Mar 25

Cesare Battisti ammette quanto già si sapeva, e cioè di essere un assassino.

Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac arrestato a gennaio dopo quasi 40 anni di latitanza e attualmente denuto nel carcere di Massama, ha ammesso, per la prima volta, davanti al Pm di Milano, Alberto Nobili, di essere responsabile di quattro omicidi.

“Io parlo delle mie responsabilità, non farò i nomi di nessuno. È stata una guerra giusta, allora ci credevo come tanti altri, ma ora chiedo scusa alle vittime”, ha detto l’ex terrorista.

“Questa ammissione fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, e rende onore alle forze dell’ordine e alla magistratura di Milano”, ha osservato il procuratore di Milano, Francesco Greco.

La Giustizia non ha avuto certo bisogno dell’ammissione tardiva di un assassino come Battisti, visto che aveva già fatto il suo corso, condannandolo per l’omicidio del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978; per quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e per l’omicidio dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere, l’imprenditore di Tonara ma residente da tempo a Oristano, Giovanni Garau, arrestato per aver tentato di corrompere il dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Oristano, Giuseppe Pinna, per convincerlo ad approvare il progetto per la realizzazione di un grosso centro commerciale alla periferia di Oristano nella zona dell’ex Caldersarda. L’uomo, accompagnato dall’avvocato Pietro Pittalis, è comparso davanti al Gip Tribunale di Oristano, Silvia Palmas, per l’udienza di convalida del provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari, eseguito venerdì scorso dagli agenti della Squadra mobile della Questura di Oristano. La scelta di non rispondere è motivata dalla necessità del difensore di accedere a tutti gli atti dell’indagine avviata dalla Procura nel giugno dello scorso anno, dopo la denuncia presentata dal dirigente Giuseppe Pinna. L’avvocato Pittalis ha comunque presentato un’istanza di revoca della misura cautelare, “…perchè non c’è alcun pericolo di reiterazione del reato”. Secondo il legale, l’indagine mostra diversi punti d’ombra che la Procura dovrà chiarire. Uno di questi, riguarda l’entità della presunta tangente (4.250 euro, più una bottiglia di vino e una confezione di torrone) rispetto al valore di milioni di euro del progetto di lottizzazione.

Voleva rientrare al più presto a casa, in Sardegna, dopo essersi sottoposta all’ennesima seduta di chemioterapia. Ma per una ragazzina di 16 anni e per i suoi familiari il rientro prima ad Alghero e poi nel paesino dell’Oristanese in cui vivono si è trasformato in una odissea: gli steward di Ryanair in servizio all’aeroporto Marconi di Bologna, li hanno lasciati a terra e loro sono stati costretti a cambiare aeroporto e compagnia aerea per ripartire. Lo racconta lo zio della ragazza a “La Nuova Sardegna”. L’incredibile episodio è avvenuto lunedì 18 marzo. La minorenne e i familiari, ricostruisce il quotidiano attraverso la testimonianza del parente, raggiungono lo scalo bolognese alle 5.45 per prendere il volo per Alghero in partenza alle 6.30. “Al momento della prenotazione, avevamo chiesto l’assistenza all’imbarco e ci siamo messi in fila per il check-in e la consegna bagagli – spiega lo zio – Alle 6.10 siamo arrivati davanti all’operatrice che ci ha detto che l’imbarco bagagli era già chiuso”. La richiesta di assistenza all’imbarco prevede l’arrivo dei passeggeri in aeroporto circa un’ora e quaranta minuti prima e forse per questa ragione non è stato consentito alla ragazza e ai familiari di salire a bordo. “Dopo un’altra fila, abbiamo parlato con il secondo operatore, spiegando le nostre difficoltà, ma alla fine – racconta sempre lo zio – ci ha detto che saremmo dovuti rimanere a Bologna fino a mercoledì prossimo, giorno del primo volo utile per tornare ad Alghero”. La famiglia tenta comunque di imbarcarsi: arrivano al gate, ma le porte sono già chiuse, mentre dal vetro si vedono gli ultimi passeggeri salire a bordo. Supplicano ancora gli addetti, ma si scontrano con un muro di no. E così la ragazzina e i parenti sono costretti a prendere un treno per Roma, spostarsi a Fiumicino e salire sul primo volo Blu Air diretto ad Alghero. “Io credo che in alcune situazioni l’umanità e la sensibilità debbano prevalere su tutto”, commenta lo zio, che comunque ammette l’errore, quello di essere arrivati in ritardo in aeroporto. “Per questo – sottolinea – avevamo deciso di rinunciare all’assistenza al passeggero. Perché allora non ci hanno fatto salire?”.

Sabato 30 marzo, alle 17.30, all’Auditorium Sancti Antoni, a Oristano, si terrà la conferenza “Ricerche geoarcheologiche ed ecologiche nell’area del Golfo di Oristano: primi risultati”. L’evento, organizzato dall’assessorato alla Cultura e dalla Fondazione Sa Sartiglia Onlus, si inserisce nel ciclo di incontri “Una Città nella Storia”, curato da “MuseoOristano”. Le relazioni saranno a cura di Giovanni De Falco, geologo marino e sedimentologo del Cnr, operante presso l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias), e di Carla Del Vais, professore associato di archeologia fenicio-punica presso l’Università di Cagliari. “La conferenza sarà una nuova occasione per soffermarsi e approfondire alcuni temi legati alla storia del nostro territorio, uscendo dalle mura delle città e abbracciando l’area del golfo, quella di Tharros e della laguna di Santa Giusta”, ha osservato l’assessore alla Cultura del Comune di Oristano Massimiliano Sanna. “Nel corso dell’incontro saranno presentati i primi dati relativi alla ricerca geoarcheologica ed ecologica, in corso da diversi anni, concernente il settore settentrionale del Golfo di Oristano, che ha visto la collaborazione di enti di ricerca quali le due Università sarde e diversi istituti del Cnr”, ha aggiunto Maurizio Casu, Curatore di MuseoOristano. Oggetto della ricerca è lo studio dell’evoluzione dell’assetto del territorio, soprattutto in relazione alle variazioni della linea di riva e all’idrografia, nonché i cambiamenti ambientali intervenuti nei millenni. L’intento degli studiosi, sulla base dei dati della ricerca, è quello di ricostruire per quanto possibile, il territorio e l’ambiente in cui si è sviluppata la presenza umana nelle diverse fasi preistoriche e storiche. I primi risultati – come illustreranno i due studiosi – suggeriscono un paesaggio molto differente da quello attuale, e molto diversificato nelle diverse epoche, e questo sia a causa di fenomeni naturali, sia per interventi umani legati alle attività economiche e allo sviluppo degli insediamenti. L’area di Tharros, la foce del Tirso e la laguna di Santa Giusta, in particolare, risultano, i settori che nella ricerca hanno subito i più importanti cambiamenti, e proprio la ricostruzione dell’evoluzione di queste aree, può consentire oggi di capire molto anche sulle scelte insediative che hanno caratterizzato e ancora caratterizzano il nostro territorio. “L’interessante appuntamento, grazie ai due illustri ricercatori oristanesi, rappresenta l’occasione per riprendere il percorso di incontri programmati da “MuseoOristano” – ha affermato il presidente della Fondazione Sa Sartiglia, Angelo Bresciani -. Il nostro museo virtuale che si fa luogo concreto di incontro e di confronto tra cittadini e studiosi, la città museo che desidera offrire tutti i suoi spazi, nel web, così come in occasioni come questa, per condividere le tante storie che raccontano la storia della città e del suo territorio”.

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