Nov 26

Direzione regionale Pd a Oristano: Zedda candidato e niente primarie.

Non lo ammetteranno mai apertamente, ma anche in casa Pd sanno quanto sia difficile recuperare i consensi che la giunta Pigliaru, targata Pd, ha lasciato per strada in questi disastrosi cinque anni.

Un presidente inadeguato e un esecutivo che definire mediocre sarebbe solo un eufemismo hanno ridotto l’Isola a un cumulo di macerie, e non solo politicamente. Se ha ciò si aggiunge lo stallo nel Partito Democratico, causato dal basso livello dei suoi dirigenti e dalla litigiosità tra le varie correnti, composte per la maggior parte da politici modesti che appartengono al giurassico, si ha un quadro preciso di quanto sia catastrofica la situazione del Pd.

Un partito sempre più autoreferenziale, privo di idee e lontano anni luce dei problemi della povera gente, che proprio per questo motivo continua ad abbandonare in massa il Pd, tra la cecità dei vertici, troppo impegnati a difendere il proprio scranno per guardare fuori dalla finestra e vedere cosa realmente succede all’esterno.

Quando si ha sentore della sconfitta per prima cosa si cerca di negarlo a se stessi. Poi, non avendo argomenti seri da proporre, si cerca di correre ai ripari dando in pasto agli elettori un nome come quello di Massimo Zedda (ma chi glielo avrà fatto fare. ndr), nella speranza di raccattare voti a iosa e tentare di colmare il divario con gli avversari, avvantaggiati dal baratro che si è creato tra i cittadini e il Pd.

E proprio per ufficializzare la candidatura di Zedda alla guida di un centrosinistra allo sbando, si è riunita, a Oristano, la direzione regionale del partito. “La scelta di Massimo Zedda di dare la sua disponibilità a guidare la coalizione è un punto d’arrivo importante – ha dichiarato il segretario regionale del Pd, Emanuele Cani – Siamo riusciti a costruire un pezzo di coalizione importante (sic!) e dobbiamo offrire la nostra massima collaborazione al sindaco di Cagliari, e trovare il modo per costruire una convergenza con il Partito dei sardi e il Polo dell’Autodeterminazione.

Il Pd della Sardegna assume quindi la disponibilità di Massimo Zedda come candidato alla presidenza della Regione. E a Zedda il Pd vuole affidare questo progetto, sostenendolo, e conferendo apposito mandato alla segreteria regionale, nel compiere ogni passo finalizzato a costruire e sviluppare un’alleanza civica e autonomista, ampia e coesa per le prossime elezioni regionali”.

Sembra cadere, quindi, l’ipotesi di effettuare primarie di coalizione: “Abbiamo un candidato che risponde a certe caratteristiche come Zedda – ha detto Cani -, che gode di grande notorietà e autorevolezza, e credo che le primarie si possano evitare. Le primarie fanno, comunque, parte del dna del Pd, e se Zedda o altri dovessero chiedere questo passaggio, non sarà certo il Pd a tirarsi indietro”.

Dopo aver invitato i presenti a dare una accelerazione sulla costruzione delle liste, Cani ha poi richiamato la necessità di definire la candidatura per il collegio di Cagliari, dove si voterà il 20 gennaio, dopo le dimissioni del parlamentare pentastellato Andrea Mura. “Il candidato – ha sostenuto Cani – dovrà rappresentare il progetto collettivo sul modello che stiamo costruendo per le regionali. Per questo chiedo il mandato per sviluppare un ragionamento sull’identikit del candidato in questione”.

Campagna elettorale anche per Forza Italia (altro partito in costante caduta libera), che cerca di recuperare consensi pure nel centrodestra, e si dice pronto a scendere in piazza, anche a Oristano, per protestare contro la manovra finanziaria del governo gialloverde “…che fa danni gravi a livello nazionale e penalizza in maniera ancora più pesante la Sardegna e tutto l’Oristanese”. Lo ha annunciato il consigliere regionale Oscar Cherchi, insieme al commissario provinciale Antonio Iatalese e alla coordinatrice di Forza Italia giovani, Giulia Scanu. Le modalità delle manifestazioni sono ancora tutte da definire, ma Cherchi ha anticipato che si svolgeranno, probabilmente, nelle prime due settimane di dicembre, e che, oltre al capoluogo oristanese, interesseranno anche i centri più grossi della provincia, come Cabras e Terralba. “Quella del governo guidato dalla Lega e M5S – hanno spiegato i tre azzurri- è una manovra che sfora il deficit per fare assistenzialismo col reddito di cittadinanza, ma non pensa allo sviluppo e ai giovani, e poi dice “No a tutto”, blocca le grandi opere e taglia i trasferimenti alle Regioni e agli enti locali. Questa manovra – hanno sottolineato ancora i rappresentanti del Coordinamento provinciale di Oristano di Forza Italia – danneggia in modo particolarmente grave la Sardegna e proprio la Provincia di Oristano, che hanno bisogno di grossi investimenti in grandi opere e infrastrutture, specialmente nel settore della mobilità, per superare il divario rispetto al resto del Paese”.

Anche la Sardegna, tramite l’assessore regionale, Donatella Spano, ha firmato, assieme ad altre regioni e ai sindacati nazionali, un documento in cui si chiede al governo nazionale di inserire nella finanziaria 2019 risorse da destinare alla bonifica dell’amianto nel nostro paese. L’Associazione regionale ex esposti amianto di Oristano, pur esprimendo soddisfazione per il documento, ricorda che le Regioni, Sardegna compresa, non possono limitarsi a chiedere al governo nazionale un impegno finanziario e politico se prima non attivano una propria politica economica, che preveda importanti finanziamenti da destinare a incentivare la bonifica amianto. Per quanto riguarda Oristano, per esempio, le risorse destinate dalla Regione alla provincia di Oristano (la più virtuosa per bonifiche amianto) sono state, dopo circa 7 anni dall’ultimo bando pubblico, di 150 mila euro. Inoltre, ancora una volta, l’Associazione ex esposti amianto è costretta a denunciare la mancanza di una normativa che preveda “l’obbligo di bonifica” per gli immobili di proprietà pubblica o di utilizzo pubblico. “Per questo motivo – ha sottolineato il presidente dell’Associazione, Giampaolo Lilliu – da tempo riteniamo responsabile lo Stato italiano e tutte le istituzioni, a qualsiasi livello, di omicidio colposo e reato ambientale, alla pari degli ex padroni degli stabilimenti della morte, dove si producevamo manufatti in amianto. La nostra denuncia – ha detto ancora Lilliu – é confermata dalla costante crescita dei decessi di cittadini a causa di esposizione ambientale alla fibra killer. A nostro avviso, questa sarà per lo Stato italiano una delle cause sociali, sanitarie ed economiche più importanti di cui sarà chiamato a rispondere”. L’Associazione ex esposti amianto ha poi ribadito quanto già evidenziato in precedenti occasioni, e cioè come sia assente tra le varie proposte legislative quella che impone ad ogni regione, così come previsto dalla Ue, di dotarsi di un impianto di inertizzazione, utile a eliminare in modo definitivo la fibra killer, e a estinguere, gradualmente, il conferimento alle discariche oggi attive, metodologia  che rinvia il problema alle nuove generazioni .

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