Mag 13

Paolo Palumbo, malato di Sla, minacciato sui social.

“E’ inutile che ti dai da fare, tanto in Israele non ci arrivi”, oppure “Tanto muori come morirà mio padre”, “Bastardo tu e chi ti sostiene”.

Sono alcuni dei macabri messaggi rivolti sui social a Paolo Palumbo, il giovane chef oristanese, malato di Sla, che da settimane sta conducendo una battaglia per ottenere la terapia sperimentale Brainstorm adottata negli Usa e in Israele.

La denuncia arriva dal fratello di Paolo su Facebook. “Per la prima volta oggi non sarà Paolo a scrivere un post ma io, suo fratello Rosario. E’ con grande rabbia che comunico un momentaneo allontanamento di Paolo dai social network per tranquillizzarsi, dovuto alle ripetute offese e minacce che ha ricevuto nelle scorse settimane, sia tramite attacchi privati che pubblici.

Abbiamo saputo che ci sono delle chat private in cui dei gruppi di persone si divertono ad insultare l’operato di Paolo e si mettono d’accordo per trovare il modo di demolire agli occhi degli altri ogni sua azione.

E’ giusto che questa gente sappia che ogni atto diffamatorio documentato avrà le conseguenze che merita, perché la legge è uguale per tutti e la cattiveria gratuita ai danni di un giovane nelle sue condizioni non può essere giustificata.

Non pubblicheremo i nomi di costoro come invece stanno facendo loro con noi, sabotando una campagna di raccolta fondi che si è sempre basata sulla trasparenza e con un obiettivo nobile: sarebbe vergognoso.

Paolo è il più giovane malato di Sla d’Europa – ha proseguito Rosario Palumbo -, ma ciò non lo rende un malato di “serie A”, al contrario, lui si è sempre messo in prima linea per i diritti degli altri, ha cambiato le vite di centinaia di persone grazie al Tampone, al suo libro di ricette, alle sue iniziative a favore dei più deboli, e il suo inserimento nel protocollo Brainstorm è dovuto esclusivamente ai canoni ristretti di accettazione da parte dell’ospedale di Gerusalemme, che oltre allo stadio avanzato della malattia, hanno tenuto in considerazione l’età (peraltro senza concedere agevolazioni dal punto di vista economico).

La verità è che l’obiettivo di Paolo, fin dall’inizio del suo sciopero della fame, è sempre stato quello di portare questa terapia sperimentale in Italia, affinché per lo meno i suoi costi si dimezzino. Infatti, è grazie a lui se è attualmente in discussione l’attuazione del protocollo d’urgenza da parte del ministero della Salute per portare la terapia nel nostro paese in tempi brevi, non grazie a chi millanta di parlare a destra e a manca senza concludere niente. In quanto persona mentalmente libera ed autonoma, mio fratello ha tutto il diritto di indire ogni tipo di iniziativa desideri, indipendentemente dalla sua risonanza mediatica dovuta ai social network: chiunque lo stia attaccando potrebbe investire il suo tempo a fare del bene come ha sempre fatto lui, e non a pretendere che siano sempre gli altri ad attivarsi per smuovere le acque (solo per poi criticare qualsiasi cosa non gli vada a genio).

Prima della Sla, mio fratello era uno dei tanti ragazzi che vogliono vivere una vita tranquilla, e credo che tutti dovremmo ringraziarlo per la forza implacabile con cui ha portato avanti le sue idee.

In fondo si sa –  ha concluso rosario -,chi segna la storia non viene mai accettato subito, perché la paura fa rifiutare i cambiamenti, ma io continuerò a stare dalla parte di Paolo, ieri oggi e per sempre e ringrazio tutti coloro che hanno un cuore e che non si lasciano trasportare nell’odio generale che caratterizza ogni giorno di più il nostro Paese”.

“Angela Nonnis è stata una fiera interprete delle politiche di parità. Negli anni in cui è stata sindaco di Oristano ha accompagnato con vigore e originalità il suo impegno politico e sociale”. Anche il presidente della Commissione comunale per le pari, Alessandra Pusceddu, ha voluto ricordare la figura di Angela Nonnis, che dopo una lunga malattia ha cessato di vivere nei giorni scorsi a Milano. “Angela – ha detto Pusceddu – è stata un esempio per tutte le donne. È riuscita a imporsi in ogni campo in cui si è cimentata, senza chiedere niente e senza fare sconti. Ha dimostrato con capacità e caparbietà di saper superare ogni ostacolo, anche e forse soprattutto quelli di genere. Accanto alla Commissione pari opportunità, in ogni angolo di Sardegna, ma anche nelle altre regioni d’Italia e all’estero, per anni ha condotto battaglie contro la violenza sulle donne e per la parità dei diritti, valorizzando la figura e l’opera di Eleonora d’Arborea, antesignana dell’affermazione dei diritti delle donne. Per tutte noi è un dovere dedicarle un commosso ricordo, nella certezza che la sua figura saprà ispirare l’azione della Commissione per l’equità e la parità dei generi”.

Due diportisti sono stati salvati da una motovedetta della Capitaneria di Porto di Oristano, nelle acque antistanti le rovine di Tharros, dopo essere stati in balia delle onde a causa della rottura del motore della loro imbarcazione. La sala operativa della Capitaneria, ricevuta la richiesta di intervento al numero blu 1530, ha subito inviato sul posto la motovedetta della Guardia costiera CP307, che ha trainato l’imbarcazione dei due diportisti fino al porticciolo turistico di Torregande. Per loro un’avventura che si è risolta, per fortuna, soltanto con un grande spavento e che grazie alla Guardia costiera di Oristano si è conclusa nel migliore dei modi.

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