Lug 26

Regione, che figuraccia! Stop della Consulta alla legge edilizia.

Un’altra perla va ad aggiungersi al già ricco palmares negativo della squinternata giunta regionale di centrosinistra a guida Pd.

Così come molti avevano previsto, a parte i geni dell’esecutivo di Pigliaru e del Pd, la Corte Costituzionale ha, tanto per cambiare,  dichiarato l’inconstituzionalità di alcuni articoli della legge sull’edilizia, così coma riporta un articolo pubblicato oggi su Sardinia Post.

Un buon viatico, non c’è che dire, per l’orrenda legge urbanistica che il centrosinistra e tutti i sostenitori del cemento vorrebbe approvare, alla faccia di qualsiasi tutela paesaggistica.

“La Consulta ha dichiarato incostituzionali cinque articoli della legge omnibus sull’edilizia, la numero 11, approvata dal consiglio regionale a luglio 2017 e impugnata un mese più tardi dal Consiglio dei ministri…

In particolare, le norme cassate riguardano aspetti di tutela paesaggistica, trasferimenti di volumetrie in aree tutelate e usi civici. La sentenza – a firma del presidente Giorgio Lattanzi con Aldo Carosi redattore e Roberto Milana cancelliere – è stata pubblicata oggi e accoglie tutti i rilievi che aveva sollevato Roma contro il provvedimento legislativo della Sardegna. La legge 11 modificava alcuni commi di precedenti provvedimenti normativi in materia come le leggi 2 del 1984, la 23 del 1985, la 45 del 1989, la 12 del 1994, 28 del 1998, la 9 del 2006 e la 8 del 2015. Così in 34 articoli, divisi in diversi ambiti, erano stati trattati diversi temi come la regolamentazione delle varianti in corso d’opera, i cambi di destinazione d’uso e l’applicabilità degli strumenti normativi (Scia).

Lo spirito della norma era risolvere dubbi interpretativi emersi nel corso dell’attività di supporto agli enti locali, soprattutto nell’approvazione dei Piano urbanistici comunali (Puc) e nella valutazioni sugli interventi nell’agro. Idem sui progetti riguardanti i parcheggi privati o gli interventi sull’efficientamento energetico.

La Corte Costituzionale ha intanto stabilito che il Consiglio ha legiferato prevedendo interventi “in contrasto con le norme fondamentali in materia di paesaggio contenute nella legislazione statale, eccedendo in tal modo dalle competenze statutarie attribuite alla Regione dallo Statuto speciale di autonomia e violando l’articolo 117 (secondo comma, lettera S) della Costituzione”. Articolo che affida allo Stato la competenza esclusiva in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

Entrando invece nel dettaglio delle parti cassate dalla Consulta, c’è il comma 1 dell’articolo 13 sugli usi civici: la Corte Costituzionale ha dato ragione al Consiglio dei ministri sul fatto che nella legge 11 non è stata prevista la co-pianificazione su alcuni interventi e la procedura per la revisione degli usi civici. Per la Consulta la condivisione preventiva con il Mibact (ministero dei Beni culturali) è obbligatoria nelle zone sottoposte a “vincolo integrale conservazione dei singoli caratteri naturalistici, storico-morfologici e dei rispettivi insiemi”.

La Regione, invece, insisteva sul fatto che “trattandosi di interventi minori che non alternavano lo stato dei luoghi in maniera permanente e irreversibile”, non si poteva considerare leso l’obbligo della copianificazione. La quale, sempre stando alla posizione espressa dai legali della Regione nella difesa contro l’impugnazione, veniva fatta salva pure nella demolizione degli edifici inseriti nella fascia dei 300 metri e le cui cubature vanno poi ricostruite fuori dall’area vincolata, quindi non di pregio.

Ma anche su questo punto la Corte Costituzionale ha dato ragione a Roma, stabilendo che “tali attività devono essere svolta congiuntamente dallo Stato e dalla Regione.

Per Vincenzo Tiana,di Legambiente, il pronunciamento della Consulta è “un segnale importante in vista della nuova Legge urbanistica, perché si dice chiaramente una cosa: in maniera di tutela del paesaggio la Regione non può decidere da sola. Da ciò deriva che il Piano paesaggistico regionale può essere migliorato, può e deve essere esteso alle zone interne, ma non può essere ridotto in termini di tutela. E quindi l’articolo 43, ad esempio, e quelli che prevedono deroghe al Ppr per far approvare accordi di programma, non possono essere attuati. La tutela del paesaggio può essere solo ampliata e migliorata: le regioni possono sì approvare norme in materia, ma solo se queste sono più stringenti rispetto alle disposizioni nazionali”.

Ancora sugli usi civici, la Consulta ha cassato gli articoli 37, 38 e 39 sulla permuta, alienazione, sdemanializzazione e trasferimento dei terreni ad uso civico. Anche in questo caso la Corte Costituzionale ha censurato lo ‘slancio’ in solitaria della Regione, ribadendo che il tema deve essere oggetto di copianificazione con il governo centrale.

“In conclusione – si legge nel pronunciamento –  è proprio la pianificazione ambientale e paesaggistica, esercitata da Stato e Regione, secondo le condivise modalità specificate da questa Corte (sentenza n. 210 del 2014), la sede nella quale eventualmente può essere modificata, attraverso l’istituto del mutamento di destinazione, l’utilizzazione dei beni d’uso civico per nuovi obiettivi e – solo in casi di particolare rilevanza – per esigenze di adeguamento a situazioni di fatto meritevoli di salvaguardia sulla base di una valutazione non collidente con gli interessi generali della popolazione locale.

