Ott 11

Cinque giovani arrestati per l’omicidio di Manuel Careddu.

Per la Procura della Repubblica e i Carabinieri di Oristano non ci sono dubbi: Manuel Careddu, 18 anni, di Macomer, scomparso circa un mese fa, è stato ucciso da  alcuni amici e il suo corpo fatto sparire.

Cinque gli arrestati: tre ragazzi di 20 anni di Ghilarza, Riccardo Carta, Christian Michele Fodde e Matteo Satta, e due minorenni, tra cui una ragazza, di 17 anni.

I cinque giovani sono accusati di concorso in omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere, per aver ucciso Manuel Careddu, dopo averlo attirato in una trappola, per motivi che sembrerebbero legati a debiti per la cessione di sostanze stupefacenti, e poi si sarebbero liberati del corpo gettandolo nel Lago Omedeo.

Il cadavere del diciottenne di Macomer non è stato ancora trovato, anche se i sommozzatori dei Carabinieri, questa mattina, sono ritornati ad effettuare le ricerche nel lago.

Sulla colpevolezza dei cinque arrestati non ci sarebbe dubbio alcuno,  come hanno dichiarato, questa mattina,  durante una conferenza stampa, il procuratore Ezio Domenico Basso, il comandante provinciale dei carabinieri di Oristano Domenico Cristaldi e i responsabili dei reparti operativi e investigativi, il colonnello David Egidi e il maggiore Mariano Lai.  Manuel Careddu era stato attirato ad Abbasanta dai giovani amici, con la scusa di pagargli una fornitura di droga per poche centinaia di euro, e poi è stato ucciso.

In un primo momento non era dato sapere se l’omicidio fosse  stato premeditato o se i cinque avessero intenzione soltanto di infliggere a Careddu una severa punizione e le cose siano poi precipitate. Ma dopo la conferenza stampa sembra che le intercettazioni non lascino spazio a fraintendimenti di sorta. Certamente se ne saprà di più dall’esito dell’autopsia, una volta ritrovato il corpo del diciottenne. La cosa certa è che Manuel Careddu è stato ucciso.

A suffragare le convinzioni di Procura e Carabinieri ci sono, come detto, delle intercettazioni che lo confermerebbero. Nell’auto del padre di uno dei cinque giovani, indagato nell’ambito delle indagini per un omicidio avvenuto in agro di Abbasanta, era stata piazzata una microspia, che è stata fatale per i cinque ragazzi, perchè ha chiarito cosa sia successo l’11 settembre scorso, giorno della scomparsa di Manuel Careddu.

Secondo Procura e Carabinieri nell’episodio potrebbero essere coinvolte anche altre persone, per cui sulla vicenda non sono da escludere ulteriori sviluppi.

Sabato 13 ottobre ritorna a Oristano la “Rievocazione storica del Giudicato d’Arborea”. A indossare i panni della Giudicessa Eleonora sarà Claudia Tronci, di Terralba. Ad accompagnarla ci saranno diversi gruppi provenienti da alcuni paesi della provincia di Oristano e del Medio Campidano, verso i quali si estendeva l’antico Giudicato. Scortata dai Buiakesos, le antiche guardie dei Giudici, accompagnata da suo figlio Mariano, dalle dame di compagnia, dal Curadore di Oristano e da parte del Clero, Eleonora uscirà dal Monastero delle Clarisse alle 17,30. Ci sarà un prologo, con la sua scorta e i musici che, alle 17.15, partiranno da piazza Cattedrale alla volta del Monastero. Qui, dopo una breve preghiera, Eleonora d’Arborea si recherà nella piazza del Comune, dopo aver attraversato via Garibaldi, via Mazzini e piazza Roma, dove sosterà per qualche minuto sotto la porta principale medioevale della città, per ricevere il benvenuto da parte del Curadore di Oristano. Poi via Dritta, fino alla scalinata del Comune, dove arriverà intorno alle18. Presentata dal cerimoniere, Eleonora promulgherà la Carta de Logu, leggendone alcuni capitoli, in particolare quelli che si riferiscono alla violenza sulle donne con la relativa pena inflitta ai trasgressori. L’organizzazione dell’evento è a cura della Pro Loco di Oristano, con la collaborazione degli assessorati alla Cultura e al Turismo del Comune di Oristano. L’evento rientra nelle iniziative del mese della cultura Oristanoeventi, che quest’anno è dedicato alla cultura del Giudicato d’Arborea.

