Gen 09

II duro “j’accuse” di Paolo Maninchedda (PdS): “Io so = cosa loro”.

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“Io so”, così iniziava uno degli articoli più drammatici di Pierpaolo Pasolini. Era il 1974. È un articolo magistrale che insegna come dire le cose che si sanno e non si possono dire perché il potere costituito reagirebbe,

perché l’Europa e l’Italia affondano le loro radici nell’ipocrisia dell’innocenza formale che cela la colpevolezza sostanziale e punisce duramente gli innocenti sostanziali ma colpevoli formali. L’Europa e l’Italia sono fondate sulla legalità apparente.

Faccio come lui.

Io so chi ha sfasciato i servizi sanitari in Sardegna, però a differenza di Pasolini, faccio i nomi: Luigi Arru, Giuseppe Maria Sechi, Fulvio Moirano.

Io so che esistono magistrati in servizio in Sardegna che indagano sulle assunzioni temporanee degli interinali inseguendo improbabili e ridicoli teoremi politici (e lo fanno solo oggi, non ieri, quando intere fortune finanziarie, familiari e politiche, sono state realizzate con le autorizzazioni e le assunzioni) ma si guardano bene dall’indagare sulle nomine dei direttori di struttura complessa, sui direttori dei presidi ospedalieri, sui direttori dei Distretti sanitari di recentissima (ieri) nomina sotto elezioni.

Io so che in questa legislatura due Capi di Gabinetto sono diventati dirigenti di struttura complessa e che il Direttore generale della Sanità in carica è diventato direttore di un ospedale di Cagliari.

Io so che in un’Aula di Giustizia le intercettazioni parziali vanno e vengono, vengono restituite ai Pm per essere completate e nessuno, dico nessuno, nessun parlamentare di questa Repubblica intimorita e ipocrita, fa uno straccio di interrogazione per capire che cosa sta succedendo nell’azione penale in Sardegna. Niente. Zero. Nessun database per vedere la differenza di comportamenti di fronte a casi analoghi, nessun accertamento sul sistema di relazioni che emerge nei processi, nessun confronto sulla data di inizio e di fine delle indagini in determinati processi su determinati imputati, nessun confronto sulle motivazioni che mandano assolti o condannati persone che fanno le stesse cose. Nulla. Tutto normale, anche che in un processo si scriva che non è stato possibile identificare un assessore comunale. Tutto ingoiato, glu glu, come se niente fosse. Tutto sotto il segno del terrore del tintinnio di manette, tutto sotto il segno del leggiadro frusciare di camici e toghe.
Sono orgoglioso di non frequentare questa gente.

Io so che si tornasse indietro a veder come sono nate e cresciute immense fortune finanziarie e immobiliari si troverebbe il favore sanitario, ma nessuno osa farlo, perché tutti hanno qualcosa in comune con tutti, tutti hanno l’imbarazzo della propria vergogna.

Io so che esistono uomini politici privi di alcun merito sociale, culturale e professionale, che hanno ruoli di responsabilità grazie alla ricchezza generata in sanità dal favore politico. Ma non se ne può parlare. Non se ne deve parlare.

Io so che uomini della sanità capaci, valenti e liberi hanno dovuto lasciare la Sardegna perché asfissiati da questa cappa di relazioni e di immeritato potere.

Io so che la sanità sarda è subordinata a una feroce ragnatela di relazioni personali che si sono trasformate in egemonia politica e amministrativa e che oggi, sempre in modo legale e impeccabile, dissemina potere fino nei capillari del sistema sanitario.

Io conosco i politici ipocriti che nei reparti ospedalieri criticano l’attuale sistema e ora si candidano insieme a chi lo ha generato.

Io conosco chi ha permesso che tutto questo accadesse e non gli rivolgerò più la parola.

Io conosco il clima cupo e imbavagliato che si respira nei reparti, in nome di una limitazione della libertà di parola del dipendente per non ledere gli interessi dell’azienda fatti coincidere con gli interessi di chi comanda.

Io so che Moirano andrà via dalla Sardegna ricordando un esercito di lecchini che lo hanno omaggiato e vezzeggiato, mentre lui distribuiva doppie verità (una, quella vera, per la Corte dei Conti, l’altra, quella falsa, per i Sardi).

Io so che se mai diventerò Presidente della Sardegna farò piazza pulita di questo sistema.

