Gen 14

L’ex terrorista Cesare Battisti passerà il resto della sua vita nel carcere di Massama.

L’ex terrorista Cesare Battisti, condannato a due ergastoli per quattro omicidi e catturato recentemente dopo una latitanza di ben 37 anni, estradato qualche giorno fa dalla Bolivia dov’è stato scoperto e catturato,  andrà nel carcere oristanese di Massama.

Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’arrivo in Italia di Cesare Battisti. “In questi minuti – ha detto Bonafede – Battisti viene consegnato al Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria (Gom) che non lo porterà, come precedentemente annunciato a Rebibbia, ma nel carcere di Oristano”. Battisti sarà in cella da solo e in isolamento diurno per sei mesi.

“La cattura dell’ex terrorista – ha sottolineato, fra l’altro, il ministro della Giustizia – serve per dire al mondo che nessuno può sottrarsi alla giustizia italiana. Battisti è un pluriomicida che si è macchiato di reati gravissimi e che con la sua fuga mortificava il dolore delle famiglie delle vittime e di un intero popolo”.

“Grazie al mutato clima politico a livello mondiale -ha aggiunto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini – dopo 37 anni finalmente finisce dove merita un assassino, un delinquente, un infame, un vigliacco che non ha mai chiesto scusa. La cattura di Battisti non è un punto d’arrivo ma un punto di partenza. Sono sicuro che le Forze dell’ordine, con i servizi d’intelligence, potranno riassicurare alle galere altre decine di delinquenti, vigliacchi e assassini che sono in giro per il mondo a godersi la vita”.

Intanto, questa mattina, il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ha spiegato che Battisti sconterà l’ergastolo senza la possibilità di ottenere benefici. E ha aggiunto che le indagini stanno proseguendo per individurare la rete di fiancheggiatori dell’ex terrorista. La procura di Milano ha aperto un’indagine esplorativa, senza ipotesi di reato né indagati.

La casa circondariale “Salvatore Soro” alla quale è stato destinato l’ex terrorista Cesare Battisti, è una struttura di nuova costruzione realizzata nella frazione oristnese di Massama, in sostituzione della vecchio carcere di Oristano. Inaugurata nel 2012, ha evidenziato sin da subito diversi problemi strutturali mai interamente risolti. Il carcere ha una capienza di 260 detenuti, ma il numero viene spesso superato. E’ organizzato in sei sezioni, cinque delle quali destinate esclusivamente ai detenuti in regime di alta sicurezza, che sono mediamente l’85% del totale, e una sola per detenuti comuni. La popolazione carceraria è composta, in misura maggioritaria, da italiani con condanne lunghe, in regime di alta sicurezza. Non ci sono detenuti col 41 bis, nè collaboratori di giustizia. La prevalenza di detenuti in regime di alta sicurezza è stata segnalata come criticità da Antigone, l’Osservatorio per i diritti e le garanzie nel sistema penale. “Tale fattore – hanno spiegato – ha comportato una sostanziale riduzione delle attività trattamentali. L’organizzazione e la quotidianità nell’istituto prevedono uno svolgimento della giornata essenzialmente nelle sezioni detentive e sono predisposte scarse attività da svolgere. Questa penuria ha comportato diverse proteste dei detenuti, nonché una visita del Garante nazionale, che ha individuato una serie di problematiche e delle indicazioni per la direzione”. Le proteste, in particolare nel 2016, sono culminate in uno sciopero della fame durato oltre venti giorni, al quale avevano aderito 35 reclusi dell’alta sicurezza. Nel mirino c’era il sovraffollamento e le difficoltà per gli incontri con i familiari e il magistrato di sorveglianza. La struttura si trova in aperta campagna, a poche centinaia di metri dalle case della frazione di Massama. Può contare su un direttore, che però deve occuparsi anche della Colonia penale di Is Arenas, un comandante del Corpo di Polizia Penitenziaria, sei ispettori, quattro sovrintendenti e 136 agenti. Un organico più volte denunciato come insufficiente dalle organizzazioni sindacali del personale.

