Ott 04

Regionali. La Sardegna è nella melma? Tranquilli, a febbraio ci pensano i sindaci.

Se è vero che 130 sindaci hanno chiesto al sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, di candidarsi alla presidenza della Regione, è altrettanto vero che ai restanti 247 primi cittadini di Zedda non gliene può fregar di meno.

Ma alcune domande a questo punto sorgono spontanee. I 130 sindaci sono gli stessi a cui si è rivolto anche il segretario del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, o quelli che si riconoscono nel movimento del sindaco di Parma “Federico Pizzarotti and friends”? E i restanti 247 sindaci formeranno liste che, strabismo a parte, guarderanno a destra e a sinistra contemporaneamente, o riusciranno a vedere al di là del naso?

Sembra che, per le prossime regionali, partiti e movimenti abbiano trovato nella candidatura dei sindaci la panacea di tutti i mali, “… dato che – si sostiene abbastanza superficialmente – i cittadini gli hanno votati e questo significa che i sindaci hanno il consenso”. E se questa era un’affermazione inconfutabile al momento del voto locale, si può però confutare che dal momento della loro elezione il gradimento, per molti di loro (soprattutto dopo averli visti all’opera), potrebbe essere scemato.

E come faranno sindaci di paesi piccolissimi a competere con colleghi di paesi che vantano un maggior numero di abitanti? O un sindaco notoriamente di sinistra a far convergere su di sè i voti, per esempio, degli altri primi cittadini di centrodestra che compongono le unioni dei comuni? E se il candidato alle regionali è il sindaco del paese limitrofo, come si riuscirà a convincere i cittadini di comunità vicine e in perenne conflitto tra loro a votare il sindaco del paese concorrente, rassicurandoli che il candidato se eletto non farà gli interessi soltanto della sua comunità? Come si può constatare interrogativi, perplessità e dubbi sono tanti e, secondo noi, non di poco conto.

Va anche detto che se “nessuno sente come i sindaci il palpito delle loro comunità”, perchè fermarsi, allora, soltanto a un misero consiglio regionale e non aspirare a un Parlamento formato da soli primi cittadini? A questo punto, competenza, capacità, visione politica, possono anche andare a farsi benedire, dato che ritendosi i sindaci degli unti del Signore, sommano in sé, in quanto eletti dal popolo, tutte queste prerogative.

Insomma, dalle liste civiche in salsa locale si è ora passati alle liste civiche di primi cittadini in salsa regionale. Raggruppamenti che, secondo le fasce tricolori, dovrebbe superare i partiti per guardare oltre (dove non si sa; forse alle più comode e redditizie poltrone di via Roma?) e portare alla redenzione della Sardegna.

Potevano poi mancare, da parte dei 130 soldatini dell’esercito della salvezza, le preci, le invocazioni al Messia cagliaritano per condurre i nuovi (sinistrorsi?) crociati della politica alla vittoria? Certo che no. “Caro Massimo – hanno scritto i 130 sindaci a Zedda – la tua esperienza amministrativa parla chiaro (sic!). È una chiara esperienza di buongoverno, è il caso unico nazionale di chi è stato giudicato bene perché ha fatto bene (sic al quadrato!). Non c’è antagonismo che tenga, se non dettato dal più bieco disfattismo. E la Sardegna oggi non ha bisogno di disfattisti, avventurieri e viceré: la Sardegna ha bisogno di governanti coscienti del proprio ruolo, capaci di guardare avanti e di guardarsi intorno, in Europa e in Italia, a partire da noi, anche da noi, anche da qua, dai nostri territori, dai territori della Sardegna”. Ma si può…

E ancora enfasi e rotorica a fiumi. “…Noi siamo periferia che vuole diventare centro, noi vogliamo una Sardegna che continui sui passi della crescita e dello sviluppo, con un governo che senta forte il sale della democrazia, che è il sale del dialogo, dell’ascolto, della partecipazione. Vogliamo una Sardegna sarda e democratica, con un governatore di provata capacità. Un governatore scelto da noi, qui, in Sardegna, non nei palazzi romani”. Mamma mia!

E in attesa che arrivino gli infermieri e che, nel frattempo, San Massimo faccia il miracolo davanti a 130 sindaci in ginocchio, dovremmo votare chi si è autodefinito “portatore di buone pratiche e di esperienze estendibili e replicabili”, e che secondo noi è, invece, soltanto un “portatore sano di luoghi comuni, frasi fatte e aria fritta”, e avere un consiglio regionale composto da quelli che potremmo definire rappresentanti (più o meno invasati) della “setta dei sindaci”?

Abbiamo detto mille volte che in politica al peggio non c’è mai fine, e la spasmodica ricerca di trovare un candidato alla presidenza della Regione non tra persone politicamente preparate ma tra presidenti della federazione tennis, magistrati in carriera o ex magistrati, e docenti universitari vari, la dice lunga sul basso concetto e del poco rispetto che, in generale, hanno i politici degli elettori sardi.

Per tranquillizzare i loro conterranei, cosa hanno escogitato soloni, pensatori, intellettuali, filosofi, scienziati e saggi della politica isolana? Hanno pensato ai sindaci. Ai nuovi maghi, che dopo aver trasformato, con un colpo di bacchetta magica, i centri da loro amministrati nel Paese di Bengodi, a partire da febbraio 2019 tramuteranno la Regione nel Paese della Cuccagna. Certamente per loro, per i sardi non credo.