Lo giuro di fronte agli elettori: non rimarrà traccia della sanità di questi tempi, prepotente, inefficace e inefficiente, fondata sulla militanza e non sul merito. La Sanità è di tutti, non è cosa loro. Time out. (Paolo Maninchedda, segretario Partito dei Sardi, www.sardegnaeliberta.it)

La visita in Sardegna di Luig Di Maio, capo politico del M5S, in vista del doppio appuntamento elettorale, suppletive del 20 gennaio e regionali del 24 febbraio, in programma sabato 12 gennaio, è anche finalizzata ad approfondire i temi del lavoro e dello sviluppo nell’Isola. Il primo appuntamento sarà alle 10, a Porto Torres, per la presentazione del Reddito Energetico, in piazza Umberto I, insieme al ministro per i rapporti col Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, e al sindaco di Porto Torres Sean Wheeler. “Tutto dipende dal modello industriale che vogliamo attuare in Sardegna – ha chiarito Francesco Desogus, candidato del M5S alla presidenza della Regione -; per un modello energivoro sostenibile dobbiamo far sì che le centrali elettriche siano ecosostenibili”. Il Reddito energetico, ha ricordato l’aspirante governatore, “…è un’iniziativa che aiuta a risparmiare sulle bollette, diffonde le energie rinnovabili e crea posti di lavoro. Il progetto si basa su un fondo pubblico che serve per finanziare l’installazione di impianti fotovoltaici sulle case dei cittadini, a partire da quelli con redditi più bassi: Porto Torres è il primo Comune che ha dato vita al fondo e ha già installato 51 impianti. Un’idea – ha deto ancora Desogus – che il movimento vuole esportare nel resto d’Italia: questo sarà il messaggio che Luigi Di Maio lancerà da Porto Torres”. Nella tarda mattinata, ci sarà l’incontrodi Di Maio con il mondo della campagne, previsto a Gonnostramatza, presso l’Agriturismo Fattoria Cuscusa, che si terrà alle 13.30, e chiusura a Cagliari, alle 19, in piazza San Cosimo, con il candidato del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Sardegna, Francesco Desogus, e il candidato alle suppletive per la Camera a Cagliari, Luca Caschili.

Visita in Sardegna anche per il leader della Lega, Matteo Salvini, prevista per mercoledì 16 gennaio. Salvini sarà alle 9.45 a Cagliari, in Prefettura, poi andrà a Quartu e, alle 13.30, sarà a Oristano, in piazza Roma. La visita di Salvini nell’Isola si concluderà ad Alghero alle 17.

Il Movimento 5 stelle rischia di essere l’unica lista a dover raccogliere le firme necessarie per presentarsi alle regionali del 24 febbraio. I pentastellati, infatti, non hanno nessun rappresentate in consiglio regionale, unico requisito previsto dalla legge per evitare le sottoscrizioni. Le altre liste con gli stessi problemi dei Cinquestelle hanno invece trovato dei “padrini” all’interno dell’assemblea disposti a concedere un’adesione tecnica. Spicca tra questi il caso di Ines Pisano, in corsa con la lista civica “La Sardegna di Ines Pisano”, unica donna tra i sette aspiranti governatori, che non dovrà raccogliere le firme grazie alla “cortesia democratica” della consigliera del Pd, Daniela Forma. “E’ una donna capace e in gamba e peraltro l’unica che ha avuto il coraggio di proporsi – ha spiegato Forma – e ho quindi ho il piacere di poterle dare la possibilità di potersi presentare”. Nella coalizione di centrodestra questa disponibilità è diventata strutturale. Nell’ultima riunione gli alleati hanno deciso di aiutare i partiti non presenti in consiglio che appoggiano la candidatura di Christian Solinas con l’adesione tecnica di un consigliere di un’altra formazione politica. I Riformatori sosterranno Fortza Paris, Fdi darà una mano a Sardegna civica, Forza Italia a Energie per l’Italia, e il Psd’Az alla Lega, mentre il consigliere di Fi, Stefano Tunis, sosterrà la sua creatura Sardegna20Venti. Infine in “soccorso” della coalizione di Mauro Pili arriva l’adesione dell’ex Psd’Az, Angelo Carta. Sul fronte centrosinistra, le liste dovrebbero essere, invece, tutte “salve”, così come pure quelle del PdS e di Autodeterminatzione.

