Ott 16

Spiegamento di forze tra Ghilarza, Abbasanta e Aidomaggiore. Si cerca il corpo di Manuel.

Spiegamento di Forze dell’ordine nelle campagne tra Abbasanta, Ghilarza e Aidomaggiore alla ricerca del corpo di Manuel Careddu.

Ieri si era sparsa la voce che fosse stato trovato un cadavere. E molti avevano pensato che poteva trattarsi di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer, ucciso l’11 settembre scorso da tre ragazzi di Ghilarza di 20 anni e da due minorenni, il cui corpo non è  stato ancora ritrovato.

Gli inquirenti, però, non avevano confermato alcunchè, anche se la presenza in massa delle Forze dell’ordine in quella zona lascia presupporre che qualcuno degli arrestati abbia indicato loro dov’è stato sepolto Manuel Careddu dopo l’omicidio, avvalorando la tesi che il cadavere sia stato spostato in un secondo tempo.

La notizia del ritrovamento di un cavere era poi stata smentita e stamattina, mercoledì 17 ottobre, i Carabinieri stanno presidiando la zona perché sono iniziate nuovamente le ricerche del corpo di Manuel Careddu.

Supposizioni a parte, ancora non è chiaro se l’informazione sul luogo sia stata data realmente da uno degli arrestati. In carcere a Massama si trovano i tre ragazzi maggiorenni, Christian Fodde, Matteo Satta e Rinaldo Carta; un minorenne di Ghilarza è invece rinchiuso nel carcere minorile di Quartucciu, mentre la 17enne originaria di Macomer ma residente ad Abbasanta sta per essere trasferita in un istituto della penisola.

Attualemente si sta scavando in un punto preciso all’interno di un terreno sul quale aveva lavorato Cristian Fodde, e potrebbe essere quello il luogo dove è stato occultato il cadavere di Manuel.

Sul posto, un sentiero di campagna in località Padru, che costeggia la strada tra Ghilarza e Domusnovas Canales, c’è anche il procuratore di Oristano, Ezio Domenico Basso. Attorno a lui i Vigili del fuoco e le Forze dell’ordine, che anche con i cani stanno sondando il terreno a ridosso di un fabbricato rurale. Si è ben lontani dalle rive del Lago Omodeo, dove in un primo tempo si erano concentrate le ricerche di Manuel.

Intanto, la madre del 18enne ucciso ha incontrato la madre della minorenne, alla quale ha chiesto di intercedere presso la figlia affinchè indichi il luogo dove è stato sepolto il cadavere di Manuel, in modo che possa avere una degna sepoltura. L’incontro si è concluso dopo circa un’ora.

Il vicesindaco di Oristano Massimiliano Sanna, il sindaco di Santa Giusta Antonello Figus, e l’assessore alla Cultura del comune lagunare Maria Gabriella Caria, hanno rinnovato la convezione per la conservazione, protezione, valorizzazione e messa in rete dell’itinerario del Romanico in Sardegna e in Europa. L’adesione all’itinerario del Romanico, nelle scorse settimane, era stata deliberata dal consiglio comunale di Oristano e a palazzo Campus -Colonna, c’è stata la firma dell’atto tra il comune capoluogo e quello di Santa Giusta, che è capofila del progetto sul Romanico in Sardegna. “Si tratta di un’importante accordo per la valorizzazione dei beni culturali presenti anche nel territorio di Oristano – ha spiegato il vicesindaco di Oristanom Massimiliano Sanna -. I monumenti romanici in Sardegna sono circa 150 e rappresentano per la Sardegna il secondo bene culturale dopo il nuragico. Le chiese e i castelli costruiti in stile romanico fra la metà dell’XI e gli inizi del XIV secolo sono un importante patrimonio monumentale della Sardegna che, integrandosi nei contesti urbani e rurali, arriva a connotare in senso significativo il paesaggio storico dell’isola. I monumenti romanici della Sardegna si inseriscono a pieno titolo nel panorama architettonico europeo: la loro costruzione si deve alla volontà dei re (giudici) e dei vescovi isolani, che finanziarono i cantieri edilizi, nonché all’attività delle maestranze giunte dal continente italico ed europeo e radicatesi in terra sarda; l’architettura romanica della Sardegna ha punti di contatto con quella della Catalogna, della Provenza, della Liguria, della Toscana e della Corsica, qualificandosi così come variante locale di un linguaggio artistico di respiro internazionale. A Oristano – ha precisato Sanna – sono presenti numerosi monumenti che presentano elementi romanici: la Cattedrale di Santa Maria, il Convento di San Francesco, la Chiesa di San Mauro, la Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa di San Giovanni dei Fiori, la Chiesa di Santa Petronilla, l’Oratorio delle Anime a Massama, la Chiesa di Santa Maria Maddalena a Silì”. L’assessore Sanna ha poi evidenziato l’importanza di una partecipazione del Comune di Oristano al progetto per la rete dei comuni del Romanico della Sardegna, al fine di programmare, progettare e promuovere azioni e progetti volti a potenziare l’Itinerario del Romanico e a cogliere le opportunità di finanziamento regionali, nazionali e comunitarie.