Sono una quarantina i latitanti rossi e neri tra la Francia, il Nicaragua, l’Argentina, la Svizzera, persino il Giappone. L’arresto di Cesare Battisti ha fatto tornare d’attualità un dossier rimasto per anni sulle scrivanie degli investigatori italiani: quello dei terroristi rossi e neri ancora latitanti. In realtà molti dei latitanti all’estero hanno ormai acquisito cittadinanza straniera e quindi non sono più estradabili. Altri, invece, hanno trascorso talmente tanto tempo da latitanti che hanno incassato la prescrizione.

È il caso di Oreste Scalzone, che aveva una condanna a 16 anni ma si è rifugiato in Francia ed è tornato libero dal 2007. La Francia è il Paese che per anni è stata l’Eldorato dei ricercati politici: almeno 400 persone condannate in Italia per crimini eversivi hanno trovato rifugio Oltralpe. Merito della cosiddetta dottrina Mitterand: secondo il presidente francese le leggi anti terrorismo approvate in Italia tra il gli anni ’70 e gli anni ’80 non erano condivisibili. “La Francia valuterà la possibilità di non estradare cittadini di un Paese democratico autori di crimini inaccettabili”, se i Paesi che chiedono l’estradizione hanno un “sistema giudiziario che non corrisponde all’idea che Parigi ha delle libertà”, era il ragionamento dell’ex inquilino dell’Eliseo. È in questo modo che proprio Battisti aveva trovato rifugio in Francia fino al 2004, poi, però, aveva fatto perdere le sue tracce, quando aveva capito che per lui si stava avvicinando l’estradizione per la condanna all’ergastolo. Era quindi riapparso a Rio de Janeiro, in Brasile, dove era stato arrestato nel 2007; detenuto fino al 2011, aveva poi ottenuto clemenza dall’ex presidente Lula. Fino all’arresto in Bolivia di domenica.

La lista degli ex terroristi ancora latitanti si apre con Alessio Casimirri, condannato in via definitiva per il sequestro di Aldo Moro nel 1978. È indicato come uno degli uomini del commando che uccise i cinque uomini della scorta del presidente della Dc il 16 marzo del 1978 in via Fani: deve scontare sei ergastoli. Oggi gestisce un noto ristorante di pesce a Managua, in Nicaragua: si chiama La cueva del Buzo, il covo del sub, visto che la pesca subacquea è il suo hobby preferito. Casimirri ha sposato una donna nicaraguense acquisendo così la cittadinanza: la vicinanza ai politici e militari locali lo ha salvato dall’estradizione.

In Nicaragua ha trovato rifugio anche Manlio Grillo, ricercato per il rogo di Primavalle, nel quale morirono i fratelli Mattei. È stato latitante anche il suo ex compagno di Potere Operaio Achille Lollo, per la precisione in Brasile, in cui nel 1993 il Tribunale supremo federale ha rigettato la richiesta di estradizione presentata dall’Italia. Per entrambi le condanne a 18 anni di reclusione per i fatti di Primavalle sono cadute in prescrizione.

Si trova in Francia, protetto dalla dottrina Mitterand, Giorgio Pietrostefani, condannato a 22 anni per essere stato mandante delll’omicidio del commissario Luigi Calabresi. Leader di Lotta Continua insieme ad Adriano Sofri, Pietrostefani ha scontato un periodo di carcerazione preventiva nel 1988 e poi tra il 1997 e il 1999: scarcerato per la revisione del processo si rifugiò in Francia – dove era già residente – è ottene protezione giuridica. Per il delitto Calabresi, nel 2006 ha ottenuto la grazia Ovidio Bompressi, uno degli esecutori dell’omicidio. Sofri ha scontato la pena sotto diversi regimi di detenzione, mentre Pietrostefani ha gran parte della condanna da scontare.