Infatti, il mutamento di destinazione “ha lo scopo di mantenere, pur nel cambiamento d’uso, un impiego utile alla collettività che ne rimane intestataria” (sentenza n. 113 del 2018). La ratio di tale regola è nell’attribuzione alla collettività e agli utenti del bene d’uso civico, uti singuli et cives, del potere di vigilare a che la nuova utilizzazione mantenga nel tempo caratteri conformi alla pianificazione paesistico ambientale che l’ha determinata”… (www.sardiniapost.it).

Il comune di Oristano ha aggiudicato, per 478 mila euro, l’appalto per il completamento della riqualificazione dell’area del complesso residenziale ex Iacp costruito al posto delle “case minime”. La riconversione della nuova piazza procederà, come previsto, parallelamente a quella di via Aristana e via Arborea, i cui lavori sono stati appena appaltati. “Si concretizzerà un miglioramento complessivo dell’intera area di quella parte di città – ha detto il sindaco Andrea Lutzu –, grazie alla realizzazione di un’area totalmente verde e alberata dalla parte di via Palmas, un percorso pedonale e ciclabile, panchine, un’area ristoro. Il progetto prevede anche un sistema di illuminazione pubblica a led, un impianto fognario di smaltimento delle acque piovane e un impianto di irrigazione per le aree verdi”. Nel piazzale troverà la sua nuova sede il mercatino di via Aristana (che durante l’esecuzione dei lavori sarà trasferito, provvisoriamente, nel piazzale di via Ugone III) con un totale di 54 stalli, con una loro distribuzione più razionale in base alla tipologia di prodotti in vendita distinti fra alimentari e non. L’esecuzione dei lavori, che rientrano nel “Programma Oristano est” per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, è affidata alla Cooperativa Produzione e lavoro edile Bindua di Iglesias, che ha offerto un ribasso del 24,19% sul prezzo a base di gara di 605.821 euro. Il costo totale per la realizzazione dell’opera sarà quindi di 478.557 euro. L’intervento riguarda un’area di 5 mila 274 metri quadrati. Di questi, 2647 saranno riservati alla pavimentazione in calcestruzzo architettonico colorato, 690 alla pavimentazione in basalto, 1877 al prato verde e agli alberi, 50 metri quadri alle strutture di ristoro e ai servizi. “Il progetto di riqualificazione dell’intera area riprende quello dello studio Nieddu di Olbia, che nel 2012 aveva vinto il concorso di idee bandito dal Comune – ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Riccardo Meli –. Quell’idea progettuale (oggi in carico agli ingegneri Giorgio Andrea Pisano e Daniela Casula e all’architetto Francesco Cossu, subentrati all’architetto Nieddu), in sintonia col più recente progetto generale di riqualificazione urbana Oristano est e in particolare di via Aristana e via Arborea, è stato aggiornato prevedendo la realizzazione di una piazza pubblica, un luogo di aggregazione e incontro, dove potrà finalmente trovare adeguata sistemazione il mercatino rionale. È previsto che i muri di confine che separano la piazza dalle aree edificate siano oggetto di manutenzione e utilizzate da writers che, attraverso un concorso di idee, per il quale abbiamo riservato 12 mila euro, potranno abbellire l’area e renderla più accogliente con la realizzazione di murales sulle alte facciate cieche dell’edificio ex Iacp”.

L’amministrazione comunale, su richiesta del Comitato spontaneo di cittadini di Cabras, ha organizzato per venerdì 27 luglio, alle 17, giornata ecologica per la raccolta di rifiuti abbandonati presso la bellissima area peristagnale denominata “Su Potu”, punto panoramico di pregio dell’intero Stagno di Cabras. Collaborano al buon esito dell’iniziativa l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis e Isola di Mal di Ventre, Italia Nostra e una rappresentanza di pescatori del Consorzio Pontis. Il comune di Cabras invita tutti i cittadini a partecipare numerosi.

 

5 comments

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    • Angelo on 26 luglio 2018 at 22:48
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    Non è possibile… ai professori, ingegneri e al factotum, nonché presidente della IV commissione della Regione, non si può attribuire la responsabilità del fallimento del Ppr al supergenio Solinasa… assolutamente no… Poveri incompetenti!

    • Carlo M. on 27 luglio 2018 at 6:12
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    Che pessima Giunta!

    • Michele on 27 luglio 2018 at 7:25
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    Chissà come saranno contenti quelli del Qatar per la Legge Urbanistica voluta da loro in discussione al Consiglio regionale dopo che hanno visto la decisione della Consulta.

    • drastico on 27 luglio 2018 at 10:19
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    che figura barbina! credo che la giunta pigliaru sia quella a cui hanno bocciato più provvedimenti in assoluto nella storia della sardegna. quando dicono che gli elementi che hanno composto e che compogono l’attuale giunta e la maggioranza di centrosinistra alla regione siano i peggiori da 70 anni a questa parte hanno ragione da vendere!

    • Simone on 27 luglio 2018 at 12:00
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    Zombi che vagano senza capo nè coda nella politica sarda. Una vergogna! Spero che i Sardi si rendano conto di chi hanno votato e cancellino per sempre questi politici.

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