Ott 20

Renzi e Di Maio e le strane affinità tra due pokeristi capricciosi (di Pierfranco Pellizzetti).

Non risponde alle aspettative il discorso di chiusura della Leopolda X (tanto atteso da chi si interroga sulle sorti del governo: un’esigua minoranza di commentatori professionali, mentre tutti gli italiani se ne impipano).

Matteo Renzi ha menato il torrone con la gag dello statista giovanile, un po’ kennediano (futuro, speranza, volontà) e un po’ macroniano (innovazione in marcia), proiettato su archi di tempo decennali; preferendo tenere sotto traccia il senso delle proprie astuzie giornaliere.

In perfetta sincronia Luigi Di Maio virava al predicozzo responsabile le minacce anti-governative (o così o pomì) rilasciate a Matera durante Expo 2020. Insomma, entrambi gli incendiari all’attacco del neonato governo hanno fatto una prudente marcia indietro dopo gli esercizi di “filibustering” dei giorni scorsi. Quanto, al tempo di Prima Repubblica, era la guerra di corsa ricattatoria dei partitini per mostrare di esistere e contare qualcosa. La differenza odierna è che a fare ostruzionismo parlamentare contro la propria maggioranza non sono micro-entità politiche (che il ritorno al proporzionalismo tornerà a moltiplicare), bensì le aspirazioni capricciose di due singoli personaggi – l’ammaccato capo politico dei Cinquestelle, il rottamatore rottamato dagli italiani – alla ricerca di occasioni per farsi vedere e sentire. L’improvvisa scoperta di insospettate convergenze tra chi fino a ieri sembrava aver in comune solo il look striminzito dei pantaloni a tubo di stufa tipo fuseaux; perfetto per lo stile fighetto del Di Maio e come guaina della silhouette macro-chiappica renziana.

Dunque fisime personalistiche che impattano in un comune ostacolo: il premier Giuseppe Conte, la sua visibilità, l’apprezzamento pubblico che continua a incassare. Per cui si affiancano a Matteo Salvini nell’avversione del nuovo protagonista, spuntato sulla scena politica a dare loro ombra. Ma mentre le ragioni del capo leghista, sculacciato in pubblico lo scorso agosto, risultano tutto sommato comprensibili; quelle dei due partner dell’attuale maggiorana lo sono meno. Comunque difficilmente confessabili.

Tanto da far argomentare a casaccio. Renzi proponendo alla kermesse fiorentina una bizzarra “tessera a punti del contribuente infedele”, in alternativa al pacchetto anti evasione del governo; Di Maio atteggiandosi a padrone delle ferriere (o magari a presidente del Napoli Calcio tipo Aurelio De Laurentiis) che impone il proprio volere assoluto ai dipendenti procedendo per diktat: “senza di me non c’è manovra”.

Molto rivelatrice della mentalità dei due contestatori la scelta delle tasse come terreno di scontro. In entrambi la mentalità acchiappatutto, propria di una politica che a parole dichiarano obsoleta, eccitata all’idea di far incetta di voti presentandosi come garante di vasti settori elettorali imboscati. Cui Di Maio aggiunge un tocco da tricoteuses (le donnine che durante la rivoluzione francese sferruzzavano sotto la ghigliottina deliziate alle decapitazioni dei nobili) scagliandosi contro “i grandi evasori”; mentre colpire l’evasione di importi minori, seppure prevalente a valori assoluti, creerebbe un’esecrabile guerra tra poveri tutta da dimostrare.

Il fatto è che i succitati giovanotti, presunti modernisti, sono portatori di una cultura arcaica che concepisce lo Stato come semplice terra di conquista (dalle logiche costituenti del referendum renziano, in cui la soluzione ruotava nel mettere uomini soli al comando e piallare via ogni controllo/contrappeso, all’imbarazzante battuta del Luigino su Mario Draghi che “non tifava Italia”; come era giusto per un governatore Bce e che magari ci aiutava pure con il quantitative easing). Difatti le loro concezioni di solidarietà in politica perseguono lo schema cricche-e-cordate basato sulla fedeltà di scambio; dal Giglio Magico fiorentino al Cerchio della Magna Grecia in cui si rintana l’attuale ministro degli esteri.

Alla prova dei fatti, politiche furbastre di pokeristi maldestri: una volta si andasse a vedere il loro bluff con elezioni anticipate (e dopo la riduzione del numero dei parlamentari), Renzi scomparirebbe dalla scena e Di Maio si troverebbe con una rappresentanza decimata. Ancora una volta in balia dello stalking di Salvini. Come si diceva: “tagliarselo per far dispetto alla moglie”. (dal blog di Pierfranco Pellizzetti, saggista).

Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Oristano che ha portato alla ribalta della cronaca, a vario titolo, alcuni dipendenti della Asl di Oristano per presunto voto di scambio in favore del Partito dei sardi, Maria Giovanna Porcu, ex commissario dell’Asl di Oristano (attualmente responsabile del distretto sanitario Ales-Terralba), è stata sospesa dai pubblici uffici, per un anno, dal Gip del Tribunale di Oristano Annie Cecilie Pinello. Sospensione dai pubblici uffici anche per Angelo Piras, responsabile dell’ufficio professioni infermieristiche della Asl di Oristano. Recentemente, Il provvedimento di sospensione, da parte di Giorgio Steri, commissario dell’Ats, aveva raggiunto anche altre quattro persone indagate nella vicenda: il sindaco di Macomer Antonio Succu (già sospeso dall’incarico), primario di Ginecologia presso l’ospedale di Nuoro (all’epoca dei fatti primario presso l’ospedale San Martino di Oristano); l’ex consigliere regionale del Pds, Augusto Cherchi, primario presso il San Martino di Oristano; Salvatore Manai, caposala all’ospedale di Oristano; Giovanni Piras, responsabile professioni infermieristiche al San Martino.