Grazie alla dottrina Mitterand, la Francia è la meta preferita da diversi protagonisti degli anni di piombo. Ospita Enrico Villimburgo, esponente delle Brigate rosse condannato all’ergastolo nel processo Moro-ter e i delitti  Minervini, Galvaligi, Bachelet. E poi Simonetta Giorgieri, esponente del Comitato rivoluzionario toscano, e Carla Vendetti, indicata come leader delle Br, partito comunista combattente. Entrambe sono state condannate con l’accusa di essere coinvolte nei delitti Marco Biagi e Massimo D’Antona. Sergio Tornaghi, legato alla colonna milanese delle Br “Walter Alasia”, Roberta Cappelli, oggi architetto, della colonna romana. Uno dei pochissimi ad essere stato estradato dalla Francia è Paolo Persichetti, che ha militato nelle Br-Unione dei Comunisti Combattenti: fu consegnato nel 2002 alle autorità giudiziarie italiane è stato condannato a 22 anni di carcere per concorso morale nell’omicidio del generale Licio Giorgieri e scarcerato definitivamente nel 2014.

Si trova in Svizzera un altro dei condannati per l’agguato di via Fani: si chiama Alvaro Lojacono, esponente delle Brigate rosse e autore di una latitanza avventurosa. È passato dal Nord Africa e dal Sud America: alla fine ha trovato riparo nel Paese elvetico, acquisendone la cittadinanza con il nome di Alvaro Baragiola. Non è dunque estradabile. Un altro membro di spicco delle Br era Leonardo Bertulazzi: latitante per 22 anni, fuggito in Argentina, ha scontato otto mesi. Oggi vive a Buenos Aires. L’ex esponente delle Br, Marina Petrella, invece fu salvata da Nicolas Sarkozy: l’ex presidente francese ne bloccò l’estradizione per motivi umanitari.

Tra i terroristi di estrema destra, il ruolo di principale di “primula nera” è toccato per anni a Delfo Zorzi: l’esponente di Ordine Nuovo è stato condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di piazza Fontana. Fu assolto in appello e poi in via definitiva: dal 2010 non è più latitante. In Giappone dagli anni ’70, non era mai stato possibile estradarlo perché divenne cittadino giapponese nel 1989 dopo aver sposato una donna nipponica: ha cambiato nome e adesso si chiama Roi Hagen. Vive a Tokyo ed è un importante imprenditore nel settore di import ed export.

Si trova a Londra dagli anni 80, invece, Vittorio Spadavecchia, ex esponente dei Nuclei armati rivoluzionari: fuggì in Gran Bretagna due mesi dopo aver assaltato a Roma  la sede dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina di cui era presidente Arafat. Condannato a 15 anni di reclusione nel 1989 per una serie di reati – compreso l’attentato per finalità terroristiche – per lui i giudici inglesi hanno rigettato le richieste di estradizione da parte dell’Italia. In Gran Bretagna Spadavecchia è manager di un club di rugby ed azionista di una società: la Kencroft Properties Limited, di cui è titolare anche un altro ex aderente ai Nar rifugiato a Londra, Stefano Tiraboschi. Il nome di Spadavecchia è finito di recente nelle carte della procura di Roma: nel 2012, infatti, Massimo Carminati si era recato nella city a trovare il vecchio camerata.(www.ilfattoquotidiano.it)

Una consulente aziendale e un mediatore culturale di origine indiana sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Oristano, coordinati dal capitano Francesco Giola, con l’accusa di far parte di un sodalizio criminale finalizzato al favoreggiamento e allo sfruttamento della immigrazione clandestina e all’illecita permanenza nel territorio italiano di cittadini stranieri irregolari. Si tratta di Esmeralda Trogu, 46 anni, consulente aziendale di Oristano, e di Baywimer Kumbar, indiano di 38 anni. Dopo l’arresto la consulente e il suo presunto complice sono stati accompagnati in caserma per le formalità di rito e poi rinchiusi, rispettivamente nella sezione femminile del carcere di Uta e nel carcere di Massama. Nel corso dell’operazione sono state effettuate diverse perquisizioni che hanno permesso di acquisire materiale utile alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Oristano.

Oggi, a causa del forte vento, i Vigili del fuoco del comando provinciale di Oristano sono stati impegnati in una lunga serie di interventi, per la caduta di alberi, grossi rami spezzati e pali abbattuti. Diversi i comuni della provincia dove i Vigili del fuoco hanno presato la loro opera: Oristano, Abbasanta, Cuglieri, Terralba e San Nicolò d’Arcidano. Per fortuna non c’è stato nessun danno rilevante, né sono state coinvolte delle persone.

