Dorsale. E oggi questo concetto i due ministeri (dell’Ambiente e delle Sviluppo economico) lo hanno ribadito a chiare lettere, al punto che nel comunicato inviato alla stampa lo hanno perfino puntualizzato: “Il Ministero dell’Ambiente, presente al tavolo, ha espresso in maniera chiara che ad oggi non è stata data nessuna autorizzazione sulla dorsale e che gli unici pareri favorevoli sono quelli delle commissioni VIA che non appartengono al Ministero”. Capito? Ma c’è di più. Così come riportato nel comunicato inviato alle redazioni della delegazione composta dai gruppi ambientalisti isolani presenti all’incontro “il Ministero dell’Ambiente ha ricordato che non esiste ad oggi nessun decreto di autorizzazione della dorsale del metano firmato dal ministero e che una eventuale autorizzazione ambientale non significa che un’opera debba essere realizzata, soprattutto perché essa deve essere compatibile prioritariamente con una scelta strategica. Pertanto le dichiarazioni relative ad un possibile inizio lavori a breve della dorsale, sarebbero da ritenersi non veritiere e passibili di denuncia”. Avete capito? Chi va in giro a dire che i lavori della dorsale inizieranno a breve rischia di beccarsi una denuncia! Sì, ma chi è che va in giro a dire simili fesserie visto che, come affermato dalla sottosegretaria Alessandra Todde, “gli unici progetti approvati in fase di realizzazione sono i depositi costieri ad Oristano e che di conseguenza non esiste ad oggi alcun progetto di rigassificatore approvato per la Sardegna”, e che senza i rigassificatori non ha senso parlare di dorsale? Chi è costui?”. (Vito Biolchini, www.sardegnasoprattutto.com).

10 comments

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    • drastico on 1 febbraio 2020 at 7:14
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    parole sante, caro pig.

    • Gianluca on 1 febbraio 2020 at 8:27
    • Rispondi

    Sottoscrivo in tutto e per tutto quanto detto da Angelo. La politica ad Oristano ha toccato livelli così bassi che qualche decennio fa nessuno avrebbe potuto neppure immaginare.

    • Carlo M. on 1 febbraio 2020 at 9:55
    • Rispondi

    Caro Pig, è chiaro che quando non si hanno idee si cerca di indirizzare l’attenzione della gente su altre cose. Anche secondo me il rimpasto politicamente non serve se non ad allargare una maggioranza ballerina in cambio di alcuni assessorati. Per amministrare bene oltre ai numeri servono però anche le idee che Lutzu ha dimostrato di non avere e senza idee non si va da nessuna parte.

    • Battista on 1 febbraio 2020 at 11:08
    • Rispondi

    Hai voglia di cambiare….. Come già era successo con la Giunta di Guido Tendas la mantagna partorirà un topolino. Scarsi erano quelli e scarsi sono quasti Amministratori. Per quanto riguarda la politica in generale penso che a Oristano si è toccato il fondo.

    • Pietro on 1 febbraio 2020 at 11:22
    • Rispondi

    D’accordissimo con Pig. Peggio di così non si può andare. Anche io leggo ogni tanto le dichiarazioni del Sindaco su Facebook e credo che sia fuori dalla realtà. Leggendo quello che scrive a volte mi domando se abiti ancora ad Oristano!!!

    • Silvio on 1 febbraio 2020 at 12:12
    • Rispondi

    Fino a questo momento ho letto su Lutzu solo cose negative. Per me invece non sta lavorando male, anche se riconosco che c’è molta differenza tra lui e gli assessori che ha scelto. Per questo sono parzialmente convinto che un rimpasto sia necessario, proprio considerato il basso livello di alcuni assessori. Tuttavia non sono così ingenuo da credere che, come dice Angelo, con quello che passa il convento il rimpasto rivoluzierà le cose. Speriamo bene…

    • Marco B on 1 febbraio 2020 at 13:17
    • Rispondi

    Se il rimpasto sarà dettato dagli stessi criteri che hanno dettato la formazione della giunta non cambierà nulla purtroppo

    • sardo on 1 febbraio 2020 at 14:01
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    non cambierà nulla perchè il cervello non si può comprare al mercato.

    • Roberto on 1 febbraio 2020 at 14:46
    • Rispondi

    Un giorno il rimpasto si fa e l’altro salta. Una coalizione così che credibilità ha? E poi per che cosa, per creare un’altra giunta farlocca? Boh!

    • Pinuccio on 1 febbraio 2020 at 15:03
    • Rispondi

    Anch’io come Silvio penso che Andrea Lutzu stia operando bene, ma non può fare tutto da solo. Purtroppo il suo attivismo non si concilia con la calma piatta degli altri componenti dell’esecutivo. Questo non lo dico solo io ma ho sentito molta altra gente che la pensa come me. Se non vuole andare a ramengo e vuole invece cambiare passo e innalzare il livello della giunta, Andrea Lutzu deve lasciare perdere i partiti e pescare i nuovi assessori dalla società civile. Per fare queste scelte ci vuole coraggio, ma visto come ha formato la giunta su questo nutro forti dubbi.

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