Nov 26

Dorsale del metano, se la Grande Stampa Sarda gioca a disinformare (di Vito Biolchini).

Apprendiamo dunque dalla Grande Stampa Sarda (quella che senza batter ciglio perde ogni anno migliaia di copie) che chi è contro la dorsale del metano è nientemeno un nemico dello sviluppo dell’Isola (con la “i” maiuscola).

I contrari alla Grande Opera Che Salverà La Sardegna fanno infatti “propaganda”. Anzi, “gazzosa”, come diciamo a Cagliari.

Fa gazzosa e propaganda la sottosegretaria Alessandra Todde, di cui la Grande Stampa Sarda ricorda incessantemente il suo essere “nuorese” (e quindi ontologicamente favorevole alla dorsale, così come i nuoresi sono sostenitori, che ne so, di Grazia Deledda e di Salvatore e Sebastiano Satta. Se una nuorese non sostiene la dorsale, è chiaro che non è una vera nuorese!).

Fa gazzosa e propaganda Legambiente, insieme a Italia Nostra, al Wwf e al Gruppo di Intervento Giuridico (ma stiamo parlando di “ambientalisti talebani”, le cui argomentazioni meritano di essere riportate sulla Grande Stampa Sarda con il minimo risalto, giusto perché poi nessuno possa dire che la Grande Stampa Sarda non è democratica e non dà voce a tutti).

Fanno gazzosa e propaganda altri cittadini e comitati che hanno approfondito il tema e non hanno paura di esporsi (quisque de populo, i ragli d’asino non salgono al cielo).

La Grande Stampa Sarda invece sta dalla parte del Bene (come quando voleva convincerci che riprendere a costruire nella fascia dei trecento metri dal mare era cosa buona e giusta, o che il Mater Olbia salverà la sanità sarda) e infatti responsabilmente evita di dare troppo spazio alle posizioni eretiche. Perché propagandare il Male quando amiamo il Bene?

Sulla Grande Stampa Sarda della dorsale del metano parlano quindi con voce sola centrodestra e centrosinistra, Cgil e Confindustria. Una comunione di intenti che stupisce l’uomo della strada, ma non la Grande Stampa Sarda che, come ai tempi di Rovelli e della petrolchimica (quando la Grande Industria aveva gli argomenti giusti per convincere tutti della bontà dei suoi progetti), annuisce e acconsente.

Infatti anche stavolta la Grande Industria ha le idee chiare e si avvale nella Grande Stampa Sarda con la voce di giornalisti talvolta opportunamente catechizzati da prestigiosi colleghi assurti al ruolo di lobbisti. Niente da dire, così va il mondo. D’altra parte, se un giornalista amico ti fa il favore di spiegarti che la dorsale conviene, cosa fai? Non lo ascolti?

Perché la Grande Stampa Sarda no, lei sulla dorsale del metano non fa né propaganda né gazzosa.

Perché far credere ai sardi che la dorsale è un semplice tubo da 70 centimetri di diametro che non dà fastidio a nessuno, omettendo le fasce di rispetto, non è propaganda.

Perché far credere che senza metano e con la chiusura delle centrali a carbone la Sardegna tornerà alle candele non è propaganda.

Perché affermare che la dorsale e il metano “faranno bene all’ambiente” non è propaganda.

Perché evitare di indagare i motivi per i quali il presidente della Regione Christian Solinas abbia misteriosamente cambiato opinione sulla dorsale (in campagna elettorale era contrario, ora è favorevole) è un atto di buon giornalismo.

Perché far credere che “tutti i sardi” (tutti, nessuno escluso) sono per la dorsale, anche questo no, non è propaganda.

Grazie Grande Stampa Sarda per l’impegno che stai profondendo a favore della Grande Opera Che Salverà La Sardegna. Sarà pronta grosso modo fra dieci anni.

Ma nel 2029 tu, Grande Stampa Sarda, che anche nei prossimi dieci anni continuerai a batterti ogni giorno senza paura per il Bene dell’Isola, combattendo strenuamente ogni forma di gazzosa e propaganda delle lobbies spacciata per notizia, quante copie venderai ancora?

Quante? (Vito Biochini, www.sardegnaeliberta.it).