In vista delle prossime elezioni regionali, sono stati 26 i contrassegni elettorali presentati nell’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Cagliari. Per la coalizione di centrodestra che sostiene Christian Solinas candidato governatore hanno prsentato i contrassegni Riformatori, Unione di Centro, Fi, Fdi-An, Psd’Az, Lega Salvini Sardegna, Partito Uds-Unione dei sardi, Fortza Paris, Energie per l’Italia, Sardegna Civica, Sardegna 20Venti-Tunis. Per il centrosinistra con candidato governatore Massimo Zedda: Campo Progressista Sardegna, Pd Sardegna, Liberi e Uguali Sardigna Zedda presidente, Cristiano Popolari Socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Sardegna in Comune con Massimo Zedda. Sempre per i Progressisti, Noi, la Sardegna con Massimo Zedda; Futuro comune con Massimo Zedda; Giovani sardi con Massimo Zedda. Gli altri contrassegni presentati sono quelli del Movimento 5 stelle (candidato alla presidenza Francesco Desogus), Partito dei Sardi (Paolo Maninchedda), Autodeterminatzione (Andrea Murgia), Sardegna di Ines Pisano (Ines Pisano), Sardi liberi (Mauro Pili). Nella cancelleria della Corte d’Appello è stato depositato anche il simbolo Rifondazione-Comunisti Italiani-Sinistra sarda, che avrà come candidato governatore il giornalista Vindice Lecis. I prossimi adempimenti riguarderanno la consegna delle liste nei Tribunali, dalle 8 del 20 alle 20 del 21 gennaio. Quindi, sempre presso la Corte d’Appello di Cagliari, la presentazione delle candidature dei presidenti il 24 gennaio, dalle 8 alle 12.

