Lug 16

Il nuovo progetto di Paolo Palumbo.

Dopo un lungo silenzio Paolo Palumbo, lo chef oristanese malato di SLA, ancora scosso per la vicenda che lo ha coinvolto, ha emesso un comunicato in cui spiega, in sintesi, l’accaduto e propone un nuovo progetto per i malati di SLA.

“Nel mese di aprile – ha scritto Palumbo nella nota – ho lanciato una raccolta fondi sul sito di crowdfounding GoFundMe, a supporto della mia candidatura all’unica cura sperimentale per la SLA esistente al mondo. La campagna ha raggiunto la notevole cifra di 160.000 euro.

Pur avendo indetto la raccolta solo successivamente alla conferma da parte di un medico di essere stato ammesso al protocollo, il sito ufficiale della cura ha rilasciato un comunicato in cui si dissociava dall’intera faccenda, dichiarando di non conoscere la mia situazione e di non poter ammettere al protocollo più pazienti di quanti non ce ne siano già.

Come potete immaginare, il mondo è crollato addosso ad un ragazzo di ventun anni, malato da quando ne aveva diciassette, e che per quanto ottimista vedeva finalmente una luce infondo al tunnel di prigionia che rappresenta questa condizione terrificante.

Purtroppo abbiamo appurato che sono stato vittima di un raggiro da parte di ignoti e grazie alla mia famiglia abbiamo sporto denuncia presso la Polizia Postale. Nel periodo intercorso tra la fine di maggio ed oggi abbiamo mantenuto una comunicazione costante con il sito GoFundMe facendo pervenire ogni documento utile a chiarire ogni step dell’accaduto, per garantire la massima trasparenza possibile e far rimanere attiva la campagna.

Essendo la cifra raccolta considerevole – ha scritto Palumbo nel comunicato -, dopo settimane di proposte e congetture, il personale del sito ed io abbiamo convenuto che le donazioni potessero essere la base di un progetto nuovo, a favore delle persone che come me versano in difficili condizioni. Il progetto consiste in una struttura per le vacanze, adatta in tutto e per tutto alle esigenze dei disabili e dei loro accompagnatori: un luogo lontano dalle atmosfere ospedaliere che troppo spesso ci riguardano, e vicino all’idea di libertà e serenità. I soldi del sito raccolti fino ad oggi serviranno da base economica per l’avvio della lavorazione, che per raggiungere il completamento necessiterà di ulteriori contributi finanziari. Chiaramente, il cambiamento delle finalità della campagna è stato segnalato a tutti i donatori.

A giorni indirò una conferenza stampa in cui verrà illustrato il progetto con i render già realizzati dallo Studio coinvolto nella progettazione. Chiunque voglia darci qualche consiglio sarà il benvenuto.

Vorrei ringraziare a prescindere – ha concluso Paolo Palumbo – tutti coloro che mi hanno supportato in questi mesi, perché avete fatto parte dell’ultimo mese della mia vita in cui è esistita la parola “speranza”. Spero che nessuno di voi si trovi mai nella posizione di doversi arrendere come sta accadendo a me. Non posso dire altro se non che vi auguro un futuro tutto da scoprire, di successi e sfide entusiasmanti. Godetevi il corpo ed il tempo che a me non sono stati concessi, perché sono le l’uniche cose che mai possederete davvero.

Vi ringrazio dell’attenzione e vi abbraccio col cuore, Paolo Palumbo”.

Anche il carcere di Massama avrà 13 dei settantasette agenti pronti a entrare nell’organico degli istituti penitenziari della Sardegna. Le assunzioni decorreranno dal 31 luglio, e sono comprese tra le 1162 a disposizione di tutte le carceri italiane attivate dal Governo con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro e quelle dei detenuti. Secondo quanto ha riferito il deputato sassarese del M5S, nonché componente della commissione Giustizia, Mario Perantoni, così verranno distribuiti i 77 agenti della polizia penitenziaria negli istituti sardi: 13 prenderanno servizio nel carcere di oristanese di Massama; 5 ad Alghero; 2 in quello di Is Arenas, ad Arbus; 6 a Cagliari; 11 a Isili; 1 a Lanusei; 12 a Mamone; 17 a Nuoro; 6 a Sassari; 4 a Tempio. “Ogni pubblica amministrazione necessita di un organico adeguato alle esigenze che la caratterizzano – ha commentato Perantoni -, e sono pienamente soddisfatto per un intervento di fondamentale importanza”.

