Dic 23

Procura di Oristano: il processo parlato. “Sicut dixit Panichi, deus dixit”.

Mentre il procuratore della Repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso, continua a tacere, Paolo Maninchedda prosegue nello studio delle carte dell’inchiesta Ippocrate, che vede indagati alcuni esponenti del Partito dei sardi, e fa le pulci alla tesi dell’accusa.

Il processo parlato – In una intervista a un quotidiano italiano, Sabino Cassese ha dichiarato sul nuovo processo di piazza italiano (strumento di ciò che Cossiga – e non si può sospettare che mi sia stato mai simpatico – chiamò “l’assolutismo del potere giudiziario”).

«Ci si fida del parlato, non dello scritto. I dati raccolti vengono preparati, collezionati e intitolati, e divengono – in modi non accertati – di dominio pubblico».

È proprio il caso nostro.

Panichi dixit, deus dixit – L’inchiesta Ippocrate è prevalentemente, non esclusivamente, un’inchiesta parlata, con tanti testimoni chiamati a confermare la tesi dell’accusa e con l’accusa che non va a verificare ciò che dicono i testimoni, neanche sulla base degli atti che cita. Un caso su tutti (ma nelle prossime settimane, sempre che mi lascino libero di pensare e di parlare, ne solleverò di più ridicoli): a p. 118 dell’ordinanza cautelare si riportano le dichiarazioni del Direttore Generale che aveva preceduto il dottor Mariano Meloni nella guida della Asl, il dottor Giovanni Panichi, dichiarazioni che hanno avuto anche una certa eco sulla stampa dopo la celebre conferenza stampa che doveva badare a non consolidare un profilo di colpevolezza degli indagati, ai sensi del Regolamento del CSM e invece, guarda un po’, inspiegabilmente, ha ottenuto l’effetto contrario.

Tra le tante cose dette (su cui ritornerò, perché alcune meritano una glossa opportuna, sul registro intermedio tra il cabaret e la tragedia) a un certo punto il dottor Panichi dichiara: “La prima cosa fatta da Meloni è stata cambiare l’Agenzia [di somministrazione di lavoro interinale] che era sopravvissuta a Onnis, a Palmas ed a me: non erano emerse criticità”.

E cosa fa il Gip? Sottolinea questa frase, della quale io non mi sarei neanche accorto, se non fosse stata evidenziata col carattere sottolineato, nel mare delle dichiarazioni, più suggestive che vere, che caratterizzano le 140 pagine dell’ordinanza che si è voluto pubblicizzare con tanta enfasi.

Ora si badi alle date.

Meloni diventa DG della Asl di Oristano il 1/04/2011; nella stessa data Panichi cessa dall’incarico.

Se si va a p. 109 dell’Ordinanza si trova una curiosità: la cronologia degli appalti di lavoro interinale elencati inizia dal 2013.

Perché? Vai a saperlo! Ma se si va a spulciare l’Archivio delle delibere della Asl forse lo si capisce.

Panichi, con delibera commissariale n.1052 del 24 novembre 2010 aggiudicò, ben 4 mesi prima dell’arrivo di Meloni, la gara per il servizio si somministrazione di lavoro temporaneo a un’ ATI guidata dalla Tempor, per la durata di un anno.

Quindi Meloni non solo non cambia nulla appena arriva (2011), ma conferma per il 2012 e per il 2013 la scelta di Panichi, e poi bandisce una nuova gara come era obbligato a fare.

E dunque “la prima cosa fatta” da Meloni è stata confermare l’agenzia scelta da Panichi. Questo risulta per tabulas, ma non nella narrazione dell’accusa.

Ma se si inizia a raccontare la storia laddove risulta più conveniente farlo per dimostrare la propria tesi, allora tutto è possibile, anche cominciare “Cappuccetto rosso” dal momento in cui entra il cacciatore nella stanza e far diventare il lupo la vittima di un agguato”. (Paolo Maninchedda, www.sardegnaelibertà.it).

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