C’era anche Silvio Berlusconi al vertice romano di Forza Italia convocato dal vicepresidente Antonio Tajani con i parlamentari e i consiglieri regionali sardi. Il cavaliere è impegnato nelle trattative con Matteo Salvini e Giorgia Meloni sul fronte della scelta dei candidati governatori per le elezioni di Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Piemonte, e oggi ha confermato un’opzione Lega per l’Isola. Ciò non toglie che Forza Italia avrà la facoltà di esprimere nomi propri per la presidenza della Regione. Si rafforza, dunque, l’ipotesi di una candidatura del senatore del Psd’Az, Christian Solinas, e resta in piedi l’alternativa di Angelo Binaghi. Berlusconi ha dato anche suggerimenti su temi che secondo lui dovranno essere cardine nel programma di Fi per la Sardegna, come la zona franca e la continuità territoriale, e ha annunciato che si spenderà in prima persona nella campagna elettorale. Quanto alla situazione del partito nell’Isola, ha invitato tutti al dialogo e alla massima coesione per arrivare pronti alla fase congressuale, l’inizio è previsto a gennaio. Soddisfazione per l’esito del vertice è stata espressa dal coordinatore regionale, Ugo Cappellacci, ma anche dal deputato Pietro Pittalis e dal capogruppo in consiglio regionale, Alessandra Zedda.  (Ansa).

“Sarà, comunque, Matteo Salvini a comunicare il nome del candidato governatore alle regionali in Sardegna, solo dopo aver girato l’Isola e aver ascoltato i sardi”. Lo ha annunciato il commissario della Lega per la Sardegna e coordinatore della coalizione di centrodestra, Eugenio Zoffili. Tutti pensano che il senatore del Psd’Az, Christian Solinas, sarà la prima scelta del Carroccio. A questo punto è prevedibile che Salvini possa arrivare nell’Isola già nei prossimi giorni, forse anche prima del tavolo dell’alleanza, convocato per il 15 ottobre nella sede di Fratelli d’Italia, a Cagliari.

Con la “Sagra del surf”, Capo Mannu sarà la capitale del surf, kite, windsurf e vela, in un fine settimana (6 e 7 ottobre) dedicato alla cultura del mare. Un appuntamento nazionale, quello del litorale di San Vero Milis, che richiama appassionati da tutta Italia. Lo scorso anno, alla prima edizione, hanno partecipato oltre cinquemila persone. Sul lungomare sono oltre 120 gli espositori presenti. Due chilometri di stand, tutti molto colorati, che animeranno il Surf Village. La formula punta molto sul coinvolgimento del pubblico, visto che si potranno provare, gratuitamente, o partecipare agli showcase, tanti sport. Non solo surf, quindi, ma anche kite, windsurf e vela. E non soltanto in acqua. Ci sono, infatti, spazi e appuntamenti per yoga, skate, parkour, ju jitsu, bike trial e molto altro. Spazio anche all’arte e all’artigianato, con l’esibizione degli shapers (i creatori delle tavole da surf) più noti. La sagra è anche l’evento inaugurale dei Fisw Surf Games, campionati assoluti di surf, con la marina di San Vero Milis che accoglierà i migliori atleti delle varie specialità (shortboard, longboard, Sup Wave e bodyboard). Non c’è una data o un’ora di inizio. A partire dall’8 ottobre e fino all’11 novembre (“waiting period” per i Fisw Surf Games), ogni mareggiata in arrivo potrà essere quella adatta allo svolgimento della gara.

9 comments

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    • Sergio on 5 ottobre 2018 at 6:01
    • Rispondi

    Bravo Pig, pane al pane e vino al vino.

    • drastico on 5 ottobre 2018 at 7:24
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    ci mancavano solo le liste dei podestà!

    • Maurizio on 5 ottobre 2018 at 8:53
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    Non c’è più religione… e soprattutto non c’è più politica. I Sindaci? Dio ce ne scampi!!!

    • Paolo on 5 ottobre 2018 at 10:00
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    La lettera dei sindaci a Zedda è penosa, ma considerato chi l’ha scritta mi sarei meravigliato del contrario.
    Nessuno vi ha obbligato a candidarvi come sindaci, ma ci vuole una bella faccia tosta a proporvi come candidati per i banchi del Consiglio regionale dopo aver fallito nei vostri comuni.
    Se non ne avete più voglia di fare i sindaci andate a casa senza rompere le scatole e non cercate scuse.

    • Orazio on 5 ottobre 2018 at 12:09
    • Rispondi

    Più si va avanti e più i Sindaci si convincono che il successo elettorale di ciascuno di loro non è dovuto alla coalizione di partiti e liste civiche che gli ha appoggiati ma al carisma personale. Di sicuro un Sindaco decente ci aggiunge di suo, ma questa supponenza generalizzata è da sfatare. Ci sono tanti Sindaci capaci ma anche una sovrabbondanza di incapaci che se si votasse ora non verrebbero certamente rieletti. Figuriamoci alle Regionali…

    • Angelo on 5 ottobre 2018 at 15:09
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    Quindi… 130 Sindaci a favore di Zedda… 200 Sindaci a favore di Maninchedda… totale 330… A disposizione 58? … ne vedremo delle belle!

    • Tonino on 5 ottobre 2018 at 15:46
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    La barzelletta dell’anno: i sindaci salvatori della Patria Sardegna. Ma per favore…

    • Franco on 5 ottobre 2018 at 21:13
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    Il futuro della Sardegna in mano a questi signori è come avere Dracula presidente dell’Avis.

    • Peppe on 6 ottobre 2018 at 17:28
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    Le perplessità di Pig stanno venendo a galla. Sarei proprio curioso di vedere le firme di “tutti” questi fantomatici 130 Sindaci. A quanto ho capito dovrebbero essere Sindaci di Centrosinistra. Mah! Se fanno una conta seria il PD non arriva a 130 calcolando anche i familiari degli iscritti che gli sono rimasti.

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