I Carabinieri della Stazione di Terralba hanno arrestato un 38 enne del luogo, Marco Meloni, su disposizione dell’Ufficio esecuzioni penali della Procura di Oristano. Meloni dovrà scontare la pena di 5 anni e 9 mesi di reclusione per tentato omicidio. Nel gennaio del 2016 il 38enne di Terralba aveva investito con l’auto un suo vicino di casa col quale aveva avuto dei contrasti. Dopo essere stato investito, l’uomo era comunque riuscito a rialzarsi e scappare, inseguito dal Meloni che aveva tentato di investirlo nuovamente. Marco Meloni era stato poi condannato e adesso, una volta passata in giudicato la sentenza, è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Massama.

Una pioggia di rinvii a giudizio è stata disposta dal Gup del Tribunale di Cagliari, Nicola Clivio, che ha accolto le richieste del , Marco Cocco, al termine dell’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta sullo scandalo Igea, la società in house della Regione Sardegna che si occupa delle bonifiche e della messa in sicurezza dei siti minerari dismessi. Chiuse le indagini, davanti al giudice erano finiti in 71. Un gruppetto ha chiesto l’abbreviato, che verrà discusso il 24 settembre, ma oggi il giudice ha ordinato il processo (che inizierà il 22 novembre davanti alla Seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari) per tutti gli imputati che non hanno chiesto rito alternativi. Tra questi anche il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, che dovrà rispondere di peculato e voto di scambio. Andranno a processo anche l’ex presidente dell’Igea Giovanni Battista Zurru, l’ex sindacalista Marco Tuveri, la dipendente Daniela Tidu, e il nipote di Oppi, Enrico. Definitivamente prosciolto invece un secondo sindacalista, Mario Cro, per il quale il Pm Cocco aveva chiesto il non doversi procedere dopo ulteriori accertamenti compiuti dalla Procura. Hanno invece già patteggiato un anno e due mesi Fulvio Farci e un anno e quattro mesi Francesco Pissard. Il fascicolo sull’Igea era stato aperto nel 2012, e nel 2015 c’era stato l’arresto dell’ex presidente Zurru, finito ai domiciliari, e dell’ex sindacalista Tuveri, mandato in carcere a Uta. Inizialmente erano state iscritte nel registro degli indagati 63 persone. Poi, però, nel gennaio 2016, il Pm aveva notificato 95 avvisi di conclusione delle indagini. Stando alle accuse, dall’azienda sparivano carburante, attrezzature e materiali, ma il sistema era più ampio e gli inquirenti hanno ritenuto che venissero truccati gli appalti e si dessero contratti a termine o lavori urgenti in cambio di voti.

