Gen 11

Vicenda Carige: “Le vittime di Etruria insorgono contro Renzi e la Boschi”.

Le vittime di Etruria insorgono contro Renzi e la Boschi: «Loro azzerarono i risparmi di 132.000 famiglie, con Carige nessuno ci rimette un euro. La misura è colma: non si possono più ascoltare».

L’ira degli sbancati dal Pd: «Vergognatevi». I commenti di Renzi e della Boschi sull’operazione genovese hanno fatto imbufalire i clienti delle quattro banche saltate nel 2015. «Non possono parlare: ci hanno trattato come cavie, lasciando sul lastrico 132.000 famiglie. Questo esecutivo ci avrebbe tutelati».

I truffati delle cosiddette «quattro banchette» cancellate dal governo Renzi non sono riusciti a sopportare i pistolotti di queste ore dell’ex premier e di Maria Elena Boschi sull’intervento del governo gialloblù per salvare la scricchiolante Cassa di risparmio di Genova. «Dopo averci insultato, hanno fatto come noi» hanno detto in sintesi i due statisti. Provocato, come Alberto Sordi dal maccarone, il Comitato risparmiatori uniti di Empoli, tutti clienti della vecchia Banca Etruria, martedì notte ha preso l’iniziativa e ha appeso uno striscione davanti alla sede del Pd locale: «Banca Etruria = 130.000 azzerati. Carige = zero azzerati. Vergogna Pd!!!». Tre righe scritte con la bomboletta spray che valgono più di 100 editoriali.

«I risparmiatori uniti di Empoli e tutti gli azzerati del decreto Renzi non vogliono essere dimenticati», chiariscono le sorelle Ilaria e Roberta Gaini, tra le animatrici del comitato e autrici del durissimo comunicato inviato ai giornali. Dove si legge: «Adesso basta, la misura è colma! Non possiamo più ascoltare certi esponenti del Pd ergersi a salvatori delle banche nel periodo del loro mandato e accomunarsi ai nuovi che oggi salvano Carige. Si sono dimenticati che nel frattempo, da quel lontano 22 novembre 2015, una domenica sera firmarono la sentenza per 132.000 famiglie, decidendo di azzerare i loro risparmi con la stessa velocità con cui si spegne un interruttore. Noi non dimentichiamo e ogni volta che ci sentiamo chiamati impropriamente in causa, come in questo caso, ci teniamo a ricordare che siamo serviti da cavie per un esperimento dettato da così tanta sapienza e capacità da non essere stato più ripetuto. Almeno in questa vicenda, il risparmiatore è stato tutelato al pari del correntista e nessuno si potrà sentire cittadino di serie A o di serie B. Stavolta l’articolo 47 della Costituzione non verrà calpestato».

Se Renzi pensava di poter ciurlare nel manico e di poter prendere per il naso i risparmiatori, risulta chiaro da queste parole che chi ha perso i soldi non si beve le sue fake news.

Moreno Gazzarrini, 60 anni, ex ufficiale di riscossione di Equitalia, membro del comitato empolese, ha memoria lunga: «I crediti deteriorati di Etruria valevano 300 milioni e sono stati ceduti a un’azienda di recupero crediti dopo essere stati svalutati addirittura al 14 per cento e non al 45 per cento di media delle altre banche. Dopo pochi mesi il Mef, guidato dal ministro Pier Carlo Padoan, li fece stimare da una società esterna che li ha valutati al 22-23 per cento, una quotazione che avrebbe permesso di salvare la banca e che invece ha fatto guadagnare l’acquirente, evidentemente un amico degli amici. E dopo Renzi e la Boschi vanno a raccontare le barzellette in televisione».