I consiglieri comunali di Oristano all’opposizione, Giuseppe Puddu, Francesco Federico, Vincenzo Pecoraro, Maria Obinu, Andrea Riccio, Anna Maria Uras, Efisio Sanna, Patrizia Cadau e Monica Masia, hanno presentato una mozione urgente relativa a una serie di problematiche che riguarda i due mercati cittadini, dal titolo “Razionalizzazione delle spese e rilancio delle attività mercatali di via Cimarosa e di via Costa”. I consiglieri della minoranza ritengono che questi problemi possano trovare soluzione programmando un immediato corretto utilizzo e rilancio della struttura mercatale comunale di via Costa, pianificandone la tempestiva ristrutturazione in maniera che vi possano trovare adeguata sistemazione gli operatori ospitati oggi in entrambe le strutture. Giuseppe Puddu e gli altri consiglieri nella mozione fanno il punto della situazione, ricordando che dopo l’inizio dei lavori per la ristrutturazione e l’ampliamento del mercato civico di via Mazzini, per garantire la prosecuzione delle attività commerciali era stata reperita una struttura privata in via Cimarosa, pagando un canone mensile di 6.500 euro, pari a 78 mila euro all’anno. Era stato poi necessario noleggiare un container frigo 20’ per lo stoccaggio dell’ortofrutta da parte degli operatori del mercato, per un canone annuo di ottomila euro circa, che porta la spesa annuale complessiva sostenuta dall’amministrazione comunale a €. 86.037 euro, le spese, però, non si sono fermate qui, perchè per garantire il funzionamento in tutta sicurezza dell’impianto elettrico dell’immobile, il Comune ha dovuto spendere, per la manutenzione, 7.316 euro all’anno, che fa salire il costo annuo complessivo a 93.353 euro. Bisogna, inoltre, garantire al mercato di via Comarosa la fornitura di energia elettrica e l’acqua e la spesa complessiva a carico dell’amministrazione comunale tocca un importo di oltre 100.000 euro all’anno circa di spese fisse. A questo, ricordano i consiglieri dell’opposizione, vanno aggiunte le spese iniziali di sistemazione e adeguamento dell’immobile, con particolare riferimento agli impianti (e più precisamente a quello elettrico), agli arredi, insegne, tende, sistemi di protezione e di allarme, sistemi di condizionamento, oltre alla stipula dei contratti delle varie utenze. Il Comune ha poi risolto, per grave inadempimento contrattuale, il contratto d’appalto stipulato nel maggio 2016 con l’impresa “Dentoni Costruzioni Generali srl”. Considerato, hanno sostenuto nella mozione i consiglieri di minoranza, che al momento non si intravedono concrete possibilità di una ripresa dei lavori in tempi brevi, e anzi che la definizione della controversia presso il giudice civilecfa prefigurare un lungo contenzioso tra l’amministrazione e l’impresa Dentoni, e che le spese che l’Amministrazione sostiene mensilmente sono sicuramente di ingente importo e gravano in maniera non trascurabile sul bilancio dell’Ente; l’attuale situazione (peraltro dispendiosa e antieconomica) non sembra più essere gradita dagli operatori né degli utenti del mercato, com’è dimostrato dalle ripetute lamentele e dal fatto che numerosi operatori hanno abbandonato la struttura ed altri sono in procinto di farlo. Le cose, hanno scritto nella mozione Giuseppe Puddu e gli altri consiglieri, non vanno meglio nel mercato di via Costa, “…dove sono presenti notevoli criticità che richiedono un adeguato intervento per evitare un ulteriore decadimento della struttura (anche a tutela del patrimonio del Comune), e che in relazione a tali criticità e all’incertezza che ne deriva si stanno creando devastanti danni economici agli operatori e alle proprie famiglie, tanto che, anche in questa struttura, diversi operatori hanno abbandonato il posto loro assegnato”. Il Comune, hanno ricordato i consigliri d’opposizione, è proprietario dell’intero stabile di via Costa e tutti sono consapevoli delle potenzialità della struttura a beneficio degli operatori e dell’utenza, impegnano il sinado e la giunta “…a porre in essere, con il pieno rispetto dei diritti di tutti gli operatori ad oggi operanti nei due mercati cittadini di via Cimarosa e via Costa, ogni possibile azione finalizzata a garantire alla cittadinanza la dovuta e giusta razionalizzazione della spesa e del servizio delle strutture mercatali cittadine che, più precisamente, si dovrà attuare in primis programmando l’immediato corretto utilizzo e rilancio della struttura mercatale comunale di Via Costa, pianificandone la tempestiva ristrutturazione, in maniera che nella stessa possano trovare adeguata sistemazione gli operatori ad oggi ospitati in entrambe le strutture mercatali cittadine, secondo quanto vorrà più in dettaglio pianificare e definire la giunta comunale”.

Il Comune di Oristano ricorda ai beneficiari di carta Rei che per poter fruire del beneficio economico, e al fine di evitare la sospensione dello stesso, occorre essere sempre in possesso di un’attestazione Isee in corso di validità. Pertanto coloro che usufruiscono della misura Rei dovranno aggiornare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) per Isee 2019 entro il mese di febbraio 2019.

3 comments

    • Che ce vado on 14 gennaio 2019 at 18:21
    • Rispondi

    Oh, si sono ricordati di noi Sardi!

    • Togo on 14 gennaio 2019 at 19:58
    • Rispondi

    A parte la marea di cretinate che sul terrorista Battisti stanno inondando il web, mai la città di Oristano è stata alla ribalta della cronaca come oggi. Non c’è stato un solo giornale o tv che non l’abbia citata. Per i monumenti illuminati? Per la bandiera blu di Torre Grande? Per le scarpette rosse? Per i suoi politici d’altissimo profilo? No, per il carcere! Adesso tutti in Italia sanno che a Oristano c’è un carcere supersicuro. Che soddisfazione! Nel carcere di Oristano/Massama sono rinchiusi fior di delinquenti, però guarda caso a Oristano e provincia non si riesce ad arrestare rapinatori, incendiari d’auto, chi ruba nelle abitazioni e meno che mai chi spara da dietro i muretti a secco. Più sicuri di così…

    • drastico on 14 gennaio 2019 at 22:09
    • Rispondi

    considerato l’enorme successo, da domani a massama visiste guidate. prenotatevi!

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