“Non è consuetudine dell’Associazione regionale ex esposti amianto promuovere o partecipare a polemiche su temi e valori importanti che da oltre quarant’anni l’Associazione porta avanti, quali il diritto alla salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente dal rischio amianto, insieme alle istituzioni, forze politiche, economiche e sociali, a tutti i livelli, diventando interlocutrice credibile e stimata. Sono temi che non permettono nessuna nota polemica, in quanto abbiamo l’obbligo di rispettare le vittime della fibra killer e i loro familiari, soprattutto nel comune d Santa Giusta, che ha pagato e sta pagando in modo significativo i danni causati dall’amianto con morti e degrado ambientale. Pertanto restiamo meravigliati e sorpresi della nota stampa diffusa dall’amministrazione del comune di Santa Giusta, con la quale risponde provocatoriamente alla richiesta da parte dell’Associazione alla Regione Sardegna di ridistribuzione delle risorse non utilizzate per la bonifica di Abarossa”. E’ quanto ha scritto, in una nota, Giampaolo Lilliu, presidente dell’Associazone regionale ex esposti amianto. Lilliu ha ricordato che nei primi mesi del 2014 l’Associazione aveva promosso un’iniziativa presso l’Assessessorato regionale all’Ambiente, assieme ai comuni del territorio di Oristano con pertinenze costiere nel proprio territorio, rivolta a ottenere risorse finanziarie per la bonifica dall’amianto nelle spiagge. “Ci preme mettere in evidenza – ha scritto Lilliu nel comunicato – che l’amministrazione precedente del comune di Santa Giusta, guidata da Angelo Pinna, è stata protagonista e capofila dei comuni interessati per il raggiungimento dell’obbiettivo prefissato, poi ottenuto con la delibera della giunta regionale del 30 dicembre 2014, che ha previsto lo stanziamento di circa 900 mila euro, così ripartito: 377 mila euro al comune di Santa Giusta, sempre 377 mila al comune di Oristano, e il restante al comune di Guspini. L’Associazione regionale ex esposti amianto ritiene grave il mancato utilizzo delle risorse da parte dell’amministrazione comunale di Santa Giusta, non giustificabile con motivazioni legislative, le stesse che hanno permesso al comune di Oristano di programmare e di intervenire nella bonifica di Torre Grande”. Lilliu, inoltre, ha definito irriguardoso il comportamento dell’attuale amministrazione di Santa Giusta nei confronti dei propri cittadini, avendo “…l’obbligo per legge di salvaguardare l’ambiente e difendere il diritto alla salute sancito dalla Costituzione italiana”. Dopo quattro anni di mancate risposte ai solleciti e alle innumerevoli richieste di confronto inoltrate dall’Associazione ex esposti amianto, e visto che il comune di Santa Giusta non ha utilizzato il finanziamento di 377 mila euro per la bonifica del litorale di Abarossa, l’Associazione ha chiesto al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale all’Ambiente, Dontella Spano, di destinare quelle risorse alla provincia di Oristano per accogliere un maggior numero di richieste dei cittadini che stanno aderendo al bando pubblico provinciale 2017/2018, per la bonifica dall’amianto dei loro immobili.

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