Anche Milena Zaggia, vicepresidente e portavoce del Movimento risparmiatori traditi, ex azionista della Cassa di risparmio di Ferrara, rimarca la differenza tra vecchio e nuovo governo: «Il Partito democratico non si può permettere di dire che l’attuale esecutivo si stia comportando come il loro, che ha cancellato le nostre banche insieme ai nostri risparmi senza alcun preavviso. L’attuale governo ci ha aperto le sue porte e ha investito 1,5 miliardi nel fondo per i risarcimenti dei risparmiatori truffati, contro i 100 milioni del governo Gentiloni. All’epoca il ministro Pier Carlo Padoan ha parlato di problema esogeno, come se fosse arrivato un asteroide, ma i commissariamenti li ha decisi la Banca d’Italia. Ci hanno dato degli speculatori, ma per fortuna il nuovo governo ha capito che il risparmio deve essere tutelato.

I clienti delle “quattro banchette” non dimenticano e non augurano a nessuno di sopportare le umiliazioni, le paure, le malattie e i suicidi, un paio anche a Ferrara, che hanno segnato per sempre le nostre vite».

Katia Furegatti, portavoce del gruppo Azzerati di Carife, avrebbe voluto che le banche cancellate dal Pd fossero trattate come Carige: «I precedenti governanti sono entrati nelle nostre case e nelle nostre vite dalla sera alla mattina come i ladri e adesso hanno il coraggio di parlare. Con l’esecutivo attuale non avremmo perso tutto e nessuno ci avrebbe definito speculatori. L’intervento su Carige dimostra che un’altra strada era percorribile rispetto alla risoluzione. Gli obbligazionisti e anche gli azionisti dell’istituto ligure vedono protetto il loro risparmio e questo ci fa piacere, ma siamo un po’ delusi perché pensiamo che alla luce di questo salvataggio di Stato sarebbe giusto per noi azionisti azzerati ottenere un rimborso più consistente di quello previsto dalla legge di Stabilità». Ci verrebbe da dire: per reclami citofonare a villa Renzi. Furegatti ha un ultimo desiderio: «Chiediamo che si vada avanti con la Commissione parlamentare d’inchiesta per individuare i veri responsabili del collasso del sistema bancario, perché le indagini non sono andate fino in fondo e qui, per il momento, a pagare siamo stati solo noi».

Giovanna Mazzoni, la pensionata di Ferrara che mise in crisi Renzi a un comizio con suo intervento sui truffati per decreto, rincara la scoppola: «L’attuale governo si è attenuto scrupolosamente al regolamento europeo sulle misure preventive rispetto ai dissesti finanziari delle banche. Il Pd lo sopravanzò anticipando il bail in, con l’azzeramento repentino delle obbligazioni subordinate e delle azioni, e valutando in modo indifferenziato e semplicistico quattro istituti che avevano crediti deteriorati diversissimi tra di loro».

Perfido, infine, il post di Letizia Giorgianni, presidente dell’Associazione vittime del Salvabanche: «Il vecchio governo aveva salvato le banche e azzerato i risparmiatori, adesso si pongono “garanzie statali” per salvare i risparmiatori (facilitando così un’acquisizione che altrimenti non ci sarebbe stata). Si nota la differenza?». A sentir Renzi e la Boschi, parrebbe proprio di no. (Giacomo Amadori – La Verità 10.01.2019).