Non potrà avvicinarsi alla ex fidanzata, di soli 15 anni, né comunicare in alcun modo con lei. Il provvedimento cautelare, disposto dalla Procura della Repubblica di Oristano, è stato notificato dalla Polizia a un giovane di 20 anni, residente in un paese della provincia, accusato di atti persecutori nei confronti della ex fidanzata. Le indagini erano state avviate dalla Squadra Mobile dopo alcune segnalazioni, secondo le quali la ragazza sarebbe stata vittima di insulti e percosse sia durante la relazione sentimentale, sia dopo che si era conclusa. Le contestazioni a carico del giovane indagato per atti persecutori sono aggravate dall’aver commesso il fatto ai danni di una minorenne.

Oristano ha una nuova centenaria: Amelia Rovere. Nata a Bolzano il 20 ottobre del 1919, la signora Amelia è stata festeggiata dai familiari e dagli amici più stretti, e oggi ha ricevuto la visita dell’assessore comunale, Carmen Murru, che le ha rivolto gli auguri di tutta la comunità oristanese, e le ha donato una targa ricordo. Amelia Rovere ha lavorato per alcuni anni in Comune, nella segreteria del podestà, e dal 1951 si è trasferita a Oristano insieme al marito Antonio Traversa, allora direttore dell’impresa di costruzioni Mondelli di Milano, che in quegli anni era molto attiva in città e provincia nella realizzazione di numerose opere pubbliche. Madre di due figli, Marco e Chiara, la signora Amelia ha sempre collaborato con il marito nelle attività di segreteria dell’azienda e ha sempre coltivato la passione per l’ambiente e il turismo.

Una conferenza sulla storia e gli eventi legati alla famiglia dei marchesi d’Arcais, a Oristano. La propone MuseoOristano sabato 26 ottobre, alle 17,30, nello storico palazzo Arcais, in corso Umberto. Sarà Francesco Carboni, docente emerito di Storia Moderna presso l’Università di Cagliari, a proporre la conferenza dal titolo “Il quotidiano di vita e di lavoro nel patrimonio dei marchesi d’Arcais alla fine del XVIII secolo”. L’appuntamento culturale, organizzato dalla Fondazione Oristano nell’ambito del ricco cartellone di eventi della rassegna Oristanottobreventi, curata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, è inserito nella serie “Una Città nella Storia” programmata da MuseoOristano. L’evento è realizzato con la collaborazione dell’amministrazione Provinciale e il patrocinio dell’Archivio di Stato di Cagliari. Nella prestigiosa sede del palazzo Arcais, fatta edificare dal Marchese D’Arcais, Don Damiano Nurra, nel XVIII secolo, il professor Francesco Carboni metterà in risalto il frutto di pazienti ricerche condotte nei fondi documentari dell’Archivio di Stato di Cagliari, tracciando uno scorcio di vita quotidiana a Oristano sul finire del XVIII secolo, offrendo spunti d’interesse sullo sconosciuto patrimonio degli Arcais e sugli eventi legati alla loro famiglia, riflessi in una fantastica rievocazione di aspetti socioeconomici di una società, quella oristanese, ancora immersa in un contesto prettamente feudale. Nel corso della serata sarà possibile visitare il palazzo Arcais.

Grande partecipazione dei piccoli velisti sardi alla prova di chiusura del Campionato Sardo O’pen Skiff. 44 gli iscritti che hanno animato le tre prove, che si sono svolte nelle acque del Golfo di Oristano, nella regata organizzata da “Veliamoc”, in questo caldo fine settimana. Dopo l’organizzazione del Campionato Sardo Hansa 303, a settembre, un altro evento di caratura regionale, inserito in Oristano Città Europea dello Sport 2019, realizzato da Veliamoci, nel nuovo Centro Velico dell’associazione oristanese, con la collaborazione della Pradelli Gestioni. Si è scesi in acqua con scirocco entrante, che ha montato onda e dato qualche preoccupazione ai più piccoli, anche se nel proseguo della giornata si è trasformato in un bel vento leggero e in rotazione, che ha obbligato il comitato a ruotare il campo tra le tre prove effettuate, ponendo i sigilli al Campionato Sardo O’pen Skiff. Questi i risultati: U13 – 1° Elias Nonnis (LNI Villasimius), 2° Alice Dessy (LNI Cagliari), 3° Alice Sussarello (LNI Sulcis).  U17 – 1° Sara Murru (LNI Sulcis), 2° Leonardo Nonnis (LNI Villasimius), 3° Lorenzo Matta (LNI Sulcis). Al termine della regata il consueto pasta party, seguito dalle premiazioni nella splendida cornice dell’Hotel Lido Beach di Torre Grande, adiacente il centro velico.

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