L’udienza davanti al giudice monocratico del Tribunale di Oristano contro sei cavalieri della Sartiglia è durata solo pochi minuti. Giusto il tempo per la costituzione delle parti, con l’ex questore di Oristano, Giovanni Aliquò, che si è costituito parte civile. Il processo riguarda  fatti accaduti durante la Sartiglia del 2018 e legati ai controlli antidoping. I cavalieri, tra cui due Componidoris, sono accusati a vario titolo di offese e minacce all’allora questore Aliquò e interruzione di pubblico servizio, per aver ostacolato le procedure antidoping messe in atto durante la Sartiglia. I due Componidoris, Antonio Giandolfi e Andrea Solinas, devono rispondere, rispettivamente, di offese e minacce, nonchè entrambi d’interruzione di pubblico servizio, mentre per i loro compagni di pariglia (Andrea Piroddi, Andrea Manias, Gianluca Russo e Alessio Garau) le accuse sono di minacce e interruzione di pubblico servizio. L’udienza è stata rinviata al 28 marzo prossimo, con la deposizione (alle 12) della parte offesa, ovvero l’ex questore Aliquò. A seguire, saranno sentiti due testimoni, un ispettore e un assistente della Polizia di Stato. Il Pm ha annunciato la presentazione di una serie di filmati relativi alla manifestazione, mentre la difesa è pronta a giocare la carte del super esperto, il medico del Nado, il National anti-doping organization, Alberto Macis, che si occupò dei prelievi per i test antidoping sui cavalieri indicati dalla Questura.

E a proposito dei cavalieri della Sartiglia, in vista della manifestazione del 3 e 5 marzo, l’Associazione avrebbe deciso di far disputare le selezioni nella pista di Cort ‘e Baccas, domenica 17 febbraio, per stabilire l’ordine di testiera. Le selezioni saranno valide dalla decima posizione in poi, visto  che le prime posizioni spetteranno di diritto alle pariglie dei due Componidoris e alle pariglie che hanno avuto il piazzamento migliore nella Sartiglia 2018.

La morte dei nove cavallini del centro ippico Giara Oristanese è dovuta a una intossicazione alimentare. A dirlo sono i risultati delle analisi dell’Isituto zooprofilattico di Sassari sui campioni di mangimi e degli organi prelevati dagli esemplari deceduti. Tutto è stato trasmesso all’Istituto di Brescia per ulteriori accertamenti e la conferma degli esiti svolti in Sardegna. Dalle analisi è emersa la presenza di una sostanza nociva che avvalora l’ipotesi subito formulata dagli esperti: l’intossicazione. Dall’Izs mantengono ancora uno stretto riserbo sul tipo di sostanza, ma viene comunque escluso l’avvelenamento. Si sarebbe quindi trattato di un un fatto accidentale. Le indagini continuano anche da parte della Assl di Oristano. La moria dei cavallini è avvenuta a ridosso di Natale nei due allevamenti che preparano i minicavalieri della Sartigliedda, la giostra equestre che si corre l’ultimo lunedì di Carnevale con le stesse modalità della Sartiglia dei grandi.

Auto incendiata, durante la notte, a Cabras. Questa volta ad essere preso di mira è stato il furgone Mercedes del commerciante Salvatore Musio, parcheggiato nella centralissima via Roma. Nonostante l’intervento pressochè immediato dei Vigili del fuoco dopo l’allarme, dato da un cabrarese che ha visto le fiamme attorno alle 5 del mattino, il furgone è andato completante distrutto. Sull’episodio indagano i Carabinieri di Cabras, per stabilire se si sia trattato di un incendio doloso o meno.

Dopo cormorani, cornacchie e storni, a Cabras c’è ora anche l’emergenza cinghiali. Sempre più numerosi e affamati non risparmiano nessuna coltura. A essere colpite sono, in particolare, quelle poliennali e ortive, ma i cinghiali non disprezzano neppure le coltivazioni di foraggio e quelle cerealicole. Negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale e, secono quanto si dice a Cabras, fanno più danni nelle campagne di quanti ne facciano i cormorani negli stagni. Il problema è stato affrontato in un’assemblea convocata dalla Coldiretti di Oristano. “La pressione di questi animali non è più sostenibile per l’attività di tanti agricoltori e allevatori, e occorre attivare subito dei piani di contenimento mirati anche alla cattura e alla diminuzione della specie”, hanno detto i dirigenti dell’associazione di categoria, spiegando che oltre agli abbattimenti della stagione venatoria la specie non ha sul territorio antagonisti in grado di incidere in modo rilevante sui numeri. Nel corso dell’assemblea sono state prese in esame diverse possibilità di intervento. Prima di tutto uno studio approfondito per capire quanti siano davvero i cinghiali non solo a Cabras ma in tutto l’Oristanese. E poi, se necessario, anche qualche giornata aggiuntiva di caccia grossa, possibilmente anche fuori dalle tradizionali zone di caccia. E se ancora non bastasse, non resterebbe altra strada che quello di un “equo indennizzo” da parte della Regione agli agricoltori.