“Cominciamo da una ripartizione celebre, che è bene ricordare, quella di Norberto Bobbio: “Se mi si concede – scrive il filosofo torinese – che il criterio rilevante per distinguere la destra e la sinistra è il diverso atteggiamento rispetto all’ideale dell’uguaglianza, e il criterio rilevante per distinguere l’ala moderata e quella estremista, tanto nella destra quanto nella sinistra, è il diverso atteggiamento rispetto alla libertà, si può ripartire schematicamente lo spettro in cui si collocano dottrine e movimenti politici, in queste quattro parti:
a) all’estrema sinistra stanno i movimenti insieme egualitari e autoritari, di cui l’esempio storico più importante, tanto da essere diventata un’astratta categoria applicabile, ed effettivamente applicata, a periodi e situazioni storiche diverse, è il giacobinismo;
b) al centrosinistra, dottrine e movimenti insieme egualitari e libertari, per i quali potremmo oggi usare l’espressione “socialismo liberale”, per comprendervi tutti i partiti socialdemocratici, pur nelle loro diverse prassi politiche;
c) al centrodestra, dottrine e movimenti insieme libertari e inegualitari, entro cui rientrano i partiti conservatori, che si distinguono dalle destre reazionarie per la loro fedeltà al metodo democratico, ma, rispetto all’ideale dell’uguaglianza, si attestano e si arrestano sull’uguaglianza di fronte alla legge, che implica unicamente il dovere da parte del giudice di applicare imparzialmente le leggi;
d) all’estrema destra, dottrine e movimenti antiliberali e antiegualitari, di cui credo sia superfluo indicare esempi storici ben noti come il fascismo e il nazismo.
Va da sé che la realtà è più varia di questo schema, costruito soltanto su due criteri, ma si tratta di due criteri fondamentali, che, combinati, servono a designare una mappa che salva la contestata distinzione tra destra e sinistra”.
Fatti salvi i criteri di libertà e uguaglianza, quello che gira loro intorno è un panorama familiare, ancora oggi – mutatis mutandis – valido e riconoscibile. Limpida e cristallina nelle affermazioni, la prosa di Bobbio in “Destra e Sinistra” (pubblicato nel 1994 da Donzelli) è comprensibile per chiunque. E così è stata per molti anni. Ma poi che diamine è successo?
Qualcuno ha cominciato a dire che, col nuovo millennio, i confini tracciati non erano più quelli, le ideologie erano morte e sepolte, i valori erano “diversi”… Insomma, bisognava cambiare! Destra e sinistra non esistevano più, tutto era trasversale, le idee, i pensieri, i movimenti, ogni cosa era fluttuante e si poteva trasformare in un’altra, dopo che quel muro rigido era stato abbattuto come quello di Berlino. E allora? Nell’arco di un ventennio siamo rapidamente scivolati dall’età dell’incertezza a quella del caos, dal postmoderno al dopotutto.
Ma colui che per primo ha detto che destra e sinistra non esistevano più, ha detto un’idiozia. Perché se è vero che la sinistra dà segnali fin troppo deboli di vita, tra fragili tentennamenti e tenui balbettii, assopita nel sonno incantato della bella addormentata, la destra invece è viva e vitalissima: in questi ultimi anni si è andata riformando (anche “militarmente”) e ricostruendo, appropriandosi di molti spunti della sinistra, facendoli propri senza alcuna vergogna. Li ha divorati e digeriti. Fatto sta che le sue sirene oggi cantano inni di gloria, mentre la memoria degli italiani fa cilecca.
Come può essere altrimenti che la XII disposizione della Costituzione, “transitoria e finale” per modo di dire (nel senso che ha carattere permanente e valore giuridico pari a quello delle altre norme), sia talmente ignorata e negletta che nessuno – neppure tra coloro che tanto agitano la Carta a sproposito, usandola a volte come una clava – pare rammentarla più: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
Ecco, prendendo spunto dai fatti accaduti il 7 gennaio 2019, a Roma, Cimitero del Verano, ore 14.30, dove quattro gruppi sedicenti politici, che hanno sigle come Forza Nuova, Avanguardia Nazionale, Fiamme Nere e Casapound celebravano, con la solita coreografia di braccia tese, bandiere e striscioni inneggianti, i fatti di Acca Larentia, e poi aggredivano e malmenavano un cronista, Federico Marconi, e un fotografo, Paolo Marchetti, dell’Espresso, al grido di «L’Espresso è peggio delle guardie», perché il ministro dell’Interno Matteo Salvini non si limita a far applicare la XII disposizione, sciogliendo con le guardie, appunto, adunanze e formazioni come queste, di chiara ispirazione e matrice fascista, per non farle apparire mai più?
Del resto, basta un’occhiata a una foto come questa per giudicare quel che ci resta. Dopotutto”. (Rossella Guadagnini, MicroMega e Libertà e Giustizia).