Doppio appuntamento per i Tenores di Neoneli e la Med Arab Jewish 7 Sóis Orkestra con lo spettacolo Cunfrontos. Si inizia domenica sera, alle 21.30, a Torre Grande (Torre spagnola), e si replica lunedì mattina, nella carcere di Massama, con una doppia esibizione davanti ai detenuti. Sul palco salirà la Med Arab Jewish 7 Sóis Orkestra (Mediterraneo), insieme al Coro a Tenores di Neoneli e ai suoi musicisti Orlando ed Eliseo Mascia. “Cunfrontos” è la nuova produzione originale del Festival internazionale Sete Sois Sete Luas, che per il sesto anno i Tenores di Neoneli portano sul palco a Torre Grande, grazie alla sinergia con gli assessorati alla Cultura e al Turismo e allo Spettacolo del Comune di Oristano e al sostegno del Mibac, della Fondazione di Sardegna e dell’assessorato regionale dello spettacolo. “È una proposta artistica molto interessante che anche quest’anno saprà suscitare l’interesse di Torre Grande, dei turisti presenti e degli oristanesi che scelgono la località marina per le loro sere estive – assicura l’assessore al Turismo e allo Spettacolo, Stefania Zedda -. Siamo anche orgogliosi della valenza sociale che lo spettacolo assume, grazie alla replica di lunedì mattina davanti ai detenuti della Casa circondariale di Massama”. “Questa nuova ambiziosa creazione musicale, che vede la partecipazione di sei prestigiosi rappresentanti di sei diverse culture, mira a promuovere il dialogo interculturale, grazie alla presenza di musicisti ebrei, musulmani e cristiani, che rappresentano i tre mondi culturali e religiosi tipici del Mediterraneo e dell’Europa meridionale – spiega Tonino Cau dei Tenores di Neoneli -. Il progetto musicale vuole offrire un contributo al riavvicinamento tra le diverse culture delle due sponde del Mediterraneo. I prestigiosi artisti partecipanti sono Stefano Saletti (Italia), direzione musicale e bouzouki, Arnaud Cance (Francia) polistrumentista, Harry Perigone (La Réunion) alle percussioni, Eden Holan (Israele) e Soukaina Fahsi (Marocco) le due voci”. Lo spettacolo ha una struttura ormai consolidata: i Tenores di Neoneli aprono la serata, offrendo al pubblico il benvenuto (quest’anno saranno offerte delle novità assolute dedicate a Mont’e Prama e a Emilio Lussu) ed accogliendo gli artisti ospiti. Il set principale del concerto è lasciato ai musicisti provenienti dalle diverse nazioni, per poi concludere all’unisono con la terza parte, in cui suonano tutti quanti “a sa sarda”, stimolati dai musicisti sardi Orlando ed Eliseo Mascia, collaboratori fedelissimi dei Tenores di Neoneli. La produzione di spettacolo esalta il valore pregnante della musica etnica, che unisce in un linguaggio privo di steccati ideali, filosofici e religiosi, persone di diversa cultura e provenienza. Musulmani, ebrei e cristiani suonano insieme note e melodie di pace che sul palco affratellano artisti eccellenti. Di questi concetti i Tenores di Neoneli sono gli ambasciatori da dieci anni, grazie alla collaborazione con il Festival internazionale Sete Sois Sete Luas. Al termine dell’esibizione oristanese, i Tenores di Neoneli, dopo essere stati protagonisti in Svezia, Norvegia, Bulgaria, Svizzera, Lapponia, Croazia, Slovenia e Spagna, saranno sull’altipiano di Asiago per due concerti speciali dedicati a Emilio Lussu, che da quelle parti (Gallio e Stoccareddo le località che li attendono) ha combattuto la guerra e difeso intrepidamente la nazione con la mitica Brigata Sassari.

“Sul cammello e all’ombra del bastone, ovvero La matematica dei Greci da Pitagora ad Archimede”, un progetto di Sergio Maifredi e Piergiorgio Odifreddi, con Piergiorgio Odifreddi, produzione Teatro Pubblico Ligure, in collaborazione con Corvino Produzioni. Si chiude così la Stagione Teatrale di Oristano, domenica 21 luglio, alle 21.30. Una straordinaria e avvincente “lezione” di Piergiorgio Odifreddi sull’importanza del pensiero scientifico e sulla capacità degli antichi di “misurare” il mondo. Il celebre fisico e matematico si rivela straordinario affabulatore nell’illustrare le scoperte di Eratostene e Ipparco (dal calcolo della circonferenza terrestre all’intuizione dell’esistenza dell’America), come nel sottolineare come grazie all’osservazione e allo studio dei fenomeni attraverso un procedimento logico-deduttivo si possano indagare e svelare i segreti del cosmo. Una piccola “provocazione” artistica sul valore della conoscenza alle soglie del terzo millennio, con una nota di speranza rivolta alle generazioni future. La Stagione Teatrale 2018-2019 all’Auditorium dell’Istituto Tecnico Mossa di Oristano è organizzata dal CeDac/Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del MiBac/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Sardegna e del Comune di Oristano, in partenariato con la Provincia, con il contributo della Fondazione di Sardegna e con l’importante supporto di Sardinia Ferries, che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dall’Isola.

Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza, l’edizione numero 21 di Dromos, in programma dal 1° al 15 agosto, a Oristano e altri undici centri della provincia (Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso, Villa Verde), con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri. “Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare il festival, preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto. Il 2019 è, infatti, l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite. Era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare, nell’ambito della missioneApollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò anche la storia della musica:”tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – ha scritto sil critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival -, a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “…l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power”. Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo “segnò, per quella generazione, a fine delle illusioni, divenendo il simbolo delle numerose utopie. e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta.” Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica, dunque, la sua ventunesima edizione, con la collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra “Art Tube da Woodstock alla Luna”, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come “Woodstock revolution”, un concerto-lezione del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli. Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, e conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London; la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche); e il collettivoKokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani-veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu; dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli. E, naturalmente, gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs,De Li Soul. Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna.

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