Mag 04

Meno disoccupati, Italia in vetta all’U2. Mons. Roberto Carboni nuovo arcivescovo di Oristano.

Sorpresa: in Italia la disoccupazione torna a calare. E più velocemente che nel resto d’Europa. Secondo i dati diffusi da Eurostat, tra febbraio e marzo il numero di disoccupati in Italia è diminuito di circa 96mila unità.

Si tratta della riduzione più marcata registrata tra i paesi dell’Unione: più del triplo del calo messo a segno dalla Spagna (poco più di 30mila) e dieci volte il risultato della Francia (poco più di 9mila disoccupati in meno). Un podio cui l’Italia non saliva da anni – ed è responsabile di oltre la metà del calo di 174mila disoccupati registrato dall’intera Area Euro. Non si è registrata, dunque, quella catastrofe occupazionale prevista dalle imprese all’indomani del varo del DL Dignità.

L’Inps di Boeri prevedeva almeno 8mila posti di lavoro persi, Confindustria avvisava in audizione che, «pur perseguendo obiettivi condivisibili», il testo avrebbe reso «più incerto e imprevedibile il quadro delle regole» per le imprese disincentivando gli investimenti e limitando la crescita. Accuse smentite dai fatti. Entrato in vigore a novembre, il decreto dignità non ha portato alcun boom di disoccupati. Anzi: l’intervento legislativo – ispirato da Pasquale Tridico – sembrerebbe aver avuto l’effetto desiderato, dando una spinta al lavoro a tempo indeterminato a discapito del precariato. Una lettura che i dati Istat di marzo sembrano confermare. Durante il mese, spiega l’istituto di statistica, è ripresa la crescita degli occupati, ormai «vicino ai livelli massimi registrati a metà del 2018» con «una significativa espansione delle classi di età più giovani».

Ancora più indicativo il fatto che negli ultimi tre mesi – periodo che coincide più o meno con l’arrivo del decreto dignità, uscito a novembre scorso dalla fase «sperimentale» – «Si rileva un aumento dei dipendenti permanenti e un calo di quelli a termine»: per la precisione, 64mila lavoratori con il «posto fisso» in più, e 31mila dipendenti a tempo in meno. E pure la coda del 2018, l’anno della «recessione tecnica», non ha registrato crolli. L’anno si è chiuso con 192 mila occupati in più (+0,8%) e con il tasso di occupazione salito al 58,5% (+0,6 punti), rimanendo di appena 0,1 punti al di sotto del picco positivo del 2008. La crescita continua: a marzo di quest’anno, rispetto al 2018, l’occupazione cresce dello 0,5%, pari a +114 mila unità. L’espansione interessa uomini e donne, i giovani (15-24enni, di cui se ne contano 63 mila in più) come gli ultracinquantenni (+210 mila) con, spiega Istat, una «variazione positiva per tutte le classi d’età». E pure il lavoro autonomo torna ad aumentare.

Dopo anni di difficoltà, la popolazione degli imprenditori torna ad aumentare: a marzo sono 14mila in più di febbraio, e circa 51mila in più rispetto al marzo precedente. In un mese i lavoratori autonomi sono saliti a 5 milioni e 341mila, tornando sui massimi dal giugno del 2018. Anche in questo caso, la spinta potrebbe essere arrivata proprio dall’entrata in vigore del nuovo regime forfettario, la cosiddetta fiat tax per le imprese. Nuovi imprenditori favoriti dal regime forfettario, anche se la tassa piatta potrebbe aver svuotato qualche tempo indeterminato: l’aliquota al 15% potrebbe essere un forte incentivo per lavoratore e impresa a modificare il rapporto di lavoro, e i dati potrebbero indicare una tendenza anche in questa direzione.

Quello che è certo, è che il trend del lavoro è più positivo di quanto atteso dallo stesso governo, che nel DEF aveva fissato il tasso di disoccupazione per quest’anno all’11%, lo 0,8% in più in di quanto effettivamente registrato a febbraio. Una crescita inattesa, ma in linea con i risultati dell’economia. Le stime preliminari di Istat ci dicono che il Pil è aumentato più del previsto nel 1° trimestre, di +0,2% , con una trend in risalita dopo 4 trimestri consecutivi di marcato rallentamento. Una ripresa di inizio anno dovuta soprattutto all’industria, e che sembra indicare che il peggio, ormai, è alle spalle”. (Valerio Maccari, Il Tempo)

“Questa terra è ostaggio delle guerre tra bande politiche, mancano ancora sei o sette assessori regionali, questo significa votare il centrodestra, votare le accozzaglie”. Anche durante la sua visita in Sardegna, il vicepremier Luigi Di Maio (M5S) non ha lesinato critiche allo stallo che sinora ha impedito al presidente della Regione, Christian Solinas (eletto il 24 febbraio scorso) di completare la composizione della giunta. “Settanta giorni senza una giunta regionale lasciano senza parole – ha detto Di Maio -. Conosco tanti cittadini sardi che li hanno votati e sono arrabbiati. Errare è umano ma perseverare è diabolico, non votiamoli mai più”.

