Ott 17

Trovato nelle campagne di Ghilarza il corpo di Manuel Careddu.

E’ stato ritrovato, nelle campagne di Ghilarza, il corpo di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer per il cui omicidio sono finiti in carcere cinque giovani, accusati di omicidio aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere.

Secondo le prime indiscrezioni, il corpo sarebbe stato fatto a pezzi e poi sepolto. La circostanza non è stata però confermata. Il procuratore delle Repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso ha parlato di “…corpo rannicchiato su se stesso e al momento non si può dire se sia stato diviso in due parti o meno”.  Sempre stando alle indiscrezioni, sul cadavere ci sarebbe anche un evidente colpo sulla parte anteriore del cranio, che risulterebbe spaccato, probabilmente a causa di un colpo inferto con una pala. Circostanza anche questa al momento non confermata.

Il terreno dove è stato ritrovato il corpo di Manuel Careddu, su indicazione di uno dei ragazzi arrestati, si trova in località Costaleri, in agro di Ghilarza. In quel luogo aveva lavorato il padre di Christian Fodde, uno dei giovani maggiorenni  accusati per l’omicidio di Manuel Careddu, commesso l’11 settembre nei pressi del lago Omodeo. Lago dove, in un primo momento, erano state effettuate, vanamente, le ricerche.

Il corpo di Manuel Careddu è, quindi, stato spostato successivamente dal luogo in cui era stato ucciso. Ora si attente soltanto, da parte dei Carabinieri e del procuratore della Repubblica di Oristano, l’ufficialità per sapere se il corpo ritrovato sia effettivamente quello di Manuel Careddu.

A fare luce su quanto avvenuto l’11 settembre scorso nei pressi del Lago Omodeo lo si deva a una microspia, piazzata nell’auto usata dai cinque giovani (messa lì a seguito di un’altra indagine per omicido), che avrebbe registrato gli ultimi istanti di vita di Manuel Careddu.

E’ quanto è scritto nelle 36 pagine dell’ordinanza di fermo del procuratore della Repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso, e del Pm Andrea Chelo. In tre, il ventenne Christian Fodde con i due minorenni (uno il presunto autore materiale del delitto, e la 17enne che lo avrebbe organizzato) avrebbero convinto Manuel Careddu ad andare in un luogo nei pressi del lago Omodeo per ricevere dei soldi che pretendeva dalla ragazza per spinelli non ancora pagati. “Dopo circa 24 minuti di percorrenza dalla stazione di Abbasanta – è scritto nel provvedimento della Procura -, i ragazzi girano nei pressi del lago Omodeo. Fodde scende dal veicolo e chiama un’altra persona, la quale fa scendere “Manu” dall’autovettura dicendo di andare a prendersi personalmente i soldi”.

Nell’ordinanza di fermo per i cinque presunti responsabili dell’omicidio di Manuel Careddu, c’è un passaggio sulla ragazzina registrato presumibilmente quando il delitto era stato appena consumato. “Con l’auto in sosta – si legge nell’ordinanza – la minorenne è all’interno della Fiat Punto, dove attende il ritorno degli amici. La microspia, alle 22.51 dell’11 settembre, capta la 17enne sola in macchina che singhiozza. “Il cofano aprimi – dice l’altro minorenne alla sua coetanea -, quel ragazzo è fuori!”. Poi Christian Fodde: “Mi devo pulire le scarpe… accendi le luci della macchina”.

La microspia – è scritto ancora nell’ordinanza di fermo – capta i dialoghi, ma soprattutto i rumori di attrezzi metallici che, presumibilmente, sarebbero stati usati per uccidere Manuel Careddu e forse farlo a pezzi. Ma, soprattutto, registra gli animi concitati del gruppo.

“Dovevi vedere per credere? Io me la rido perché non me ne frega un c… eh vabbè. Non me ne devi dare soldi perché… è difficile che lo dici”. Così il ventenne Christian Fodde racconta all’amica 17enne quanto aveva appena fatto. Poco dopo, la microspia piazzata sull’auto, ha intercettato i due ragazzi mentre andavano a cercare il punto preciso dove era stata nascosta una scatola con dentro dei cellulari, con l’intenzione di occultarla nel terreno agricolo del padre. Ed è proprio in uno di questi appezzamenti che la mattina seguente Fodde, parlando con un amico, dice: “Non è un gioco… quello di ammazzare va bene… è il dopo”.

Dopo l’omicidio, Christian Fodde e i due minori si dirigono al lago Omodeo. “Ciò il suo telefonino – dice Fodde – gli faccio sparire tutto, non posso tenerlo in tasca”. “Li buttiamo all’acqua”, risponde il 17enne. E il maggiorenne: “Non so dove l’ha, dov’è la Sim”.