Anche quattro atleti della squadra di calcio a cinque “I Fenicotteri”, formata da utenti e operatori del Centro di salute mentale dell’Ats-Assl Oristano, indosseranno la maglia della Nazionale sarda nel primo torneo internazionale di calcio a sette “Euro No Limits”, organizzato dal Conifa (Confederation of independent football associations) nel principato di Monaco dall’11 al 13 gennaio. La squadra, allenata dal Commissario tecnico Gianluca Pinna, affronterà le nazionali del Principato di Monaco, di Nizza e della Padania, in un quadrangolare che si disputerà allo Stade des Moneghetti. Convocati dalla Fins (Federatzione Isport Natzionale Sardu), oltre agli atleti oristanesi Silvio Tolu, Sergio Medda, Christian Maoddi e Mauro Pisanu (già componenti della nazionale italiana di calcio a cinque) sono Michael Mulas, i fratelli Fabio e Andrea Fà, Francesco Chessa, Giovanni La Rosa e Marco Dessì. Ad accompagnarli saranno gli operatori del Csm di Oristano, Francesca Cappai, referente tecnica del progetto per l’Ats, Pietrina Mulas, Mariella Mele e Rinaldo Peis. Per i pluridecorati giocatori oristanesi, che nel maggio 2018 sono stati incoronati campioni del mondo nel torneo di calcio a cinque per persone con problemi di salute mentale “Dream World Cup”, sarà l’ennesima sfida. “Devo confessare che abbiamo ricevuto due convocazioni in contemporeanea per le stesse date dalla Nazionale italiana e da quella sarda – ha dichiarato Christian Maoddi durante la presentazione dell’evento – e io ho scelto di rappresentare la Nazionale sarda, perché sono sardo e vestirò questa maglia con un particolare orgoglio”. Quella di Monaco sarà la prima uscita del progetto sportivo della Nazionale sarda di calcio, che di recente ha avuto il suo battesimo ufficiale. “È un enorme onore e piacere che il primo impegno in un torneo internazionale ufficiale della Nazionale Sarda avvenga nella categoria atleti speciali – ha dichiarato Gabrielli Cossu, presidente di Fins – Per noi lo sport è sempre veicolo di valori sociali e culturali, e questa iniziativa li rappresenta al meglio”. L’esperienza dello sport come terapia e veicolo di inclusione sociale a Oristano vanta un’esperienza ormai decennale. Attorno alla squadra dei “Fenicotteri” si è sviluppato un percorso riabilitativo che ha permesso a diverse persone con disagio mentale di uscire dall’isolamento, in contesti in cui la marginalità sociale è il maggiore rischio. “Lo sport – osservano dal Csm – riesce a migliorare lo stato di salute dei ragazzi e la loro qualità della vita: le mura di casa cronicizzano manie e fissazioni, mentre il calcio insegna a uscire allo scoperto, a non sentirsi soli, a mettersi in gioco, ad avere un obiettivo ed a volte, come è accaduto ai nostri atleti, a vincere”. Il torneo “Euro no limits cup” potrà essere seguito in diretta streaming su: https://mycujoo.tv/video/conifa.