Nessuna sorpresa sul nome del nuovo arcivescovo di Oristano. Come si vociferava da tempo, monsignor Roberto Carboni, 61 anni, di Scano di Montiferro, attualmente vescovo della Diocesi di Ales e Terralba, è stato nominato ufficialmente nuovo arcivescovo di Oristano, in sostituzione del “pensionato” Ignazio Sanna. Il neo arcivescovo continuerà, comunque, anche a reggere la Diocesi di Aleas e Terralba. L’addio di monsignor Ignazio Sanna avverrà il 30 giugno prossimo, mentre la cerimonia per l’insediamento di RobertoCarboni è prevista, a Oristano, per il 7 luglio.
“Appresa la notizia della sua nomina alla guida della Arcidiocesi arborense, sono lieto di porgerle a nome personale e della giunta, del presidente del Consiglio comunale e della intera istituzione municipale di Oristano le più cordiali e affettuose attestazioni di augurio. Le giunga, eccellenza, il nostro condiviso auspicio di sereno e proficuo lavoro, nel solco prezioso tracciato dal suo predecessore, e dell’affiatamento e dialogo – sempre intensi, sensibili e condivisi – che si rinnoveranno tra città, chiesa, comunità, istituzioni e territorio”. Con queste parole il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, questa mattina ha salutato la nomina del nuovo arcivescovo di Oristano, Roberto Carboni. Con un telegramma inviato al nuovo arcivescovo, il Sindaco Lutzu ha voluto manifestare i sentimenti della comunità oristanese e, ringraziando l’ex arcivescovo, Ignazio Sanna, per il prezioso lavoro compiuto negli ultimi anni alla guida dell’Arcidiocesi Arborense, ha sottolineato di aver accolto con gioia la notizia della nuova nomina decisa da Papa Francesco e ha rivolto ala neo arcivescovo Carboni il benvenuto e gli auguri di un buon lavoro, nella certezza di una rinnovata e proficua collaborazione tra le istituzioni civili e quelle religiose presenti in città.

Ed acco alcune notizie più dettagliate sul nuovo arcivescovo di Oristano, tratte dall’enciclopedia libera Wikipedia. Monsignor Roberto Carboni è nato il 12 ottobre 1958 a Scano di Montiferro, nell’allora diocesi di Bosa. Ha seguito la sua vocazione entrando nei frati minori conventuali. Dopo la maturità classica (nel 1977) ha conseguito il baccellierto in filosofia presso l’Istituto teologico Sant’Antonio Dottore di Padova nel 1980, e quello in teologia presso la Pontificia facoltà teologica San Bonaventura (Seraphicum) di Roma nel 1983. Nell’86, sempre a Roma, ha conseguito la licenza in psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Entrato in seminario a Padova nel 1977, ha emesso la professione solenne dei voti nel 1982. Il 9 aprile dell’anno successivo è stato ordinato diacono presso il collegio Seraphicum di Roma, dall’allora arcivescovo (poi divenuto cardinale) Virgilio Noè, segretario della Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino, e poi, il 29 settembre 1984, è stato ordinato presbitero nella chiesa di S.Francesco d’Assisi da Giovanni Pes, vescovo di Alghero e Bosa. Dopo l’ordinazione, fra l’altro, è stato docente incaricato di psicologia presso la Pontificia facoltà teologica della Sardegna di Cagliari, per otto anni, dal 1993 al 2001. Nel 2001 è andato missionario a Cuba con i frati della provincia delle Marche. Rientrato in Italia nel 2013, è stato segretario generale per la formazione nel suo ordine, fino al 2016. Dal 1989 al 2003 è stato iscritto all’albo degli psicologi e psicoterapeuti della Sardegna, mentre dal 1997 è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti. Il 10 febbraio 2016 è stato nominato vescovo di Ales e Terralba da papa Franceso, succedendo a Giovanni Dettori, dimessosi per raggiunti limiti di età. È stato consacrato vescovo il 17 aprile successivo, in piazza Mons. Antonio Tedde, ad Ales, da Paolo Atzei, arcivescovo metropolita di Sassari, coconsacranti Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero e Bosa, e Giovanni Dettori, suo predecessore nella diocesi; subito dopo ha preso possesso canonico della diocesi in cattedrale. In vista dell’anno pastorale 2017-2018 ha scritto “Viva Efficace Tagliente”, una lettera pastorale ai cristiani della diocesi di Ales e Terralba, per un discernimento illuminato dalla Parola di Dio. Nel settembre 2018 ha pubblicato “Quanti Pani avete?”, riflessioni e orientamenti circa le Unità Pastorali. Il 29 marzo 2018 ha indetto la sua prima visita pastorale, che si concluderà nel 2020. Il 4 maggio 2019cè stato promosso arcivescovo metropolita di Oristano da papa Francesco, succedendo ad Ignazio Sanna, dimessosi per raggiunti limiti di età. (da wikipedia.org).

Un incendio si è sviluppato presso l’azienda agricola Scintu, a Siamaggiore, in località Santa Maria. Le fiamme hanno interessato un locale adibito a magazzino, e non ha interessato altri parti dell’immobile. L’incendio (le cui cause sono ancora in via d’accertamento) è stato spento con rapidità dai Vigili del fuoco di Oristano che dopo l’allarme sono intervenuti subito sul posto.

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