A bordo dell’autovettura che parte dal lago Omodeo – hanno scritto gli inquirenti – non vi è più la presenza di Manu (Manuel Careddu). Alla fine della conversazione Christian Fodde intima al gruppetto di tenere la bocca cucita: “Oh, non si parla di un caz…e di niente… niente… solo io”.

Agenti della Squadra Mobile della Questura di Oristano hanno arrestato, la scorsa notte, tre persone mentre stavano cercando di entrare in una villa alla periferia di Mogoro. Alberto Melis, 51 anni, di Pabillonis; Andrea Piras, 29 anni, e Damiano Zuddas, 22 anni, entrambi di Dolianova, alla vista degli agenti i tre sono scappati immediatamente, prima a piedi e poi su una macchina, ma sono stati fermati poco dopo e arrestati.  A Melis, Piras e Zuddas sono stati contestati i reati di tentato furto aggravato in abitazione, resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi da taglio, e l’utilizzo di strumenti idonei a interrompere le comunicazioni radio e gsm. Nell’auto dei tre è stato trovato un “Jammer”, utilizzato per far in modo che nessuno presente sul posto potesse utilizzare apparecchi radio o telefoni per dare l’allarme e contattare i numeri di emergenza, e per bloccare l’impianto di allarme che, se azionato, avrebbe potuto avvisare il 113 e il 112. Gli agenti hanno notato un’auto con tre persone a bordo nella zona residenziale di Mogoro, e quando hanno visto che due di loro dopo aver indossato i passamontagna scavalcavano il muro di recinzione della villa, sono intervenuti prima che i ladri entrassero nell’abitazione. Il terzo malvivente che era rimasto nell’auto faceva da palo e azionava il dispositivo per interrompere le comunicazioni. I tre, come detto, sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Massama. Dopo le perquisizioni nelle loro abitazioni sono stati trovati numerosi attrezzi da scasso, passamontagna, 330 cartucce per pistola e fucile detenute illegalmente, due caricatori di pistola e un lampeggiante identico a quelli utilizzati dagli agenti della Polizia. Melis, Piras e Zuddas sono stati poi condotti davanti al magistrato che ha convalidato gli arresti e disposto nei loro confronti la misura della custodia cautelare in carcere.

Martedì 23 ottobre, alle 9, nella sala consiliare del Comune di Oristano si terrà un’assemblea pubblica per la presentazione del Reddito di Inclusione (Rei). La riunione è rivolta a tutti i soggetti operanti nel terzo settore: organizzazioni di volontariato, enti filantropici, imprese e cooperative sociali, reti associative, società di mutuo soccorso. “Scopo dell’incontro – ha osservato l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Oristano Franceca Loi – è di proseguire l’attività di collaborazione tra il Plus e gli enti del Terzo settore nel contrasto alla povertà. Il Rei, che a livello locale è gestito dal Plus di Oristano (il Piano Locale Unitario dei Servizi alla Persona che comprende 24 comuni) è una misura nazionale di contrasto alla povertà che prevede l’erogazione di un contributo economico mensile per un periodo massimo di 18 mesi. Il sostegno è condizionato alla sottoscrizione di un progetto personalizzato, con specifici obiettivi e interventi di attivazione sociale e lavorativa volti al superamento della condizione di povertà. La presa in carico dei nuclei familiari beneficiari del Rei compete ai servizi sociali che, coordinati a livello d’ambito, effettuano un’analisi multidimensionale delle problematiche e dei bisogni emergenti utili per la predisposizione di un progetto quanto più personalizzato possibile. Il decreto istitutivo del Rei prevede che i servizi territoriali operino in stretto raccordo con gli enti del terzo settore, in quanto patrimonio storico di grandi energie nel contrasto alla povertà nel nostro paese, ad esempio per la realizzazione di specifici accordi di riconoscimento a livello di ambito territoriale per l’inclusione della progettazione personalizzata delle attività svolte dagli enti del Terzo settore o presso i medesimi – ha detto ancora l’Assessore Loi -. In questo contesto il Ministero del Lavoro ha approvato e finanziato il progetto “Progetto Sia – Rei – Plus di Oristano”, che prevede l’inserimento di persone in condizioni di vulnerabilità presso cooperative sociali e nel settore no profit, tramite l’attivazione diretta di tirocini extracurriculari, tirocini inclusivi. L’assemblea del 23 ottobre servirà per rafforzare il rapporto di collaborazione e fornire ogni chiarimento utile alla piena attuazione del Rei”.

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