E’ morto questa mattina all’ospedale San Martino di Oristano, dove era stato ricoverato dopo essere stato investito da un’auto, l’ex Componidori della Sartiglia, Carlo Ligas, di 62 anni. La morte di Ligas ha destato grande cordoglio in città, dove l’ex Componidori era molto conosciuto non solo nell’ambiente della Sartiglia. Carlo Ligas è deceduto per le gravi ferite riportate lunedì scorso nell’incidente stradale avvenuto in via Mattei, quando una vettura lo aveva travolto mentre attraversava la strada. Carlo Ligas stava rientrando a casa dopo aver chiuso la sua tabaccheria.

Sabato 30 novembre, alle 17.30, presso la Sala Retabli dell’Antiquarium Arborense di Oristano, si terrà la “Festa della Municipalità”, il nuovo evento culturale proposto dall’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, in collaborazione con la Fondazione Oristano e l’Istar. “Era nostra intenzione dare vita ad un importante evento culturale istituzionale che potesse ricordare la festa di Sant’Andrea, giornata in cui ogni anno, nei secoli dell’età aragonese e spagnola, veniva eletto il Consiglio Civico della nostra città – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Massimiliano Sanna -. La manifestazione vuole essere un tributo alla città e alla sua storia, nonché alle donne e agli uomini di cultura e delle istituzioni che hanno dato lustro alla nostra comunità”. L’evento sarà introdotto dai Cantori di Eleonora, il Coro della Polizia Locale di Oristano, diretto dal Maestro Nicola Lentis. Seguirà la conferenza dal titolo “Arte, devozione e potere municipale nelle Città Regie della Corona d’Aragona”. Lo storico Marco Antonio Scanu, nella sua relazione “Retabli e simboli al servizio della devozione civica”, attraverso una ricca selezione di immagini, illustrerà l’importanza che il dato artistico assume nel contesto delle amministrazioni cittadine, fra la fine del Medioevo e gli inizi dell’Età moderna, in alcuni fra i più importanti centri della Corona d’Aragona. Retabli, ambienti di rappresentanza e simbologie legate al “buon governo” delle città, raccontano trame intellettuali profonde, che coinvolgono appieno anche il Regno di Sardegna. In questo contesto, assume un ruolo interessante anche la città di Oristano che, terminato il periodo marchionale, inizia la stagione del realengo (qualifica giurisdizionale dei luoghi direttamente dipendenti dal re). “Santi patroni e potere politico in Oristano tra XIV e XVI secolo”, sarà invece l’oggetto dell’intervento di Maurizio Casu, curatore di MuseoOristano, che segnalerà le più importanti attestazioni del culto e della devozione in città attraverso le principali tappe della storia delle istituzioni politiche oristanesi dall’età medievale all’età moderna.Moderatore della serata sarà Antonio Franceschi, presidente del consiglio comunale di Oristano.

Battute finali per il progetto Welfare Oristano District, promosso dall’Ordine dei Consulenti del lavoro di Oristano, d’intesa con il Comune. Venerdì 29 novembre, alle 10.30, nella sala consiliare del Comune di Oristano è, infatti, in programma l’ultimo incontro tra i promotori e le associazioni (sportive, culturali, ambientali, di volontariato), le scuole, i sindacati, le associazioni di categoria, gli enti e le istituzioni coinvolte, per la presentazione delle modalità di adesione dell’Accordo Welfare Oristano District. L’obiettivo del progetto è quello promuovere e concretizzare la cultura del Welfare aziendale, e adottare un modello condiviso, basato sui valori della sussidiarietà e della responsabilità sociale, tra attori pubblici, istituzioni, rappresentanze, soggetti associativi, datoriali, sindacali e del volontariato sociale per dare risposte concrete ai bisogni locali. Durante l’incontro del 29 novembre, coordinato da Miriam Carboni, presidente dell’Ordine provinciale dei Consulenti del lavoro, verranno spiegate le modalità di adesione, consegnati i moduli e definiti gli ultimi dettagli prima della firma dell’accordo.