Il numero di persone che, putroppo, si ammalano ogni anno di tumore aumenta anche in Sardegna: 10.000 nuove diagnosi nel 2018, con 300 casi in più rispetto al 2017, secondo lo studio condotto da Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e Airtum (Associazione italiana registri tumori). Sotto accusa sono, soprattutto, gli stili di vita scorretti: sovrappeso, fumo, sedentarietà e consumo di alcol sono tra le principali cause delle patologie oncologiche. La salute, quindi, è nelle nostre mani. Per questo, la sezione Lilt (Lega italiana contro i tumori) di Oristano, con il patrocinio della Regione e della Ats-Assl di Oristano, ha scelto di dare il benvenuto al 2019 con una campagna di sensibilizzazione “lunga un anno”, che sarà veicolata da un calendario da tavolo. Il “Calendario della Salute Lilt 2019”, prendendo spunto dalle dodici raccomandazioni del Codice europeo contro il cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci proporrà mese per mese un suggerimento diverso, utile a modificare le nostre abitudini e ridurre il rischio di contrarre un tumore. Dallo stop al tabacco all’attività fisica, dalla sana alimentazione alla limitazione degli alcolici, dalla protezione dagli agenti cancerogeni sul lavoro e in casa all’allattamento materno, dai vaccini per epatite B e HP all’adesione ai programmi di screening oncologici. “Abbiamo pensato al calendario – ha spiegato Eralda Licheri, presidente Lilt – perché gli “interventi-spot” di sensibilizzazione hanno un impatto immediato ma altrettanto immediatamente possono essere dimenticati, mentre il nostro obiettivo è quello di accompagnare le persone nella loro quotidianità, nella proposta di uno stile di vita più sano, che può essere modificato mese per mese, passo dopo passo”. Chi fosse interessato, potrà ritirare il “Calendario della Salute Lilt 2019” nella sede Lilt di Oristano, in via Sardegna 67/B, il martedì e il venerdì, dalle 16 alle 18.

8 comments

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    • Nino on 10 gennaio 2019 at 8:30
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    Caro Pig, ci vuole una bella faccia tosta proprio come quella di Maninchedda per dire queste cose dopo che ha governato assieme al Pd per 5 anni. Adesso sta cercando di tirarsene fuori, ma i sardi non sono cretini!

    • Angelo on 10 gennaio 2019 at 11:01
    • Rispondi

    Io so’ … che Paolo Maninchedda è complice del disastro della sanità in Sardegna, io so’…..

    • drastico on 10 gennaio 2019 at 12:12
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    non c’è occasione in cui maninchedda non spari a zero contro la magistratura. perchè? se ha la coscienza a posto cos’ha da temere? da ciò che scrive fa capire l’esatto contrario.

    • Sergio on 10 gennaio 2019 at 15:24
    • Rispondi

    Viene difficile credere alle cose che dice uno che è stato mandato via da tutti i partiti dove ha militato. Secondo me neanche lui crede alle cose che dice.

    • Benito on 10 gennaio 2019 at 16:18
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    Paolo Maninchedda è troppo intelligente per non capire che reggendo il moccolo al Pd e stando nel Centrosinistra avrebbe perso la metà dei voti.
    Maninchedda ha però fatto l’errore di mollare l’assessorato, lasciandolo a un frillo che non c’entrava nulla con il Pds, e ha tenuto il partito nella maggioranza dove senza il suo leader il Pds è sparito.
    Sapendo che alle prossime Regionali per il Centrosinistra sarà una catastrofe, Maninchedda ha cercato tramite Solinas una sponda nel Centrodestra, ma purtroppo per lui nel Centrodestra, a parte Solinas, non lo voleva nessuno.
    Maninchedda è quindi stato costretto – altro che scelta!- alla via solinga e verrà drasticamente ridimensionato.

    • Un cittadino oristanese on 10 gennaio 2019 at 23:00
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    Lascia sgomenti che un politico della levatura di Maninchedda spari ad alzo zero sulla classe politica della quale ha fatto parte nelle ultime due legislature sempre in maggioranza. L’indignazione sarebbe credibile se, al pari di Pasolini cui si accomuna, provenisse da una voce libera, ma così non è. Avrà pure la libertà di cambiare idea, ma di questo passo finirà per dare ragione a chi lo ritiene un opportunista o, al meglio, uno con le idee confuse e dunque non idoneo a ricoprire il ruolo di presidente perché eccessivamente inaffidabile. Peccato….

    • Marco on 10 gennaio 2019 at 23:16
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    Ed è un vero peccato, aggiungo io, vedere un politico dello spessore di Paolo Maninchedda bruciarsi in questa maniera, per l’ambizione di candidarsi come governatore invece di fare un passo indietro ed entrare a far parte di una coalizione come semplice consigliere. Maninchedda potrà trovare tutte le giustificazioni che ritiene opportune, ma dal punto di vista politico la sua mi sembra una scelta suicida.

    • Sandro on 10 gennaio 2019 at 23:29
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    In un periodo storico in cui si cerca di buttare fango sull’avversario politico a colpi di bufale, come fa spesso il Pd, Paolo Maninchedda sta cercando di elevare il confronto politico. Le sue argomentazioni potranno anche essere discutibili, ma non sono mai banali, nè di un’inconsistenza politica disarmante come quelle di Zedda e Solinas che sembra facciano a gara ad abbassare il livello della discussione.

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