“Inspiegabili ritardi nelle assunzioni di giovani disoccupati per le consultazioni elettorali regionali, fissate per il 24 febbraio 2019”. E’ questo il titolo di un’interrogazione urgente presentata dal consigliere comunale, Giuseppe Puddu, al sindaco di Oristano e agli assessori competenti. “Per consentire il regolare espletamento delle urgentissime operazioni preliminari e per quelle contemporanee e immediatamente successive alle consultazioni elettorali per le regionali del 24 febbraio – ha scritto Puddu nell’interrogazione -, l’Ufficio elettorale ha rappresentato, con largo anticipo, la consueta esigenza di potenziare la dotazione organica”. A oggi però, secondo Puddu, non risulta sia stata emessa alcuna delibera in tal senso. “Solo il 10 gennaio – ha scritto ancora Puddu – è stato pubblicato all’Albo Pretorio il Bando per il reclutamento di personale a tempo determinato per il potenziamento dell’Ufficio Elettorale…; dall’avviso si apprende che i lavoratori utilmente collocati nei primi 15 posti della graduatoria, predisposta dall’Agenzia Sarda Pro Su Traballu – Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro, dovranno presentarsi il giorno 15 gennaio, alle 16, presso il Comune di Oristano, per sostenere le prove di idoneità davanti alla commissione appositamente nominata”. Il consigliere dell’Udc ha poi ricordato che “…le spese per il potenziamento dell’Ufficio elettorale, in occasione di consultazioni elettorali, non sono a carico del bilancio Comunale, in quanto interamente rimborsate dalla Regione; e che “…è facoltà dell’amministrazione procedere alla stipula di contratti individuali per l’assunzione di personale a tempo determinato per il periodo intercorrente tra la data di pubblicazione del manifesto della convocazione dei comizi 10 gennaio (55 giorni antecedenti le votazioni fissate per il 24 febbraio 2019) e il quinto giorno successivo alla consultazione. Per avere dei chiarimenti dettagliati, Puddu interroga sindaco e assessori competenti 1) per conoscere con quale atto e quale ratio ha guidato l’amministrazione Lutzu a fornire, o non fornire, alle funzioni competenti i dovuti e necessari indirizzi in merito all’attività in trattazione e, quindi, a cosa sono imputabili i forti ritardi. 2) per sapere se il sindaco Lutzu e la giunta tutta hanno preso coscienza che i ritardi, oltre ai possibili disguidi che potranno causare alla struttura amministrativa comunale, sottraggono svariati giorni lavorativi ai potenziali/futuri giovani disoccupati oristanesi che andranno a essere valutati. 3) se hanno quantificato in termini di giorni di prestazione lavorativa e in termini economici, per singolo disoccupato da assumere, il disguido/danno creato, e perché hanno inteso crearlo. 4) per sapere cosa intendano fare, nell’immediato, al fine di porre rimedio alle varie storture evidenziate in premessa. (Giuseppe Puddu, consigliere comunale Udc).

“Da domenica 13 gennaio e per tutta la settimana ci trovereno in piazza Roma, a Oristano, per la raccolta delle firme che permetteranno al M5S di presentarsi come tutti gli altri alle elezioni regionali”. E’ quanto ha scritto in una nota Patrizia Cadau, consigliere comunale di Oristano del Movimento 5 Stelle. “La legge elettorale sarda, infatti, dice che chi si presenta alle competizioni regionali per la prima volta deve raccogliere le firme. Per Oristano ne servono seicento. La questione è semplice: chi ha pensato la legge non gradisce la pluralità democratica e preferirebbe ci fossero sempre gli stessi. Ecco perché – si legge nella nota – firmare ha un grande valore civico, indipendentemente dal vostro orientamento politico. Ed ecco perché chiediamo a tutti, mica solo ai simpatizzanti 5 Stelle, di firmare come un gesto di lezione democratica. Perché la democrazia può essere garantita dalla pluralità. Firmare ovviamente – ha oncluso Patrizia Cadau – non significa votare per qualcuno, ma sostenere la democrazia pensando che magari un giorno potreste essere proprio voi ad avere bisogno di una rappresentanza politica in regione e avreste tutti i diritti a vedervela riconosciuta. Per questo, venite in piazza a firmare”.