Ha preso il via la sedicesima edizione del Concorso Giornalistico “Cronaca di Storia”. Il concorso è organizzato dalla Figs (Federazione italiana giochi storici) allo scopo di valorizzare le attività collegate alle città aderenti, e tra queste Oristano con la Sartiglia, e, più in generale, alle rievocazioni storiche. Il premio sarà assegnato ad un articolo comparso sulla stampa quotidiana e sulla stampa periodica riguardante eventi e/o personaggi della Storia, nonché uno specifico articolo “culturale” sulle rievocazioni storiche affiliate alla Figs. Sarà premiato l’autore (o gli autori) del miglior articolo pubblicato tra il 1° ottobre 2017 e il 15 ottobre 2018 per la stampa quotidiana (compresa quella on line), periodica e locale. La sezione storia locale sarà dedicata alla scelta di un articolo che, pubblicato tanto su un quotidiano quanto su di un periodico, svilupperà e promuoverà significative valutazioni storiche collegate con le manifestazioni di una rievocazione affiliata. Sono esclusi gli articoli pubblicati sui soli quotidiani e periodici a diffusione cittadina, ovvero, sulla stampa e/o mezzi di comunicazione direttamente collegate alle Organizzazioni delle Rievocazioni Storiche affiliate e alla pura cronaca delle stesse, più o meno ispirati ai programmi degli eventi e od ai comunicati stampa degli organizzatori: essi non verranno nemmeno sottoposti al giudizio della giuria. Gli articoli dovranno essere presentati alla Federazione italiana giochi storici da una delle rievocazioni affiliate, per Oristano, quindi, dalla Fondazione Sa Sartiglia, alla quale vanno inviati gli articoli per email (info@sartiglia.info) entro il 25 ottobre 2018. La commissione giudicatrice del concorso quest’anno sarà composta da tre qualificati esperti del mondo del giornalismo nazionale. La proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi verrà effettuata, prevedibilmente, nel mese di novembre/dicembre 2018, nel corso della “Festa degli Auguri” organizzata dalla Federazione italiana giochi storici. Negli ultimi anni Oristano si è già imposta in due occasioni con gli scritti pubblicati dai due quotidiani regionali. Nel 2012 Ilaria Urgu vinse con un articolo dal titolo “L’antico abito del Componidori”, pubblicato sull’Unione Sarda, mentre nel 2014 Enrico Carta della Nuova Sardegna vinse con un articolo dal titolo “La prima volta si corse per Carlo V”.

Il 13 giugno 1993 l’anfiteatro naturale del santuario di San Costantino, a Sedilo, ospitava la prima edizione di “Ichnos”, la grande giornata della musica promossa per un’azione di sensibilizzazione sulla carenza di sangue nel periodo estivo e sulla piaga degli incendi in Sardegna. Allora si alternarono sul palco 26 gruppi e singoli artisti davanti a un pubblico di diverse migliaia di spettatori. Un evento che doveva rimanere isolato e che, invece, venne ripetuto altre otto volte, sino al 2011, consentendo l’esibizione di oltre 170 artisti. Addirittura il 31 ottobre 1998 anche a L’Avana, a Cuba, dove alcuni artisti sardi proposero le loro musiche accanto a importanti formazioni cubane. A distanza di 25 anni dalla prima “Ichnos”, e a 20 anni dall’evento cubano, i promotori di quelle iniziative intendono rievocarle, con la collaborazione e il sostegno del comune di Sedilo, con una manifestazione che si terrà sabato 13 ottobre, nei locali de “Sa Prima Ighina”, a Sedilo, a partire dalle 15. “Ichnos, 25 anni di ricordi da Sedilo a Cuba” è inserito all’interno di “Zenia de atonzu”, una due giorni di artigianato, musica, tradizioni, degustazioni e vendita di prodotti del territorio, promossa dall’amministrazione comunale il 13 e 14 ottobre. Sono stati invitati non solo i protagonisti sul palco e i testimoni di quei due straordinari concerti, ma anche quanti con “Ichnos” sono entrati in contatto sino al suo ultimo evento, sempre a Sedilo, nel 2011. Durante l’incontro verranno proiettati video dei concerti e servizi televisivi dedicati alla prima edizione di Sedilo e a quella cubana; saranno proposti videomessaggi di artisti, e raccolte testimonianze e ricordi di chi vi ha partecipato. Saranno anche esposti memorabilia e oggetti legati ai due eventi, articoli di stampa e foto. Come nel 1993 e nel 1998 “i sardi s’incontrano per lasciare un’impronta”, come recitava lo slogan che accompagnava “Ichnos”.

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