Zeddiani si prepara a commemorare nel migliore dei modi Veronica Serra, pittrice naif meglio nota con lo pseudonimo di Zia Veronica, scomparsa recentemente all’età di 95 anni. Sabato 30 novembre, alle 16 e domenica 1° dicembre, alle 10.00, la comunità ricorderà la pittrice che per anni ha raccontato la storia, il lavoro, le tradizioni, i paesaggi di Zeddia, con un tocco allegro dal forte significato identitario. I due giorni dedicati a Zia Veronica sono un’anteprima per la futura realizzazione di un festival annuale di respiro nazionale e internazionale dedicato alla pittura naïf, aprendo le case degli abitanti di Zeddiani che conservano le opere dell’artista. L’iniziativa è l Comune di Zeddiani, in collaborazione con la Pro Loco, il Centro di aggregazione sociale, la Biblioteca e la preziosa collaborazione di tutti gli abitanti di Zeddiani.”La mostra – ha detto il sindaco, Claudio Pinna – è un viaggio attraverso i ricordi, le emozioni e i colori che hanno contraddistinto la personalità dell’artista. È un racconto carico di stima e di riconoscimento con cui la comunità vuole mostrare gratitudine per quello che Zia Veronica ha dato al paese attraverso la sua abilità, con gesti simbolici, semplici e originali, con i suoi paesaggi, scene di lavoro, di festa e di vita quotidiana. Per anni Veronica Serra ha raccontato il nostro paese e la Sardegna, conquistando case ed edifici in ogni parte del mondo, portando un tocco allegro ma ricco di identità e significato, e, attraverso le immagini ha fatto sì che la nostra memoria fosse conosciuta, apprezzata, tramandata e mai dimenticata”.

8 comments

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    • Che ce vado on 27 novembre 2019 at 8:41
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    Bene sarebbe che la grande stampa spiegasse bene l’opera meglio di come ci ha spiegato i benefici che i sardi ottengono dall’apertura del mater danni!

    • drastico on 27 novembre 2019 at 10:39
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    condivido al 100% l’articolo di vito biolchini.

    • Salvatore on 27 novembre 2019 at 12:20
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    Fa ridere leggere, anche se Biolchini l’ha detto con ironia, la “grande stampa sarda”. Mai i due quodiani sardi erano scaduti così in basso e proprio per questo motivo io non li compro più ma li sfoglio al bar. Sono così spudorati che non si prendono neppure la briga di nascondere tra le righe il subdolo asservimento al potere. Se invece di quella superficiale cretinata – tra le tante – di ‘caffè corretto’ e della sagra dell’ovvietà rappresentata dalla pagina locale dei due quotidiani, i giornalisti correggessero le loro menti e non fossero così proni al padrone, la libertà di stampa ne guadagnerebbe.

    • Dino on 27 novembre 2019 at 14:05
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    I lecchini della Grande Stampa Sarda stanno appoggiando a piene mani, anzi a piena lingua, la politica ambientalista del Presidente Solinas e del Centrodestra che spera di approvare entro breve tempo il nuovo Piano Casa del Centrodestra sardo che propone nuove colate di cemento sulle coste.

    • Carlo M. on 27 novembre 2019 at 14:28
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    Sulla stampa sarda Biolchini ha ragione da vendere. In generale i media sardi si possono riassumere in una sola parola: pessimi!

    • Zacca strada on 27 novembre 2019 at 14:41
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    Dalle istituzioni i giornali cartacei, web, tv, radio e pubblicazioni varie ricevono un sacco di soldi che gli permettono di non chiude i battenti. Questo porta spesso i giornalisti a praticare l’autocensura. Una cosa vergognosa che però è una realtà costante. Poichè questi ridicoli contributi a pioggia sono euro dei contribuenti, alle istituzioni non dovrebbe essere permesso di buttare i soldi pubblici in questo modo. Per evitarlo basterebbe abolire le sovvenzioni istituzionali, così l’unico a decidere se un giornale deve andare avanti o chiudere all’istante sarà soltanto il lettore.

    • Sergio on 27 novembre 2019 at 21:56
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    Una frase fatta che calza a pennello: non ci sono più i giornalisti di una volta. I direttori di una volta avrebbero mandato via a calci nel sedere i pseudo giornalisti politici di oggi che invece di parlare di politica parlano di gossip e pensano di occuparsi di politica. Penosi.

    • Pietro on 27 novembre 2019 at 22:27
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    È vero, in Sardegna non esiste una stampa “libera”. E che due palle le pagine di Oristano di Nuova e Unione! Con tutti i problemi che ci sono a Oristano non sanno parlare d’altro che di Sartiglia!

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