Rapina, attorno alle 19.30, in via Rossini, a Oristano. Un individuo col volto coperto e armato di pistola e entrato nella parruccheria di Giovanna Zedda, che in quel momento era sola, e si è fatto consegnare il denaro, circa mille euro. Poi è uscito dal negozio ed è scappato. Sull’episodio, che dimostra ancora una volta come Oristano non sia una città così tranquilla come si vorrebbe far credere, stanno indagando gli agenti della Questura.

Intervento dei Vigili del fuoco di Oristano, ieri attorno alle 22, per un incendio in una casa, a Milis. Le fiamme sono partite dalla canna fumaria e hanno coinvolto parte del tetto. Sul posto è giunta la squadra di pronto intervento del pompieri che ha spento l’incendio e messo in sicurezza la zona. Sempre intorno alle 22, un’altra squadra di pronto interventodei Vigili del fuoco si è racata in via Toscanini, a Oristano, per un incendio in un’abitazione, dove l’esplosione di una sacca di gas ha fatto crollare una parte di un muro. Il rogo ha coinvolto tre bombole del gas. Dopo lo spegnimento delle fiamme sono subito iniziate le indagini per stabilire le cause dei due incendi. In entrambi gli interventi, per fortuna, non sono rimaste coinvolte delle persone.

8 comments

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    • drastico on 12 gennaio 2019 at 7:54
    • Rispondi

    non capisco con quale faccia i politici del pd hanno ancora il coraggio di parlare e sostenere che i gialloverdi, che a me – soprattutto i verdi – peraltro non stanno molto simpatici, hanno fatto le stese cose che aveva fatto il pessimo governo renzi. hanno fatto più cose di sinistra i 5 stelle in pochi mesi che il pd in tutti questi anni! questo quelli del pd non lo ammetteranno mai, perchè bugiardi erano e bugiardi sono rimasti!

    • Bruno on 12 gennaio 2019 at 9:13
    • Rispondi

    S p u d o r a t i !!!!!!!!

    • Tore on 12 gennaio 2019 at 10:40
    • Rispondi

    Ci vuole una bella faccia da c… per mettere in giro fake news che non stanno nè in cielo nè in terra. Renzi, Boschi e ciccia hanno bruciato i risparmi di 132mila famiglie, con la banca Carige invece i risparmiatori non ci hanno rimesso un centesimo. Se non è una differenza questa significa che si è in perfetta malafede!

    • Ciro on 12 gennaio 2019 at 12:08
    • Rispondi

    Davvero pensate che ci siano ancora dei cittadini che credono alle cretinate di Renzi e Boschi? Io non credo. Siffatta cadaverica coppia della politica, che per fortuna gli Italiani hanno già dimenticato, tutte le volte che apre bocca fa danni incalcolabili, soprattutto per il PD.

    • Zacca strada on 12 gennaio 2019 at 14:36
    • Rispondi

    Che pena questo Pd! Patetici…

    • Sardo sono on 12 gennaio 2019 at 15:07
    • Rispondi

    dopo ciò che hanno detto gli ex fregati da banca etruria al posto di boschi e renzi non sarei più uscito di casa per la vergogna. invece questi incapaci continuano a pontificare e, putroppo, c’è ancora qualche servo sciocco che ci crede. pò caridadi!

    • Maurizio on 12 gennaio 2019 at 18:33
    • Rispondi

    La sinistra non esiste più. Il Pd di Renzi ha ucciso quel poco di sinistra che era rimasto in quel partito. Non penso che azzerare oltre centotrentamila famiglie col decreto Renzi sia stata una cosa di sinistra. È stata una vergogna e ancora il fiorentino e l’aretina hanno il coraggio di aprire la bocca!

    • Che ce vado on 13 gennaio 2019 at 12:22
    • Rispondi

    Non vedo niente di positivo all’orizzonte, ad ogni livello siamo governati da una massa di inadeguati che si ergono a salvatori del popolo, della famiglia e di tutto il resto. In una società meritocratica i due matteo e gran parte dei loro colleghi sarebbero all’ultimo livello. Non funziona nulla, basta farsi un giro per l’Europa e ci si rende conto della nostra bassezza.

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